CAPITOLO 32
Agnese
La luce del sole infastidisce il mio sonno.
Il tepore dei suoi raggi, penetra dalla finestra scaldandomi il volto.
Borbotto infastidita, cercando una posizione più comoda per continuare a dormire, ma tutto ciò, risulta vano.
Mi alzo dal letto con la lentezza di un bradipo, guardo l'ora segnata sul display della sveglia,
E mi accorgo che è l'una del pomeriggio.
Mezza stordita, mi dirigo in bagno e osservo il mio riflesso nello specchio.
I capelli sfatti incorniciano il mio viso lattiginoso, e due grosse occhiaie fanno da comparsa sotto gli occhi.
Mi sciacquo la pelle con l'acqua fresca, dopodiché mi avvio in cucina.
Appena entro nella stanza, osservo la scena che mi si presenta davanti.
Mia madre tiene Francesco tra le braccia, e noto tra i due, la complicità che li accomuna.
Mio figlio sorride, mostrando le gengive.
Le manine e le gambe si muovono in sicrono, giusto per evidenziare la felicità che gli provocano le attenzioni di mia madre.
Mi godo la scena, rabbuiandomi subito.
La tristezza mi stringe in un abbraccio, perché in confronto alla donna che mi ha cresciuta, passo poco del mio tempo con la creautura che ho generato.
Non voglio vederlo crescere con la convinzione che il lavoro sia il centro del mio mondo.
Amo mio figlio, anche se ultimamente Nicholas e il locale hanno impegnato la maggior parte del mio tempo.
Un sorriso dipinge le mie labbra.
Un'idea mi balena per la testa.
Voglio passare l'intera giornata con lui, una giornata tra madre e figlio.
Francesco ha due mesi e mezzo di vita.
Sembra ieri, ieri che per la prima volta vidi le sue giade.
L'attimo e il giorno più bello della mia vita.
I ricordi tornano vividi nella mia testa, come a sottolineare le problematiche di quel giorno.
Non mi pento della sofferenza che ho patito, non mi pento di nulla.
Mi pento adesso, di averlo trascurato, e sarà l'ultima volta che accadrà.
15 Sono anche i giorni in cui ho iniziato a frequentare Nicholas.
Può sembrare strano come in poco tempo abbia suscitato così tante belle emozioni.
Non siamo una coppia, ma quello che ci lega, va oltre l'impossibile.
I nostri errori hanno generato la vita che in questo momento sta ridacchiando di gusto sul petto di mia mamma.
E non estiste errore più bello di questo.
Non ho mai dimenticato il suo volto, mai.
Sapevo che Francesco fosse sangue del suo sangue, e questo, mi ha spinta alla ricerca di un padre senza nome e identità.
Lui mi confonde.
Possibile che in 15 giorni il mio cuore abbia ripreso a pompare con più vitalità?
Possibile che in così poco tempo, le mie terminazioni nervose sono tramutate da spente e scialbe, a vive e pulsanti?
Dio, perché il mio primo pensiero è lui?
"Buongiorno" mi dice mia madre eccorgendosi della mia presenza e risvegliandomi dal mio momentaneo stato di trance.
"Buongiorno" le sorrido posandole un casto bacio sulla guancia.
"Il mio nipotino ed io, abbiamo già divorato il nostro pranzo.
Per te c'è un'insalata, delle mozzarelle e la Milanese."
"Grazie, un'insalata andrà più che bene"
Il realtà non ho molta fame.
Preferisco tenermi leggera, e poi chissà, nel pomeriggio ingozzarmi di gelato e granita.
"Ho deciso di passare una giornata con Francesco.
Ho tante idee per la testa.
Mi sembra d'averlo trascurato fin troppo"
Dico giocherellando con l'insalata, mentre lo stomaco si aggroviglia su se stesso.
"Tesoro, sei un'adulta adesso.
Una madre non trascura suo figlio se lavora, una madre trascura suo figlio, solo se non gli deve le dovute attenzioni.
Tu riesci ad eccellere in entrambi gli ambiti"
Mi sorride carezzandomi il derma, e io ricambio.
