5- La patata in mezzo

Riassunto:
Brandon arriva a casa Belli, anche se ancora non sa che la famiglia che lo ha accolto è proprio quella della sua ex, Lauren.
Fa la conoscenza di Madison, che non perde occasione per mostrare la sua goffaggine -andando a sbattere contro un mobiletto- e per fare battute equivoche e a doppio senso.

♥️ ♥️ ♥️

«Allora si merita minimo un nove, non puoi mettergli un otto solo perché credi di stargli antipatica» obiettò il mio amico con disappunto.

Ero in camera mia con Andrew a confabulare sul nuovo arrivato. Gli avevo subito raccontato tutto di lui: dal suo fascino colossale, al suo fisico statuario, al suo sguardo glaciale.

«Il quaderno è mio e decido io che voto dargli, per ora è un otto. E poi... anche lui mi sta antipatico» palesai, arricciando le labbra.

Drew, sdraiato di fronte a me a pancia in giù sul mio letto, inarcò un sopracciglio.
«Non credo a una sola parola. Come fai a dire che ti sta antipatico se ci hai parlato per dieci minuti?»

«Sono cose che capisci a pelle. All'inizio mi intrigava, ma è bastato poco e ha mostrato la sua vera faccia. È uno stronzo con la puzza sotto al naso» sostenni con uno sbuffo rumoroso.

«Solo perché ti ha detto che ti verrà un bernoccolo? Mi dispiace, ma è un nove».
Afferrò la mia penna rosa e pelosa e cancellò il voto precedente dalla pagina del mio quaderno, alzandolo a nove.

Era una specie di agenda in cui segnavo tutte le caratteristiche dei ragazzi che incontravo. Davo una valutazione a ognuno di loro, alla ricerca di quello giusto per me.
Ero una romanticona e, dopo il tradimento del mio ultimo fidanzato, avevo cominciato a odiare tutti gli uomini. Avevo afferrato il concetto, imparando una sacrosanta lezione: "Sono tutti degli emeriti stronzi".

«Mi ha anche chiamata Pollon» sbraitai stringendo più forte il cuscino che avevo tra le mani.

«Ci credo, sei un'imbranata cronica. Il cerotto delle Winx sul tuo naso lo conferma».
Gli scappò una risata, mentre ricalcava con forza il nove sul pezzo di carta.

«Mi ha praticamente cacciata dal bagno, come se fosse il suo. Assurdo!»
Tentai di giocarmi tutte le carte a mio favore, sperando di incontrare un'approvazione da parte del mio amico.

«Voleva solo farsi una doccia. Sei stata tu a entrare nel bagno, violando la sua privacy» ribadì, prendendo le parti di quello sconosciuto.

«Adesso parliamo anche di privacy? È casa mia, questa! Certo che voi uomini avete sempre la risposta pronta, quando si tratta di spalleggiarvi a vicenda!»
Per poco non bucai il cuscino, affondandoci le unghia dentro con veemenza.
Diedi sfogo a una risata nervosa.

«Mad, calmati. Ti si è fuso il cervello da quando Blake ti ha tradita, ma non fare di tutta l'erba un fascio» parlò con voce quieta, sporgendosi verso di me per strappare il cuscino anti stress dalle mie mani.

In posizione farfalla, con la testa poggiata contro la testiera del mio letto, strozzai un urlo disperato.

«Non nominare più quel bastardo, se lo vedo per strada gli stacco la testa a morsi! Quel figlio di put-»

«Shh»
Mi tappò la bocca con il dito e si alzò sulle ginocchia che sprofondarono nel materasso malmesso, per poi sedersi affianco a me e allacciarmi un braccio attorno alle spalle.

«Blake...» pronunciò quel nome che mi faceva rizzare i peli per la rabbia.

Gli lanciai un'occhiata di fuoco. Cosa non aveva capito nella frase: "Non nominare più quel bastardo"?

«Lui» dichiarò, alzando le mani in segno di resa.
«Lui non era quello giusto, devi avere pazienza. L'amore arriva quando meno te lo aspetti, non puoi programmarlo come una dieta. E poi, non solo gli uomini sono stronzi».
Mi passò una mano tra i capelli, sciogliendo i nodi con poca delicatezza. E il suo gesto, pur volendo essere dolce, sconfinò in una logorante tortura.

