17. Dipendenza

*Spazio Autrice:*Tesorini, come avete visto promessa mantenuta! Yeah applausi su su :p L'unica cosa che vi chiedo( se non ricordate bene alcune parti della storia) per leggere questo capitolo vi servirà dare una spolveratina al capitolo 7 altrimenti rimarrete un po' perplessi e non farete alcuni collegamenti( è da me attuare trame intricate e con tanti misteri e soprattutto è da me NON concludere la storia con un happy-ending ) muahahaha. Ps: per la gioia di molti (se se) questo capitolo ospita un pov di Teresa essenziale per lo svolgimento della storia. Ci sentiamo giù...e cercate di contenervi...^^



I raggi del sole, forti e insistenti, entrando dalla finestra si posarono fastidiosi sul mio viso, guastandomi quel meraviglioso risveglio.

Grugnii e irritato, provai a girarmi e rigirarmi con l'intento di ripararmi da quella luce accecante e insopportabile, ma con scarsi risultati.

In quello stato di dormiveglia mi trovai con gli occhi semi aperti, e quasi mi venne un infarto, vedendo Newt al mio fianco, il suo viso a pochi centimetri dal mio.

Credevo che come sua abitudine si fosse alzato presto per fumare o per fare qualsiasi altra cosa, d'altronde, non aveva fatto alcun rumore per farmi accorgere della sua presenza (personale non l'altra...).

Era perfetto, come sempre. Sdraiato comodamente sul letto, accanto a me, si teneva sul gomito e mi fissava con sguardo divertito, con aria di scherno.

-Buongiorno dormiglione.- Salutò amichevole appena i nostri sguardi si scontrarono. Come faceva ad essere così inspiegabilmente di buon umore di mattina?

"Io ce l'avrei una spiegazione..."

Din ma tu non dormi?

"Avrei voluto, sa, mr. Faccio altre cose la notte invece che dormire? Ma visto che qui qualcuno ha fatto cose zozze questa notte, ho dovuto sopportare quel che definisco violenza. Non è bello sentire qualcuno che fa sesso...è imbarazzante."

Non era sesso...era un fottuto preliminare che solo io so quanto è stato fantasticamente meraviglioso.

"Credimi...Newt lo reputa sicuramente più fantasticamente meraviglioso di te. "

Din e Newt: questi erano i nomi del neurone e del ragazzo da me desideratoche mi avrebbero condotto alla rovina.

Mi coprii pigramente con la coperta fin sopra la testa, evitando il biondo che mi fissava con sguardo indagante. Detestavo che mi vedesse appena sveglio, avevo un aspetto da mostro e non volevo che cambiasse idea su di noi.

-Svegliati che c'è una ricca colazione che ti aspetta! - Strillò, ma era impazzito? Era solare, pieno di vita, non c'era più alcun accenno del suo musone da tipo duro.

-Cosa ti ho fatto ieri sera(?)...- bofonchiai preoccupato restando ancora sotto le coperte nascondendo il mio viso.

Un volto apparentemente preoccupato che, però, stava nascondendo espressioni divertite e fiere sotto strati di lenzuola. Ero stato in grado di dare piacere a Newt e forse a breve, si sarebbe ricreduto completamente su noi capendo quanto potevamo essere perfetti insieme.

-Una risposta c'è...ma non mi va di parlarne con un sacco di patate.- Rispose autoritario, con quel "sacco di patate" si stava riferendo a me? Leggermente irritato, allentai la presa scoprendo di poco il viso, ed ecco che inaspettatamente mi arrivò un cuscino che quasi mi schiacciò il naso e rischiò di cavarmi un occhio.

Imprecai facendo uscire dalla bocca un grugnito affranto.

-Come colazione ricca, intendevi colma di cuscinate in piena faccia?- replicai toccandomi il naso dolorante.

-Come la fai lunga Thomas...ti avrò fatto anche maluccio ma ammettilo: sei più sveglio di prima, non tutti sono gentili come me...c'è chi usa un secchio d'acqua, ghiaccio addirittura .- proferì con tanta disinvoltura, diceva sul serio? Non ne avevo mai sentito parlare.