Ringrazio Dio per avermi dato una madre così.
Mio padre è morto quando ero piccola a causa di un tumore al pancreas.
Nonostante la chemio, sarebbe stato impossibile salvarsi.
Lei è stata il pilastro della mia vita, e per quel poco che riesco a ricordare, anche mio padre.
Nonostante l'età non si è mai persa d'animo, e continua ad essere la donna forte che era un tempo.
Vorrei essere come lei.
Lei che ha cresciuto una figlia da sola, e senza un uomo nella sua vita.
La colpa non è stata di papà, ma il destino non può essere cambiato.
Non ha avuto tempo per altri uomini, troppo impegnata a crescere me, e a lavorare. Avrei voluto vederla felice, ma so che in cuor suo, non ha mai ricomiciato, perché l'amore per suo marito, è ancora vivo e brucia come brace incandescente, nonostante gli anni.
Mi alzo dal tavolo, togliendo via i piatti sporchi del mio pranzo.
Lavo le poche stoviglie nel lavandino, e poi prendo tra le braccia il mio frugoletto.
"Allora piccolino, ti va di passare una giornata insieme?"
Il mio naso sfiora il suo, un gesto d'affetto al quale ricambia con un sorrisone da intenerire il più duro e freddo dei cuori.
"Lo prendo per un si"
Sorrido facendogli il solletico.
Un'ora dopo, siamo entrambi pronti per uscire.
Mi munisco di passeggino e tutto l'occorrente necessario, e in poco tempo siamo in partenza.
Voglio godermi la frescura e il sapore artigianale di un bel gelato, per cui mi dirigo nella migliore gelateria della città.
Entriamo dentro, e opto i miei gusti preferiti: cookies e cheesecake.
Mi siedo al tavolo, mentre Francesco sonnecchia nel passaggino.
Spero che più tardi si svegli, così possiamo raggiungere la seconda tappa.
Mangio il gelato con una lentezza tale da amplificare le papille e rendere il gusto più accentuato, e mezz'ora dopo, ripartiamo.
Giungiamo nel parcheggio, e con la gioia nel cuore, mi affretto a prendere Francesco in braccio.
La bibblioteca si erge in tutto il suo splendore.
Mentre osservo l'mponente struttura antica e moderna al contempo, mi faccio largo per entrare.
Una giovane ragazza mi sorride cordialmente chiededomi se può essermi utile, e non sapendo dove trovare quello che cerco, le domando in quale parte della bibblioteca si trovano i libri per gli infanti.
La ringrazio dopo avermi indicato la strada, e mi avvio tra gli enormi scaffali.
I miei occhi si posano su più di una ventina di libri.
Inizio a leggere ogni titolo incuriosita:
Cappuccetto rosso, la bella Addormentata, I sette nani, Pinocchio, la tela di Carlotta, il piccolo Principe e tanti altri.
Prendo tra le mani "Cappuccetto Rosso", mi siedo e Poggio il libro sul tavolo.
Scorro le pagine profumate d'inchiostro, sino a giungere alla prima pagina.
Mi schiarisco la voce, e inizio a leggere.
"C'era una volta una cara ragazzina; solo a vederla le volevan tutti bene, e specialmente la nonna, che non sapeva piu' cosa regalarle. Una volta le regalò un cappuccetto di velluto rosso, e, poichè le donava tanto ch'essa non volle più portare altro, la chiamarono sempre Cappuccetto Rosso."
Mio figlio ascolta la storia rapito, e i suoi occhioni si posano sulla copertina del libro.
Continuo il racconto ancora per un po' finché non lo vedo sonnecchiare.
Mi alzo, prendo tutte le favole possibili, e vado a pagare.
Saliamo in macchina, e mi dirigo all'ultima tappa: il centro commerciale.
Voglio comprare qualche giocattolo e un paio di tutine nuove.
Mi avvio verso il reparto, e osservo le tutine.
Una moltitudine di vestitini, si fa largo sotto il mio sguardo.
La mia attenzione viene catturata da due tipi.
Entrambe estive, ma totalmente differenti.
La prima ha uno stile alla marinara, bianca e blu con al centro un'ancora.
