Capitolo 3
Nota Autrice : capitolo con alto quantitativo di tasso rosso e scene rosse. Chi é sensibile o suscettibile chiederei gentilmente di non leggere. Grazie .
Kanou entrò in stanza e con passo cautelato si avvicinò vicino al piccolo ragazzino con addosso un proprio grande pigiama bianco, seduto con le gambe penzolanti e le mani strette sul bordo del materasso. L'odore di feromoni più forti che mai. Erano così forti che erano impossibili dal ignorarli, da farti anche girare la testa.
Dal piattino di minestra calda un fumante vapore volava nell'aria e l'odore di verdure inondò le sue narici, solo a quel punto il più piccolo notò la figura dell'altro.
I suoi grandi occhi azzurri e persi in chissà quali pensieri lontani, puntati nei suoi. Solo in quell'istante la possente figura di Kanou sussultò per quello sguardo. Che avesse ricordato tutto ? Che avesse capito che era stato lui quel cacciatore dal cuore di piombo e irremovibile ?
No. Non sarebbe dovuta andare così. Aveva appena preso la decisione, che una volta ripresosi del tutto gli avrebbe raccontato tutto di tutto. Tutta quanta la verità che da anni gli stava schiacciando l'animo come un grosso e pesante macigno.
Le sue grandi mani tremarono appena e il suo cuore sussultò come un tamburo nelle mani di un forsennato che batteva secondo il suo stato d'animo.
« A- Ayase ? »
Chiamò appena, deglutendo rumorosamente.
« I-io... H-ho caldo. A-aiutami K-kan »
Balbettò nella speranza di un possibile d'aiuto. Sentiva il corpo tremare e sussultare come gelatina. Aveva solamente bisogno di...di...
Kanou sussultò e fece cadere involontariamente il piattino a terra dove pezzi di verdura e liquido si espansero sul parquet in legno. Ayase nel pieno di un possibile calore ? C'è Dio ! Sapeva che questo tipo di ciclo spesso colpiva gli omega e che questo gli portava alla voglia di un possibile accoppiamento e che molto spesso quei feromoni che nell'aria rilasciavano altro non era che una trappola senza ritorno per gli Alpha selvaggi. Ma lui, Kanou, non era altro che un umano e ciò non gli assortiva quel effetto. Aveva studiato questo strano comportamento, ma assolutamente non sapeva come potersi muovere per aiutarlo in qualche modo. Era così tutto assurdo.
All'improvviso, il più piccolo, strinse fortemente le gambe tra loro e strinse convulsionatamente i lembi della coperta tra le piccole mani. Stava respirando in modo anomalo.
« I-io cosa posso fare? Dio! Come posso aiutarti ? Cazzo. Non mi intendo di ciò. C-che dovrei fare per farti stare meglio ? »
Kanou si avvicinò e si inginocchiò alla sua altezza. Lo guardò e gli prese il viso accaldato tra le mani.
« Come posso solo aiutarti ? »
Gli chiese preoccupato.
« C-come puoi »
Gli rispose con le lacrime agli occhi il più piccolo, baciandolo poi improvvisamente.
In un primo momento, preso del tutto di sprovvista, Kanou si irrigidí ma poi si sciolse come neve al sole. Era così bello il suo sapore, sentire quella piccola e calda lingua umida picchiettargli sulle labbra per una via d'accesso. Kanou mica gliela negò. Dischiuse le labbra e la lasciò entrare per farla giocare con la propria. Respiri affannati e schiocchi di lingua furono al momento il suono della loro colonna sonora.
Non gli bastava solo ciò. Se Kanou voleva il pacchetto allora lo voleva per intero. Adesso che aveva scoperto il dolce sapore afrodisiaco di quelle labbra al sapore fiori d'alisio ne voleva decisamente ancora. Certo non voleva approfittare delle sue condizioni per poterlo fare suo. Ma il suo piccolo Omega era lí, davanti a lui così delizioso e che gli chiedeva aiuto. Che altro poteva fare ? Ma più di ogni altra cosa, si chiedeva se dopo il calore il più piccolo si sarebbe ricordato o se fosse stato ancora cosciente di quello che aveva chiesto.
« K-Kan t-ti voglio ».
Sussurrò il più piccolo, allacciandogli completamente le minute braccia intorno al collo.
«I-io ».
« Non c'è la faccio più. Fallo e basta. T-ti prometto che dopo ciò non ti incolperò. S-sono io che lo voglio. S-sono io quello che ti sta supplicando » disse debolmente, sfiorando le labbra del più grande con le proprie, in un sfioramento del tutto naturale e tenero. Appena percettibile.
Il più grande annuì e lentamente gli accarezzò le gambe con le proprie mani, in lente e sensuali carezze. Ayase aprí le gambe, circondandogli così le anche.
E solo allora Kanou si decise. Accettò quella supplichevole e sofferente richiesta. Pian piano lo fece adagiare con la schiena al materasso e con il suo robusto corpo lo sovrastò, mettendo le ginocchia ai lati del suono fianco. Ma senza in alcun modo aggravargli col peso.
