CAPITOLO 9


Nicholas

Esco dal local lasciandola lavorare tranquillamente, sarei solo una distrazione per lei, e questo comporterebbe solo il licenziamento.

Mentre torno a casa, passo davanti al fioraio.
I miei occhi si posano su una vastità di fiori di diverse cromie, così belli e vellutati, da deliziare la mia vista.
Entro all'interno.
Una giovane donna cordiale e sorridente mi si avvicina, chiedendomi cosa desidero.

Lascio cadere lo sguardo su ogni petalo, sfumatura e formazione, di quei bellissimi vegetali.

Finchè non mi soffermo su dei  gigli, i colori sono accesi, il profumo che emanano mi solleticano i sensi, e la bellezza a primo impatto mi ricorda lei.

La donna mi prepara il mazzo di gigli che le ho indicato, avvolgendoli in una retina rossa, stringendo il tutto con un nastro nero, formando con quest'ultimo, un fiocco.
Pago, ed esco dal locale.

Le ore sono passate in fretta. Prima di giungere dal fioraio, mi sono preso la briga di pensare a questo nuovo inizio con lei.

Ho bisogno di conoscerla maggiormente, il suo sguardo si è impresso nella mente, e il tempo non ha giovato al mio continuo ripetermi di dimeticarla.

Guardo l'orologio, le 19:30.
Tra mezz'ora chiudono, per cui decido di avviarmi per andare a prendere la macchina e andare dal lei.

Arrivo a destinazione, proprio nel momento in cui Agnese e una sua collega, chiudono il locale.

Sono sul cofano della macchina, con le braccia incrociate al petto.
Mi guarda spaseata, confusa e forse mi sembra di averla vista fissarmi da capo a piedi, ma la luce fievole dei lampioni, non mi ha permesso di essere certo del suo gesto.
"Cosa ci fai qui?"
Mi chiede dando luce ai suoi pensieri.
"Sono venuto a prenderti, sicuramente sarai stanca, quindi ti accompagno a casa, ma voglio sapere il tuo giorno libero"
Le apro lo sportello lasciandola entrare al lato del passeggero. Entro in macchina, accendo il motore e mi immergo nel traffico serale.
Il viaggio  è silenzioso, le uniche parole che ci siamo scambiati, sono state la via per accedere a casa sua.
Avrei voluto dirle molte cose, ma il fatto di vederla stanca e assonata per il lavoro, mi ha impedito di tartassarla di domande.
Accosto vicino al portone di casa, e punto i miei occhi nei suoi.
"Grazie del passaggio, sei stato molto dolce"
Le sue gote assumono una colorazione più arrosata, facendomi intuire il suo imbarazzo nei miei confronti.
"Grazie a te, per avermi perdonato"

Sta per uscire dalla macchina, quando la mia mano si chiude in automatico intorno al suo polso.

"Dimenticavo una cosa."
Voglio tenerla ancora con me, non voglio lasciarla, adesso che l'ho trovata, sarà difficile allontanarmi da lei.
Punto gli occhi sulla sua bocca, le distanze sono minime,  vorrei baciarle quelle maledette labbra, perché mi hanno fatto perdere del tutto la testa, dal primo giorno in cui l'ho vista.

Faccio pressione sulla sua nuca, per permettermi di averla ancora più vicina.
Il suo alito caldo soffia sulla mia bocca, il suo respiro affannoso vibra sotto il mio tocco, e potrei impazzire, impazzire soltanto inebriandomi del suo profumo.
Chiude gli occhi, pensa che la stia per baciare, e vorrei, vorrei farlo, ma all'ultimo secondo devio le sue labbra e le bacio la fronte.

Il profumo della sua pelle è un invito a continuare.
Deliziare le mie labbra con quel contatto, ma non posso, non posso continuare, potrei perdere il controllo di me stesso.
Mi stacco dalla sua fronte, la vedo spaesata,  quasi triste per non averla baciata sulle labbra, avrei voluto farlo, ma ho promesso a me stesso che l'importanza di conoscerti, e non approfittarmi di te, viene prima di ogni cosa.

Prima dell'istinto primordiale di lambire la tua lingua, prima di tenerti stretta tra le mie braccia, prima di marchiare la tua pelle un'altra volta.
Tu, prima di tutto.

Perché sei diversa, perché sei cambiata, perché sei speciale.
E devo tenerti lontano dall'animale che abita in me, dallo sfruttare una donna per le sue esigenze.

Sta succedendo qualcosa, qualcosa di bello che coinvolge il cuore, e non posso permettermi un banale errore, non con te.

Mi stacco da lei, e le sussurro:
"Buonanotte Agnese"
"Buonanotte Nicholas"
La vedo scendere dall'auto e mi allontano.

Non so come ci riesci, ma rendi più colorata la mia vita dannata, mi stai regalando qualcosa, e quel qualcosa mi sta crescendo nel punto più remoto del corpo, un punto vitale, un punto che fino adesso pensavo fosse morto, quel punto è il cuore.
Lo sento che batte, batte come non mai.
E sei tu, solo tu, a regalarmi tutto questo.

Torno a casa sapendo che la vita mi ha regalato una seconda chance, quella chance che porta il tuo nome.

Mi viene difficile ultimamente aggiornare, quindi spero possiate perdonarmi.
Volevo tenervi al corrente anche il punto di vista del nostro Nicholas, per cui ho decio di scrivere come ha vissuto il momento.
Se vi è piaciuto il capitolo, commentate e votate!
Grazie di non avermi abbandonata❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top