CAPITOLO 57

Nicholas

Le vene pulsano, il cuore galoppa nella cassa toracica come uno stallone sull'orlo del delirio, e i muscoli non smetteno un minuto di tendersi.

Assesto un pugno contro la porta del bagno.
Osservo il foro sulla superficie di quello che suppongo sia un composto da quattro soldi, e abbasso il viso sulla mano arrossata.

Due chiazze sul giallognolo inziano a formarsi sulla zona con cui ho colpito, ma non mi interessa.

La vodka funge da anestetico.

L'unica fitta che provo, e che realmente duole: è quella al cuore.

Perché le risposte di Agnese, verso un altro uomo, mi rendono così selvaggio e aggressivo?

Barcollo un po' a causa della sbronza e apro l'acqua fredda per sciacquarmi il viso.

Osservo il mio riflesso allo specchio.

Tolgo la parrucca e un uomo alle mie spalle mi osserva sconcertato.

Lo fulmino con lo sguardo e stringo i pugni, cosa che lo fanno arretrare e correre via.

Il trucco è sbavato e con della carta cerco di rimuovere quella roba che le donne sono solite mettere sul viso.

Ma che cazzo è?
Attack?

Strofino forte, ma sembra che il maquillage non voglia saperne di andarsene dal mio viso.

Sbuffo.

"Fanculo Connor!"

"Non si toglierà mai così"

Mi giro e la trova appoggiata alla porta con la mia bottiglia di vodka tra le mani.

Mi avvicino lento, cauto, indifferente e gliela strappo dalle mani.

Sono ancora incazzato con te.

"Fammi almeno spiegare"
Mi dice in un sussurro.

"Cosa c'è da spiegare?
Avrei potuto sistemare la faccenda assestandogli un pugno sulla sua faccia di cazzo, ma qualcuno, a quanto pare, è caduta ai suoi piedi."

Ritorno a fissarmi nello specchio, strofinando ancora sulle macchie nere che ricoprono le mie palpebre.

Ma il calore e la stretta della sua mano, mi fanno puntare gli occhi nelle sue iridi profonde.

"Credi che mi basti un corpo mezzo nudo per cadere agli occhi di un uomo?"
Mi sfida.
E io accetto.

"Quella sera, in quella discoteca, è stato così
Non negare."

Uno schiaffo.
Forte.
Aggressivo.
Bruciante.
Doloroso.

"Sei un gran bastardo."

Non oso guardarla in viso.

Questa potevo risparmiarmela.
Questa le ha fatto male.
E cazzo, avevo giurato di non fargliene più.

Fa per andarsene, ma le mie mani le agguantano io busto e il mio corpo collide con il suo.

"Scusa."
Le sussurro all'orecchio.

"Scusa"
Ripeto.

Cerca di dimenarsi, ma la stringo più forte.

E poi parlo.
Urlo quello che il mio cuore prova e sente in questo momento.

"Non ho mai pensato che fossi da una botta e via.
Mai."
Mi passo nervosamente le mani tra i capelli, tirandoli con forza.

"E allora perché lo hai detto come se lo avessi pensato da sempre?"
Urla.
Si dimena.
Mi graffia.

Ma il dolore che mi causa, compensa quello che ho nel petto.

"Perché sono incazzato.
Incazzato per come hai reagito.
Per come lo guardavi.
Per come ti guardava.
E odio quando gli uomini ti guardano così.
Non chiedermi il perché, non lo so nemmeno io."

Urlo.
Mentre spingo il viso tra i suoi capelli e inspiro.

"Voglio prendermi il lusso di guardarti solo io così.
Solo... se tu vuoi"

Si gira lentamente.
Mentre il mio cuore ha ripreso a correre.

Mi posa una mano sul petto, all'altezza del cuore.

"Batte forte"
Dice.

Annuisco.

E poi, un piccolissimo sorriso alleggia sul suo viso.

"Scusa"
Ripeto.

E mi abbraccia.
Forte.

Mentre adesso sono io a sentire il suo.
Lo sento invadermi le costole e congiungersi al mio.
E mi sembra di essere nel posto giusto.
Un posto, che assomiglia a quello che comunemente chiamo casa.

Buon Santo Stefano!
Spero vi piaccia🙈
Potrei aggiornare domani, chissà.
Sicuramente, nei prossimi giorni, troverete aggiornamenti.
Approfittatene adesso, perché sono in vacanza.😂
Un bacio❤️

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