-Dove le prendi queste battute?- incurvai un sopracciglio, allibito.

Stette in silenzio per un po' probabilmente stava cercando di scervellarsi per darmi una spiegazione plausibile, Newt non voleva mai apparire banale o prevedibile e questo lo avevo capito perfettamente dal primo momento. Con lui niente era sicuro e al sicuro.

-Hai ragione, - Disse sorprendendomi-non riesco a far ridere, te l'ho detto anche ieri se ben ricordi...- si mise a braccia conserte apparentemente intristito. Newt poteva essere perfetto e bellissimo ma con le battute era pessimo, persino Din lo batteva.

Ammetto che mi era piaciuta quella del Tom Tom.

-Beh a dire la verità...di ieri ho ben altri ricordi e anche piuttosto rilevanti.- Enunciai con tanto di sorrisetto malizioso e determinazione. Non volevo che Newt si sentisse inutile solo perché non aveva abbastanza senso dell'umorismo, glielo avrei trasmesso io...condividendo il tempo si impara molto.

Mi rivolse un'occhiata di sottecchi, poi incapace di tenere lo sguardo, arrossì, volgendo lo sguardo alla finestra.

Neanche qualche secondo che scoppiò a ridere, evidentemente quel ghigno era il segno di una risata che aveva trattenuto per un po' io lo seguii, perché anche se Newt non rideva mai e non ne sapeva nulla di battute, aveva una risata contagiosa e bella.

-Vedi anche adesso con una frase stupida mi hai fatto ridere.- si giustificò, incredulo. Dovevo ancora spiegargli che ero la sua anima gemella e che fosse del tutto normale che si sentisse bene con me?

-Non bisogna che tu debba fare battute per avermi al tuo fianco, io ci sono sempre stato anche quando tu non mi vedevi, ero già da te anche quando non sapevi della mia esistenza. Newt- Presi una pausa mentre lui mi guardava stranito e toccato-io credo che ci completiamo...forse ancora non l'hai capito ma ogni volta che siamo nei guai ci siamo sempre l'uno per l'altro, tra noi c'è qualcosa di indissolubile...di indelebile- Sorrisi a malapena, rendendomi conto di quanto quelle parole all'inizio difficili, avevano preso un corso proprio, sincero e profondo.

Ci furono minuti di silenzio, l'aria divenne improvvisamente tesa, distolsi lo sguardo, recandomi in bagno, a corto di parole. Un silenzio era calato tutto d'un tratto.

Avevo detto una frase spiazzante e piena di significato, ora toccava a Newt trovare il coraggio di ammettere i suoi sentimenti, perché ero sicuro che provasse qualcosa nei miei confronti, che fosse attrazione, amore, amicizia, qualcosa di reale tra noi c'era, bisognava fare soltanto chiarezza. Qualcosa volevamo pur dire.

"C'è anche la moda degli scopamici, sai fratello? Non è da sottovalutare anche quella opzione." suggerì Din e per quanto fosse un neurone parlante e stupido non potei negare che mi mancò il fiato per la sua constatazione. Poteva aver ragione. Forse Newt voleva soltanto svagarsi, liberare la mente e mi aveva scelto come suo giocattolo, il suo passatempo. Magari era etero e voleva provare altro...c'era gente che ci provava, se lui forse era come tutti loro? Se lo avevo visto io speciale perché cieco dell'amore?

Mi gettai con veemenza l'acqua fredda in pieno viso. Volevo svegliarmi completamente, anche da quella cotta che secondo dopo secondo sfociava sempre più nell'amore facendomi perdere sempre più il senno. Dovevo dire chiaramente a Newt quello che provavo...

O la va o la spacca.

Le disgrazie non venivano mai da sole e questo era cosa saputa, da poco ero riuscito ad avvicinarmi a Newt o più precisamente, lui aveva quasi abbattuto la sua corazza anti-pregiudizi e tutti quegli ostacoli da suicidio per legarsi a me, era qualcosa di magnifico che aspettavo da una vita, un traguardo quasi irraggiungibile, ma è sempre presente la solita sensazione che si prova quando si è finalmente felici: la paura che tutto possa finire da un momento all'altro.

