Capitolo 8
Sapevo che c'era qualcosa di sbagliato, e quella cosa, si stava realizzando. Sapevo che sarebbe successo.
«Mamma!». Facevo fatica a respirare. Avevo dato due colpi di tosse macchiando i cuscini e le lenzuola di sangue.
«Respira tesoro, cerca di respirare». Era la voce di mia madre. «Daniel, dobbiamo portarla subito in ospedale. Accendi la macchina, io la porto giù. Chiama intanto anche Mary». La storia, si stava ripetendo, per la quinta o forse, sesta volta.
Non riuscivo a tenere gli occhi ben aperti. Sentivo solo una grandissima stanchezza su tutto il corpo.
«Amore... amore, stai sveglia mi raccomando». Sentivo mio padre scuotermi un po' la gamba. Ero sdraiata nei sedili posteriori dell'auto. Avevo un gran sonno. Volevo solo chiudere gli occhi e addormentarmi per sempre.
Nel giro di pochi minuti, mi ritrovai su una barella del pronto soccorso. Ero confusa, non riuscivo a ragionare a mente lucida, ma in qualche strano modo, capivo cosa stava succedendo intorno a me. Capivo, cosa mi stava succedendo.
«Credo che abbia del sangue nei polmoni».
«Portatela a fare una tac e poi decideremo cosa fare».
«Dopo la portiamo nel reparto di oncologia, ci vediamo lí».
Provai a parlare ma mi mancava il fiato. Ero stanca. Mi faceva male tutto. Stavo provando a rimanere vigile e sveglia, era questo quello che mi avevano insegnato in questi casi: cercare di non addormentarmi.
Ma poco qualche istante, vidi solo il buio più totale.
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