22

Thomas's Pov

Nervoso mi aggiravo per tutta la casa, di quel passo sicuramente avrei consumato il pavimento. Non mi importava, la paura era troppa per fingere che tutto fosse okay:andavo avanti e indietro, mangiavo le unghie incontrollabilmente, mi affacciavo di continuo alla finestra nella speranza di vederlo arrivare e, ogni volta che constatavo che Newt non c'era, mi ripetevo che dipendesse dal traffico. Traffico nel degradato Bronx? L'unico traffico che c'era lì era quello delle armi, della droga.

Non passava neanche un pizza express, era tanto se ogni ora passasse una macchina...

Eppure, volevo credere a cose impossibili piuttosto che fare cattivi pensieri. Ormai era fuori da più di mezz'ora e se in cinque minuti non fosse tornato, sarei uscito a cercarlo. Dovevo rientrare di nuovo in quel locale tetro e imbattermi in quella gente strana? Per Newt lo avrei fatto. Solo che dovevo ricordarmi la strada, ero abbastanza corto di memoria e, anche se all'inizio avevo trovato il Remembers per pura casualità, non credevo di aver due volte la stessa fortuna.

"Dai Newt...torna sano e salvo e senza neanche un graffio! Tu sei forte"

Tenevo le mani congiunte in segno di preghiera poi, gettatomi a capofitto sul letto stringevo le lenzuola, in qualche modo dovevo reprimere la rabbia e, visto che avevo urlato già troppo anche se per diversa causa, dovevo trattenermi o avrei suscitato l'attenzione dei vicini soprattutto della ficcanaso Marple.

"Cavolo Newt...perché prima di andartene non hai pensato a me? A noi? Io non posso affrontare tutto senza te. Io ho fatto tutto questo per te."

Sì...forse le mie pene potevano essere paragonate ad una donna che aspettava ansiosamente il ritorno del marito dalla guerra, con mille dubbi, con tutte le speranze che crollavano e nascevano nello stesso momento. Newt si era cacciato in qualcosa di più grande di lui rischiando seriamente e, non era da intelligenti capire che giocando col fuoco ci si bruciava.

Mi alzai, irrequieto andai nel soggiorno fissando il mio cellulare, non aveva portato con sé il suo e quindi, esclusi subito la possibilità di provare a chiamarlo. Continuavo a mangiucchiarmi le unghie maledicendomi perché non l'avevo seguito.

"Sei un cazzone, Thomas!"  Era quello che mi avrebbe detto Minho in quella circostanza. E lo avrei condiviso in pieno.

Minho...mi mancava più di chiunque altro forse anche più di Tess. Sì, Teresa era mia grande amica ma certe cose non riusciva proprio a capirle per questo fui tentato di chiamare il mio amico coreano.

"Cosa c'era di male?Era da qualche settimana che non lo sentivo, volevo sapere come stava...magari dopo avermi strigliato gli scappava qualche battutina che, in un certo senso, soccombeva la mia ansia. Dovevamo semplicemente parlare, non gli avrei raccontato di quella grossa e difficile faccenda."

Sospirai a lungo e alla fine lo feci, anche se non convinto al 100% premetti su "chiama". Dovevo aspettarmi qualunque cosa, sebbene  sapevo di aver fatto la scelta giusta, di sicuro ai miei amici il mio comportamento risultava sconsiderato e ingiustificabile, la prova erano le centinaia di chiamate e messaggi lasciati da Teresa, che avevo palesemente ignorato.

Ero più che sicuro di aver fatto la scelta giusta, avevo seguito il cuore ma con il cervello non coinvolgendo altre persone a mia eccezione, era giusto che stessero all'oscuro di tutto e, se un giorno scoprendo la verità mi avrebbero perdonato tanto meglio...Newt ed io eravamo in una situazione pericolosa non potevano entrarci altre persone; inoltre, quello che stava accadendo era sempre più strano al punto da non avere più certezze, la mia vita era un grosso punto interrogativo.La morte poteva essere vicina più di quanto pensassimo.

