Tomorrow - Capitolo Nuovo 53-
Tornare dentro a queste mura mi crea una sensazione diversa.
Differente per molti motivi. Tanti, ma assolutamente mai troppi. Ciò che più mi attira in questo cambiamento è Lui, che mai avrei immaginato ancora al mio fianco. Saperlo nella nostra camera da letto, sdraiato , con il braccio al di sotto del cuscino, mentre lascia che il suo corpo nudo riposi dentro alle soffici lenzuola, mi fa tornare le farfalle nello stomaco, e qui, ora, siamo in tre a sentirle: "Avete ragione, la mamma si entusiasma troppo" sussurro all'ovale panciuto coperto solo da una camicia di Marni.
Giocherello con la tazzina del caffè massaggiandomi il ventre. I piedi nudi si appoggiano al pavimeto in legno, ed ogni mio passo è uno scricchiolio che si avvicina sempre più al nostro letto. La porta semichiusa mi regala la possibilità di guardarlo senza essere vista. E' sempre Lui, non è cambiato per niente. Rimane il Riccardo che mi ha promesso felicità, quello che mi giurava un'amore smisurato, senza confini.
La schiena possente si alza e si abbassa con precisione, con le spalle perfette che si allungano al di sotto del guanciale color del mare. Mi piego sopra alla porta coccolando la nostra passione dentro al mio corpo.
Dopo tutto questo tempo mi domando ancora cosa possa aver scatenato una tale frenesia dentro di Lui, per poter scegliere me. Ma, oramai, è solo un rimasuglio della vecchia Sofia che parla. Colei che non si sentiva abbastanza, ciò che invece sono.
La mia attenzione viene rapita , per un secondo, dal suo cellulare che vibra sul comò. Mi sporgo di qualche centimetro per leggere cosa ci sia scritto. Non dovrei ma suppongo che i segreti non debbano mai più esserci. Leggo le prime parole, sono del suo agente, credo anche che sia nuovo perché non è il vecchio nome che ricordavo. Sorrido mentre termino la lettura, tornando sul mio adone nudo.
Lentamente mi pongo al suo fianco, lasciando la mia tazza sopra al comodino che mi fa notare il cassetto semi aperto. Con la curiosità che mi ha da sempre contraddistinta, non esito a guardare all'interno. La mia voglia di sapere cosa abbia fatto dentro a questa casa, anche se l'inizio della sua permanenza risale a qualche giorno fa, mi fa scostare il pomello. Vedo dei foglietti ed un libro. Il mio.
"Arte del Cinquecento in Lombardia"
Perché è qui? Non ricordo nemmeno l'ultima volta che l'ho sfogliato. Apro la pagina, segnata sul lato da una piegatura voluta. Certe parti sono sottolineate, in altre invece un richiamo di calligrafia, molto simile a quella di Marni, mi fa corrucciare la fronte.
Riporta una frase in matita : " Portare Sofy" , con gli occhi seguo le parole che si allacciano all' evidenziatura sottostante, riferendosi ad un quadro Milanese, opera del giovane Merisi. Sfioro le lettere stampate con la punta delle dita, per poi tornare con le iridi sopra ai suoi capelli castani, contorno di due occhi brillanti, che mi stanno fissando.
" Ciao" sussurra sorridendo. Non ho il tempo di rispondere che le sue braccia già mi stanno stringendo. Si abbassa sopra al mio corpo salutando anche i due piccoli: " Ciao anche a voi".
Le labbra piene di Lui, si appoggiano sulla mia epidermide, scostando la camicia: " Come si sta lì dentro?" domanda con una voce che mai avevo udito. E' calda, dolce, con la sua sfumatura delicata, oserei dire paterna: " Spero bene. Stanotte mi hanno fatto sentire i loro mesi di vita" lo sguardo allarmato mi fa sorridere: " Tranquillo, è normale, mi è già capitato" rispondo per tranquillizzarlo ma non funziona:
" Ti è capitato quando eri sola?" mi pare di sentire il suo cuore agitarsi.
" Non ero da sola, prima sono stata dai miei poi da Lucia, e qui, negli ultimi giorni, li sentivo crescere" la sua mano mi scosta i capelli rossi dal volto. Non riesco a comprendere cosa stia passando nella sua mente.
" Io non so cosa dire Sofia. Mi sembra tutto così assurdo ma nello stesso tempo grandioso. E darei un braccio per tornare indietro e dirti tutto ciò che era capitato per quella dannata pubblicità, per esser poi con te in quelle notti. Mi credi?"
" Io desidero crederti, ma , ho il terrore che, come ogni volta, sapremo sempre distruggere ogni cosa. Cosa ci dà la sicurezza che alla prossima difficoltà, uno dei due non se ne andrà oppure se ricadremo nella mancanza di comunicazione la decisione di dividerci non esiterà a ritornare?"
"Credo che loro non ci faranno andare da nessuna parte, Sofi".