«Fai piano!» gli urlai quando per poco non mi strappò via un'intera ciocca dalla cute.
Mi ignorò e, dopo avermi pizzicato una spalla, continuò il suo monologo.

Sospirò amareggiato.

«Pensa a me e Clary. Mi ha lasciato solo perché mi dimenticavo che era allergica a... Ecco, non me lo ricordo neanche» disse grattandosi la testa, quasi come se cercasse la risposta lì.

«Beh, ma non mi sembra una cavolata. Per poco non finiva all'ospedale quella volta che le hai portato un muffin ai lamponi» spiattellai.

Trattenni l'ennesimo istinto omicida quando Drew spinse le dita con forza tra i miei capelli, tentando di sciogliere un nodo, impelagandosi in una missione quasi impossibile.

«I lamponi! Giusto, quei dannati lamponi! Ecco a cosa era allergica» inveì contro se stesso, sbattendosi un palmo in fronte ripetutamente.

«Comunque, Clary è stata una stronza tanto quanto Bla... lui» si corresse, salvandosi in calcio d'angolo da un pugno dritto in faccia.

Ogni qualvolta si parlava di quel mezzo uomo perdevo tutte le staffe. Era andato a letto con la nostra professoressa di religione del liceo, e quando lo ero venuta a sapere, aveva avuto la brillante idea di partire per un viaggio a Londra. Molto virile!
Era scappato come un coniglio e, dal suo ritorno a Rockport, non lo avevo ancora incontrato di persona.

Ma i messaggi offensivi... quelli non glieli aveva risparmiati nessuno! Mi ero dilettata nell'architettare le più fantasiose delle bestemmie, aiutandomi  anche con la conoscenza di quelle italiane che hanno sempre un certo charm.

«Le donne diventano stronze a causa vostra. Gli uomini, invece, lo sono di natura» sostenni, facendo schioccare la lingua sotto al palato.

«Sarà anche come dici tu, ma fatto sta che mi si è spezzato il cuore quando Clary mi ha lasciato. Non era quella giusta, non me ne faccio più un problema, prima o poi arriverà la donna della mia vita... e così sarà anche per te» concluse, passando per l'ultima volta le mani tra i miei capelli.
Erano finalmente lisci come la seta sotto i suoi polpastrelli.

«Di certo l'uomo della mia vita non è il principino Brandon».
Afferrai il quaderno e strappai la pagina con il suo nome.

«Fa' come se ti avessi rifiutata, tanto sono già fidanzato e sto per sposarmi».
Brandon si affacciò nella mia stanza poggiandosi allo stipite della porta e guardandomi con quella faccia da schiaffi.

Abbassai la testa, come se fosse stato tutto frutto dell'immaginazione. La mia follia stava peggiorando.

«Tu devi essere Brandon!» proferì euforico il mio amico Andrew, andando incontro a Br... quindi Brandon era davvero lì!

«Che ci fai qui?!»

Sussultai quando mi accorsi che Brandon era in carne, ossa e addominali scoperti nella mia camera da letto. Mi alzai con un scatto felino dal letto e mi avvicinai minacciosa ai due ragazzi. Non gli lasciai proferire nessuna parola che ebbi l'impellente bisogno di difendere la mia dignità.

«E, solo per tua informazione, non puoi rifiutarmi perché non mi piaci. Non sei proprio il mio tipo» ringhiai, mentendo giusto un po'.

Incrociai le braccia al petto un po' più soddisfatta.

«Io comunque sono Andrew, piacere» disse il mio amico, allungando una mano che venne prontamente stretta da Brandon.

Quest'ultimo mi rivolse un ghigno malefico, accompagnato da un suono gutturale che sapeva di beffa.

«Pollon, io sono il tipo di tutte» dichiarò con un sorriso affascinante che avrebbe fatto sciogliere anche i ghiacciai in Alaska.

Strinsi i pugni. Voleva la guerra? E che guerra fosse!

«Non credo proprio, perché a me non piacciono i ragazzi con gli occhi azzurri e con il fisico di plastica» dissimulai.
Una piccola bugia non avrebbe fatto male a nessuno!

Finsi un sorriso disinvolto, ma l'unica emozione che provavo davvero era un fastidio indifferibile.