A ogni "tu" del telefono mi preparavo psicologicamente alle sue grida, ai suoi lunghi attimi di scleri ma a differenza di Teresa, Minho tornava in sé, anche se dispensando consigli poco utili.

Dovevo assumere un tono tranquillo, dovevo apparire rilassato e senza problemi, sperando in una comprensione.

-Thomas?- una voce sorpresa mi richiamò all'attenzione all'altro cavo del telefono. 

- Minho...- proferii tremante sperando che non mi agganciasse il telefono in faccia.

-È da un po' che non ti vedi in giro- affermò con tono tranquillo. Ancora nessun urlo, nessun vaffanculo...avevo sbagliato numero? Ci fu un attimo di imbarazzante silenzio poi mi porse una domanda che non mi aspettavo minimamente e ovviamente non mi ero preparato-...cosa mi nascondete tu e Teresa? - domandò con un pizzico di acidità.

-Hm...-balbettai, non avevo la più pallida idea a cosa si stesse riferendo-Cosa ti nascondiamo?- ripetei stranito. Mi era strano quel plurale, non mi sembrava di aver coinvolto Teresa in quell'orribile situazione, non mi sarei mai perdonato un tale errore.

-Non lo so Thomas, è quello che ti ho chiesto.- sbuffò quasi come se stesse perdendo la pazienza rifiutandosi  di parlarmi.

-Ti prego Minho...dimmi tutto quello che sai.- implorai alzandomi dal divano per avvicinarmi alla finestra nella speranza di vedere Newt arrivare.

-Come vuoi, anche se non credo cambierà qualcosa.- sputò ancora più acido e mi sentii male. Era arrabbiato con me e mi spaventava: avrei preferito le sue grida piuttosto che una tale differenza.Abbassai il capo mortificato. Tenendoli all'oscuro li avevo salvati ma era troppo strano per capirlo. Per una volta avrei tenuto anche l'etichetta di "stronzo egoista" ma non mi importava non potevo coinvolgerli.-Sei sparito Thomas...e questo lo sai meglio di me. Io e Teresa all'inizio ti abbiamo cercato insieme, sui social, a casa tua, al parco, ci chiedevamo se fossi stato rapito o se ti fossi allontanato di tua volontà...eravamo preoccupati Thomas e anche Teresa lo sembrava...poi non so come mi ha dato il palo.-

Minho stava delirando completamente.- Che cavolo dici?- ribattei esterrefatto ma mi interruppe bruscamente dicendomi che non avrei dovuto replicare o non mi avrebbe rivelato il resto dei fatti, così, impassibile, dovevo ascoltare tutto e starmene zitto.

-Un giorno decidemmo di ispezionare tutta Manhattan ma io avevo gli allenamenti per la grande gara e il professore Donovan disse che se mi fossi assentato agli allenamenti, sarei stato automaticamente squalificato quindi... a malincuore fummo costretti a spostare la ricerca di poche ore, solo che quando uscii da scuola Teresa non c'era e le mie chiamate furono inutili, le rifiutò tutte. Così siete scomparsi entrambi e io mi sento sempre più scemo.- si stoppò e potevo giurare che anche lui stava trattenendo la rabbia.

Cercai di prendere fiato - Non lo sei Minho ma non hai idea di dove sia? Hai visto da qualche parte, forse sta male... - ero preoccupato e non lo negavo, si erano cacciai entrambi in guai per colpa mia e non riuscivo ad accettarlo.

-No caro Thomas, non so dov'è.- rispose dispettoso- ma in compenso so con chi è e non sta affatto male, nonostante ha voluto sempre far credere che odiasse quell'imbecille di Gally.- conoscevo troppe bene Minho, riuscivo a immaginarmi le sue espressioni facciali anche dietro a un telefono e quelle del momento era meglio non vederle, a breve avrebbe tirato pugni a caso a rischio e pericolo di rompersi la mano, lo conoscevo...era molto irascibile.

-Gally Gally?- domandai con voce strozzata, mi stavo soffocando con la mia stessa saliva.

Era impossibile.