"Ciò che desidero è che la nostra unione non dipenda dai bambini. Io ti voglio ancora Riccardo, ti sento scorrere nelle vene oramai, sei una droga, lo sei sempre stato ma ho paura. Ieri, quando eri lì, fermo sulle tue gambe, mentre cercavi di capire perché tua moglie se ne stava con un pancione ed un uomo al lato, ho temuto che potessi arrecarti ribrezzo. Che ti facesse schifo il mio corpo ..."
" Ma come avrei potuto pensarlo. Io stavo morendo di gelosia, e so che può sembrare patetico, ma il mio amore, la mia vita, era tutto in riflesso di te, della donna che mi aveva cambiato, eri il mio atto di fedeltà, la passione verso una moglie. E quando ti ho vista, bella e non più mai, ho seriamente pensato di prendere quello stronzo e dirgli che se mai ti avesse fatta soffire, il mio pugno non gli sarebbe mancato. Tu non comprendi quanto sei importante, non lo hai mai capito Sofia, e poi, il tuo ventre, la tua gravidanza, ti avrei baciato immeditamente, ma c'era lui ed io non riuscivo a ragionare, me ne sono ndato sperando che anche tu mi raggiungessi. Tu Sofi, tu cosa provi per lui?""
Mi trema il labbro inferiore ma cerco di parlare: " Io ...." coraggio ragazza, è tuo marito : " Io credevo di provare qualcosa" le sua dita abbandonano il mio volto adagiandosi sopra alle lenzuola: " Lui mi è stato vicino, c'è stato quando avevo bisogno , sia per me che .... " respira con calma: " che per i nostri bimbi ..."
Le sue narici cercano aria, la mascella si chiude con una pacatezza senza pari, poi la riapre: " Mi sento male se penso che Lui ha visto crescere la tua pancia ed io no" si passa la mano nei capelli massaggiandosi il mento con la sua barba perfetta : "Hai fatto la prima ecografia con lui?" la voce è debole ora, ha paura della risposta: " No, con Lucia, è stato quel giorno che però, l'ho rivisto e mi sono lasciata andare. Poi ci siamo incontrati di nuovo, e da lì non abbiamo smesso di sentirci" non ho altro che verità, ma so bene che non potrò mai dirgli che Christian ha sentito per un po' suoi, i nostri gemelli.
" Tu invece? Ho visto le foto ..." chiudo le spalle come se dovessi ricevere un calcio in faccia. Le gote esplodono ma devo sapere.
" Un'uscita a quattro ed uno spiacevole inconveniente. Non ricordavo di essere stato con quella donna anni fa e nell'istante in cui mi ha fatto tenerezza, l'ho abbracciata, con il perfetto tempismo dei paparazzi. Ed il caos , da quel momento, è diventato totale. Non volevo usare tuo fratello come tramite ma non avevo appigli. E lui con me non mentiva. Sapevo di Christian, sapevo che uscivi con lui, ma non mi ha detto nulla della gravidanza" deglutisce smuovendo il suo corpo. Voglio credere alle sue parole, è il primo passo la fiducia, non devo temere.
Lo osservo ancora nei suoi contorni, non riesco a smettere, è di una bellezza straziante, bello come un tramonto, possente come una statua. Abbasso gli occhi arrossendo, fermandomi sul nuovo tatuaggio:" Credevo avessi coperto la S. Mai avrei immaginato il mio quadro sul tuo petto" il suo mento si piega, per poi tornare da me: " Sono pazzo di te, e la mia mancanza di ragione mi porta a questo" sorride baciandomi la guancia: " Cosa dobbiamo fare ora? Tu vuoi provarci?" chiede sperando che abbia una risposta: " Potrei sbagliare, le percentuali sono a mio sfavore, ma credo di amarti più della mia vita, non ho possibilità di tornare nuovamente felice senza mio marito" gonfia il torace portandosi con il peso sulle braccia, sforzando tutti i muscoli in tensione.
I bicipiti si riempiono quando si ferma sopra al mio corpo, a mezz'aria. Con la fronte sia appoggia alle mie labbra, per poi raggiungerle. Lambisce la mia bocca con delicatezza, finché non incontra la mia lingua. Gioca con essa , tornando poi sul mio collo. Scivola sulle clavicole, senza fermarsi, continuando la discesa sempre più pericolosa. Seguo i suoi movimenti, ritrovandomi a cavalcioni su di Lui, vedendolo nuovamente nei gesti che ricordavo. Riccardo mi alza un poco, finché ancora, come ieri notte, sono piena di mio marito.
Le dita sfilano la camicia che copriva i pochi centimetri di pelle, lasciandomi nuda. Seduta sopra alle sue gambe, vengo stretta nel suo abbraccio.
La mia testa sfiora i suoi capelli, ed il mio corpo rimane in balia del suo. Alza le mie natiche e con dolcezza mi fa comprendere che ogni parte di lui mi ama, mi rivuole e lo grida a squarcia gola per ogni spinta delicata: " Dimmi che domani sarai mia" piego il collo senza contenere il piacere; apro la bocca sentendolo nel profondo, sapendo anche che il messaggio sul cellulare gli faceva i complimenti per la vittoria della Champions ed anticipava che era stato selezionato come membro della nazionale italiana per gli europei. Lo bacio mentre gli sussurro l'amore: " Ovunque saremo domani, sarò tua".
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