13. Non sarà facile liberarmi di te
Ero sulle tracce del "collante" dal primo pomeriggio, a contrario di come credevo le ore erano passate veloci ma ciò che mi era ancora più complicato comprendere era il ritrovo di Newt.
È vero: avevo stravolto mari e monti per cercarlo ma non avevo creduto che dopo tanti buchi nell'acqua, lo avrei trovato, chissà, forse perché troppo pessimista o perché troppo convinto che Newt non mi avesse dato alcuna possibilità.
Mi sbagliavo, in quel momento ero proprio io a cingergli le braccia tremanti attorno al petto, e nonostante sentissi la morte avvicinarsi ogni volta che quei due, accelerando, avanzavano verso noi, non mi importava di morire, per quanto fosse assurdo e folle, ero felice.
Certo, mi sarebbe piaciuto ancora vivere, con Newt, un bel futuro insieme,magari in una casa di campagna, lontani dal mondo, e perché no anche con qualche poppante tra i piedi... Mi sarebbe piaciuto cimentarmi nell'arduo compito di cambiare pannolini, preparare il latte alla giusta temperatura, raccontare storie, cantare la ninna nanna... Peccato però che erano soltanto sogni buffi, dovevo smetterla di fantasticare, ormai stavo perdendo ogni piccola e stenua speranza.
A mia differenza, Newt tenace come un lottatore, non demordeva: come un pazzo sfrecciava nelle strade buie del Bronx, non temendo l'oscurità della sera, né la pericolosità di quel luogo mortale, non aveva paura anche se l'unica luce in quei vicoli degradanti, proveniva dalla motocicletta sulla quale viaggiavamo.
La sua testardaggine, tenacia, il suo fingersi forte mi faceva rendere conto di quanto lo ammirassi e che, nonostante tutto, avevo soltanto da apprendere da lui.
Prevedevo brutte cose. Temevo che anche se fossimo riusciti a sfuggire a quei due, saremo morti comunque, la velocità eccessiva se non frenata correttamente ci avrebbe portato a schiantarci contro un muro, o peggio, ci saremo scaraventati sull'asfalto finendo in coma o morendo subito.
Perché non potevamo essere in un film? Lì capitava sempre che uno dei due malviventi fosse più buono o pigro, che permettewe in qualche strano modo una fuga più sicura alle vittime e, invece, a noi erano capitati due tizi ben piazzati che non si risparmiavano a sparare.
Beh, se ci stavano inseguendo non era perché io e Newt gli eravamo simpatici e volevano fare quattro chiacchiere, bensì massacrarci per una ragione a me ancora sconosciuta. Mentre uno guidava, l'altro sparava colpi a caso e lo faceva anche con un certo rispetto per la quieta pubblica, visto che aveva attivo il silenziatore.
Meraviglioso, nessuno si sarebbe accorto della nostra difficoltà, nessuno sarebbe venuto in nostro soccorso, e anche se ci avessero sentito, dubitavo che fosse arrivato qualcuno. La gente continuava a vivere nell'omertà. Chi se ne fregava se un ragazzo di diciotto anni e un altro di diciassette perdevano la vita, il mondo sapeva essere davvero ingiusto e Newt era quello più ingiusto di tutti: ci eravamo baciati, mi aveva abbandonato e per di più mi aveva chiesto di dimenticare...come se fosse facile.
C'era qualcosa di molto grande che mi stava nascondendo e se fossimo usciti sani e salvi da quella fuga, lo avrei bombardato di domande fino allo sfinimento; mi doveva delle spiegazioni, se stava scappando da quei due sapeva anche perché lo stavano cercando.
Il cielo era scuro e le strade continuavano a lasciar desiderare, soprattutto se si pensava che io e Newt stessimo girando senza una meta precisa in balia di quei pazzi intenzionati a ucciderci. Che il Bronx fosse il quartiere meno adatto per una passeggiatina romantica si sapeva ma la strada che imboccammo era di sicuro la peggiore: zero visibilità, silenzio, edifici abbandonati. Ottimo scenario da film dell'orrore.