-Sì quell'idiota bulletto che ora è rimasto da solo come un verme, quell'idiota che ti ha dato un pugno, il nostro e simpatico ali di gabbiano, Tom! Lo so perché è stato lui a rispondermi una volta, l'unica volta che hanno pensato di rispondermi- Beh...conoscevamo un Gally e poi con tutti quegli aggettivi non era difficile identificare il soggetto.

-E sai cosa mi ha detto?- inspirò ed espirò -che stavano facendo un'orgia...lui, Teresa e uno di cui non ricordo il nome. Ho provato a chiamarla dopo ma ha rifiutato la chiamata con un messaggio "sto bene, non preoccuparti."

-Sta tranquillo nessun'orgia...Gally parla parla ma alla fine non conclude niente, per altri casi non posso giustificare che lei stia bene, dopo un'orgia è ovvio...- enunciai stupidamente, sperai vivamente che Minho non mi avesse sentito, ma quando mai la fortuna mi aiutava?

-Ma che razza di risposta è? Di certo non una che appartenga a un santo vergine.- canzonò e io sorrisi sotto i baffi.

-Minho lo sai che non sono santo...- replicai e anche se in una circostanza del genere non era opportuno ridere,  ne avevo una certa voglia.

-Ma vergine sì.- ribatté e quasi mi sembrò più rilassato, per qualche istante gli avevo fatto abbandonare le preoccupazioni e anche io ero riuscito ad allontanarmi dalle mie. Pensare Newt e me a fare l'amore mi trasmetteva gioia, felicità e per quanto assurdo potesse sembrare la trasmettevo anche agli altri.

-Non più.- biascicai cercando di trattenere la contentezza. Sapevo che Minho tifava per me, sicuramente gli avrei raccontato della mia prima volta  in un bar davanti a due birre... se solo fossi sopravvissuto e riuscito a tornare a casa. Tenermi in vita era un obiettivo piuttosto alto da raggiungere, stavo provando troppe emozioni e tutto stava andando per il verso giusto, quell'ascesa era solo l'inizio di una ripida discesa.

-Cosa?- urlò così tanto che il tenore Mariah Carey a confronto sussurrava.-Tu hai fatto sesso? l'amore? Hai scopato Thomas? Con un maschio o una femmina? Beh che domanda...passivo o attivo?E chi è....-

Tre parole: Minho era entusiasta. Io avevo fatto l'amore con il ragazzo che volevo da sempre e lui era felice. Tutto molto strano e come se non bastasse, aveva aperto la bocca cacciando più domande possibili con una velocità incredibile ma soprattutto invadendo la mia intimità.

Portai la mano in pieno viso, certe volteil mio amico sapeva essere imbarazzante.- Tra le domande più idiote che potessi farmi, quella stupida è proprio con chi...-

-Non mi dire...con il biondino? Incredibile, ancora non posso crederci...ti immaginavo a novant'anni con un bastone e ancora vergine pensa un po'.... allora serve davvero scrivere pagine di diario, mangiare gelati sul divano guardando Titanic...ti si avverano i sogni!- esclamò scioccamente. In effetti per uno sfigato sempre e comunque era andata da Dio, avevo il collante al mio fianco e non c'era nient'altro che desiderassi a patto che  durasse per sempre ovvio.-Non vedo l'ora di vederti per farti i più sinceri complimenti, mi hai sorpreso amico,  Newt non era per niente una preda facile...- continuò a ridere. La mia prima volta era così divertente? Non me le ero cavata malissimo.

-Spero solo di vederti presto...- disse e qui, potei notare le parole velate di tristezza.-Non puoi dirmi dove sei?-provò dopo sperando in qualche indizio ma non avevo cambiato idea, soprattutto ora che sapevo delle difficoltà in cui Teresa si era cacciata(momentaneamente sconosciute) non potevo coinvolgere anche Minho.

-Ti basta sapere che sto con Newt, sono al sicuro.-

-Okay...non insisto ma vedete di tornare presto, innamoratini.- proferì canzonante con tono malizioso. 