Fu quello che avvertii guardando il mio riflesso allo specchio, una morsa mi si strinse alla bocca dello stomaco facendomi seccare improvvisamente la gola. Era come se ci fosse qualcosa di negativo nell'aria che si stesse avvicinando, qualcosa che stava per entrare nella mia vita rendendomela un inferno. Trattenni per brevi secondi l'aria nei polmoni per poi liberarla con un grosso sospiro, era forse la paura di perdere Newt? Non dovevo farmi fregare dalle emozioni, quando si ha paura di perdere qualcosa porta maggiormente il rischio di perderla davvero.

Accennai un sorriso, incoraggiandomi.
Ero soltanto uno stupido che si faceva influenzare dalle pippe mentali di un neurone. Dovevo soltanto tranquillizzarmi e aprire quella porta, sperando che Newt avesse qualcosa da dirmi. Qualcosa di positivo.

Teresa's Pov

Era da qualche giorno che Thomas mancava a scuola e lo stesso Newt, il ragazzo per il quale il mio migliore amico aveva perso la testa, era molto strano al punto che iniziai a insospettirmi che fosse accaduto qualcosa di spiacevole a entrambi, l'unico pallino era scoprire se fosse la stessa causa o meno. Assieme a Minho provai a contattare il nostro amico e, mentre su skype l'ultimo accesso risaliva al 1300, al telefono era non raggiungibile; insomma sembrava essere stato risucchiato dalla terra e ciò ancora più preoccupante era stato ricevere la telefonata di Marianne, la madre di Thomas, che tra un'ora di lavoro e l'altra si era accorta di non vedere il figlio da giorni...che amore materno!

Provai a rassicurarla, anche se avevo più ansia e paura di lei, inventai che Thomas e Minho erano stati scelti per un compito di biologia, che dovevano esaminare e classificare particolari insetti e ciò li portava a stare per un po' fuori città, nel campeggio di un parco naturale. Non fu una giustificazione credibile ma la fortuna che stranamente quella volta mi era vicino, lasciò passare.

Appena agganciai con Marianne, continuai a chiamare insistentemente Thomas, era una tortura sperare che quel maledetto cellulare squillasse, mentre, invece, restava in silenzio o a parlare era quella voce fastidiosa della segreteria...e se Newt lo aveva sequestrato e stesse soddisfando le sue perversioni come Christian Grey? Dovevo trovare il mio amico a qualsiasi costo.

Seduta sul divano , rimuginavo su dove potesse essere, per quanto amassi Shakespeare non volevo saperne nulla di studiare, dovevo escogitare qualsiasi piano pur di aiutare il mio amico di infanzia e dovevo farlo al più presto possibile altrimenti ne valeva la mia salute mentale.

Quali erano i luoghi che Thomas amava visitare? Beh...ogni cosa conduceva a Newt, pensava sempre a lui e quando poteva lo seguiva...che la mia prima tappa fosse stata la casa del biondo? Non era da escludere che quel pazzo asociale avesse incatenato il povero Thomas.

Raggelai al solo pensiero di una simile situazione.

Sospirai cercando di restare ben lucida, portai le mani nei capelli massaggiando la fronte, tentando di calmarmi. Era brutto aver un segreto così grande e maledettamente pericoloso condiviso soltanto con Minho, che tra l'altro era anche era assente. Credevo di morire.

Mangiando un'unghia e l'altra per il nervoso, sobbalzai quando sentii qualcuno bussare alla porta. I miei erano a lavoro e che io sapessi non avevo fratelli né parenti che dovevano farmi visita, Minho era impegnato per gli allenamenti e l'unica opzione era...THOMAS! Anche se l'idea di ucciderlo era quella che prevaleva, lo avrei abbracciato così forte da staccargli le costole.