Girai lentamente la testa indietro, temendo di scontrare il mio sguardo con uno dei due inseguitori e, invece, con immensa sorpresa scoprii di essere solo con Newt;
-Non ci sono più- Sibilai tremante, con un filo di voce, ero impaurito, e non credevo alle mie parole. La paura era stata tanta e intensa per credere che avesse una fine, mi aspettavo di peggio ma forse la fine era soltanto in ritardo...Dovevamo stare in guardia, avevano potuto nascondersi per poi sbucare all'improvviso provocandoci un infarto. Newt rallentò, finalmente camminavamo a velocità moderata, e finalmente potevo respirare tranquillamente senza spasmi; fui grato di non aver pranzato altrimenti a quell'ora, dopo l'accaduto, ero sicuro in un angolo a vomitare.
Inaspettatamente, Newt sfiorando l'asfalto con la suola delle scarpe, spense il motore. Scorse il capo all'indietro, diede un'occhiata veloce ma attenta, ispezionando angolo per angolo.
- Avranno finito le munizioni, si saranno fermati a prenderne delle altre.Dobbiamo proseguire a piedi.- Enunciò fermamente slacciando il casco- Qui ci sono palazzi in costruzione, non c'è mai nessuno per di qua, se continuiamo con la moto, attireremo l'attenzione e ci troveranno.- specificò poi giustificando la sua scelta.
-No... è un errore. - Sbottai non completamente determinato-ci possono trovare comunque, se non scendono dal motorino noi siamo a piedi...pensaci. Gli semplifichiamo il lavoro e possono addirittura investirci- senza pensarci due volte portai la mano in tasca estraendo il cellulare, accesi il display facendo un po' di luce.
-Cos'è? Un SOS? Vuoi farci beccare?- Sbraitò coprendo il piccolo bagliore proveniente dallo schermo del mio cellulare, fugacemente me lo strappò dalle mani, mettendolo nella tasca del suo giubbino di pelle nera.
- Hai spento la moto e con essa se ne è andata anche quel poco di luce,- scrollai le spalle, -dammi il telefono, abbiamo bisogno di qualcuno che ci protegga e chi meglio della polizia? -Pronunciai la mia tesi avvicinandomi al biondo e provando con scarsi risultati a riprendermi il cellulare.
-La polizia?-fece eco, gli occhi sgranati e la voce di un'ottava più alta, infastidita. Indietreggiò, le mani in avanti in segno di scudo. -Siamo inseguiti da tizi che vogliono ucciderci e tu chiami la polizia?-
Feci spallucce, aveva bevuto per caso? Era ovvio che avessi un'idea come quella, per la prima volta in vita mia ragionavo.-Newt proprio per evitare di morire voglio chiamare la polizia, è l'unica che in questa situazione può esserci d'aiuto.-
- O d'intralcio...-Appurò e io corrugai la fronte, confuso.- Thomas tu e la tua amichetta siete abituati alle favole,- fece una pausa, sembrava strano che non avesse ancora parlato male di me e Teresa, mi morsi il labbro innervosito-siamo in uno dei distretti peggiori di New York, siamo nel Bronx, qui nulla protegge...qui o vivi costantemente con la paura che ti uccidono o muori. Se ci rivolgiamo alla polizia saranno stesso gli sbirri a consegnarci a quella mala gente, per soldi o perché non troppo forti da opporsi a quelle merde. Finiremo nelle mani di quei vermi e per noi sarà la fine.- Calciò qualche pietrina, era esausto lo sentivo dal suo respiro ormai affannato.Scuoteva il capo lentamente prima a destra e poi a sinistra-Mi infastidisci, sei fortunato e non te ne rendi conto...hai dei genitori che non hanno fatto alcun casino, non sei stato coinvolto in questa situazione per errori fatti da altri, non sei costretto a fare quello che invece devo fare io...-
Strinsi i pugni, non sopportavo più quelle baggianate che come lame mi trafiggevano il cuore e l'anima, non riuscii più a contenere il mio disappunto.