E quasi come un miracolo, inaspettatamente, il campanello suonò. Non sapevo se fosse Newt mi ero distratto e non  avevo  guardato alla finestra ma speravo vivamente che fosse lui.Corsi verso la porta mentre il mio miglior amico era ancora in linea.

-Minho devo staccare- salutai sbrigativamente, ero a pochi passi dalla porta d'entrata.

-Va bene Tom comunque il nome di quello che stava con Teresa e Gally mi è venuto in mente, se vuoi saperlo te lo dico...-

-Come vuoi- pronunciai stringendo la maniglia. A dire il vero non mi importava chissà quanto quel nome, l'unica cosa che dovevo fare in quel momento era accogliere Newt tra le mie braccia  e dirgli quanto mi ero preoccupato per quel ritardo.

-So solo il nome... - strinsi la maniglia e con un enorme sospiro aprii la porta- che è Kevin-

Kevin.

Deglutii. In quel momento non capii più nulla: il telefono cadde a terra.Le arti superiori non rispondevano ai comandi del mio cervello e la testa mi girava vertiginosamente. Non stavo ragionando. Era così demenziale avere paura di un nome. Di quel nome. Alzai lo sguardo, gli occhi sgranati fissavano due figure che si presenziavano sul pianerottolo. C'era  il mio Newt  alle spalle di una figura meno slanciata, il biondo teneva poggiate affettuosamente le mani sulle spalle di un bambino, un ragazzino tenero che avevo conosciuto in quel bar losco. Smorzai un sorriso provando a nascondere il terrore e fingere che andasse tutto bene.

-Ti ha così terrorizzato questa new entry?- chiese Newt scherzoso poi si irrigidì fisso il telefono a terra, sentendo le urla di Minho che chiedevano con una certa preoccupazione se tutto fosse okay...

-Un attimo...ma quello che urla dal telefono è Minho?-Il mio telefono era palesemente morto, il display era in mille pezzi e la comunicazione con Minho si era interrotta. Io restavo in silenzio a guardare i due ragazzi davanti a me,  Chuck, la piccola mascotte, con i suoi occhioni blu era la chiara dimostrazione che aveva capito ciò che era appena accaduto.Dovevo reagire in fondo era un nome, miliardi di persone si chiamano con quell'odioso nome, non potevo etichettare i ragazzi stronzi perché avevano la sfiga di chiamarsi Kevin. Che nome idiota. 

Mascherai il mio dolore da ottimo attore. Mi inginocchiai per salutare Chuck  e senza preavviso, inaspettato, il bimbo dai riccioli castani allargò le braccia regalandomi un caloroso abbraccio. Gli ero mancato? Beh...anche se sapevo poco di lui e della sua vita triste, vederlo alla mia porta mi aveva fatto stare bene anche se quella situazione peggiorava secondo dopo secondo. 

-Cosa sono questi favoritismi?Perché io non l'ho avuto? E poi...vi conoscete?- Newt assunse un'aria smaccosa  incrociando come suo solito le braccia, imbronciandosi. Era ovvio che scherzasse, il musone cercava di alleggerire la circostanza provando a non farla pesare a nessuno soprattutto a Chuckie che stava peggio di tutti: in una nuovo posto con nuove persone.

Quel piccoletto aveva capito tutto...In quel momento avevo bisogno di un abbraccio, un abbraccio che ricomponesse i pezzi.







Una volta entrati,  il piccoletto si sedette sul divano guardando spaesato e interrogativo ciò che lo circondava, sembrava me quando entrai per la prima volta a casa di zia Linda. 

Approfittato che la new entry fosse distratta da diversi quadri no sense, Newt mi attirò in disparte.

-Cosa era quella faccia, Tommy?- disse scrutandomi attentamente come se potesse scavare al mio interno e vedere tutti i segreti.

-Quale faccia? -scrollai le spalle-Sto bene.- abbassai il capo, non riuscivo a mentirgli guardandolo  negli occhi. Spazientito  mi sollevò il mento costringendomi a guardarlo.

-Occhi lucidi, un telefono rotto, voce tremante...tu menti.Dimmi che va tutto bene guardandomi dritto negli occhi.- minacciò determinato, non potevo mentirgli, non c'ero mai riuscito e non sarei stato più bravo in quel momento.

