³Percy Jackson
Dalla fantasia di Jupiter013
scusa il ritardo, spero di non deludere le tu aspettative, ma personalmente mi piace molto questa trama.
Ranmasa²
Non ricordava bene cosa fosse successo. Sentiva come un'eco nella testa, una voce che si scusava per qualcosa. Quella voce l'aveva già sentita, Gabi se ne ricordava. Ma chi era? Ecco, quello era un problema. Non ricordava cosa era successo. Ma una cosa la sapeva: era morto. Sentiva una fitta al collo, quindi doveva essere stata una morte molto dolorosa, tipo decapitazione. Ma ora non sentiva male, ne ricordava quel possibile dolore. Si guardava attorno, e vedeva solo campi di erba infiniti, un colore spento che si estendeva per sempre. Era quella la sua casa, per il resto della morte.
Riccardo non riuscì a reagire. Avevano sconfitto quel mostro, si erano salvati quasi tutti. Esatto, quasi. Gabi, Terry. Dov'erano Gabi e Terry? Afferrò lo spartito e lo strappò a metà, ritrasformandolo nelle due fruste di bronzo e osservò con attenzione e preoccupazione tutti i figli di Atena e Demetra che si rialzavano a fatica e tutti i figli di Apollo che curavano i feriti da una parte. Non era stata una battaglia particolarmente dura, ma nonostante il numero si erano ritrovati in svantaggio. Guardando i figli di Apollo, non notò i codini rosa del suo migliore amico, e ciò bastò a fargli pensare al peggio. Si mise a correre, preso dall'ansia che Terry o Gabi, o tutti e due fossero ancora in pericolo. Il campo di battaglia si estendeva per tutto l'edificio abbandonato. Li avrebbe trovati di certo.
L'erba era piacevole quando la sfiorava con i piedi. Si muoveva al ritmo del vento, insieme ai suoi capelli sciolti. Erano molto lunghi, per essere di un maschio. Chissà perchè non li aveva mai tagliati. Aveva iniziato a camminare da tempo ormai. Per quanto ne sapeva, poteva anche star camminando da anni. Si guardava attorno, ma non con curiosità. Gli sembrava di non avere nulla di meglio da fare. C'erano altre persone, sparse per il campo. Si ignoravano e guardavano in basso. Gabi avrebbe tanto voluto fare come loro, ma non riusciva ad abbassare lo sguardo.
Grazie agli dei, Terry era a pochi metri dall'uscita, con un taglio sulla guancia e diversi lividi e ferite minori sparse per il torace. Almeno stava bene- Riccardo lo abbracciò con sollievo e Terry trattenne un gemito quando premette sul petto coperto di ferite. Finalmente si parlarono e sorrisero. Riccardo sentì un peso levarglisi dal petto. Terry stava bene. Ma Gabi? "E' stato un'errore portarlo qui?", domandò Riccardo, aiutando il suo ragazzo ad alzarsi. Inizialmente, aveva pensato che fosse una buona idea tirarlo fuori dalla cabina di Nemesi, farlo girare un po' e allontanarlo dai vivi ricordi di pochi mesi prima. Ma ora si rendeva conto che Gabi poteva anche essere molto, troppo scosso per combattere. "No. Fidati starà bene, Riccardo."
C'era un ragazzo. O forse era una ragazza? Aveva lunghissimi capelli turchesi, una pelle scura e liscia e splendidi occhi dalla forma felina. Aveva lo sguardo serio, gli occhi socchiusi, e se ne stava appoggiato ad un'albero dalle foglie secche. Era l'unico, oltre a Gabi, a tenere lo sguardo verso il cielo. Gabi, senza alcuna ragione, gli parlò. "Ciao." Disse d'impulso, ma la voce gli uscì come uno strano eco. "Ciao", ribattè l'altro ragazzo. La voce di lui, però, era molto più chiara e tranquilla. "Posso sedermi qui?". L'altro annuì. "Certo, sono solo da un'eternità." Gabi ringraziò e si sedette.
"L'ho ucciso io, Terry, lo capisci? L'ho portato qui e ora... ora guarda come..." Il resto della frase morì in gola al semidio, che osservava con disgusto e disperazione la lama che si ergeva dalla trachea del figlio di Apollo. Era come se Gabi fosse caduto all'indietro, sulla punta della lancia, e questa gli aveva diviso il collo a metà, creando una scena decisamente raccapricciante e sanguinolenta. Così come Percy Jackson aveva riportato come trofeo la testa di Medusa, così Riccardo Di Rigo dovette riportare la testa di Gabriel Garcìa, vale a dire la parte più grande rimasta del corpo, alla casa di Apollo, che passò il resto della settimana in un lutto totale. Terry abbracciò Riccardo, nascondendogli la vista del cadavere e trattendendo a sua volta le lacrime, che presto sarebbero uscite senza ritegno. Osservò con rimorso il viso sorpreso del ragazzo defunto, i suoi codini rosa sporchi di sangue e gli occhi celesti spalancati per lo stupore. Le labbra però, erano rivolte, anche se poco, verso l'alto. Terry riuscì solo a pensare che, magari, ora Gabi si sentiva finalmente felice.
"Ricordi come sei morto?"
"No, ma non ero triste. Tu?"
"Non lo so, ma mi fa ancora male il collo. Da quanto sei morto?"
"Non lo so. Mi sembra di essere qui da sempre."
"E' noioso, Aitor?"
"Ora che parlo con qualcuno, un po' meno, Gabi."
Non sono morta. Spero vi sia piaciuta questa shot e ancora mi scuso per la mia assenza prolungata. Voglio solo farvi sapere che su insta sono più attiva, poichè mi risulta più facile pubblicare qualcosa di semplice, ed è più facile parlare con voi.
Voi come state?
Che avete fatto oggi?
Avete molti compiti in classe?
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