- È qui che ti sbagli, Newt. In questa situazione mi ha coinvolto l'amore che provo per te ma non è un errore, è una sensazione fantastica.-Le lacrime mi pizzicavano gli occhi, volevano uscire ma le trattenevo, dovevo essere forte.
- Amore? Sensazione fantastica?Sarà spettacolare anche quando un proiettile ci finirà in testa o dritto al cuore, eh Thomas? Caspio ragiona!- urlò inferocito dando un calcio alla ruota anteriore della moto, morse ferramente il labbro inferiore, provando a diminuire il dolore in una smorfia. Mi fissò con sguardo accecato dal rancore, mi spintonò, l'azione fu improvvisa, persi l'equilibrio ma non del tutto da cadere, fisicamente ero più robusto di Newt.
-Tu puoi scegliere- scandì, continuando a darmi colpi.
Quanta ironia: non essendoci nemici, Newt colpiva me. Newt odiava me. Newt combatteva me.
Mi scagliò contro qualche pugno, non mi dimenai dalla sua presa, non opposi resistenza, né risposi a quei colpi. Continuava e continuava ma nonostante la sua continua insistenza e rabbia, riuscì a controllare la sua forza, senza procurare rotture di vasi capillari o ossa. Sbattè i piedi a terra quasi come se volesse liberarsi da un demone, sembrava diviso in due, due parti, l'una contrapposta all'altra; senza alzare lo sguardo si allontanò velocemente, esausto, barcollava.
Certo, l'afflusso di rabbia e di paura non era stato molto utile, gli aveva soltanto fatto sprecare energia, rendendolo più vulnerabile.
Fece pochi passi più in là, mi diede le spalle. Era pentito, potei giurare di sentirlo tirare su col naso e trattenere le lacrime. Abbozzai un sorriso di circostanza, consapevole che non potesse vedermi. Tenevo a Newt per la sua determinazione e al tempo stesso per la sua fragilità, anche se non voleva darlo a vedere era la persona più umana di tutte. Neanche quell'atto di ira riusciva a farmi cambiare idea sul suo conto, volevo e dovevo aiutarlo, dovevo farlo stare bene come lui in un modo strano riusciva a migliorare il mio umore, le mie giornate, la mia vita...
-Se picchiarmi ti fa stare bene, continua...ma stavolta forte.- Sbottai e sì, per chiunque sarei risultato un idiota con problemi mentali, non potevo negarlo,di fondo, li avevo, ma c'era anche da dire "cosa non si fa per qualcuno che si ama"?
Restó fermo, inerme, senza voltarsi né muoversi.
Newt doveva guarire dai suoi pensieri, da tutto ciò che lo opprimeva. Io non lo avrei abbandonato, a contrario di come diceva quel biglietto scritto stesso da lui, non avrei dimenticato nulla, non sarei andato avanti senza di lui.
Forse se stava male dipendeva dai pensieri, quelli che ci tengono svegli anche di notte, sono demoni che devono essere combattuti altrimenti si aggrovigliano alle paure e ci divorano, divenendo delle vere e proprie malattie dalle quali bisogna guarire altrimenti perdiamo ogni salvezza.
- Dimmi di riaccompagnarti a casa.- Disse inaspettatamente, stava respirando piano, a fatica. -Ritorna alla tua vita, dai tuoi amici, a casa...ti prego, Tommy- Sussurrò flebile le ultime tre parole. Stavolta ero io ad avere due parti in netto contrasto: una era per il "Thomas bacialo" con Din come rappresentante e sostenitore, e l'altra diceva "scuotilo e fagli capire che lui può tutto e se non riesci nella tua impresa, faglielo capire a suon di mazzate."