Mi precipitai alla porta e aprii senza pensarci, con un sorriso smagliante, spruzzando gioia da tutti i pori. Sulla soglia di casa mia c'era un ragazzo. Ma non era Thomas. Una delusione imparagonabile. Non era Thomas né Minho né quel rincoglionito di Gally o qualsiasi altro ragazzo che conoscevo, era un tizio che non avevo mai visto. Un adulto, o quasi. I tratti del viso erano ben marcati, la pelle era chiara, con capelli biondi quasi platino e occhi color cioccolato fondente quasi neri, barba appena spuntata, la stazza mi ricordava Thomas, ma più robusto.

-Ciao...-proferì impacciato grattandosi la testa.

-Salve- diedi risposta distaccata, stringendo la maniglia pronta a chiudere la porta.

Lanciò un'occhiata al campanello abbozzando un'espressione sfiduciata o fingendo che fosse sfiduciato. Non mi ispirava niente di buono.

-Mi sa che sono all'indirizzo sbagliato...- Abbozzò un'espressione falsamente credibile.

-Lo credo anch'io.- sbottai acida, per certe cose avevo fiuto come i cani...non mi fidavo per niente.

-Senti...-cominciò chiamandomi all'attenzione-Mi dispiace averti disturbata ma sto cercando una persona, un mio...- esitò per pochi istanti-familiare...forse tu puoi aiutarmi, Manhattan non è così grande e lui abita per di qui, avrete anche quasi la stessa età quindi forse frequentate la stessa scuola, chissà forse siete nella stessa classe...- rise alludendo al destino e altre cose alle quali credevo, pensavo che fosse persino possibile l'esistenza delle sirene o vita su altri pianeti ma a quelle parole di quel tizio non sapevo proprio crederci.

-Ho già troppi problemi... sono sicura di non poterti essere d'aiuto. Ti auguro di trovare il tuo parente.- detto ciò stavo per chiudergli la porta in faccia, quando inaspettatamente parlò facendomi gelare il sangue nelle vene.

-Newton...molti lo chiamano Newt.-avvisò e io mi bloccai, scorsi leggermente la testa tra il portoncino e lo stipite, con espressione stupita.

Non poteva essere il Newt che stavo cercando anch'io...il mondo è pieno di Newt e quel ragazzo strano sul mio pianerottolo non poteva essere un angelo, un protettore o qualsiasi altra cosa, mi sembrava un maniaco, un killer, insomma un tipo poco raccomandabile.

Deglutii e incredula non potei far altro che ripetere quel nome.

-Quando l'ho lasciato...insomma, quando sono dovuto partire era proprio un bel ragazzo, alto, snello, biondo e con occhi color nocciola...conosci un Newt che corrisponde a queste caratteristiche?- Domandò speranzoso e sì che lo conoscevo.

Sorrisi leggermente, trovando in quel ragazzo qualcuno che forse poteva aiutarmi, qualcuno ad eccezione di Minho al quale potevo svelare quell'enorme segreto. Perché avevo sempre pregiudizi? Forse era simpatico, una brava persona. Mai giudicare dalle apparenze.

-Sì...-sorrisi ancora più accentuatamente -e siamo in due a cercarlo.- ammisi prendendo ciò come un gioco del destino, una vera e propria ironia.

-Sarà stato il fato a condurmi da una bella e dolce ragazza come te...- adulò e cosa peggiore che odiavo nei ragazzi era proprio quella, strizzai l'occhio mostrando la mia disapprovazione per i flirt-Possiamo cercarlo insieme.- propose poi ignorando la mia precedente reazione.

Avevo promesso a Minho che appena fosse tornato dai suoi allenamenti (preparatori per la gara più importante di tutte le squadre di atletica delle diverse scuole di Manhattan), avremmo cercato assieme Thomas . Ma cosa c'era di male se ci andavo con quel biondo platinato? Forse insieme avremmo scoperto qualcosa.

-Va bene...- risposi prima titubante e poi ripetendo la parola con tono più sicuro.- è davvero strano come tu sia apparso nel momento più opportuno...- ripetei avvicinandomi alla mia auto.

