Capitolo 23- Il sostituto
Axel's POV
Aspettai impazientemente che mio padre uscisse dalla sala, torturandomi i pantaloni. Trasportare l'allenatrice sembrava difficile, siccome era un po' più alta di me, ma mi ero reso conto in fretta che pesava decisamente poco. Troppo poco... Mio padre uscì ed io chiesi:
-Quindi?-
-Ho fatto le analisi del sangue... Sembra proprio che abbia l'emoglobina bassa ed una forma di anemia mediterranea...-
-Ti prego, parla in modo che io possa capire.-
Lui sospirò, forse seccato da quella richiesta, e spiegò:
-Se avessi studiato medicina, sapresti che questo significa che la tua allenatrice ha la pressione bassa ed è svenuta per un colpo di calore.-
-Un colpo di calore...-
-Sembra, però, che anche la sua tiroide sia ipertesa...-
-Senti, lascia stare...-
Feci, accendendo il mio telefono.
-Dirò a Mark che è malata e basta.-
Lui chiuse la cartella.
-Alla faccia della sintesi...-
C'erano due chiamate perse da parte di Jude ed una da parte di Nathan.
"Sta' a vedere che Mark già di nuovo finito il credito..."
Pensai mentre digitavo il suo numero.
.
Jude's POV
Ci eravamo tutti regalati una breve pausa negli spogliatoi per riempire le nostre borracce. Bobby stava cominciando a sentirsi davvero in colpa nel fare lavorare così tanto le nostre manager, perciò stavamo seduti, intenti ad aspettare. Axel aveva finalmente risposto al cellulare dopo che lui e l'allenatrice erano scomparsi, a quanto dicevano Myrna e Sabrina erano entrambi nella sede. Nessuna traccia di alcuno dei due, però. Mark teneva il telefono di Nathan all'orecchio, mentre Steve si sfilava la felpa.
-Ho capito. Cercherò di dirlo agli altri.-
E attaccò.
-Allora, che dice? Stanno tornando?-
-No, ragazzi, sono occupati in città, riprendiamo l'allenamento.-
Gli sguardi addosso, Mark riconsegnò il cellulare al suo proprietario.
"Occupati in città? Che bugia stupida. Non penserà sul serio che ci caschiamo?"
-Allora se Axel non c'è mi unisco a voi! Forza andiamo!-
Esclamò Eve. Ritiro tutto, forse sì.
-D'accordo allora... Riproviamo lo schema e stavolta ci aggiungiamo le tecniche speciali.-
-Anche le tecniche?-
Chiese Ezra, un po' preoccupato.
-Avremo anche imparato a coordinarci con i movimenti, ma non dimentichiamoci che loro hanno un attaccante imprevedibile. Dobbiamo essere in grado di usare le nostre tecniche senza rischio di colpirci tra compagni. Un conto è inciampare su qualcuno...-
-E un altro è colpire un amico con un colpo come il Tuono del vulcano.-
Ragionò ad alta voce Bobby. Almeno lui mi capiva.
-Cosa stiamo aspettando? Tutti in campo!-
Tutti seguirono gli ordini del capitano mentre io lo bloccai.
-Jude, che c'è?-
-Che è successo davvero ad Axel e all'allenatrice?-
Lui si fece serio ed aspettò che gli altri uscirono.
-E così non te l'ho data a bere?-
-Ti conosco fin troppo bene. Sei il mio migliore amico, dopotutto.-
Mark annuì.
-Axel non è entrato nei dettagli, ma sembra che l'allenatrice sia malata.-
-Malata?-
-Nemmeno lui me l'ha saputo spiegare, ma...-
-Questo spiegherebbe molte cose.-
Ci accorgemmo solo in quel momento che le manager erano ancora nella stanza.
-Oh. Scusate, ragazze, non vi avevamo visto...-
Bloccai Mark.
-Spiegare cosa?-
-Tutto risale all'anno scorso...-
Cominciò Myrna.
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Nina's POV
Respinsi il tiro col pugno.
-Mandane un altro, capitano.-
Dissi entusiasta, battendomi un pugno sul palmo. Era la prima volta in allenamento che riuscivo a bloccare le conclusioni del nostro capitano.
-Eccola che arriva.-
Se la alzò di tacco e tirò verso l'angolo. Scattai e la bloccai, cadendo sul fianco.
-Questa era difficile, brava.-
Si complimentò il nostro numero 9. Io sorrisi.
-Tutto merito tuo, capitano.-
-Il prossimo.-
Lui mise la palla sul dischetto. Nulla.
-Ho detto il prossimo.-
-Vacci tu!-
-No, vacci tu ho detto.-
Kerry sbuffò.
-Ci risiamo.-
Come al solito, Carlton e Morgan stavano litigando, il primo tirando i capelli dell'altro che gli pestava i piedi.
-Che spettacolo raccapricciante...-
-Stop! E adesso qual è il problema?-
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POV generale
Il ragazzo con i capelli neri e gli occhi viola disse:
-Noi siamo difensori, capitano.-
-Già. Non capisco a cosa possa servirci un allenamento sui rigori.-
Continuò quello con i capelli biondi e gli occhi marroni. Il capitano stava per parlare quando fu interrotto dall'allenatore:
-C'è qualche problema, Froste?-
-Assolutamente no, signor Durke.-
Replicò Shawn con un sorriso. Tornò a guardare i due ragazzi con un'espressione seria. I due abbassarono gli occhi.
