CAPITOLO 59

Agnese

Osservo lo spogliarellista che fa ritorno al fianco del suo amico, mentre si asciuga l'angolo della bocca con il polso.

"Tu"
Punta l'indice verso di me.
Gli occhi inniettati di sangue e la rabbia incondizionata che quasi fuma dalle sue orecchie come nei cartoni animati.

E la cosa mi fa ridere.
Molto ridere.

"Lurida sgualdrina, me la paghi!"

Ma in uno scatto, Nicholas è su di lui.

E ho paura che la vicenda possa finire male.
Molto male.

"Osa chiamarla nuovamente sgualdrina, e giuro su dio che quei cazzo di topolini te li faccio ingoiare uno a uno, per poi farteli uscire dal culo vivi, in fila per tre, con il resto di  due"

Lo tiene per il gilet, e l'altezza con cui Nicholas sovrasta il ragazzo, è davvero notevole.

Quest'ultimo deglutisce, finché uno strattone da parte di Nich, non fa comprendere ai due, che è giunto il momento di ritirarsi.

"Andiamocene, Fox"
Urla il ragazzo più alto.

"Sappiate che ricorderò le vostre facce!
E mi vendicherò!"

"Prima cambia il nome d'arte, perché caro volpino, non fai nemmeno paura al micino indifeso di turno"

E con l'ultima battuta di Nich, alla quale scoppiamo tutti a ridere, i due se la svignano.

"Vino ai topi?
Davvero?"
Ride il ragazzo che porta le stesse giade di mio figlio.

"Esiste anche quello Dei tre peni.
È fatto con..."

"No!
Non dirmi gli ingredienti, non voglio vomitare tutta la vodka della serata su questo bancone, grazie!"
Mi ferma Connor, alzando la mano destra e sfoggiandola a pochi millimetri dal mio viso.

Faccio spallucce.

"Femminuccia"

"Sono debole di stomaco per certe cose, non offendermi"
Mi punta il dito indice, mentre manda giù dell'acqua fresca.

Clara ridacchia e iniziano a parlare.
Da soli.
Cosa ni nascondi?

Assottiglio gli occhi e i due sembrano abbastanza presi.

E anche qui, Cupido ha scoccato la sua freccia.

Distolgo lo sguardo e decido che per il momento, eviterò di tempestare di domande la mia migliore amica.

Per il momento, sia chiaro.

"Non ti facevo così aggressiva"

La voce roca di Nicholas, mi sfiora il collo e la pelle mi si increspa.

"Balla con me."

Mi tende la mano e io esito.

"Che c'è?"
Aggrotta le sopracciglia e sbuffa.

"Non c'è molta musica e mi vergogno un po'.
Saremo gli unici."

Nascondo il viso nelle mani e apro un po' le dita per sbirciarlo.

"Vieni"
Ridacchia e le sue mani si posano sui fianchi.

Mi lascio cullare dalla musica, fingendo che sia un romantico lento e non il tipico ballo da strusciamento di corpi.

Siamo soli adesso.
Nella nostra bolla.
Ma le bolle sono fragili, sai?
Basterebbe un colpo d'aria, un semplice tocco e ci ritroveremmo inghiottiti tra la folla.
E la folla potrebbe separarci.
La folla potrebbero essere i nostri segreti.
Il nostro passato...
Le nostre azioni.

È così l'amore?
Vacilla come una bolla?
È fragile e vibra per ogni piccola scossa?
Direi di .
Ma le bolle possono essere ricreate, fatte di nuovo e potrebbero ospitarci un'altra volta.
Tu cosa ne pensi, Nicholas?

La nostra bolla sopravviverà?
O ci sarò solo io, dentro?

Si stacca dal mio corpo e mi bacia fugacemente sulle labbra.

Un bacio veloce.
Svelto.
Semplice.
E io sono immobile.
Perché è la prima volta che mi baci tra tante persone e non so come prenderla.
Sento solo le mie piccole Morpho Menelaus, svolazzare nello stomaco e sarebbe bello accarezzarne una e sapere che ci sono veramente.
Ma io le sento.
Sono .
Per te.

E le tue?
Ci sono?

"Andiamo Connor!"

Mi fa l'occhiolino, mentre io mi passo le dita sulle labbra.

Dopodiché si aggiusta la patta dei pantaloni, dove un rigonfiamento sporge abbastanza evidente e mi lascia un altro occhiolino prima di andarsene.

"Signorina?
Ma quello era..."

"Sì.
Un ragazzo"

E ridacchio con il viso in fiamme.

Un po' per la faccia del cliente scioccato, un po' per il gesto di Nicholas e un po' per tutto il resto.

Che cosa mi fai, Nich?

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