-Ho sentito Minho...- ammisi volgendo lo sguardo verso il piccolo Charles che guardava stranito qualcosa che non seppi identificare.

-Anche io.- disse ironico- Mi chiedo soltanto cosa ti abbia detto per farti reagire così.... - protese le mani vicino al mio viso carezzando le mie guance fredde-fammi capire, Tommy. -

Accennai una risata nervosa. -È tutto okay...sono io che da un po' mi impressiono per stupidaggini. -

-A tal punto da uccidere il tuo telefono e riservare al piccolo Chuck  un benvenuto originale: un musone lungo fino ai piedi. E poi sarei io quello sempre incacchiato?- sbottò leggero. Newt non voleva litigare ma non immaginava minimamente cosa a breve gli avrei rivelato.

-Teresa e Gally sono sulle nostre tracce...- dissi semplicemente.

-Beh...sono veri amici, se vuoi raggiungerli ti capisco...te ne torni a casa e starò anch'io meglio sapendoti al sicuro...-mi schiaffeggiò dolcemente sulla guancia-qui sebbene siamo insieme non lo sei...- soffiò e quasi si trattenne nel darmi un bacio sulle labbra. Non poté, non con Chuck presente.

-È proprio questo Newt, non posso starti lontano...- alzai la voce spaventato, il piccolo riccioluto si voltò nella nostra direzione con  sopracciglia aggrottate, aveva l'aria di uno che vuole capire ma al tempo stesso non sa se ne ha il diritto. Si alzò dal sofà e avvicinandosi a Newt gli chiese se potesse scendere in garage a pulire la sua bella moto, ne parlava con occhi lucidi...dovevano piacergli  i motori. Newt, insicuro, lo tenne sulle spine per un po' poi preparatogli un secchiello d'acqua con dentro del detersivo gli lasciò il permesso con tante di raccomandazioni:

-Chuck mi raccomando in questo secchio c'è del detersivo non devi avvicinarlo agli occhi, al naso, non bere l'acqua se hai sete vieni su e te la diamo e mi raccomando usa le scale...l'ascensore può bloccarsi e non sappiamo come lavorano qui in Bronx, puoi rimanere bloccato per ore e ore e non meno importante:non uscire dal garage!- Newt era curvo in avanti, teneva la mano destra poggiata sulla spalla sinistra del piccolo e lo fissava con un sorriso enorme da paralisi facciale. Chuck, invece, sembrava aver perso qualche punto e quando Newt gli chiese:- Tutto chiaro?-

-Sì sì- annuì subito il bambino-Ho già bevuto.-specificò poi facendo rilassare Newt. Il piccolo abbracciando il secchio uscì di casa.

Io tenevo le mani ai fianchi, stavano succedendo più cose del previsto: l'arrivo di Chuck(che non mi dispiaceva per nulla), quel Kevin che mi puzzava, il cambiamento di Newt da apatico a mamma apprensiva e il telefono rotto ed ero sicuro di aver mancato qualcosa...

-I nostri vicini non lo interpreteranno come sfruttamento minorile? - domandai stranito. 

- Lui ha voluto e l'ho accontentato. È in garage non ha a che fare con nessuno eccetto con quei pochi condomini, cerca di rilassarti Tommy.- fece una pausa, cinse le mani attorno al mio collo, abbracciandomi.

-Cosa ti preoccupa?- Newt mi massaggiava le spalle, sapeva che ero debole al suo tocco e che entro pochi secondi avrei sputato la verità,  così non trattenni più.

-Minho mi ha detto che Gally e Teresa ci stanno cercando assieme ad un certo... Kevin.- Newt rimase in silenzio, squadrai il suo viso ma nessuna espressione sembrava contraddirlo: era ed era rimasto tranquillo.-Beh...io temo che sia quel Kevin.- specificai, la sua calma mi dava i nervi.

