Take Me Home - Capitolo 51-

Le transenne delimitano l'entrata, partendo dallo stradone principale che si dirama all'interno di un viale alberato.

Edifici intorno ricalcano i colori che l'estate a breve ci riproporrà sempre sotto ad una nuova luce.

Azzurro giallo celeste e poi porpora, la tonalità che mi ha da sempre rappresentata .

Il caos degli spettatori ingombra l'asfalto verso lo stadio che rimane, per ora, sullo sfondo. Gruppi di tifosi cantano l'inno della propria squadra tenendo tra le mani bottiglie di birra dalla provenienza svariata.

Bionde, Rosse, Inglesi, italiane o belga, l'importante è che contengano luppolo fermentato. Le alzano al cielo con voci possenti, sbandierando striscioni o sciarpe con i colori dettati dall' amore del cuore, marciando come soldati verso la meta.

Bianco e Blu per la LondonOne, Rosso e Giallo per il ManchesterUnited. Due squadre anglosassoni che si sfideranno nel tempio del calcio fiorentino , il quale pullula di vita questa sera.

L'aria è gonfia di odori, svariati profumi che si posso ricondurre a cibo, bevande, sogni e speranze. Camminiamo insieme al folto gruppo all'interno dell'area prestabilita.

Ho lo zaino sulle spalle, i jeans scelti ieri e la camicia con i fiori stampati che cade leggiadra sulle mie curve. Al mio fianco, Christian mantiene il passo senza interferire con i miei pensieri . Era emozionato quando l'ho chiamato per fargli sapere che avevo un biglietto in più .Ha accettato il mio invito senza riserve anche se non è del tutto a conoscenza della motivazione che mi ha spinta qui. Forse lo sospetta ma non mi ha dato nessun indizio a riguardo. Ma oggi noto  un atteggiamento differente da tutte le volte in cui l'ho visto.

È dubbioso e sento la sue ineluttabile inquietudine come ora riesco a percepire il Sole tramontare alle mie spalle.

Respiro e proseguo verso i controlli che rimangono fermi come una cortina di ferro, evitando di assillarmi con tutte queste ingarbugliate pressioni .

La polizia ha dispiegato forze notevoli per mantenere la calma e la sicurezza per questa speciale serata, disponendo guardie armate per tutto il perimetro.

Mi si smuove lo stomaco dentro a queste urla sentendo che la fine di qualcosa è oramai giunta.

Ho pensato a cosa dovrò fare una volta che la partita sarà terminata. Innanzitutto tenere la calma, sorridere e spiegare il motivo che mi ha spinta fino a Lui. Forse si arrabbierà, ma un pilastro saldo del mio comportamento dovrà essere la tranquillità e la caparbietà nel fargli comprendere le mie ragioni. Mi mordo le labbra procedendo con la fiumara di persone verso l'ingresso. Il mio accompagnatore rimane zitto al mio fianco, non pronuncia parola e ne comprendo il disagio ma ho già mille tamburi in testa per aggiungerne altri.

Mancano pochi metri quando la visione dello stadio si spalanca di fronte ai nostri occhi con le colonne in cemento che sorreggono delle gigantografie dei capitani.

Una delle due è di Riccardo. Fissa gli spettatori mentre si dirigono all'interno dello stadio.

Un bianco e nero perfetto nell'inquadratura che mi ricorda cosa significasse essere amati. Ha il solito sguardo carismatico ma fermo , con gli occhi che ti penetrano fino al midollo.

La mia mano scende sul  bacino involontariamente,  lambendolo con calma.

Bloccata nel marasma che continua a proseguire come un fiume, non riesco a togliergli gli occhi di dosso. Ha il magnetismo intrinseco nei lineamenti da uomo che definiscono un volto incantevole.

Cerco di non vagare nelle memorie ma inutilmente ci ricado ancora e quelle linee morbide mi ricordano il nostro bacio nel giorno del matrimonio ed il ballo che lo ha accompagnato. Sfiorava il mio inguine senza esitazione, portandomi alla pazzia che padroneggiava sulla mia pelle. Le mani viziose scendevano con esuberanza sui miei glutei definiti da un'abito che di vergine riportava solo il colore, ripetendo che quella era proprietà sua, che entro sera gli avrebbe amati come doveva. Non potevo resistere alle sue voglie e nemmeno lui conteneva la passione. Eravamo insieme e nulla importava se qualcuno ci avesse guardati. Mi baciava le mani bagnandosi le labbra sulla mia fede nuziale espirando mentre risaliva sul mio collo, pizzicandomi con la sua barba perfetta. Era passionale sopra al mio corpo e dentro alla mia bocca che chiedeva ancora di essere assaporata . Un'istante incommensurabile che sfuma nei miei desideri svanendo totalmente quando gli addetti ci chiedono i biglietti.
La realtà bussa alla mia porta insieme alle carte d'identità. Osservano prima me e poi Christian, chiedendoci di seguirli.

