⁴Percy Jackson
Izumi e Maya, la mia OC e quella della mia Kohai Lucychan109🌈
Mayumi
Quando era arrivata al campo mezzosangue per la prima volta, Marika si era sentita estremamente a disagio: centinaia di semidei grandi e piccoli che entravano ed uscivano da case mastodontiche e combattevano (combattevano!) tra di loro con armi vere.
Ma poi, subito dopo che il suo satiro aveva accompagnato lei e Byron alla casa di Hermes, uno scoppio di fumo nero li aveva fatti entrambi voltare verso la casa lì affianco: quella di Nemesi.
Pochi secondi dopo due ragazzi uscirono tossendo e sputacchiando fumo: e fu così che Marika incontrò Jade.
Entrambe erano estroverse a modo loro, ma per Marika era più difficile stare simpatica a tutti. Forse perché non le interessava più di tanto.
Ad ogni modo, nonostante entrambe avessero altri amici, ogni qualvolta trovavano tempo rimanevano solo loro due. E Marika amava quei momenti. Ben presto si rese conto che l'affetto che provava per lei non era come quello per Neve. Con Neve scherzava e rideva, nonostante la timidezza dell'altra, e non sentiva quella strana sensazione di imbarazzo quando si guardavano per più di pochi secondi.
-Ma lei è fissata con il figlio di Apollo. Paolo, o qualcosa del genere.-
Concluse Marika, senza smettere di camminare avanti ed indietro. La figlia di Ade, seduta sul letto della sua cabina a gambe incrociate, non sapeva che cosa dire.
-Di certo sareste una bella coppia.-
Sussurrò poi, timorosa di dire qualcosa di troppo. Marika alzò gli occhi al cielo, girandosi di scatto: i suoi capelli si mossero come una frusta e Neve se li vide ad un palmo dal naso.
-Non dirlo solo per farmi un piacere!-
-Non è per questo!-
Ribatté Neve debolmente, abbassando lo sguardo:
-Se non sbaglio era molto giù di morale quando Afrodite ti ha riconosciuto, no?-
Marika inclinò la testa di lato:
-Si ma che c'entra?-
-Afrodite è dall'altro lato del campo, rispetto alla cabina di Nemesi!-
Continuò Neve, cercando di convincere l'amica. Marika capiva dove volesse arrivare, ma non credeva ci fosse un qualche collegamento.
-Non c'entra niente!-
-E se avesse avuto paura che non riuscite più a vedervi?-
Marika ci pensò per un attimo: voleva con tutta se stessa che fosse così. Sarebbe stato splendido, sì, ma Jade lo avrebbe fatto con chiunque altra sua amica.
-Avrebbe avuto la stessa reazione con tutti.-
Neve inarcò lievemente un sopracciglio, ma decise di non dire altro. Alla fine, Marika si decise a sedersi compostamente sul letto accanto a lei. Neve capì che non doveva essere proprio al settimo cielo, e decise di chiederle dove si trovava Jade in quel momento:
-Credo sia nella sua cabina, con Paolo. A quanto ho sentito, lui partirà domattina per un'impresa.-
-E tu che ci fai qui?-
Marika si voltò, confusa e scioccata, verso Neve:
-Felice che tu apprezzi la mia compagnia!-
Neve ridacchiò e scosse la testa:
-No... Voglio dire, che aspetti ad andare da lei? Avrà bisogno di una spalla su cui appoggiarsi. Sai bene quanto tenga a lui, no?-
Marika abbassò lo sguardo, ma alla fine decise di andare. Non poteva sprecare tutte le fantasie mentali di Neve senza fare nulla, no? Marika si alzò:
-Allora vado. Ci vediamo a cena?-
Neve alzò le spalle:
-Se mi viene fare. E quando saranno andati tutti via.-
Marika alzò gli occhi al cielo, ma annuì.
•
Le ci volevano diversi minuti per arrivare alla cabina di Nemesi, ma così ebbe tempo di rendersi conto di ciò che stava per fare. Sentiva il cuore battere velocemente, i palmi sudare, e sapeva di avere tutto il trucco rovinato! Ma che cosa stava facendo? Marika si fermò a metà strada, ormai poco convinta di poter proseguire. "E se Paolo fosse in camera con lei? E se non volesse vederla? Insomma, se io fossi in un momento difficile la faccia di quello è l'ultima cosa che vorrei vedere ma... Jade?" Jade avrebbe di certo preferito lui. Marika abbassò lo sguardo, pronta per tornare sui suoi passi quando vide Nathan uscire dalla cabina di Nemesi chiudendosi dietro la porta. Avrebbe potuto chiedere a lui! Magari era ancora in tempo o... No, che cosa andava a pensare? "Basta con le pippe mentali, Marika, e vattene da qui."
