"CAPITOLO 8"
Luigi sto "ti amo" me lo disse piangendo, mentre parlava di Anna. Io ero incredula.
Non riuscivo a razionalizzare, dunque m'era difficile interpretare quella sua frase.
Non era normale che lo avesse fatto nel momento in cui si era liberato, parlando di Anna e della sua famiglia, non era tanto logico.
Decisi di rispondere, dopo aver a lungo pensato a cosa dire.
"Luí io pure ti amo. Il problema è che non è giusto nei riguardi di tua moglie, di tuo figlio. Non è eticamente corretto. Io non posso mancare di rispetto a una donna che non può nemmeno rispondere perché non sa cosa fai tu al di fuori del lavoro. Non posso farlo perché non è morale, non è giusto. Hai capito? Cioè me spiego?
Sono innamorata di te anche io, però non è possibile perché tu hai una famiglia quindi goditela. Devi viverti Anna tutti i giorni della tua vita, devi curare Alessandro.
So che per te non è un obbligo né un'imposizione, so che vuoi farlo. Ho inteso pure che stai con le palle piene che non ci riesci più. Hai capito?
Oltre al professore universitario devi curare la tua famiglia. Specialmente in questo momento così arduo.
A me lassamé perdé. Non ti preoccupare."
"No. Io non ti voglio lasciare perdere. Io voglio stare con te."
"Ma a tu moglie nce' pensi? Non pensi che può.... E manco la saluti per l'ultima volta?
Io non voglio portà jella, però è na cosa da considerare. Ceh che cazzo eh Luigi. Sei proprio uno stronzo e menomale che la ami."
"Se mi ami, vieni di là. Mi manchi tanto, tantissimo."
"Mo te dico de no. Non mi va. Io sto pensando pa' a maggiore a lei. Però ce sarebbe anche una mia situazione un po' particolare, da non trascurare. È pur sempre meno seria di Anna, ovviamente.
Me so 'nfrattata sempre co' uomini sposati. Pure te chai moglie e figlio e non è per niente giusto. Non è normale. Cioè non è normale essé l'altra. Può essé bello all'inizio, se si è consapevoli di esserlo, però mica dura. È ovvio che l'amante promette alla ragazza che lascia a' moglie e poi lo sappiamo che non accade mai, che si rimanda, si rimanda e non si fa mai.
Entendiamoce bellino, ho lasciato ar tizio prima dé veni a New York. Io non lo sapevo che ero l'amante, non sapevo che fosse sposato, toglieva la fede prima di sta' con me.
Da lí in poi mi ero promessa di essere libera per un pó e poi va beh me auspicavo de essé la fidanzata de uno libero e non di uno sposato. Hai capito mo.? "
"Maaa. Te scopavi a uno sposato? Oddio Ange. E mo...? Stai a fà la stessa identica cosa, precisa. E mo che famo....?. Me voi lassà pur a me?"
"Nno so. Io te amo. Non ce posso fa niente. Ce provo a te sta lontano, ma nci riesco, come se fa?"
"E allora cammina e vieni de là. Non lo deve sapere per forza. Non lo saprà mai.
Non è la prima volta che lo faccio, non solo con te, ma anche con le altre.
La amo ma ho bisogno di sfogare le tensioni co' altre donne.
Però alt te 'n sei ò sfogo. Io te amo, Ange. Se con le altre scopo è solo meccanica, con te no. Con te sento tutto, sento il bisogno di te. Me manchi."
Mi guardava con quegli occhi bellissimi che bruciavano. Erano ancora più azzurri di quanto già non lo fossero.
Era bello, lui. Lo era sempre. Ed io per quanto volli fare la donna corretta nei riguardi di Anna, in primis, ma anche nei miei principi, perché sapevo tutto stavolta, non riuscii a dirgli de no.
Andai in camera mia e iniziammo a scopà.
Lui si era già avviato, sapeva a memoria tutta la mia casa, nonostante ci fosse stato pochissimo.
Ovviamente non immaginava accettassi la "proposta indecente".
Quando mi vide, sorrise compiaciuto. Mi spogliò velocemente, mi ritrovai riversa sul letto solo in intimo in poche frazioni di secondi.
Mi tolse anche quello, si slacciò i pantaloni e poi mise l'immancabile preservativo XXL prima di iniziare, non voleva fare guai, non se poteva.
Dopo di che posizionò er membro dentro di me.
Io gemevo, ne volevo di più. Non era tutto dentro. Ne aveva messo una parte solo.