-C'è qualcosa di grande e divino sopra di noi, qualcosa che ci guida.- profetizzò con un sorriso fiero.

- È quello che dico spesso anch'io- lo affiancai, felice, che la pensasse come me.- Non mi hai detto come ti chiami- dissi desiderosa di scoprire il suo nome augurandomi che fosse più accettabile e semplice del suo stile.

Si bloccò tendendomi la mano in segno di piacere,

-Che stupido, avevo dimenticato, io sono Kevin ed è un grande piacere fare la tua conoscenza.- ci stringemmo quel poco le mani rispettando la consuetudine del saluto, smorzai un sorriso di circostanza.

-Io mi chiamo Teresa...e ti ringrazio immensamente per il tuo aiuto.-

Thomas' s pov

Ignorai quella brutta sensazione e sorridente uscii dal bagno, dove a pochi passi trovai Newt. Il suo solito sguardo profondo, serio, qualcosa da far andare fuori di testa persino una persona di ottima salute con tutti i valori nella norma e perché no, anche un ragazzo etero al 110%.

Il bacio passionale del giorno precedente era stato così acceso che sentivo ancora le sue labbra sottili ma infuocate sulle mie, il suo naso in netta proporzione con il suo viso che si scontrava con il mio, mentre ci divoravamo l'un l'altro. Il suo viso d'angelo che ispirava alle peggiori diavolerie.

"No Thomas, non è il momento di pensare a questo. Concentrati" rimproverai a me stesso scuotendo quei soliti pensieri impuri. Il fatto era che il tempo andava avanti riducendo sempre più gli attimi insieme, temevo di non viverli pienamente, per quanto volessi reprimerla, la paura che improvvisamente Newt sparisse completamente dalla mia vita era sempre presente.

Ingoiai la saliva, augurandomi che non si sentisse offeso dalle mie parole dette poco prima in camera da letto, toccava a me parlare chiaro, non dovevo spaventarlo. Dovevo semplicemente dirgli che provavo seri sentimenti da tempo, che quella situazione per me non era un gioco.

-Newt...- Proferii e al tempo stesso un "Thomas" smorzato uscii dalla sua bocca.

Stoppai, già era difficile di per sé poi lui tentava anche di parlarmi sopra, non dovevo e non potevo agitarmi.

"Tranquillo Thomas" a sostenermi c'era anche Din, strano ma vero, in fondo anche se si lamentava, sapevo che desiderava per me un bel gran botto con Newt.

-Vorrei lasciarti parlare...- Cominciò e mi sembrò che non sapesse cosa dire, come un attore teatrale che dimenticatosi la battuta sul palco la inventa su due piedi-ma credo che hai già espresso il concetto poco fa, ora tocca a me. Come avrai notato non esterno sentimenti né emozioni, sono pessimo a fare le battute, questo può farti credere che non tengo alle persone, che sono un frustato ma se ti guardo negli occhi-si zittì, si avvicinò a me, sfiorò la mia guancia, io ero come ipnotizzato dalla sua bellezza, dalle sue parole che risuonavano nella mia mente come magiche melodie-io...se ti guardo negli occhi, Tommy...vedo me stesso, senza filtri, senza paure, con la piena libertà di vivere con leggerezza, quello che facciamo insieme mi rende libero. Non sento sulle spalle il peso dei pregiudizi, o di quei commenti idioti che descriminano, ho sempre reputato l'amore un sentimento convenzionale privo di vero significato, per me era qualcosa da perdenti, e ora sai che ti dico?-

Feci spallucce mentre scariche di brividi mi percorrevano per tutto il corpo, oh Newt che diavolo mi stavi dicendo? Volevi farmi collassare, rendendomi un rammollito peggio di quello che ero?

"Trattieni le lacrime." promemoria DIN.

-Voglio essere un perdente, perché cavolo l'amore, i batticuori, è bello! Lo voglio gridare al mondo se è necessario, non nasconderò a nessuno chi sono né chi voglio al mio fianco. Io ti starò vicino come inconsapevolmente abbiamo fatto in tutto questo tempo l'uno per l'altro, ti sosterrò e ogni volta che sarai tentato di mollare, non te lo lascerò fare con facilità. Se saremmo perdenti con l'amore, saremmo vincitori per noi stessi.-

A quelle parole vere ed emozionanti non potei far altro che accogliere Newt tra le mie braccia, stringendolo più che potevo.