-Ehi! Marika!-
Nathan la chiamò prima che la bionda potesse fare una scelta veloce e, in un attimo, Marika si ritrovò nella morsa del figlio di Nemesi:
-Senti... Hai visto Jade? Non la trovo da nessuna parte! Ho chiesto anche a Paolo ma non la vede da questa mattina.-
A Marika non servì altro, per capire dove doveva andare.
•
Jade, della coppia, era sempre stata quella più fragile. Quella che non sapeva mentire bene, quella che veniva ferita più facilmente. Marika l'aveva già vista piangere, e sapeva dove andava in certi momenti.
Dietro alla cabina di Demetra c'era un grandissimo orto, vasto più di tutto il campo, e in fondo ad esso c'erano una decina d'alberi ammucchiati, che circondavano una piccola radura fornita di ombra, ruscello, e tronchi su cui sedersi. Lei e Marika l'avevano scoperto per caso, e nessuna delle due permetteva ai propri amici di avvicinarvisi: era il loro posto.
E infatti, Jade era lì. Seduta su un tronco, con le gambe strette al petto, ma non piangeva.
Quando Marika giunse alla radura, attese che Jade si accorgesse di lei, ma la figlia di Nemesi era completamente persa nei suoi pensieri. Marika avrebbe dato qualsiasi cosa per sapere a cosa stesse pensando. Ma Jade rimase silenziosa in quella posizione, lo sguardo fisso e gli occhi vacui ed immobili. Marika si decise a fare un passo avanti:
-Jay?-
Jade sobbalzò e mosse un po' il capo verso di lei. Fece un piccolo sorriso, probabilmente forzato, e si spostò un po' a lato del tronco, per farle posto:
-Ciao, Marika...-
Per la prima volta dopo tanto tempo, Marika si sentiva in completo imbarazzo: dopo aver confessato a Neve come si sentiva quando era con Jade, per Marika risultava difficile fingere il contrario. Jade, vedendo che non le si avvicinava, si strinse ancora di più nelle ginocchia:
-E così... Nathan te lo ha detto, eh? Non mi sorprende che non voglia deserti qui...-
Sussurrò con un fil di voce. Marika fece un passo avanti, confusa. Sentiva come uno strano presentimento, e aveva paura di sapere di cosa si trattasse:
-Che cosa, Jade?-
Domandò, comunque. Jade deglutì, il suo viso e i suoi occhi non si erano ancora mossi, ma ora poteva percepire la sua tristezza. E faceva male anche a lei.
-Jay?-
-È già da anni che lo so.-
Disse Jade, sciogliendo la presa sulle gambe e stendendole davanti a sé. Non aveva il coraggio di guardarla negli occhi, così fu Marika ad avvicinarsi.
-Nathan ti ha detto che Paolo partirà per un impresa, giusto?-
Domandò Jade, e finalmente si voltò verso di lei. Come scottata, Marika si ritrasse un po'. Se ne pentì subito, quando vide lo sguardo distrutto di Jade, e cercò di recuperare, avvicinandosi e rispondendo alla sua domanda:
-Si, me lo ha detto. È molto pericolosa?-
Ma dov'era finita la Marika strafottente di sempre? Com'era possibile che si sentisse così debole e impotente di fronte a lei? E perché le faceva così male sapere che Jade le voleva parlare di Paolo?
-Molto, a quanto ne so. Ma non è questo il punto. Mi ha detto che gli piaccio.-
Continuò Jade, e Marika sentì il cuore sprofondare: era arrivata tardi, non aveva più alcuno possibilità. Deglutì a forza e cercò qualcosa di intelligente da dire ma tutto ciò che le uscì fu:
-Ah.-
Solo quando Jade si portò le braccia al petto si rese conto che aveva iniziato a piangere e, presa in contro piede e preoccupata come non mai, le corse vicino e la abbracciò. Jade la lasciò fare:
-È stato orribile, Marika! Vederlo così deluso! Non-non volevo che andasse così!-
Ora Marika era molto confusa, oltre che distrutta, delusa e preoccupata:
-...di che stai parlando? Paolo ti piace da una vita!-
Jade alzò lo sguardo per guardarla negli occhi, e forse solo allora si rese conto che Marika non sapeva nulla al riguardo. Forse non era il momento più adatto, ma Marika pensò che i suoi occhi fossero ancora più belli bagnati di lacrime. Trattenendo un piccolo singhiozzo, Jade piantò i suoi occhi in quelli di Marika:
-Non mi è mai piaciuto davvero Paolo, ma tu. Da sempre, Marika.-
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