Brandon non si scompose di una virgola, si inumidì le labbra e mi incantai a guardare quel movimento così sensuale.

«Almeno impegnati di più a dire le bugie, non sei troppo credibile. Vuoi un vasetto dove raccogliere la bava che ti sta scolando dalla bocca?» insinuò, indicando il mio viso.

Mi affrettai ad asciugare un piccolo rivolo di bava che effettivamente era sfuggito al mio controllo.
Se prima ero infastidita, adesso mi usciva anche il fumo dalle orecchie per la rabbia.
Ero consapevole di essermi gonfiata come un palloncino e di avere le guance arrossate.

Non ebbi la forza di rispondere nulla. Desideravo solo essere sotterrata. Volevo essere risucchiata dalla terra per scampare allo sguardo arrogante di quel principino odioso e pieno di sé.

Non mi accorsi del momento in cui si piazzò a due passi da me e mi afferrò il mento con due dita.

«Sei proprio bruttina quando ti innervosisci» sussurrò sulle mie labbra. Rise di gusto e Drew, ancora inerme sull'uscio, lo seguì a ruota.

«È vero, glielo dico sempre. Le vengono delle rughe spaventose e le vene del cervello si gonfiano tanto che potrebbero esplodere da un momento all'altro!»

Andrew e la sua amicizia potevano andare a farsi benedire dopo questa!

Continuarono a ridere complici come se io non fossi tra loro. Sbuffai frustrata e respirai profondamente cercando di tornare in me.

«Se non la smettete immediatamente, vi sbatto entrambi fuori da casa mia e vi lascio fare con piacere un bagnetto a mollo sotto la tempesta» tuonai abbastanza intimidatoria da farli tacere.

«Bene» proferii.
Sorrisi appagata nel vedere entrambi completamente rapiti dalle mie parole.

«Adesso, tu».
Mi rivolsi a Brandon, riacquistando la calma.

«Mi dici cosa ci fai mezzo nudo nella mia stanza?» lo interrogai, assottigliando lo sguardo e costringendomi a non fissare le sue evidenti doti fisiche.

L'occhio però mi cadde proprio sul suo bacino, fasciato da un asciugamano bianco che lasciava intravedere una leggera peluria bruna. La scia di peli scompariva nei meandri più nascosti della sua intimità, faceva risaltare la sua "V" da paura e reclamava sesso estremo e selvaggio.

Mi schiarii la voce con un colpo di tosse quando mi strizzò un occhiolino inverecondo e spudorato.
Feci finta di niente e prestai la mia attenzione alle mie unghie smaltate di rosso.

«Tuo padre ha recuperato le valigie con le mie cose e le ha sistemate qui. A meno che non ti dispiaccia vedermi sfilare nudo, dovrei vestirmi» annunciò, sempre sfoggiando il suo innato fascino.

«Perché dovrebbero essere qui le tue valigie?» chiesi con sospetto.

Qualcosa mi puzzava.

Scrollò le spalle e si passò una mano tra i folti capelli neri come la pece, lucenti e finalmente asciutti.

«Perché dormo in camera tua» mi informò con nonchalance.

«Cosa?!» fu l'unica cosa che riuscii a dire.

«Hai sentito, mi sistemo qui per stanotte» rispose con un sorrisino stampato in faccia.

"Condividerà il mio stesso letto" pensai, e mi mancò l'aria nei polmoni. Non riuscivo ancora a riprendermi da questo piccolo shock.

«Posso farti spazio vicino a me, dormiamo nello stesso letto. Tanto è a una piazza e mezza» proferì Drew, forse leggendomi nel pensiero.

Tornai a respirare regolarmente.

«Grazie, Andrew».
Brandon gli tirò una pacca amichevole sulla spalla.

«Certo! Buona idea, Drew» me ne uscii con un sorriso a trentadue denti.

Visto che mia sorella Lauren non viveva più a casa nostra, il secondo letto era costantemente vuoto e spesso il mio amico si fermava a dormire da me, coricandosi proprio lì.

«Io scendo, sento un buon odorino. La cena dev'essere pronta» annunciò Andrew, salutandoci con un cenno del capo e fiondandosi giù per le scale del corridoio.