Gli tolse la maglia del pigiama e con una mano gli accarezzò il busto pallido e glabro. Ayase si morse le labbra e involontariamente fece strusciare il bacino oramai del tutto rigido con quello turgido del più grande.
Kanou sentiva il desiderio di volerlo sentire. Di sentire la sua voce supplicarlo. Voleva decisamente sentirlo gridare e gemere. Voleva tutto di lui. Ogni sua dannata e angelica cosa.
E fu così che azzardò con qualcosa di più. Con due dita a formare una forbice prese in mezzo un piccolo capezzolo eretto e lo strinse. Ayase gemette appena e con il viso rosso e gli occhi del tutto lucidi. Uno spettacolo a dir poco supremo per i suoi occhi. A vederlo lí, sotto di lui e a gemere.
Ma nella sua testa, la cosa che lo mandava completamente fuori di testa, era quello di immaginarsi già a farselo completamente suo.
Poi sostituì le dita con le labbra e pian piano con la stessa mano iniziò a scendere sempre più in giù, sino ad arrivare oltre l'orlo dei pantaloni e delle mutande che con uno strattone tirò sino giù alle caviglie, liberando l'eretta erezione dalla costrinzione che la teneva stretta. Iniziò a masturbarlo prima pian piano, ma poi sentendo il bacino del più piccolo andare a ritmo con i suoi movimenti aumentò la velocità, mentre con l'altra mano gli accarezzava e stringeva i piccoli testicoli del tutto gonfi. La lingua ad accarezzare quelle piccole macchie rosee e piccole sino a prenderle del tutto in bocca sino a succhiarle.
Ayase si agitò per quella piacevole attenzione che il più grande gli stava donando. Aveva la testa del tutto disconessa dal corpo, non riusciva a pensare lucidamente. Le dita dei piedi arricciate per un possibile e vicino orgasmo potente. Ma questa volta era davvero diverso dalle altre volte. Era un nuovo piacere che gli stavano donando altre mani esperte e non le proprie. Senza accorgersene portò la mano alla bocca per coprire i singhiozzi misti a gemiti. Era così piacevole quanto un poco fastidioso. Era difficile da spiegare, ciò che al momento provava. Non si poteva. Erano le sue azioni a parlare per lui.
Kanou con la lingua scivolò sempre più in giù, lasciando ad ogni suo passaggio un piccolo e innocuo succhiotto. Arrivò sino al membro pulsante e senza attendere risposta lo inglobò del tutto, leccando tutta l'asta e succhiando del tutto la cappella. Le mani adesso scivolarono dietro la schiena inarcata sino ad arrivare alle piccolo rotondità sode. Prese con entrambe le mani le chiappe e le strizzò con possessività, cosa che era una delle mille cose che lasciarono senza fiato il più piccolo del tutto in estasi, poi le separò di un poco tra loro e le accarezzò.
Nel frattempo la bocca continuava con il suo lavoro. E fu allora che le mani di Ayase finirono ad arpionargli le ciocche dei capelli, come per incentivarlo nei movimenti. E ciò fu una delle cose che eccitò maggiormente il più grande. Aveva sta erezione stretta nei pantaloni che ad ogni movimento dava sempre più fastidio, ma non era ancora giunto il momento di tirarla fuori. Lo avrebbe fatto solamente suo, quando anche il più piccolo lo avrebbe voluto allo stesso modo di come lo voleva lui.
Doveva essere sicuro di ciò che voleva. Che Ayase volesse Kanou, quanto quest'ultimo voleva il primo.
Ayase presto esplose liquido seminale in quella bocca peccaminosa che ancora lo stava accogliendo e affondò del tutto la testa nel cuscino. Kanou ingoiò tutto quel liquido, e una volta staccatosi da quel piccolo membro arrossato e sporco di saliva e seme che colava in giù lo guardò negli occhi. Ayase gli chiuse esausto e cercò di regolare i battiti del cuore impazzito e il respiro affannato. Kanou raggiunse il suo viso e lo baciò sulle labbra appena. Poi stessa sorte toccò al mento, alla punta del naso, sulle palpebre chiuse e sulla fronte, gentilmente gli scostò dagli occhi una apicicaticcia ciocca di frangia e uní le loro fronti.
« Ti porto a lavarti, piccolo. Nel frattempo riposa. Mi occuperò io di te. Mi prenderò cura di te da adesso in poi » gli sussurró dolcemente.
E senza aggiungere altro si alzò dal letto, ignorando la pozza bagnata sul cavallo dei pantaloni che ben si notava. Era venuto nello stesso istante in cui era venuto anche il suo piccolo. Delicatamente fece passare un braccio intorno alla schiena del più piccolo e l'altro sul retro delle ginocchia e lo sollevò sino a portarselo al petto. Ayase appoggiò la testa sul suo cuore e pian piano si addormentò al suono del ritmo irregolare del cuore.
Kanou sorrise per quella tenerezza e lentamente come per volersi imprimersi nella mente e nel cuore quell'immagine di loro due messi così, camminò verso il bagno.
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