Lo amavo, lo amavo e lo amavo.

Quelle parole erano state la conferma che non avevo combattuto e sognato invano. Newt provava qualcosa per me e non riguardava amicizia o attrazione né rientravo nel raggio degli scopamici. Lui teneva al mio bene e ciò significava soltanto una cosa: amore.

Appena ci staccammo dall'abbraccio, ci avvinghiammo l'uno all'altro e anche questa volta il bacio non fu tra i più puri, sapevamo già a cosa ci avrebbe condotti e come si sarebbe concluso.

Con mia grande sorpresa però vi fu un cambiamento, uno scambio di ruoli, Newt era seduto sulle mie gambe, le nostre braccia erano attorno le une alle altre, mentre ci muovevano simultaneamente.

Amavo sentire il suo respiro affannato su di me, i nostri baci accesi e furenti erano qualcosa di indescrivibile. Mi sdraiai automaticamente e Newt fece lo stesso accovacciandosi su di me, gemetti mentre mi mordeva il collo sotto l'orecchio.

-Cosa vuoi fare?- Domandai in un soffio, avevo brividi capaci di farmi sentire freddo. Brividi di eccitazione.

Sentii il suo sorriso sulla mia pelle.

-Credevi che fossi egoista?- Domandò con voce rauca e maliziosa lasciando piccoli baci sul collo avvicinandosi alla mia mascella. Era sempre più maledettamente seducente.Si avvicinò con la bocca al colletto della mia maglia e inspiegabilmente la morse.

-No, no...non lo credo- biascicai con le gambe tremanti, sperando che non smettesse.

Con la lingua seguì il profilo della mia mascella.-Stavolta conduco io il gioco.- Proferì con occhi liquidi fissandomi eccitato. Mi leccó la punta del naso con tanta sensualità che nella mia testa passava peggio di un film hard. I nostri sguardi trasmettevano cariche elettriche, c'era chimica, passione, amore.

La sua risata si trasmise in tanti piccoli brividi lungo la mia colonna vertebrale, gli accarezzai la schiena ancora coperta dalla maglia a mezze maniche, quanto desideravo toglierla e spogliarlo del tutto.

-Vorrei togliertela- risposi sincero senza alcun filo di vergogna.

-Dimentichi? Sono io che comando stavolta, Thomas.- si morse il labbro e quel gesto mi portò a desiderare che fossi a farlo.

Tuffò le mani nei miei capelli, mentre mi guardava dritto negli occhi, i suoi del colore della nocciola, erano luminosi e dilatati.

-È te che voglio...- fu quella la frase che proferì prima di tuffarsi sulle mie labbra. La frase che la mia mente riproduceva in continuazione ad ogni suo bacio, morso, leccata, graffio,tocco.

Un bacio profondo e umido, ad occhi aperti. Lo strinsi più forte.
Le nostre eccitazioni si toccarono. Sentii la sua palese erezione sulla coscia, chiaramente, anche se coperta dai jeans spessi. Cercai di trattenere un mugolio, solo per non mostrargli quanto fossi volubile al suo tocco, mentre aumentava la frizione tra i nostri corpi.

-Perché non ci spogliamo?Questi vestiti mi stanno stretti...-mi scappò e non era il massimo della scusa né del romanticismo ma ero fuso forte. Newt mi faceva impazzire e io avevo lo stesso potere su di lui. I nostri cuori battevano all'unisono, anche se ero convinto che il mio andasse più veloce.

Lo baciai e le lingue si trovarono subito affamate e aggressive.

-Ti prego-implorai circondandogli i fianchi con le gambe tirandolo ancora più vicino -Ti prego Newt, non devi fare nulla di cui non sei sicuro-glielo sussurrai dritto nell'orecchio nel modo più sincero che potei, anche se speravo che non allontanassimo mai i nostri corpi. Si bloccò, prendendo il mio viso per il mento costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.