-Come puoi pensarlo? - rise schernendomi- sarà qualche amico di bevute di Gally. Sta tranquillo, amore.- soffiò l'ultima parola lasciandomi un bacio che io approfondii. Si staccò da me e tenendomi per mano mi conduceva verso la camera da letto. 

-Credevo che ti fosse accaduto qualcosa...- dissi seduto sul letto,  Newt era ancora in piedi pronto per sedersi su di me. 

-Anche tu e ora ho intenzione di recuperare. - disse affondando la sua bocca nella mia. Caddi all'indietro, ora ero sdraiato e Newt era su di me. Mi staccai da quel bacio passionale per chiedere informazioni.

-Perché hai pensato di portare Chuck qui?-

-Non vuoi che stia qui con noi?- si tirò su dispiaciuto guardandomi coni suoi occhi irresistibili e ai quali non potevo dire di no.

-Affatto...ma credi che saremo in grado di occuparci di un bambino?-

-A dire la verità no, ma meglio con noi che con maniaci dell'orfanotrofio, no?-continuo a leccare il mio petto scendendo sempre più verso il basso.-E tu come lo conosci? Abbiamo parlato di altro prima e non di questo...- domandò arricciando la fronte e guardandomi con i suoi occhi languidi, quello sguardo lo conoscevo troppo bene...

-Stavo cercando te, ero al Remembers e per sbaglio capitai nella sua stanza.- informai sincero cominciando a gemere per i morsi che Newt mi procurava al collo.

-Hai fatto la scelta giusta.- affermai fiero prendendo un po' di fiato- a portarlo qui...- 

-Lo so, Tommy, lo so.-e, approfittando di quei pochi attimi di pace prima della tempesta inaspettata e dolorosa, facemmo di nuovo l'amore, stavolta però, non dimenticando le precauzioni.



Newt's Pov

I sorrisi di Thomas per me erano un traguardo, ero felice che fossi io la fonte di quel benessere. Avevamo consumato la passione in poco tempo temendo che il piccoletto ci avesse sgamato e in un certo senso era successo; eravamo ancora al letto quando Charles aveva bussato alla porta di casa,in fretta e furia ci eravamo vestiti ma aperta la porta riccioli di nutella ci guardava  stranito, come dargli torto? I miei capelli erano sfatti e la maglia all'incontrario che Thomas goffamente aveva indossato era la prova schiacciante per non parlare del nostro rossore. 

Come se non bastasse Thomas voleva lavare le lenzuola, le  raggruppò velocemente  per gettarle in lavatrice, ma in fretta e furia si trascinò anche la scatola di profilattici che, miseramente, caddero ai piedi di Chuck. Il giovane Charles li raccolse e porgendoli a Thomas con voce dolce avvisò:-Hai perso questi.-

Beh di certo io e Tommy non eravamo chissà quanto diversi, entrambi avevamo fatto figure di sploff per causa di preservativi: io con l' amica di mia zia nonché la vecchietta vicina spiona e Thomas con un bambino. Chi stava peggio?

Lo sapevo benissimo che era uno dei momenti peggiori della mia vita soprattutto ora che Teresa e Gally viaggiavano con un certo Kevin. Avevo nascosto bene il remore quando Thomas me lo aveva detto ma ora...avevo più paura che mai. Se fosse davvero lui, se fosse tornato? Come poteva essersi guadagnato la fiducia di Gally e Teresa? Era  pur sempre uno sconosciuto per loro.

"Libera la mente, Newt e fa come hai detto poco fa: goditi ogni attimo, non macchiarlo di brutti pensieri o inutili preoccupazioni."

Appoggiato al davanzale della finestra fumavo nervoso la terza sigaretta, le stridula di Chuck e Thomas mi destavano dai quei tristi pensieri, di sottecchi  li fissavo per assicurarmi che non si stessero uccidendo, guardandoli, inconsapevolmente, il mio sguardo si addolciva. Mi sembravano la stessa  persona: avevano lo stesso sguardo quando erano preoccupati, amavano gli stessi film, andavano pazzi per il gelato...se non fossi stato sicuro che Thomas moriva per me, dovevo iniziare a temere Chuck.