Rivolsi un'occhiata diffidente alle mie spalle assicurandomi per la millesima volta che non ci fosse nessuno, che per un attimo vi fosse una tregua che ci avrebbe fatto respirare tranquillamente e stare insieme. Avanzai verso Newt, affiancandolo, lasciai scorrere la mia mano destra lungo il suo braccio sinistro per poi arrivare alla sua mano e stringerla alla mia.
-Newt...- dissi spezzando il silenzio che si era creato dopo la sua frase, lui di tutta risposta rabbrividì non capii se per il contatto o per la mia voce che indirettamente gli implorava di non abbandonarmi-Sei tu la mia casa.-
Tutto intorno sembrò ibernarsi, come se il tempo avesse fermato le lancette dell'orologio. Non si allontanò, né si divincolò dalla stretta delle nostre mani, sorrisi meccanicamente, era una piccola vittoria.
-Affronteremo tutto con una gran dose di coraggio, ne usciremo illesi e insieme.- inarcai il viso verso il suo, lo fissai negli occhi, adoravo quegli attimi dove la mia persona veniva invasa dalla determinazione, ero sempre stato un tipo insicuro ma sapevo che volevo Newt e nulla poteva ostacolare l'amore che provavo per lui.
-È una promessa o una minaccia?- corrucciò le sopracciglia, sorridendo dolcemente.
-Entrambe.- Ammisi senza indugio.
Accennò un sorriso per poi lasciare posto a un'espressione rattristita-Non so come ne usciremo da questa storia, se ne usciremo...ma il coraggio?- ripeté scrollando le spalle,- non ne ho, Tommy.-
-Oh sì che lo hai e anche molto di più di quello che credi, un Newt non coraggioso non avrebbe potuto scrivermi quel biglietto, - Eravamo occhi negli occhi, gli toccai le spalle costringendolo a fissarmi senza distogliere lo sguardo-avresti dovuto sapere che non è facile liberarsi di me.- quella battuta mi fece guadagnare punti, nonostante lo sfinimento e la paura Newt rise, peggiorando la mia condizione: a ogni sua sincera risata, o qualche suo gesto inaspettato e indescrivibile, lo amavo sempre più, perdendo ogni piccola possibilità di ritrovare il me stesso di un tempo, quello ancora con qualche particella razionale. Mi avvicinai verso la moto salendovi sopra e prendendo posto.
-Lo spero davvero, Tommy.- Guardò a terra-Spero davvero che non sarà facile liberarmi di te.- Biascicó tra sé.
-Come hai detto?- Domandai drizzando le orecchie, stupito da quelle parole. Erano così belle, candide, parole che non appartenevano a Newt.
-Ho detto che dobbiamo muoverci, manca poco e saremo arrivati.- Riagganció la fibia del casco e addentrandoci ancora più nel buio della sera del Bronx lasciammo indietro tutte le nostre paure e ansie.
Saremo arrivati dove? Mi sembrava che Newt girasse intorno al nulla senza avere una destinazione e, invece, l'aveva...Mi auguravo di arrivare nella nostra tana, di stare al sicuro e soprattutto insieme nonostante le difficoltà, i pericoli e noi...
Spazio Autrice: Carissimi lettori, come ben vedete è un capitolo breve ma ho pensato di farli più corti e aggiornare più spesso cosicché non vi annoiate e i capitoli saranno di più. Mi sembrate sempre di meno, io continuerò ad aggiornare perché amo i Newtmas e buttare su carta queste idee mi fa stare bene, però mi scoraggia non vedervi più tanti come prima e ciò mi rattrista(forse è un altro motivo per il quale scriverò piccoli capitoli) Aggiornerò di mercoledì/ giovedì e domenica, insomma due volte a settimana.Spero che vi sia piaciuto, già ho iniziato il prossimo capitolo, vediamo chi ha il coraggio di rispondere a questa domanda: se dovesse capitare qualcosa di male, chi credete sarà la vittima: Thomas o Newt? Spero di sentirvi e fatemi sapere cosa ne pensate di questo cambiamento. Bacini*-*
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