0- Prologo

Verona (Italia),
Sette anni prima...

«È tutto in ordine don Matteo?» chiesi in tono sommesso e quasi impercettibile. Nessuno avrebbe dovuto sapere niente.

«Non si preoccupi signorina Belli, ho organizzato tutto nei minimi particolari, nessuno è a conoscenza di questo matrimonio a parte l'ufficiale dello stato civile. A proposito, gli ho fatto recapitare personalmente la busta con la sua ricompensa. Lei ha fatto ciò che doveva?»
Don Matteo si guardò attorno con atteggiamento furtivo, poi mi fissò, forse, in cerca di ripensamenti.

«Certamente, il topolino ha mangiato tutto il formaggio. È pronto per essere ingabbiato».
Sorrisi malefica. Finalmente Brandon sarebbe stato mio per sempre.

Il mio complice sospirò.
«Mi deve assicurare che questa storia non salterà mai fuori...»
Si voltò sempre più nervoso, per controllare che non ci fossero ospiti indesiderati in quel vicolo dimenticato di Verona. La notte incombeva su di noi e sembrava assecondare tenebrosa il nostro piano.
«Sarebbe un vero scandalo se si venisse a sapere che sono stato corrotto per celebrare un rito matrimoniale, e per giunta corresponsabile di aver drogato un ragazzo... confido in lei».

«Oh, per la miseria, non dica stupidaggini, io non la conosco da questa notte in poi, i patti verranno rispettati. Non appena avremo firmato quel dannato contratto cancellerò il suo nome dalla mia rubrica e dalla mia mente e me ne tornerò in America».

Tesi una mano, attendendo che venisse stretta per suggellare l'accordo.

«È sicura che voglia farlo ancora?» Procrastinò speranzoso.

«Facciamolo».

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