-Voglio il gelato!- esclamava Thomas precipitandosi addosso al ragazzino.  Era una vera lotta a tal punto da rincorrersi per tutta la casa.

-Bambini, guardate che non metto pausa...- dissi chiudendo la finestra,  fissando il cellulare di Tommy ormai morto.- Vedrò da solo Pirati dei Caraibi.- a tali parole si fermarono come soldati chiamati all'attenti e veloci come due fulmini presero posto sul comodo sofà.

-Newt dovrò buttare quel telefono...- disse Thomas cogliendomi guardare l'oggetto.- All'improvviso non rispondono ai comandi e chiamano a casaccio,  fanno tutto di testa loro.-

-Ne compreremo uno nuovo.- dissi semplicemente raccogliendolo e poggiandolo sul tavolo in cucina . Aprii la dispensa per prendere i popcorn, preferivo il salato al dolce e, d'un tratto, una voce che non apparteneva né a Chuck né a Thomas parlò. Leggermente spaventato decisi di chiudermi in cucina stando attento a non far rumore, ero agevolato dal volume alto della tv e dalle incredibili scene di azione di Jack Sparrow che tenevano "i due bambini" incollati allo schermo. Una voce possente e profonda parlò:

"Thomas tua madre ha chiamato Teresa,  come procede la ricerca degli insetti? Mandami i tuoi appunti di biologia... a scuola ero bravissimo.  A parte gli scherzi spero  davvero che la tua amica non ti abbia coperto in qualche pazzia o starai in punizione per un intero anno. 

Attimi di silenzio. 

"E durante il viaggio verso casa pensa al discorso che dovrai dirmi su un certo Newt"

Non immaginavo che fosse questo il modo in cui avrei conosciuto il padre di Tommy, già dall'inizio si prospettava male. Sospirai.

Con un bip partì anche il secondo messaggio senza che io premessi nulla. 

"Thomas sono Teresa ti prego rispondimi... è la milionesima volta che ti chiamo e lascio messaggi senza avere risposte. Non ce la faccio a pensare che ti sia successo qualcosa di orribile. 

Teresa...e il famoso messaggio che non volevo ascoltare e a quanto pare mi toccava.

"[...] Io ti voglio bene, sono quasi tua sorella...spero che questa tua improvvisa sparizione non sia dovuta a Newt."

Ma guarda questa...

 "Ad aiutarmi c'è Gally e anche Kevin uno strano... carattere simile a Newt in fondo sono parenti."

Kevin...carattere simile al mio e parenti? Ma stava delirando?

"Stiamo cercando un bar chiamato Remembers, speriamo di trovarlo ma soprattutto mi auguro di trovare te, amico mio. Ti abbraccio."

Ero senza parole. A breve la favola che si era creata tra me e Thomas sarebbe finita. Aveva ragione, il Kevin che aveva detto Minho era quel Kevin. Come poteva essere? Incontrollabile diedi un pugno sul tavolo, ero inferocito. Non poteva rientrare di nuovo nella mia vita.

Una lacrima mi solcò il viso, non era tristezza ma rabbia, odio. 

Sentii soltanto una crepa aprirsi al centro del petto.

Il mio cuore aveva smesso di battere.




AMMIRATE CON ME L'IMMAGINE NEI MEDIA(FANART THOMAS/CHUCK)

**Spazio Autrice: Carissimi Newtmasini, mi sa che è proprio da me fare capitoli lunghi, non riesco a farli corti ç_ç comunque...spero che la storia vi piaccia, perché da ora in poi andrà tutto male. Se volete lasciarmi le vostre teorie sarò lieta di leggere e confrontarle assieme a voi ma so già come finirà. Credo che i capitoli non arriveranno a trenta ma tranquilli: già sTo immaginando una nuova fanfiction. PS: se vi state chiedendo la storia del telefono è anche essa vera. Quando alcuni telefoni fanno" brutte esperienze"impazziscono, il mio ad esempio chiamava gente a caso  eh vabbè :p Spero di sentirvi e perdonate gli orrori. SAPPIATE CHE VI ADORO!**

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