CAPITOLO 41
Agnese
Prendo i vestiti che ho scelto ed esco dal camerino.
Il capo chino, le gote arrossate per l'imbarazzo e la voce ferma della donna che continua a sputare scuse inutili.
"Chiedo venia.
Non ho visto che c'era lei dentro e ho scostato la tenda senza pensarci"
Il volto della signora è un mix tra il senso di colpa, e la stupidità di aver aperto con nonchalance quella dannata tendina.
"Non si preoccupi, non fa nulla"
Sforzo un sorriso, in modo che possa sentirsi meno a disagio, ma a quanto pare, l'unica a sentirsi proprio così: è la sottoscritta.
Quest'ultima continua a scolparsi augurandomi una buona giornata e occupando, finalmente, il camerino in cui pochi istanti fà, mi stavo cambiando io.
Non ho nemmeno il coraggio di alzare lo sguardo per incontrare quello di Nicholas, ma lo sento comunque bruciare sulla pelle.
Poi, come se fossi appena uscita da un lungo letargo, mi risveglio, sputando fuori un piccola quantità d'ira.
"Avresti potuto fermare la signora.
Così che la sottoscritta non fosse interamente fissata da te!"
Il mio sguardo continua a rimanere basso, mentre ascolto attentamente la risposta del ragazzo al mio fianco.
"Ero appena arrivato, quando la donna ha aperto la stoffa che ti copriva"
Però, piuttosto che voltarti, hai guardato.
Vero Nicholas?
Lo spettacolo, l'hai apprezzato.
"Potevi evitare di guardarmi"
In realtà, questa è la prima volta
in cui, il suo sguardo non tradiva ombra di malizia o lussuria.
È stato strano.
Molto strano.
La serietà con cui mi ha fissata, il modo con cui le sue iridi sono scivolate sulla pelle diafana esposta alla sua vista, e il magnetismo delle sue giade nei miei occhi.
Il brivido lungo la colonna vertebrale, la pelle che si è increspata come quando l'acqua fredda accarezza il derma troppo accaldato, e infine, la voracità con cui ho ricercato l'ossigeno che mi sono sentita strappare via.
Come fai?
"Sono un uomo, Agnese.
Ti facevo più lungimirante"
Mi fermo all'improvviso e alzo il viso guardandolo dritto negli occhi.
"Mi stai dando della stupida?"
Punto un dito contro il suo petto marmoreo, fissandolo in attesa di risposte.
"No, Agnese.
Ho detto che ti facevo lungimirante.
È ovvio che essendo un uomo, ti abbia guardata.
Sopratutto se la carne è esposta alla mia vista.
Perché non approfittarne?"
Il suo viso continua ad essere inespressivo.
Non riesco a concepire il suo pensiero.
Perché non ha il solito sorrisetto malizioso?
Perché i suoi occhi non sono velati di lussuria?
Non capisco.
Non riesco a tradurre la tua espressività.
Riprendo a camminare chiudendo il discorso, e ci dirigiamo verso la cassa.
Nicholas paga gli acquisti e insieme rietriamo in macchina, per poi avvviarci in albergo.
"Ti restituirò i soldi"
Dico, cercando di riempire il silenzio che è sceso dopo la nostra piccola discussione.
Lui non risponde, mentre continua a guidare concentrato.
Arriviamo davanti all'albergo e sempre in religioso silenzio, entriamo avviandoci nella nostra stanza.
"È quasi ora di pranzo.
Scendiamo giù a mangiare qualcosa?"
Annuisco alle sue parole, ed entrambi ci ritroviamo nel ristorante dell'albergo a pranzare.
Ordiniamo un primo di ravioli al vino.
Per secondo scaloppine per lui, mentre io passo direttamente all'insalata, per concludere un caffè per tutti e due.
Finiamo di mangiare verso le 13:30.
Ringraziamo i camerieri per il buon servizio e l'ottimo pranzo, mentre sazi ci allontaniamo per dirigerci in stanza.
Lo vedo cercare qualcosa nel suo borsone per poi annunciare:
"Devo risolvere delle questioni lavorative, ci vediamo più tardi"
Mi osserva per pochi secondi ed esce dalla stanza lasciandomi sola.
Bene.
Mi avvio in bagno per lavare il mio intimo, in modo da poterlo indossare una volta finito il bagno rilassante che ho intenzione di concedermi.
Dopo aver abbondato con un intenso risciacquo, lo poso in una parte remota sul balcone al sole, in modo che possa asciugarsi più facilmente.