La seconda invece, due pezzi estivi con stampa buffa e innovativa.
Sulla maglia: camicia, papillon e gilet, mentre i pataloni sono scuri.
Non è un completo elegante, ma la stampa confonde molto.
Tutta Felice e febbricitante, vado a pagare gli acquisti.
Non vedo l'ora di vederglieli addosso.
Mentre mi dirigo alla cassa, pupazzi e giocattoli vari attirano la mia attenzione e quella di Francesco.
Le vedo mentre osserva il sonaglino colorato, lo prendo tra le mani scuotendolo, lui sorride sornione e così, decido di acquistare anche quello, insieme a qualche peluche morbido.
Usciamo dal centro commerciale, dispongo tutti gli oggetti nel bagagliaio, mi assicuro di aver agganciato la cintura di sicurezza al seggiolino per neonati di Francesco, e parto.
Arriviamo a casa dopo 10 minuti.
Prendo mio figlio tra le braccia, mentre sto per salire le scale, una voce mi richiama.
"Agnese!"
Mi giro, e ritrovo la signora Betty che con la mano mi fa segno di avvicinarmi.
"Ciao Agnese.
Mi chiedevo se avessi voglia di una tazza di caffè, così tieni un po' in compagnia a questa vecchietta"
Ridacchia portandosi una mano davanti alla bocca, e non posso far altro se non accettare.
"Certo! Molto volentieri"
Sorride e si avvicina, solleticando i piedini del bambino che al contatto se la ride, dopodiché gli posa un bacio sulle gunce paffutelle, e si allontana entrando in casa.
Betty è una donna fantastica.
Mi ha vista crescere, e mi ha accudita come una figlia, per cui la reputo quasi una seconda madre.
Suo marito è venuto a mancare da pochi anni, e abita in solitudine.
Molto spesso passa del tempo con mia madre, si fanno compagnia a vicenda da molto tempo, e sono felice che entrambe non siano del tutto sole.
Mi sposto in giardino, e mi butto sull'amaca a pezzi e dolorante.
Mi dondolo da una parte all'altra, mentre osservo gli occhietti del mio bimbo chiudersi lentamente.
Stessa cosa faccio io.
Mi rilasso grazie al venticello che mi sferza sul viso, e finisco per appisolarmi.
Mi sento scuotere leggermente il busto, e stordita apro gli occhi.
Incontro lo sguardo dolce di Betty, che m'invita con calma ad alzarmi e a sorseggiare il caffè in sua compagnia.
Faccio per alzarmi, quando noto il suo corpicino inerme, disteso sul mio.
Dorme beato tra le mie braccia, mentre il suo lieve respiro, smuove qualche ciocca del mie capelli appiccicati alle sue ditina.
Estraggo il telefono dai pantaloni per immortalare questa bellissima immagine, e sblocco il telefono.
Un messaggio.
Non un semplice e banale messaggio, ma la risposta di Nicholas alle mie infinite domande.
Il cuore batte imperterrito nella gabbia toracica, le mani sudano e il respiro si mozza.
Clicco sull'icona e inizio a leggere.
Messaggio ad Agnese.
Non so darti una risposta precisa.
Non adesso, almeno.
Ma ho bisogno dei tuoi baci.
Ho bisogno dei tuoi sguardi.
Ho bisogno dei tuoi sorrisi.
Ho bisogno di questo, perché i tuoi gesti, mi riempiono l'anima.
Non odiarmi, e non pensare che mi stia approfittando di te.
Non lo farò mai.
Spero che in parte, le tue lacune sono state colmate.
Ma sono sincero, non ho una risposta precisa.
Buonanotte, Nicholas.
So che non è un capitolo ricco di colpi di scena, ma leggendo avete scoperto qualcosa in più sulla vita di Agnese.
Vi aspettavate la morte di suo padre?
Cosa nè pensate di questa bella giornata tra mamma e figlio? E Il messaggio di Nicholas? Quale sarà stata la reazione di Agnese leggendo le sue parole?
Spero vi piaccia! Quasi 2000 parole, amatemi hahhaha
Vi amo, un beso!❤
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