Ci guardiamo senza discutere , proseguendo alle spalle dell'uomo in divisa.  Camminiamo fino ad una seconda entrata dove un cartello con " Tribuna d'Onore" risplende sopra alle nostre teste. Respiro quando comprendo che la via d'accesso non è sbarrata, inserendo poi il nostro lasciapassare nella macchina automatica.

Christian mi scorta, aiutandomi con la pancia e lo zaino che iniziano a gravare sia davanti e sia dietro di me.

Le transenne si mobilitano facendo passare il mio corpo che esulta con quiete.

Sono dentro ed anche Riccardo si trova in questo luogo. L'idea mi crea un vuoto abissale.

All'interno tutto sembra ovattato. Il rumore, le grida , la tifoseria ed Io.

Quando Marni giocava nella Santersese, ricordo di aver visitato questo stadio, ma le immagini fotografiche impresse dentro al mio cuore sono lontane, dove ora tutto rimane distante, tranne le sensazioni che sento ancora vivere e battere nel mio petto. Stringo i denti per non lasciarmi andare ma mi perdo ancora dentro di Lui.

L'impulso irrefrenabile delle labbra taglienti e sensuali sopra di me, il soave richiamo che mi creava tensioni ed impulsi sul suo corpo. La sua mente brillante, le nostre serate sulla terrazza con la cupola del Brunelleschi sullo sfondo, la sua dichiarazione di protezione verso una ragazza che non aveva mai mostrato il proprio corpo nudo, anatomicamente lontano dalla perfezione, ma così vicino alla magnificenza con Lui al fianco. Sento un vuoto dentro di me farsi spazio, e tutto mi sembra assurdo adesso.

La mano di Christian sfiora la mia schiena poi mi bacia la tempia. Di scatto la mia spalla si alza con il collo che cerca della lontananza. Lui sbarra gli occhi non capendo, apro le labbra racimolando aria dalla bocca spaesata. Lo guardo per qualche secondo prima di tornare me stessa.

Riccardo mi fa ancora questo effetto?

Abbasso la nuca scusandomi, lui mi segue con lo sguardo chiedendomi se mi sento bene.

No, non mi ci sento.

Cerca di raggiungere il mio viso ma sono fissa sul cemento del pavimento. Tento di sopprimere questo istinto di paura che non era mio fino a qualche minuto fa. I miei pensieri sono pesanti, macigni che non trovano spalle abbastanza larghe per essere sorretti. Riccardo riesci a farmi sentire ancora sua.

Gli sorrido appena, cercando una tranquillità che non riesco a trovare. Proseguiamo senza fermarci ma ,nelle arcate della struttura architettonica, mi riaffiora nelle mente il David ed il suo suo sguardo carico e perso.

Riccardo sarà il mio Golia? Non ho fionde per difendermi, ne la forza su cui basarmi.

Ho solo due figli nel ventre ed un uomo che non è mio marito al fianco.

Sono andata oltre? Ancora cerca contatto con la mia pelle ma è un tormento il sottostare a questo suo volere che in realtà non desidero.

Il saper qui Marni mi ha procurato qualcosa, ha scatenato un senso di irrequietezza che stento a definire.

Non c'è il giusto peso e non sento di voler farmi vedere con Christian. Mi volto ed anche nel suo sguardo noto qualcosa di strano. Forse anche Lui si sta domandando perché si trova qui.

Nessuno dei due parla, siamo soli tra migliaia di persone.

Testardamente proseguo sugli scalini che affacciano direttamente sulle poltroncine in pelle. La mano in tormento sul ventre e le gambe che vanno.

Cerco il numero del biglietto trovando immediatamente i seggiolini. Ci stiamo posizionando quando  un addetto con tesserino ufficiale Uefa, ci sorride.

" Valli?" chiede a Christian.

" Valli" rispondo Io annuendo al richiamo del mio cognome.

"Seguitemi" esito nel muovermi.

Dove stiamo per andare? Nessuno scherzo, non potrei sopportarlo.

Christian appoggia le dita sulla mia schiena invitandomi  verso la gradinata, ma sono certa che questa mia risalita non porterà a nulla di buono, sarà più una discesa all'Inferno.

Il mio volto rimane sempre più in tensione ed il respiro non è più armonioso.

Chiedi dove ti sta portando.

La voce rotta mi fa balbettare: " Dobbiamo per forza seguirla?" lo pronuncio con così poca enfasi che l'uomo si volta  accennando un solo sì con il capo.