Inaspettatamente Brandon slacciò l'asciugamano e lo fece scorrere lungo i fianchi. Lo fermai giusto in tempo, catapultandomi al suo fianco e premendo i miei palmi contro il suo sedere, tenendo stretta la stoffa dell'asciugamano che mi separava dalla pelle dei suoi glutei.
Avevamo sfiorato la tragedia!

«Ma sei impazzito?! Ti denudi spesso in pubblico?» strombazzai nel panico totale.

«Sai com'è, ho capito che non saresti uscita con facilità dalla stanza. Sembra che il tuo hobby preferito sia stare nel posto sbagliato al momento sbagliato» mi disse.

Ah.
Sospirai allibita.

«Hai palpato bene o ti serve ancora del tempo? Le tue mani sul mio cu-»

«Non dire un'altra parola! Me ne esco, ma non fare mai più una cosa del genere» sbottai, digrignando i denti.

Scollai le mie dita una a una da quel sedere tonico e perfetto e mi allontanai dalla stanza a passo spedito.

Mi voltai un'ultima volta per dirgli: «Ah, Brandon. La prossima volta che mi cacci in casa mia sarai tu ad avere un bernoccolo non proprio carino» recitai diabolica le stesse parole che aveva utilizzato lui mezz'ora prima.
Non attesi una risposta e mi dileguai, chiudendo dietro di me la porta in legno.

Quando scorsi mia madre in cucina, la raggiunsi celere.

«Ma dove lo hai trovato quello lì? È odioso! E perché deve dormire in camera mia? Non può starsene in una camera al bed and breakfast?»
Il mio tic nervoso all'occhio destro prese il sopravvento. Avevo sopportato abbastanza!

«Parli di Brandon?»
«Esatto».
«È stato molto gentile, è un così bravo ragazzo. Mi sembrava il minimo ospitarlo. E, per rispondere alla tua domanda, non conviene raggiungere il B&B con questo tempaccio. L'unico posto libero, oltre al divano assassino di schiene, era il letto di Lauren».
«Ma ci dorme Andrew lì, non poteva sistemarsi sul pavimento?»
«Non essere maleducata, è pur sempre un ospite».

Mi fece una carezza e mi abbandonò in mezzo alla stanza per mettersi ad apparecchiare il tavolo nella sala da pranzo.

Nonna Giusy era intenta a friggere più del Mc Donald's e, quando si accorse della mia presenza, si avvicinò furtivamente.

«Allor'? T pièc quiru wagliòn?» mi chiese allusiva.
Se mi piaceva Brandon? Ovvio che no.

«Assolutamente no, nonna. Preferisco restare zitella piuttosto che farmi piacere uno come lui» affermai convinta.

«Ah, la gioventù di oggi! Ai tempi miei, se avessi incontrato uno così, avrei già fatto la fuitina» proclamò, sempre in dialetto pugliese.

La fuitina era una fuga d'amore, con cui i due amanti consumavano, in un atto sessuale completo, anticipatamente al matrimonio. Una cosa molto romantica che gli permetteva di mettere i genitori di fronte al fatto compiuto, spesso dispensandoli dalle spese della cerimonia ufficiale.

«Nonna!» la ripresi, arrossando in imbarazzo.

Ma lei non mi diede retta e mi strizzò un occhiolino malizioso, tornando ai fornelli per preparare varie pietanze.

Più tardi eravamo tutti seduti attorno al tavolo. Io mi trovavo tra Andrew e mia madre, mia nonna si era posizionata al fianco del mio amico e alla sua destra sedeva Brandon, a sua volta affiancato da mio padre.

Un po' come i cavalieri della tavola rotonda!

Inevitabilmente il principino si ritrovò ubicato di fronte a me.
Il silenzio era un optional per la mia famiglia, così, non persero tempo per inondare Brandon di domande.

«Cosa ti porta qui, Brandon?» lo interrogò mio padre, mentre infilzava la forchetta nel suo piatto.

Lui serrò la mascella e contrasse i muscoli delle braccia, poi decise di rilassarsi e di regalarci un sorriso.

«Oggi avrei dovuto sposarmi con la mia fidanzata e-»

Mia nonna lo interruppe: «Brèndòn, t pièc la patata in mezzo ai cosciotti di pollo?»

