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"Last"

Era una giornata nebbiosa, tra il 10 e il 19 dicembre, credo. Aveva nevicato. Jade era seduta sotto il loggione, aveva una mano appoggiata sul mento e guardava il giardino innevato con sguardo assente. Non era stata una brutta giornata, ma in qualche modo si sentiva a terra. Non capiva perché. Aveva saltato scuola per la neve, e forse era un po' stanca di stare a casa. Non perché le mancasse la scuola, ma perché era da una settimana che era barricata in casa e non vedeva Jordan, Shawn e tutte le altre da quasi una settimana. Le mancavano un sacco, soprattutto le ragazze. E sapeva che, iniziate le vacanze, le avrebbe viste ancora meno. Sospirò annoiata e guardò di nuovo il telefono: nessuna notifica. Almeno, Nathan, poteva prendere il motorino e sgattaiolare fino da Mark senza che i loro genitori venissero a saperlo. "Devo studiare, e poi non mi va di uscire", gli aveva detto, però. Jade sbuffò di nuovo. Sperava, si, in un messaggio di Paolo (magari non era andato a scuola anche lui) ma non aveva più il coraggio di guardare il telefono. Chissà se in Italia stava nevicando. Chissà se anche lui stava pensando a lei. Chissà se provava la stessa tristezza a sapere che probabilmente non si sarebbero rivisti prima di capodanno. Chissà se sapeva come si sentiva lei. Un fulmine squarciò il cielo a metà, un tuono accompagnò il bagliore con un improvvisa pioggia. Sentì sua madre intimarle di entrare, ma Jade non l'ascoltò e tese una mano fuori per far si che le gocce le bagnassero le dita. Ding. Una notifica. Jade rabbrividì ma attese una seconda notifica. Ding, Ding. Fa che sia Paolo, fa che sia Paolo. Era Jordan.

«Vieni con me, Shawn, Axel e Xav alla pista di pattinaggio, martedì
«In piazza alle 15.»
«Verrà anche Paolo

Jade mugugnò qualcosa, non sapeva cosa rispondere. I suoi non l'avrebbero mai portata, e non sapeva pattinare. Ma ci sarebbe andato anche Paolo, ciò voleva dire che sarebbe tornato prima di Capodanno! Si alzò con uno scattò e fece del suo meglio per mantenere l'equilibrio sulle gambe indolenzite. Si asciugò la mano bagnata sulla felpa sfatta ed entrò in casa chiudendo il portone dietro di sé.

«Mamma, posso andare a pattinare, martedì?»

Sua madre era in cucina, ai fornelli. Aveva i capelli turchesi a caschetto tenuti fermi con una molletta e controllava con entusiasmo una pentola dal contenuto indistinto.

«Abbiamo riunioni su riunioni, la prossima settimana, Jade. Chiedi a tuo fratello.»

Jade si morse un labbro, grattandosi la nuca e voltandosi verso lo studio, dove Nathan era immerso nei meandri della letteratura inglese.

«Nathan, mi accompagni in piazza, martedì alle tre?»

«No.»

«Ti prego! »

«No! Vengono Mark, Caleb e Jude a giocare alla play.»

«Come siete noiosi!»

Sbottò lei, chiudendo la porta della studio e rispondendo a Jordan, mentre si sedeva sul divano.

«Non mi possono portare.»

La risposta di Jordan non tardò più di tre minuti.

«Paolo si è offerto di venire a prenderti, con la moto di sua sorella. Quindi ci vediamo martedì.»

Jordan uscì dalla chat. Porca. Di quella. Puttana. Jade saltò giù dal divano e, urlando per... non so, la sorpresa? L'entusiasmo? Il terrore? Fatto sta che corse fino alla sua camera ancora gridando senza vergogna. Nathan entrò nella sua stanza decisamente preoccupato, e quando la vide staltellare per la stanza, tirandosi i capelli ed alternando risate a pianti, cominciò a capire cosa stava succedendo.

«Ti ha chiesto di uscire.»

«Sì! Cioè, no! Insomma, non direttamente, ecco.»

Nathan fece una smorfia divertita ed alzò gli occhi al cielo. Jade si tranquillizzò e si spiegò meglio:

«Nel senso, viene a prendermi e andiamo a pattinare insieme a Jo, Xav, Shawn e Axel.»

«Ma non te lo ha detto lui che ti viene a prendere?»

«Beh, no.»

Nathan inarcò un sopracciglio e gli fece cenno di rimanere in silenzio. Tirò fuori il telefono e digito un numero. Se lo portò all'orecchio.

«Ehi, si, ciao. Volevo chiederti, tu martedì vai a pattinare? Si, per questo te l'ho chiesto. Uhm, okay. Che carini. Va bene, non sporcate in giro. Ti voglio bene anche io, bro, ciao.»

Chiuse la telefonata e guardò Jade, che sembrava abbastanza confusa riguardo a quell'improvviso stacco.

«Era Axel. Mi ha spiegato come funzionerà martedì pomeriggio, più o meno. Quindi, si, ha proposto Paolo tutta questa cosa. A quanto pare.»

Jade sgranò gli occhi, paralizzata.

Porca. Di quella. Puttana.

Martedì erano ancora a casa da scuola. Jade era terrorizzata da tutta quella neve, perché temeva che le ruote del motore potessero scivolare sulla strada come burro. Ma quando vide Paolo seduto sulla moto, come in quei film americani, compreso il sole come sfondo e i capelli al vento, si convinse che sarebbe andato tutto bene. Si salutarono con un abbraccio, Jade era felicissima di rivederlo, e Paolo non era da meno. Quando si furono scambiati qualche parola, Jade salì sulla moto, stringendo le braccia al suo busto. Si, fu abbastanza imbarazzante, ma arrivati alla pista stavano ridendo tranquillamente ed il ghiaccio (ahahahaha, che battuta di merda, scusate, mi è scappata) era completamente rotto.

