Cuore ferito

Il nostro cuore è come un puzzle non finito, è per questo che cerchiamo l'incastro perfetto per completarlo.
                 (Anonimo)


L'odore del bosco era vivo tanto quanto gli animali che lo abitavano.

Noemi camminava lungo quel sentiero sorpresa dal colore di ogni oggetto e dal profumo di ogni pianta o frutto. Era aggraziata nei modi e il suo sorriso era come il sole appena sorge, caldo e splendente. Le sue gote accarezzate dal vento, erano rossastre come le fragole di cui era ghiotta. Quel bosco era magico, era il bosco che non esiste.

Un ragazzo stava seduto a terra. Lo sguardo era rivolto verso il basso in direzione delle sue mani biancastre che tenevano stretto un qualcosa. Sembrava assorto in pensieri.

Noemi si avvicinò a lui incuriosita:

-Cosa stai tenendo tra le mani?...-

Il ragazzo alzò il volto senza rispondere.

I suoi occhi erano umidi, aveva appena pianto. Le sue labbra carnose non avevano voglia di ridere e il suo sguardo era colmo di tristezza.

Noemi tornò a guardarlo più da vicino. Il ragazzo strinse nuovamente le mani nascondendo il suo segreto. Lo sguardo ancora basso verso quelle mani sporche. Sporche di paure e sofferenze. Sporche di male e innocenza. Sporche di vita, una vita che non voleva affacciarsi su quel suo volto dai lineamenti delicati, nascosto da uno sguardo malinconico.

-Perché non vuoi dirmi cosa tieni stretto nelle tue mani?-

Il ragazzo continuò a stare in silenzio. Poi ad un tratto sospirò.

Alzò nuovamente lo sguardo verso di lei. Noemi aveva due bellissimi occhi verdi e innocenti. Profondi come la sincerità e dolci come lo zucchero. Quello sguardo puro, lo sciolse:

-Non tengo nulla tra le mie mani, nulla d'importante. E' soltanto il mio cuore...-

Detto questo le aprì delicatamente verso di lei, e le mostrò quel suo cuore malconcio e ferito.

E' un cuore triste, più di quel suo volto. Doveva aver sofferto molto. Per amore, per malattia o chissà cos'altro.

La sofferenza che un cuore può sopportare è difficile da quantificare. Il suo di cuore era allo stremo. Il suo cuore non aveva più lacrime, non aveva più nulla da chiedere, ma tanto da dare...

-Come ti chiami?-

Il ragazzo non rispose.

Noemi, allora prese quel suo cuore ferito e lo scaldò tra le sue mani. Aveva cicatrici profonde, e crepe in ogni parte.

Il ragazzo tornò improvvisamente a sorridere.

Quel suo cuore cupo e ferito, sotto quelle carezze e quel gesto d'amore, era tornato per un attimo a battere. Gli occhi del giovane ripresero quella luce che ormai mancava da molto tempo. Noemi continuava intanto ad accarezzare e cullare quel cuore con delicatezza e amore.

Le ferite iniziarono a rimarginarsi, quelle crepe si assottigliarono fino a sparire. Il colore opaco lasciò il posto al rosso passione. Le lacrime non scesero più e quella malinconia sparì.

Noemi ridiede il cuore al ragazzo. Adesso batteva di nuovo. Adesso aveva ritrovato quella gentilezza che da tanto mancava. Il ragazzo se lo portò al petto, e lo nascose sotto la maglia.

Tese la mano verso di lei e queste si strinsero.

L'amore non è altro che questo...

Un segno d'affetto.

Un semplice segno d'amore che per molti può essere semplicemente tutto.

A volte basta un sorriso, altre un abbraccio, altre ancora un bacio.

A volte anche meno...

Noemi e il ragazzo sparirono come quella malinconia che accompagna molti di noi. Con questo racconto, spero che un sorriso possa affacciarsi sul vostro volto... Anche uno soltanto.

Grazie per aver letto questo mio minuscolo racconto.


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