Gli aveva davvero chiesto se gli piaceva la "patata in mezzo ai cosciotti?".

Per poco non mi strozzai con il pollo a forza di ridere. L'arte dei doppi sensi era un dono di famiglia!

Brandon e Andrew erano rimasti immobili senza capirci un tubo.
I miei genitori, afferrarono l'ambiguità della domanda e mi ammonirono con lo sguardo, non prima di aver trattenuto a stento una risata.

«Brandon, perdona mia suocera, a volte si dimentica che nessuno comprende cosa sta dicendo, a parte noi» si scusò mia madre.

Lui le disse di non preoccuparsi, anche se si voltò nella mia direzione e mi incenerì con i suoi occhi glaciali.
Forse perché mi stavo ancora sbellicando dalle risate!

«Vai avanti con la storia» lo incitò papà, preso molto dall'argomento.

«Insomma, il mio matrimonio è saltato perché è venuto fuori che sono già sposato con una mia ex» raccontò in breve.

Ripercorsi mentalmente le sue parole, ragionandoci sopra.

«Allora sei proprio un coglio-» tentai di dire, ma mia madre mi anticipò mettendomi una mano sulla bocca.

«Mad!» mi redarguì perentoria.

«Intendevo dire che sei proprio stupido, come fai a sposarti se già sei unito in matrimonio con un'altra! Anzi, sei un genio, mi complimento. Due donne in una botta sola...»
Lo guardai stringendo gli occhi a due fessure, con fare derisorio.

«Non sapevo di essere sposato con la mia ex, ha fatto tutto lei, mi ha raggirato in qualche modo. È persino saltato fuori che il matrimonio è stato celebrato in Italia e per avere il divorzio bisogna essere consenzienti da entrambe le parti. Quindi... visto che la mia ex viveva a Rockport, sono dovuto venire qui per accordarmi con lei, in modo tale da sciogliere il vincolo» spiegò con una punta di nervosismo, fissandomi per tutto il tempo intensamente, quasi come se volesse smentire a tutti i costi ciò che avevo insinuato.

E ci riuscì. Restai a bocca aperta.

«Ma chi è la pazza che ti ha incastrato? Dev'essere una psicopatica! Dicci il suo nome, se è di Rockport la conosciamo di sicuro. Non siamo molto abitanti» proferì mia madre allibita.

Brandon si inumidì le labbra e prese un respiro profondo.

«Ha detto bene, Amanda. È una psicopatica. Il suo nome è Lauren Belli».

Lauren Belli. Ne esisteva soltanto una a Rockport ed era mia sorella.

Con la coda dell'occhio vidi mia madre trasalire e mio padre sussultare per la sorpresa. Il silenzio calò nella piccola sala da pranzo in cui stavamo cenando.

Solo mia nonna, non capendo nulla di ciò che avevamo detto, continuò a mangiare il suo cosciotto, producendo un fruscio fastidioso mentre succhiava il brodo direttamente dal piatto.

«Allora? La conoscete?»
Gli occhi di Brandon erano spalancati quando li posò sui volti pallidi dei miei genitori.

Prendendo atto del fatto che i miei erano caduti in un momento di paralisi, mi decisi a prendere in mano la situazione.

«Lauren è...»

Brandon si concentrò su di me e mi squadrò attento, mentre cercavo di rielaborare ciò che dovevo riferirgli.

«È morta?» chiese, ma non sembrò spaventato da quell'ipotesi, piuttosto sollevato.

Scossi il capo.

«No, lei è mia sorella».

Lo dissi.
Brandon sbatté più volte le palpebre.
Mamma e papà si portarono una mano davanti alla bocca.
Mia nonna, dopo aver spolpato il pollo, si pulì con il tovagliolo ed emise un rutto appagato che rimbombò in un eco assordante, facendosi spazio fra il silenzio di tutti.

♥️ ♥️ ♥️

Eccomi tornata velocemente con un nuovo aggiornamento!
Cosa ne pensate?
Nonna Giusy sta entrando nei vostri cuori?😍

Spero di sì!

Vi aspetto sul prossimo capitolo di "Incidente Di Percorso", sperando che la storia sia di vostro gradimento😊

Grazie per il supporto❤️❤️❤️

IL TRASH VI ATTENDE...
😇😇😇

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