«Ragazzi! Siamo qui!»

Jordan urlava nella loro direzione, ma Jade e Paolo erano talmente presi dalla loro futile conversazione, che lo notarono solo quando si avvicinarono abbastanza da udire anche i discorsi degli altri quattro. Jordan li prese un po' in giro, alludendo al fatto che non si erano accorti dei loro richiami, poi, tutti insieme, entrarono nell'edificio. Jade scoprì presto che Paolo aveva un buono per ciascuno, e fu meravigliata quando, entrando, si ritrovò in mezzo ad una splendida lastra di di ghiaccio lucido. Paolo stava già andando a passo spedito, ma Jade, traballante, si aggrappò al suo braccio quasi completamente terrorizzata. Paolo le sorrise divertito:

«Non sai pattinare?»

«Non ho mai imparato! Nathan odia il ghiaccio, e Shawn non mi ha mai invitato da lui all'Alpine! Non ne ho mai avuto l'opportunità.»

Paolo strinse a sua volta il braccio di Jade e l'aiutò a rimettersi in piedi, poi le mise una mano sul fianco, per farle mantenere l'equilibrio.

«Vorrà dire che sarò io ad insegnarti.»

«Secondo me entro stasera.»

Affermò Shawn, tenendo la mano ad un insicuro (strano ma vero) Axel alle prese con i pattini.

«Per me lo ha già fatto.»

Disse invece Xavier, pattinando con grazia e tranquillità al fianco di Jordan, mentre questo scuoteva la testa, in disaccordo.

«Nah, Paolo è molto meno sicuro di quanto sembri. Non lo farà prima di Natale.»

«Forse dovremmo incentivarlo un po'. Andiamo a prendere una cioccolat-»

Bonk. Axel non terminò la frase, poiché perse la presa su Shawn e scivolò in avanti, sbattendo il naso sulla pista gelida.

«Tu e il ghiaccio siete due poli opposti.»

«Ma davvero, Shawn? Chissà perché mi chiamando "il bomber di fuoco". »

Shawn rise e lo aiutò a rimettersi in piedi, lanciando occhiate verso il centro pista, dove Paolo faceva di tutto perché Jade non finisse addosso ad ogni passante. Ciondolò la mano nella loro direzione, facendo in modo che li notassero. Jade guardò nella loro direzione e, aggrappandosi alle spalle di Paolo, gli disse di raggiungerli.

«Andiamo a prendere una cioccolata, vi va?»

«Si, decisamente, sto congelando.»

«Quante volte sei caduta per terra?»

«Almeno la metà di quante volte sarei caduta senza qualcuno di fianco.»

Paolo arrossì, Jordan quasi non urlò dalla frustrazione nel notare che Jade non se n'era minimamente accorta.
Andarono in un bar di fianco alla pista e ordinarono cinque cioccolate ed un gelato.

«Un gelato. Hai preso un gelato. Siamo in inverno!»

«Ho caldo.»

«Scherzi? Fanno -3°!»

«Appunto! Non fa così freddo! »

Mentre Axel e Shawn battibeccavano e Jordan e Xavier chiacchieravano sotto voce scambiandosi sdolcinate effusioni d'amore, Paolo e Jade stavano parlando del loro argomento preferito: il cibo italiano.

«Non ho mai pensato al mio cibo preferito, anche se la pizza ospita un posto speciale nel mio cuore. Eppure la carbonara la mangerei ad ogni ora del giorno.»

Jade era d'accordo, ma disse che preferiva il dolce, e nel mentre finiva la sua cioccolata. Passò diverso tempo prima che tutti insieme decidessero di uscire dal locale. Paolo e Jade erano ancora troppo presi l'uno dall'altra per rendersi conto degli sguardi eloquenti che si scambiavano le altre coppie, e così, quando uscirono, si ritrovarono bloccati sulla porta. Xavier e Jordan davanti a loro e Shawn ed Axel dietro. Jade guardò Paolo confusa e Paolo fece lo stesso.

«Ragazzi, siamo in mezzo, dobbia-»

Jordan lo interruppe ed indicò il cielo con un dito.

Paolo e Jade alzarono lo sguardo all'unisono ed entrambi avvamparono.

Vischio.

«È la tradizione.»

Osservò Paolo, tornando a guardare Jade con un sorriso di sbieco.

Jade sorrise timidamente, nascondendo il viso tra le mani. Mentre le altre coppie si battevano dei cinque vittoriosi, Paolo le tolse le mani dal viso e la baciò.






















Non starò qui a dirvi quanto sono felice e triste insieme, perché non riuscirei a contenermi e il flusso di parole occuperebbe metà del capitolo.
Non starò qui a taggare tutte voi, che avete votato e letto le mie storie, perché sono certa che dimenticherei qualcuno.
Ma sapete, non è un addio. È, anzi, l'inizio della raccolta 2. Una raccolta un po' particolare. Perché? Mh, credo che non ve lo dirò.

A presto, e leggete su Instagram il post, perché sarà che posterò la nuova copertina.

Scusate, mi sento un sacco una di quelle youtuber che fanno video make up ahaha.

Mi sto perdendo, UPS, vabbe, spero che come ultimo capitolo vi sia piaciuto, anche se un po' diverso, e ricordate che vi aspetto sul mio profilo.

Pace amore e Yaoi a tutti.

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