Francesi e rapimenti

La nostra prima partita dei mondiali sarebbe stata contro la Francia, una squadra non troppo forte ma impossibile da sottovalutare: un minimo di distrazione e la partita andava a fumo e fuoco. Avrebbe giocato solo la Azul Dragon, perché il mister Cagliari (nomi a random) si fidava solo di noi. Grande amico! Dopo il riscaldamento, Matteo ci aveva fatto un discorso d'incoraggiamento... e poi la partita era iniziata. Dopo il primo calcio la palla era passata immediatamente ai francesi, che avevano tirato da metà campo. Manuel non aveva usato super tecniche per parare quel tiro troppo lontano, ma avevo visto la fatica dipinta sul suo volto. Se il tiro fosse stato più vicino... Ok, dovevamo assolutamente vincere!
La partita era finita con un 3 a 1 per noi. Metà della mia squadra era a terra, stremata, e riprendevamo il fiato. Gli unici in piedi eravamo io e Paolo: forza dei fratelli Bianchi! Eravamo abituati a questo è ad altro; i francesi si erano scoraggiati subito dopo il primo goal ma, quando mancava pochissimo alla fine della partita, erano riusciti a mettere in rete almeno un goal. Avevano salvato un po' si dignità, almeno! Mentre uscivamo dal campo, io e Paolo ci eravamo battuti il cinque, contenti e soddisfatti di quella prima partita. Avevamo vinto alla grande! Ma, mentre festeggiavamo, un'ombra aveva coperto il cielo. Alzando lo sguardo avevo visto delle nubi nere e minacciose, che prendevano il sopravvento sul limpido cielo estivo. Una strana astronave che brillava di viola era scesa dal cielo, mentre sul campo si materializzava uno strano ragazzo: aveva i capelli neri, corti, e un paio di occhi glaciali. Ma ciò che mi gelava sul posto era la sua espressione: fredda, maligna, indifferente ma, allo stesso tempo, interessata a qualcosa. Guardava il campo, indagando su ogni giocatore... ehm, dimenticavo: io e Paolo eravamo stati trascinati via da due ragazzi molto strani, che non riuscivamo a vedere a causa dell'ombra. Ormai il nostro amico materializzato sembrava essersi arreso, ma...

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