35)¶Munetaku¶
Richiesta da AmiraBiena❤
(Il remake. Wa! Non ci contavate più, eh? Sorpresa! Purtoppo non posso cancellare le stelline e l'unica sarebbe riscriverla in un altro capitolo ma la cosa mi scoccia altamente quindi al massimo togliete voi il voto, ciah)
Otp
"Day"
«Mamma, perché tu e papà vi siete sposati?»
Carmela aveva abbandonato la calcolatrice sul tavolo, rivolgendo tutta la sua attenzione al figlio. Era una donna sofisticata, dal sorriso contenuto ma affabile e un elegante trucco applicato sugli occhi. Non era di una bellezza abbagliante, ma la sua presenza era molto interessante e si notava a chilometri di distanza. Molti si chiedevano perché si fosse sposata con un uomo molto meno interessante di lei come Fernando di Rigo.
«Perché ci vogliamo tanto bene, Riccardo.»
Gli rispose la madre, rivolgendo un sorriso colmo d'affetto all'uomo seduto nello studio, davanti al portatile.
Riccardo era tornato al suo disegno, colorando di rosso il prato fiorito. Carmela, sicura di aver terminato di rispondere alle domande del bambino, era tornata ai suoi conti.
«Mamma?»
Chiese di nuovo Riccardo. Questa volta, Carmela non si mosse ma annuì, per spiegargli che lo stava ascoltando.
«Anche io mi sposerò?»
Carmela rise e rispose:
«Perché no!? Hai ancora tanto tempo, Riccardo.»
Carmela terminò il lavoro e rivolse un sorriso al suo bambino. Vedendo però che si era fatto serio, domandò, preoccupata, se andasse tutto bene:
«Mamma... Ma io voglio già tanto bene a qualcuno. Vuol dire che lo sposerò?»
Carmela, tranquillizzandosi immediatamente, gli sorrise e si sedette di fianco a lui, mettendo via i moduli del lavoro.
«Chi è, tesoro? È per caso Sky, quella bimba così carina che abita qui di fronte?»
Riccardo aveva riso allegramente, come se la madre avesse detto una battuta, e poi aveva risposto:
«Ma no, mamma! Ê troppo piccola!»
Carmela aveva continuato a sparare nomi delle bimbe che erano in classe con lui, ma ad ogni nome Riccardo rideva e scuoteva la testa. Finché Carmela non si stufò:
«Oh, suvvia, Riccardo! Puoi dirmi a chi vuoi tanto bene?»
«Ma come "chi", mamma!»
Le aveva detto Riccardo con fare ovvio:
«Al mio amico Terry!»
Lo sguardo di Carmela si era lievemente indurito riflettendo su come dirglielo. Optò per un modo tranquillo e scherzoso, così da allontanarlo da quel mondo a suo dire "strano":
«Ma no! Terry è un tuo amico, certo che gli vuoi bene. Ma io e papà ci vogliamo molto più bene!»
«Ma io voglio tantissimo bene a Terry!»
Carmela aveva sospirato e gli aveva scompigliato i capelli:
«Un giorno capirai, tesoro.»
Riccardo allontanò il ricordo, ricongiungendosi al presente. Non sapeva per quale motivo fosse tornato a quel ricordo proprio quel giorno. Ormai, i suoi genitori lo sapevano da mesi. Terry, vedendolo rigido, lasciò il cambio e gli cercò la mano, stringendola nella sua per tranquillizzarlo. Ma Riccardo non era impaurito: era terrorizzato.
«Terry, sei sicuro che non avranno nulla in contrario?»
Era la settima volta, quella settimana, che Riccardo gli faceva quella domanda. Da una parte, però, poteva dirsi scusato: durante la lunga durata della loro amicizia, Terry si era sempre preoccupato che nel caso Riccardo fosse arrivato a casa sua, i suoi genitori fossero fuori casa. E qui Riccardo temeva che fosse perché erano contro gli omosessuali. Dall'altra parte, Terry gli aveva assicurato diverse volte che lo avrebbero adorato. Riccardo, però, era comunque intimidito: non sapeva neanche i loro nomi! E Terry non aveva intenzione di dirglielo.
Riccardo guardò fuori dalla finestra, dove il paesaggio sembrava non mutare mai. L'unica cosa che voleva, era che Terry avesse ragione e fosse d'accordo sulla loro relazione. Ma in caso contrario? Cosa avrebbero fatto? Non si sarebbero certo lasciati!
«Riccardo, rilassati... Ti adoreranno forse più di quanto già non faccia io.»
«Allora non si sprecheranno.»
Scherzò, Riccardo, per allontanare la tensione. Terry non rise, ma si portò alle labbra la mano di Riccardo, ancora stretta nella sua, baciandone il dorso senza più allontanarla.
«Senti, se non vuoi credermi, almeno ricorda che non importa come reagiranno. Io ti amo e rimarremo insieme in ogni caso. »
Riccardo sorrise, consapevole di tutto ciò ma comunque felicissimo di sentirselo dire e gli baciò una guancia. Quasi causando un incidente. Riccardo tornò al suo posto e ridacchiò, mentre Terry si scusava a gesti con il tipo al suo fianco che suonava il clacson.
Terry parcheggiò, Riccardo sentì l'ansia salire ma non disse nulla ed uscì dall'auto: la casa era come la ricordava. Non era cambiato nulla, dai fiori piantati nell'aiuola alle tende del salotto. Il che fece pensare a Riccardo se quel giorno avrebbe cambiato qualcosa anche lì. Terry suonò il campanello e Riccardo trattenne il fiato mentre la porta si apriva lentamente, creando una tensione a dir poco ingiustificata.
E questa, signore, è la storia di come Riccardo conobbe i genitori gay del suo ragazzo.
P.S. -5
Madò quanto mi sento importante ahahahah.
No, okay, scusate, sono seria.
Cioè, no, ma è una battuta vecchia e non la ripeterò.
Comunque.
Scrivete tante richieste perchè *rullo di tamburi* ora le ho finite! *si inchina, raccoglie i fiori da terra* grazie grazie, davvero, non me la aspettavo neppure io.
Quindi niente.
Ciah
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