Capitolo 12

La vita a volte è strana. Ti può dare tutto e può togliertelo un attimo dopo. Un giorno ci sei e il giorno dopo non ci sei più.
Ci sono tante tempeste e uragani di pioggia da affrontare a volte, ma necessarie per farti crescere e capire cosa vuoi veramente, per arrivare alla fine a creare il tuo prezioso arcobaleno che ti tieni stretto stretto dentro al tuo cuore. Fino ad adesso, avevo visto tutta la vita come una perdita di tempo. Come un qualcosa che finisse il prima possibile. Speravo sempre che quel venticello colorato di bianco mi portasse in paradiso. Speravo di svegliarmi e di vedere quella luce bianca. Speravo sempre che dopo la morte ci sarebbe stato qualcosa di più bello, qualcosa di più magico. Invece, era arrivato il momento di cambiare prospettiva. Era arrivato il momento di cogliere l'attimo e di godersi ogni piccolo istante che mi rimaneva. Potrei morire domani, come potrei morire fra cento anni. Nessuno lo poteva sapere. Nessuno ne ha la certezza. Ma di una cosa ero diventata sicura; di essermi innamorata di un ragazzo che mi fa amare la vita. Che mi fa assaporare ogni momento come se fosse l'ultimo.
Mi dava la forza di combattere contro tutto ciò che l'Universo mi aveva mandato e che continuava a mandarmi. Mi dava l'appoggio e l'armatura per sconfiggere quel mostro che c'era dentro di me. Volevo mandarlo a fanculo e fargli capire che tanto, avrei vissuto lo stesso. Con o senza di lui. Che non mi avrebbe più tolto la felicità e la gioia di vivere che non ho avuto per praticamente quindici anni della mia vita.
Erano passati due mesi da quando io e Will avevamo deciso di combattere insieme. Mi aveva insegnato a lasciare andare le cose che non andavano più bene e di tenermi solo ciò che mi faceva felice. Mi aveva insegnato ad amare una persona. Mi aveva insegnato ad amare me stessa.
Lo guardavo dormire beatamente di fianco a me. La sua mano intrecciata alla mia mi faceva credere che alla fine della battaglia, avrei vinto io, nonostante tutto, avrei sempre vinto io.
La luce che entrava dalla finestra faceva risaltare ancora di più i suoi dettagli della pelle. Ogni suo piccolo particolare. Le sue lunghe e folte ciglia, le righe scavate sulle sue labbra carnose.
Non mi ero mai innamorata di nessuno, prima di lui. Non ero mai riuscita a dire quelle due paroline magiche che ogni persona vorrebbe sentirsi dire. Ma lui, mi dava la forza e il coraggio di fare qualsiasi cosa.
Mi avvicinai lentamente al suo orecchio.
«Ti amo», gli dissi sottovoce.

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