Capitolo 9

La luce forte dell'ospedale mi stava dando fastidio agli occhi. Avevo una mascherina dell'ossigeno e delle flebo che partivano dagli aghi conficcati nelle mie vene. Guardai fuori dalla mia stanza, e notai i miei genitori parlare con tre dottori. Mia madre non stava piangendo. Era un buon segno: significava che non era successo nulla di grave, per ora.
«Finalmente la principessa si è svegliata». Mary era accanto a me. «È successo di nuovo, vero?», le chiesi. Mi bruciava la gola e mi faceva male lo stomaco.
«Sì. Solita cosa. Adesso ti hanno dato le tue solite medicine e dicono che stasera potrai tornare a casa».
«Il tumore si è ingrandito?».
«No piccola mia. È sempre uguale. Ora riposati, intanto vado a dire ai tuoi genitori che ti sei svegliata, okay?». Accennai di sì con la testa, anche se era un po' dolorante.
A volte capita che nel mio corpo, a causa di tutte le medicine, si formino dei grumuli di sangue che non riescono a farlo passare come dovrebbe. Girai di poco la testa e vidi il mio telefono. Lo presi, e cercai subito tra i contatti William. Prima di addormentarmi, avevo riflettuto molto. Non potevo morire senza avergli mandato neanche un messaggio. Presi coraggio e iniziai a scrivergli.

Quindi mi reputi bella eh?

Cercai delle parole per attenuare la tensione che si era creata tra noi due dopo l'ultima volta che lo vidi cambiarsi la maglietta dalla mia finestra.
Pochi minuti dopo, il mio telefono vibrò. Era lui.

Posso dirti che sei bella o hai intenzione di mandarmi a quel paese?

Mi misi a ridere al ricordo di Logan che cercava di fare amicizia con me.

Puoi dirmi che sono bella

Posai il telefono in attesa di una sua risposta. Intanto, i miei genitori stavano entrando nella mia camera.
«Ciao, Bambi», disse mio padre mentre mi accarezzava la testa. Sapeva che odiavo quel soprannome ma non avevo abbastanza forze per insultarlo. Anzi, forse, dopo diciannove anni, stava iniziando a piacermi.
«Ciao, papi. Ciao, mamma». Facevo ancora un po' di difficoltà a parlare. Mia madre mi guardava con gli occhi lucidi sorridendo. Aveva il mascara colato, quindi alla fine, aveva un po' pianto.
«Ci hai fatto prendere un bello spavento», disse mio padre. Volevo rispondergli, ma il mio telefono squillò. Era un messaggio di William. Vidi la faccia incuriosita dei miei genitori.
«Sto cercando di fare amicizia, va bene?». Si misero a ridere. Dopo due o tre colpi di tosse, decisi di guardare il messaggio.

Allora sei bellissima Diana Margaret Smith

Sorrisi. Il mio cuore, come al solito, stava accelerando i battiti. I miei genitori, intanto, si erano seduti su due poltroncine vicine al mio letto, nell'attesa dei fascicoli di dimissione.

Stai cercando di flirtare con me William Collins?
E poi, come fai a sapere il mio secondo nome?

La risposta arrivò alcuni secondi dopo.

Probabile. E riguardo alla seconda domanda, penso che tu sappia già la risposta.

Iniziai a battere le dita sulla tastiera del telefono. Sì, sapevo già la risposta.

Mia madre, vero?
E poi, come si fa a flirtare con una ragazza che ha il cancro?

Mi misi a ridere per le mie stesse parole. I miei genitori si scambiarono uno sguardo felice.

Perché il cancro dovrebbe c'entrare qualcosa? Ti ho solo fatto un complimento Margaret. Non ti montare la testa

Mentre leggevo il messaggio, erano arrivati i documenti da compilare per tornare a casa. Non ebbi il tempo di rispondere a Will perché Mary stava iniziando ad aiutarmi a vestirmi e a rimettere le canule per l'ossigeno.
«Sei pronta per un episodio di Friends?», mi chiese sorridendo mentre cercava di infilarmi la maglietta.
«Sono sempre pronta». Prima di tornare a casa, i medici mi informarono delle solite procedure di routine in caso dovessi smettere di respirare. Le avevo imparate a memoria. Erano quindici anni che me le ripetevano.
Quando tornai a casa, non avevo le forze per salire le scale, quindi mio padre mi prese in braccio e mi mise nel letto.
«Buonanotte, tesoro». Mi diede un bacio sulla fronte. Erano già le undici passate ma non avevo sonno. Avevo già dormito troppo in ospedale. Cercai disperatamente il telefono fra le coperte. Volevo rispondere a William fin quando non sentì delle urla provenire dalla sua camera. Mi alzai dal letto faticosamente e andai a controllare. Lo vidi mettersi le mani fra i capelli per la rabbia. Ero incuriosita da quello che stava succedendo. Stavo per scrivergli un messaggio nell'intento di chiedergli se stesse bene, fin quando non apparì una ragazza nella sua stanza. Anche lei stava urlando contro di lui. Era bionda e indossava un vestitino azzurro. Aveva un fisico a dir poco perfetto. Era bellissima.
«La devi smettere, cazzo!», sbottò William. La ragazza si mise a piangere e scomparì dalla mia visuale. Vidi William appoggiarsi al davanzale della finestra. Quando alzò gli occhi, il nostro sguardo si incrociò. Diventai rossa come un peperone per l'imbarazzo. Cercai di fare uno sforzo, e gli sorrisi.
Deciso subito di prendere carta e il solito pennarello rosso.

Va tutto bene?

Appena lesse il mio foglio, anche lui iniziò a scrivere.

Problemi di cuore

Quella con cui stava litigando era la sua fidanzata? Non ero innamorata di lui, ma mi piaceva come ragazzo. Al solo pensiero che avesse una ragazza, iniziai a provare una forte sensazione di gelosia.

Flirti con me mentre sei fidanzato?

Aspettati con ansia una sua risposta, che poco tempo dopo, arrivò.

È la mia ex. Non vuole lasciarmi stare
Ps. Stasera sei più bella del solito

Quando lessi il foglio, non potei fare a meno che sorridergli.

Dovrei fare un giro all'ospedale più spesso allora

Io mi misi a ridere, ma il suo sguardo diventò preoccupato e ansioso. La sua espressione era cambiata nel giro di pochi secondi.
Sentì il mio telefono vibrare. Era un suo messaggio.

Ospedale? Cos'è successo?

Mi misi sotto le coperte e gli risposi subito.

Ti ricordi che ho un cancro, vero? Comunque, il solito. Sangue nei polmoni. Per ora, niente di preoccupante.

Passammo tutta la notte a parlare al telefono attraverso i messaggi. Mi aveva parlato della sua ex pazza e io gli avevo confessato che non avevo neanche mai baciato nessuno. Mi disse che non ci poteva credere. Mi disse che ero talmente bella è che era impossibile non aver mai baciato nessuno.
Più parlavo con lui, più il mio cuore si alleggeriva.

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