"Luí... Ma non lo metti tutto? Che teni paura de farmi male?? Non ti preoccupare, tu non mi fai male. Tu mi fai solo bene."
"Aah secondo te non lo faccio? Ti faccio godere npó de più prima, sennò che divertimento è?
Grazie per i complimenti piccola! Sei bellissima."
"Grazie."
Nemmeno parlai. Improvvisamente il suo turgido membro entrò dentro di me che mi sollevai più in sú e aprii le gambe per farlo entrare un pó di più.
Gemevo incontrollabile, non riuscivo a calmarmi.
Era simile a un demone che entrava e usciva dal mio corpo, non ancora sfinito.
Decise di toglierlo, pensai non si stesse divertendo o che non fosse stato soddisfatto.
Invece no, non era nulla di questo tipo.
Me lo mise in bocca di sua volontà. "Ah finarmente er lecca-lecca pensai."
Feci il mio lavoro, mangiare il lecca-lecca del mio amore.
Lo presi tra le mie labbra e lo esplorai come sapevo fare, prima con piccole picchettate e poi in modo professionale e profondo.
Prima giocai con la punta, era bella, maestosa. Lui era tutto perfetto.
Poi salii più sú de poco, mi divertii molto, sembravo una bimba affamata, che non mangiava da giorni. Non ero più in grado di fermarmi. Ero piena del suo membro. Avevo la bocca sbordante di lui, de saliva, de seme che tra parentesi era sborrato in un niente. Mi venne in bocca un' altra volta, come in aereo, non era un'occasione irripetibile, secondo me, mi stupii, però. Quella volta accadde di nuovo. Mi leccai le labbra con avidità e desiderio che bel sapore che aveva la sua sborra. Io così piena non riuscivo a razionalizzare tutto. Sembravo una puttana. La sua però, di nessun altro. Lo amavo tanto e avrei volentieri continuato con questo.
Riprese l'autonomia, era parecchio stanco, non so forse lo avevo stancato troppo.
Invece fui tanto contenta che non era per colpa mia, decise di giocare parecchio pesante. Fece lui ciò che già gli avevo fatto io. Leccò tutto il basso ventre. Non potetti fare a meno di stare in silenzio, fui incapace di controllarmi e la stanza fu praticamente riempita da gemiti e da mugugni vari.
Mi piaceva molto essere leccata, quella lingua tanto desiderosa di me, tanto esperta era qualcosa di fantastico e tanto familiare.
Lui non smetteva mai, iniziò dall'interno coscia per poi andare in fondo, al clitoride. Esplorava la mia vulva tutta per lui, solo per lui.
Con quelle mani enormi invece mi toccava i fianchi, poi quando riteneva che fossi abbastanza bagnata, ci immergeva le dita apparentemente affusolate.
Una dopo l'altra, funzionava esattamente così. Mi eccitavano le sue dita dentro di me, però io volevo solo essere leccata, là vinceva a mani basse e da aggiungere c'è il godimento mio ad altissimi livelli.
Continuammo per tutta la notte. Fu estenuante come riuscì a possedere tutta me stessa, con un'estrema facilità.
Sembravamo impazziti, di Anna e di suo figlio Alessandro non ci interessava più, li avevamo cancellati improvvisamente.
Mi disse:"È stato bellissimo. Tu sei bravissima e non so come ringraziarti abbastanza per ciò che fai. Non dimenticare che ti amo eh? Ora però devo andare da loro."
"Va bene amore mio. Ti amo tanto tanto tanto."
Mi diede un bacio sulla fronte e mi strinse fortissimo. Mi diede un'ultima leccata veloce alle parti basse. E poi se ne andò.
Mi lasciò ansimante e voluttuosa, quasi in agonia. Lo guardai e quello sguardo diceva tutto. Volevo fosse rimasto con me, che avesse rimasto la sua lingua su di me, che mi avesse scopata come sapeva fare lui.
Lui disse:"Ange non posso, non è giusto, lo hai detto prima no!? "
"Hai ragione... Ma."
"Mi vuoi tutto per te. Eh non si può, devi dividermi. Lo hai fatto con consapevolezza, questa volta."
"Cazzo. Hai ragione. Va beh. Mo vai. Teni famiglia."
"Ciao Ange. Dormi pensando a me."
"Sí, ovviamente. Ciao!"
Poi mi calmai. Tutta nuda nel letto, al freddo, da sola, nel mentre pensavo:"Lui era lui, nessuno poteva competere con Luigi".
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