-Con le parole mi dici una cosa...con gli occhi un'altra.E io voglio la stessa cosa che bramano i tuoi occhi- affermò, citando la frase che in passato avevo pronunciato a casa mia, sorrisi, fiero che non avesse dimenticato quei piccoli dettagli.

Mi sfilò la maglia con foga passandomi le mani calde sul petto provandolo a graffiare, si abbassò a baciarmi il capezzolo destro. Un altro gemito mi scappò.

Scese sempre più giù con le labbra lasciando una scia di baci umidi fino
ad arrivare ai pantaloni della tuta, con i quali avevo dormito.

Non esitò. Mi tolse pantaloni e boxer insieme e tuffò il viso tra i miei peli pubici. Sospirai pesantemente, senza fiato, l'unica cosa a cui riuscivo a pensare era lo sguardo deciso di Newt, non l'avevo mai visto così pieno di passione e di vita.

Gemetti più forte quando sforò con le labbra la punta della mia erezione congestionata.

Affondai le mani tremanti nei suoi capelli biondi, il cuore sembrava lasciarmi e con esso anche ogni piccola particella di razionalità.

Ansimai qualcosa che, fuso com'ero, non capii neanche.

Mi lasciò un bacio sotto l'ombelico poi si chinò e, senza alcun avvertimento, lo prese in bocca, tutto, fino in fondo, appiattendo la lingua sulla superficie.

Sentivo aria calda entrarmi nei polmoni, era la prima volta che qualcuno mi toccava così, il calore della sua bocca risaliva fino al mio stomaco, sconquassandomi corpo e mente.

Il piacere era troppo per fingere che non stessi provando nulla, stringevo le lenzuola bianche tra le dita, le nocche erano ormai diventate bianche. Stavo perdendo completamente ogni barlume di lucidità, ero colmo di piacere da vedere opaco.

Gli occhi di Newt erano scuri di passione non mi lasciarono nemmeno un istante, studiavano ogni mia smorfia e mossa. Ero sottomesso. Newt mi stava domando.

-Sei qualcosa di divino, Thomas - proferì tra un gemito e l'altro passando le sue mani sui miei addominali-Voglio che tu sia mio...-

-Sono sempre stato tuo- Affermai con tono da drogato, ero in estasi.

Alternava la sua bocca calda alle sue mani leggermente più fredde, speravo di non venire subito e fare la figura del verginello, necessitavo di pensare qualsiasi cosa che potesse distrarmk e ritardare l'amplesso. Newt sorrise malizioso e lentamente fece uscire il mio membro dalle sue labbra, accarezzandolo durante la risalita con una lentezza straziante.

-Hai un ottimo sapore, un sapore che apparterrá a me, dillo Thomas...- sibilò con occhi languidi continuandomi a baciare il petto.

-Tuo...solo tuo, Newt.-Fiero di non essere venuto precocemente sospirai finalmente rilassato.-Ora siamo uno a uno- affermai come se stessimo partecipando a una gara.-Ma non mi è mai piaciuto il pareggio.- dissi e senza alcuna esitazione mi trovai su di Newt. Ora era in trappola, in gabbia tra le mie braccia. Premetti la mia mano verso la sua erezione da sopra i jeans e senza alcuna esitazione, veloce come un fulmine, gli abbassai la zip.

Non c'era alcun dubbio: Newt era la mia droga e io la sua.





*Spazio Autrice: *A belliiiii, questo capitolo è quasi 4000 parole e io che volevo farli corti, cosa ne pensate di questi preliminari? Ahahaha è solo l'inizio comunque... mi aspetto delle grandi supposizioni su Teresa e il suo nuovo amico. Qualcuno si ricorda di Kevin? Cosa prevedete che farà? La dichiarazione di Newt come vi è sembrata? E la storia vi sta piacendo? Ho poca fiducia ragazzi quindi datemi consigli e tanto altro. Vi voglio bene e alla prossima!

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