Mi passo le dita sugli occhi strofinandoli. Il mio cuore scalpita e l'agitazione mi degna della sua migliore attenzione. Apro di poco le labbra espirando, compiendo uno sforzo enorme per ogni scalino.

La mano destra si aggrappa alla ringhiera, l'altra agli amori che vivono dentro di me. Mi volto appena verso Christian che non sorride più come prima. E' palese che nessuno dei due dovrebbe trovarsi qui.

Il signore ci indica una porta, che, lentamente, si apre sopra ai nostri corpi. Raccolgo ogni forma d'energia possibile, varcando la soglia.

Potrei fuggire, potrei evitare la gogna.

La mia vista si apre nel salotto con giornalisti in giacca e cravatta, coronati da telecamere. Tutti sono indaffarati nel proprio ego, altri nel lavoro. Indietreggio di qualche centimetro, imprimendo il mio corpo incontro al muro. Christian resta al mio lato chiedendomi se ne sapevo qualcosa, scuoto la testa rispondendogli che non sono al corrente di nulla. Forse Carlo era stato invitato da Riccardo  in questo pre partita?

Certi uomini tengono tra le mani alcune cartelle con indicati degli elenchi, altri sistemano le riprese che puntano verso il campo esteriore. Rimango ferma per almeno due minuti, decidendo poi che lì non desidero rimanere un secondo di più.

Con ancora il mio zaino sulle spalle, tento di uscire dal salotto per recuperare dell'ossigeno ma tutto diventa confuso. Il sussurrare si fa più pressante, i gomiti iniziano a muoversi e le gambe si accalcano verso delle poltrone. Osservo la scena con ancora le dita che cullano il ventre, quando sento l'impronta della sua voce rispondere ad una domanda. Mi brucia il cuore nel timbro che amo.

Non voglio voltarmi, ho il terrore di mostrarmi, ho paura di tutto ciò che Lui significhi per questa ragazza persa in se stessa. Non ho più le parole per difendermi da lui.


O semplicemente Non ho più la faccia per farmi vedere.

Compio il passo più impegnativo della mia esistenza che si dipana dentro a movimenti lenti. La testa, le spalle, il seno, le gambe ed il ventre. Tutto è esposto, diretto verso ad un corpo che tempo fa è stato mio.

Riccardo parla con il cronista senza distogliere le sfumate iridi dal suo interlocutore. Ha indosso una tuta che delinea il fisico definito nella pietra. I muscoli delle gambe rimangono in tensione dentro ai legamenti sportivi che hanno sempre richiesto l'impeccabilità dal suo fisico. Ha la barba più corta e i capelli rasati sui lati. Il torace sembra ancora più imponente, fermo ma vibrante al tocco del suo battere.

Un passo indietro per scappare ancora all'inevitabile che ora si mostra in tutta la sua tensione.

Il mio movimento è impercettibile, ma il suo occhio è troppo allenato per non vedere una figura che cerca di andarsene.

Incrocio mio marito e tutto cade.

Alza le spalle spogliandomi con lo sguardo che troneggia sul mio imbarazzo ma purtroppo non ha nulla di amorevole. Gli occhi si muovono prima su di me, poi su Christian . Le narici di Marni si aprono e la bocca serra la mascella. La nuca si sposta verso il petto, mentre resta immobile ad ascoltare le altre domande. Chiude le dita stringendole in un pugno. Poi alza ancora le iridi immobilizzandosi sul mio ventre.

Cosa sta pensando? Cosa l'ho portato a pensare?

Le mie spalle si chiudono e i polmoni si gonfiano. Sento il sangue percorrere con abbondanza nelle mie vene che iniziano a pulsare.

"Scusate" pronuncia andandosene dal salotto. Guardo Christian prima di cercare, come Marni, l'uscita.

Le mie mani fanno pressione sulla maniglia, la porta si apre e tutta me stessa esce dal cubicolo che mi stava distruggendo. Il suo sguardo era atroce, sembrava che gli facesse ribrezzo il mio corpo.

Sono spaesata perché, anche se  non sapevo cosa aspettarmi ,di certo non immaginavo una sua repulsione.

Le mie gambe sono veloci ma una mano lo è di più. Il mio braccio viene trascinato in un corridoio antistante la tribuna. Riccardo mi posa sul cemento armato delle pareti e mi osserva senza fiatare. Il ventre si posa a pochi centimetri dal mio .Ha ancora i polpastrelli sopra alla mia pelle ma non resta niente sopra alle sue emozioni.

Non enuncia parola, non si muove, non chiede spiegazioni  , rimanendo con l'espressione di disapprovazione dipinta nelle linee. Piego il volto perché non avevo contemplato la possibilità che io gli arrecassi ribrezzo. Un brivido mi percorre la spina dorsale irradiandosi in tutto il corpo. Non osa parlare perché non c'è nulla da dire. Sto per lasciarmi andare quando lui riporta il mio volto nel suo toccandomi la guancia.

