²Noragami

Mayumi

Poteva sembrare inquietante, da un lato, ma era raro trovare la Nobile Kazemaru, dei della Vendetta, una degli dei della Sventura, e il suo Strumento Benedetto in due luoghi diversi nello stesso momento. La Dea dalla Lunga Treccia la esigeva sempre al suo fianco, nel caso avesse avuto bisogno di lei, e Shōto lo capiva, così come tutti gli altri strumenti divini. In genere, infatti, Izumi preferiva eseguire la solita ronda con la sola compagnia di Maya, spesso lasciando anche la sua frusta al tempio, poiché, con lei, Izumi si sentiva al sicuro come con nessun altro.
Quel mattino, Izumi indossò i soliti abiti, congedando Roy, la sua armatura, e Rei, il suo elmo, e richiamando a sé i suoi occhiali:

-Teruki.-

Maya, che attendeva in silenzio ordini, prese così le sembianze di un paio di grandi occhiali dalla montatura grigia e sottile, e la Nobile Kazemaru se li risistemò sul naso. Il tutto accadde davanti allo specchio:

-Izumi, credo che tu abbia bisogno di pettinarti.-

Izumi posò gli occhi sul suo riflesso e, notando i lunghi capelli castano scuro annodati peggio di un nodo gordiano, capì che aveva ragione:

-Abbiamo ancora tempo prima della ronda, non preoccuparti.-

Le disse la dea ridacchiando. Poi, con calma e tranquillità, mentre chiacchierava con i suoi occhiali, la dea iniziò e finì di pettinare la lunga chioma. Mentre se li acconciava in una treccia, Shōto, naturalmente dopo aver chiesto il permesso di entrare, la avvertì che il Nobile Kazemaru la attendeva per la ronda giornaliera.

-Grazie, Shōto, arrivo subito. Grazie.-

-A lei, Nobile Kazemaru.-

Dopodiché, Shōto fece per uscire, ma qualcosa in Izumi le insinuò nel cuore un brutto presentimento, e la dea lo richiamò a sé:

-Todoroki!-

Seppur preso alla sprovvista, la lunga frusta nera le apparì magicamente tra le mani e Izumi si voltò in tempo per fendere a metà uno spettro dal nauseante colore verdognolo:

-Com'è possibile?-

Quasi urlò la dea, mentre fendeva l'aria attorno a sé e si allontava a balzi dall'increspatura nera di fianco al finestrone dalla quale fuori uscivano spettri uno dopo l'altro.

-Deve esserci un traditore!-

La avvertì Teruki, mentre Izumi, grazie alle lenti posate davanti agli occhi, osservava in anteprima le mosse che gli Spettri avrebbero utilizzato. Izumi sperò che Ichirota si sbrigasse, o che, almeno, mettesse al sicuro tutti i suoi strumenti divini.
Avrebbe dato la vita per proteggerli, anche se, in fondo, non valeva poi così tanto: difatti, i Nobili Kazemaru erano già alla loro terza successione, non avrebbero perso nulla.

-Izumi, so a cosa state pensando ma ve lo proibisco! Non servirebbe a nulla!-

-Non riuscirò a tenerli a bada per sempre, e non permetterò che vi ferisca. E poi, in ogni caso, sarò reincarnata e...-

-No!-

-Nobile Kazemaru, cosa intende fare?-

Shōto non aveva compreso le intenzioni della sua padrona, e Izumi non volle informarlo della situazione, fino a che, grazie alle lenti dello strumento Benedetto, non riuscì a trovare il momento adatto:

-Ora vi richiamerò entrambi, quando Lo spettro si sarà lanciato verso di me voi due dovrete creare un Confine e chiamare aiuto, chiaro?-

-Izumi, no!-

La pregò Maya, ma Izumi non l'ascoltò.

-Maya! Shōto!-

Per entrambi gli Strumenti, la scena si svolse a rallentatore: vedere la loro Padrona, incrociare le braccia davanti al viso con un sorriso incoraggiante rivolto a loro, il petto trafitto da un disgustoso pungiglione colmo di occhi roteanti, il tutto condito con urla e rumori di passi da parte degli altri strumenti e del Nobile Kazemaru. Entrato, precedendo Endou, gli permise di completare l'abluzione insieme ai due Strumenti divini della sorella mentre, sotto i loro occhi, la Dea della Vendetta chiudeva gli occhi.

Aprendo gli occhi, la prima cosa che vide fu il viso di una bella ragazza dai capelli biondi: aveva gli occhi rossi, pelle liscia e delicata e la guancia appoggiata sulle mani.

-Mh?-

Mugugnò eloquentemente la neo-dea. Maya facendo un grande sforzo per deglutire, fece un sorriso triste. Mentre iniziava a piangere in silenzio, tese la mano dalle lunghe unghie curate verso la giovane dea, e sussurrò:

-Bentornata, Nobile Kazemaru.-






Eh niente, mi piaceva, più o meno.

Non so se sono riuscita a trovare un giusto pretesto per la successione e sono consapevole che sia, di per sé, un capitolo cortino, ma nel frattempo ne sto scrivendo un'altra su richiesta.

Ovviamente se qualcuna di voi ha qualche idea è sempre ben accetta.

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