CAPITOLO 45

Nicholas

Apro gli occhi e il corpo caldo di Agnese non c'è.

Deve smetterla di sparire e farmi prendere infarti continui.

Sbuffo e mi alzo.

Passo le mani tra i capelli, mentre mi avvio in bagno.

La luce naturale all'esterno, mi fa capire che saranno sì e no, le 7 del mattino.

Mi sciacquo alla veloce il viso e dopo lavo i denti.

Pesco i primi indumenti e li indosso, uscendo dalla stanza per andare a cercare quella splendida e fuggente ragazza.

Mi chiedo perché tutte le volte scappa.
Sono così brutto, mentre dormo?

La trovo in corridoio, mentre si tortura le dita e si morde le laabbra con insistenza.

Il capo è chino e sembra assorta nei suoi pensieri.

Qualcosa ti turba, Agnese?

"Buongiorno"
Le dico, mentre le sorrido radioso.

"Sai, mi stavo chiedendo,
assomiglio così tanto all'esorcista, da farti scappare a gambe levate, tutte le volte che ti svegli?"

Sorride e scuote la testa.

"In realtà, quando dormi, sembri un angelo."

Mi guarda.

E con quel suo modo di guardarmi, mi parla.
Mi dice che vorrebbe dirmi qualcosa, qualcosa che forse, potrebbe ferirmi.

"Tutto bene?"
Le tocco il braccio, risvegliandola dal suo stato di trance, e la vedo sussultare.

"Sì... usciamo fuori?
C'è una bellissima vista all'esterno"

Annuisco, e ci avviamo Fuori.

Agnese ha ragione.

La vista è a dir poco deliziosa.

Gli alberi, la vegetazione, i fiori e il sole che riemerge dal sonno, rendono incantevole e quasi fiabesco, questo istante.

Più in là, riesco a scorgere un salice piangente, dall'aspetto triste e al contempo eccezionale.

Un luogo dove poter regalare privacy e un instante romantico a una coppia follemente innammorata.

Ci spostiamo verso un piccolo laghetto artificiale, dove pesci di stazza varia e cromie stupende, fluttuano nella corrente ferma del laghetto.

Un bel posto, con una bella persona.
Non potrei chiedere di meglio.

Tutto tace.
Nessuno dei due osa fiatare.

Ci gustiamo il panorama, mentre la brezza leggera ci sfiora la pelle

La vedo rabbrividire, passandosi le mani sul derma, cercando il qualche modo, sollievo.

Mi tolgo la felpa, e la poso delicatamente sulle sue spalle.

"Grazie"
Mi regala un sorriso, un sorriso triste e maliconico.

All'improvviso ti spegni.
Ti spegni come una stella morente, in fin di vita, quella stella che non brilla più di luce propria.
Ti ho sempre vista luminosa, con quello sprazzi di scia luccicante che ti lasciavi dietro al tua passaggio, la polvere di stelle, la magia, e la bellezza che incanta l'iride degli spettatori.
Cosa succede, Agnese?
Chi ha spento la tua luce?
Cosa ti affligge, da renderti un' automa?
Dimmelo.
Perché il sono una candela e la candella senza fiamma, non esiste.

"C'è qualcosa che ti turba?
Ti vedo triste.
È colpa mia?
Vuoi tornare a casa?
Sei ancora arrabbiata perché ti ho lasciata da sola?"

Il mio flusso di parole, viene interrotto dalla sua piccola e fredda mano, posata sul braccio.

"No, nulla di tutto ciò.
Però, devo dirti qualcosa Nicholas.
Qualcosa che devo dirti da tempo, e che mi causa questa malinconia e trsistezza.
Un peso che portò da tempo."

Osserva il laghetto.
Cupa in viso, e assorta come sempre.

Devia il mio sguardo, che è concentrato sul suo.

E quasi mi preoccupo.
È davvero così grave, ciò che hai da dirmi?

"Spero non sia nulla di grave"
E le sue iridi spente, adesso sono nelle mie.

Ho la sua totale concentrazione.
Come se quello che ho appena detto, un fondo di verità, lo ha.

"Quello che devo dirti è... insomma..."
Boccheggia.

"Tranquilla, prendi un respiro e sputa il rospo"

Annuisce ed inspira profondamente.

"Quello che devo dirti è che ho voglia di ritornare nel castello di palline colorate.
Ho la nostalgia di quel posto magico e incantato.
È stata la giornata più pazza e bella della mia vita.
Insomma... io vorrei tornarci."

Ho sudato freddo, nel pensiero di ciò che avrebbe potuto dirmi.
Ho pensato al peggio.

Mi passo le mani tra i capelli e rilascio un pronfondo sospiro di
sollievo.

"Ti ci porterò presto."

Le sorrido e la stringo tra le braccia.
Mentre il cuore mi pulsa ancora irrequieto nella cassa toracica.

E lei mi stringe.
Mi stringe forte.
Mentre qualcosa di bagnato, mi scivola sulla pelle.

Lacrime?

Niente.
Anche quesa volta, nessuna verità.
Vi ho inggannate, *si difende dai forconi*
Non uccidetemi!
Nonostante la verità non è venuta a galla, spero il il capitolo vi sia piaciuto comunque!
Vi amo❤

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top