Toglie poi l'attenzione dal mio viso concentrandosi sul ventre. Alza la camicia a fiori esponendo la mie epidermide piena al vento di Giugno.
La grande mano che mi ha dato amore e piacere si posa sopra di me e sul suo volto resta solo un'espressione frastornata:

" E' mio?"domanda senza preamboli.

Arrossisco con il suo corpo teso sul mio inguine.

" Sono due e sono tuoi" sussurro eliminando tutta le tensione emotiva che mi stava solo schiaffeggiando.

Si passa la mano nei capelli come se stesse cercando di assemblare tutte le emozioni.

Deglutisce abbassandosi , inginocchiandosi davanti al mio grembo .

Lo sfiora con le labbra , baciandolo intensamente. Sento il calore che il suo corpo emana, tornare sulla mia pelle ancora una volta. Muoio dentro al suo gesto che gli appartiene da sempre.

Le sue dita lo toccano con cura, come a volerlo proteggere mentre gli occhi restano serrati al mio sguardo.

Immobile con ancora la schiena protesa verso il gelido muro, rimango in silenzio mentre mio marito comprende che diventerà padre di due gemelli.

" Da quanto?"

" Tre mesi"

Non risponde, non impreca e non ingiuria. Rimane nell'istante assoluto che contempla solo gioia.

" Sai cosa significa questo , Sofia?"

Lo chiede alzandosi, mettendosi di fronte alla mia mente carica di adrenalina .

" Che sono un disastro "

Sorride e tutto il Marni che mi è mancato, ritorna possente dentro al mio animo.

" Significa Nostro"

Il cuore si agita mentre le sue mani raggiungono le mie gote.

" Perché stai tremando ?"

" Perché so che non potrò dimenticare questo momento"

" Lo vuoi scordare?"

È deciso ma dolce nelle parole.

" No , ma quando ci penserò mi farà male"

Pronuncio con il suo viso che rilassa i contorni, avvicinandosi al mio.
Apre le labbra senza emettere suoni, mentre le dita mi accarezzano i capelli :

" Mi sei mancata ..."

Il suo naso si avvicina alla mia fronte respirando la mia essenza ed io non riesco a non farlo con la sua. Le labbra non rimango immobili  ma si posano sul mio collo che grida di voler sentire ancora cosa significhi la parola amore.

Prosegue nel suo disegno lasciando i segni bagnati del suo passaggio sulla mia pelle .

" Stai con Lui adesso?" sussurra al mio orecchio.

Chiudo le palpebre sentendolo vivere sopra alla mia tempia.

" Si" sposto lo sguardo per poi tornare nel suo.

I nostri occhi sono uno l'espressione dell'altro . Ma la mia ammissione non arresta niente in quest'uomo.

Afferra con vigore la mia nuca portando il mio viso sul suo, entrando come ogni volta, nella mia bocca. Mi abbandono non appena lo sento affondare dentro alla mia gola.

Assaggia la mia lingua danzando con essa , ricordandomi cosa significasse baciare Riccardo Marni.
Non indugia ed io non lo fermo perché se mi bloccassi ora non potrei più tornare nel desiderio di mio marito. M'incatena la logica penetrandomi con le sue iridi nocciola. Emetto un mugolio involontario quando le sue dita scivolano sopra al mio addome, per poi risalire .
Le mani tengono ferma la mia testa e Lui scatena la furia che ha celato in questo mese. Abbassa il collo continuando a leccare ciò che la mia bocca regala. Si spinge sempre più fino a farmelo desiderare completamente nudo mentre mi ama. La sua pelle calda e morbida intensifica qualcosa di unico e raro, il suo profumo mi inebria e mi travolge.

Il corpo si prostra sul mio facendomi comprendere che Lui mi desidera ancora. Il suo inguine scalpita ed il mio non chiede altro. Lo sento premere e la ragione abbandona un corpo già in combustione. Continua con la sua lingua che lambisce la mia carne, assaggia ed affonda di nuovo nella mia bocca.

Mi strappa l'aria ma ora non ne vorrei altra.


Ciao Ragazze,

Ho bisogno di Voi.

Dopo avervi regalato le emozioni della storia d'amore tra Riccardo&Sofia mi servirebbe sapere se acquistereste un ipotetico libro cartaceo/eBook. E' solo una statistica , attualmente non c'è in commercio ma, appunto per questo, vorrei avere un'idea a riguardo .

Siate oneste e anche brutali .

Scrivete si o no nei commenti.

Grazie a tutte Voi.

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