Al solo pensiero di comprare una lingerie davanti allo sguardo intenso di Nicholas, le guance si surriscaldano, arrivando alla classica tonalità rossa di chi sente sulla pelle l'imbarazzo.
Torno in bagno e mi spoglio, immergendo l'intero corpo nell'acqua calda della vasca.
Passo un'ora del mio tempo, coccolandomi tra l'idromassaggio e il profumo dolce del bagnoschiuma.
Dopo aver deciso di uscire - con tanto di piagnistei - dalla zona relax, mi asciugo e mi vesto, passando ad accorciare i miei capelli in modo tale, da risultare abbastanza presentabile.
Adesso che faccio?
Nicholas si è volatilizzato...
Mi ricordo del servizio gratis che il proprietario ci avrebbe offerto a causa del guasto dell'ascensore, e ne approfitto per gustarmi paste dolci e bollicine, chiamando il servizio in camera.
Poco meno di una decina di minuti, che il ticchettio alla porta mi annuncia che il mio desiderio è stato esaudito.
Ringrazio il giovane che mi ha portato i dolci e le due bottiglie, e mi precipito a gustare tali prelibatezze.
Afferro una crostata con crema pasticcera guarnita alla frutta, nel mentre sblocco lo schermo e decido di chiamare quella traditrice di Clara.
Appena accetta la chiamata, non le do il tempo di aprire bocca che sputacchio inviperita:
"Traditrice!
Tu e Alice mi avete venduta!"
Nel mentre l'aggredisco verbalmente, sbocconcello altre crostatine, in modo che lo zucchero possa placare l'incazzatura.
"Ascolta, non mi hai più aggiornata su te e il padre di tuo figlio.
Sono venuta a sapere da lui, che tu mia cara amica, hai imposto un mutismo tale, da farlo uscire fuori di testa.
Io ho sbagliato Agnese, ma sono la tua migliore amica e mi hai tagliata fuori dalla tua vita"
Clara ha ragione.
Non le ho più raccontato nulla, la colpa è solo mia.
"Stai mangiando?"
Mi chiede ridacchiando.
"Sì"
Sputacchio altra pasta frolla e
le racconto tutto.
I messaggi, l'albergo, le emozioni, la litigata di poco fà, ogni minimo particolare.
"Quindi sei sola, mentre bevi spumante e mangi dolci"
"Esatto"
"Beata te!"
Tra un discorso e l'altro, si fanno le 18:30 e inizio a pensare che il mio accompagnatore sia deceduto.
Saluto Clara, e decido di prendere un po' d'aria, mentre ingurgito un'abbondante quantità di spumante.
Mmm, buono e forte.
Osservo il campo da tennis, il fiume, e tutto ciò che c'è intorno a questo splendido edificio a quattro stelle.
Riesco a scorgere una vetrata enorme dove s'intravede una piscina.
Magari, più tardi, mi faccio un tuffo.
E tra uno sguardo e l'altro, finisco per scolarmi entrambe le bottiglie.
Ritorno dentro barcollando un po', e nello stesso momento, la porta della stanza si apre.
Le sue giade.
Gli punto la bottiglia contro e dico:
"Avevi detto che avremmo passato tre giorni insieme per aggiustare la situazione, invece sei stato via tutto il pomeriggio lasciandomi sola"
Mi porto la bottiglia alle labbra, ma di bollicine non se ne vede manco l'ombra.
La butto per terra, irritata perché quel fantastico spumante era meglio di un orgasmo.
L'uomo virile e serio si avvicina pericolosamente, mentre la sottoscritta indietreggia di un po' inciampando sui suoi stessi piedi.
"Sei brilla.
Ma dove hai preso tutta questa roba?"
Appoggia le mani sui miei fianchi, aiutandomi a sdraiarmi sul letto.
"Il propretario e il servizio gratis"
Biascico.
Chiudo gli occhi e afferro le sue braccia.
"Resta con me, non lasciarmi in solitudine un'altra volta.
Non ho a disposizione altro alcol per affogare le mie pene e i dolcetti sono esauriti"
Sussurro supplicandolo.
Lui sorride, si corica al mio fianco e cinge i miei fianchi dolcemente, sussurando un: "scusa" prima che Morfeo mi culli tra le sue forti e dolci braccia.
Capitolo lunghissimo!
Spero vi piaccia!
La storia si ripete😂
L'alcol ama questa storia e questa storia ama l'alcol.
Nicholas non è brillo e nemmeno ubriaco (grazie a dio)
Grazie per visualizzazioni e i voti!
Vi amo!❤
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