-L'ultima partita l'abbiamo vinta ai rigori e mi ricordo benissimo che le vostre performance ci hanno quasi costato la vittoria. Tutti i presenti devono saper tirare in porta. Anche Nina lo fa. Perché voi due avete sempre da ridire su qualsiasi cosa?-
Il corvino diede una spinta all'altro.
-Era Morgan che aveva da ridire, capitano.-
-Che faccia tosta! Sei tu quello che ha cominciato!-
E i due ripresero a menarsi. Shawn rimase a guardare confuso prima di strillare:
-Piantatela entrambi e tirate! O giuro che vi faccio sedere entrambi in panchina.-
I due smisero immediatamente.
-Sì, capitano.-
Shawn tornò in fila dietro ai suoi compagni, sospirando quasi stanco.
-Almeno la voglia di confrontarsi con Evans è più forte del loro odio tra loro...-
Cercò di consolarlo Robert.
-Puoi dirlo forte. È un peccato che Joaquibe sia a letto malata... Siamo costretti a mettere in campo quei due insieme.-
Kerry storse il naso.
-Proprio non capisco... Di solito non litigano così spesso...-
-Vedi, Kerry... Siamo riusciti ad evitare queste scenate solo perché finora li abbiamo sempre fatti giocare a turni. In coppia con Joaquibe, si intende, o il capitano.-
Spiegava Quentin, mentre Shawn li teneva d'occhio.
-Mi ero sempre chiesta perché alla fine di ogni partita si canzonavano per sapere chi avesse fatto di meglio...-
La centrocampista sventolò la mano con un gesto di stizza.
-Ma pensavo fosse solo perché erano maschi.-
Quentin chiamò il passaggio e fu lui l'ultimo a tirare.
-Era un inizio. Ricordatevi che i nostri prossimi avversari sono capitanati da Mark Evans, il mio ex capitano. È una persona molto cordiale e solare, ma non per questo è un avversario facile.-
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Shawn's POV
Gettai uno sguardo a quei due, che ancora si stavano dando delle botte sulla schiena o calci sugli stinchi. Sospirai. Sarebbe stata dura...
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Jeanne's POV
L'unico suono che raggiungeva le mie orecchie era un acustico regolare, che mi dava anche molto fastidio. Le mie palpebre erano pesanti, ci misi molto ad aprire gli occhi. Vidi tutto bianco e null'altro.
"Oh cielo, dove sono?"
Anche se a fatica, riuscii a sedermi. C'erano delle macchie grigie sul muro ed una macchina accanto a me che mostrava dei segni sfocati verdi, rossi e...
"Aspetta... Ma i miei occhiali?"
Su una delle macchie grigie che intuii fossero sedie stava seduta una figura alta stagliata con i capelli bianchi e che reggeva un rettangolo multicolore.
"Ho decisamente bisogno dei miei occhiali."
Quella frase avrei voluto dirla perché quella figura me li prendesse, ma stranamente non uscì nessun suono dalla mia bocca. Davanti a quella macchina c'era un tavolino con un cilindro azzurro sopra e...
"I miei occhiali."
Li inforcai alla svelta, ma mi accorsi in quel momento che al braccio destro mi avevano attaccato qualcosa. Appena riuscii a distinguere tutto, mi accorsi che era una farfallina.
"Che...?"
Alzai gli occhi e vidi che mi trovavo in una stanza di ospedale. Ero mai stata in quella stanza prima di allora? Non mi pareva... E finalmente potei riconoscere che la figura seduta era Axel. Volli parlare, ma mi uscì solo un soffio. Fu abbastanza per fargli alzare lo sguardo dalla rivista che stava leggendo, probabilmente per passare il tempo. La chiuse immediatamente e si alzò, senza avvicinarsi troppo comunque.
-Che...-
-Si è sentita male e l'ho portata qui. Era l'ospedale più vicino... Ed anche quello in cui lavora mio padre. Le hanno fatto una trasfusione perché le mancava il ferro... Almeno credo... Come si sente?-
Fu difficile capire come mai mi stesse evitando con lo sguardo e tenesse le mani in tasca. In più, il suo tono sembrava alquanto... Seccato. Cercai di formulare la frase nel mio cervello e mi ci volle forse un minuto buono per formularla.
-Grazie per avermi soccorsa, Blaze...-
-E insomma?! Come le è venuto in mente di fare una tale pazzia?!-
L'aumentare del suo volume e la sua stizza mi confusero alquanto, al che lo squadrai, un po' perplessa e spaventata. Axel non era solito arrabbiarsi... Ero così abituata a vederlo tranquillo.
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Axel's POV
L'allenatrice sembrava quasi spaventata da quella esplosione di rabbia, ma ormai non riuscii più a stare zitto:
-Se sapeva di star male, perché si è presentata agli allenamenti invece di prendersi delle ferie? La sua salute non può passare in secondo piano!-
-Blaze, io...-
-E cosa peggiore, ha pensato bene di non idratarsi con il caldo che fa fuori! Almeno ci ha pensato ad un numero di emergenza? Ma lo sa che se non fossi andato negli spogliatoi, lei sarebbe...-
Deglutii e mi morsi le labbra. Quella frase sembrò aver fatto il suo effetto, perché l'allenatrice abbassò gli occhi. Presi un bel respiro e cercai di calmarmi.
-Da quanto è malata?-
-Tu sai cos'è un'anemia, Blaze?-
-Se lo sapessi, non gliel'avrei chiesto.-
-Da quando sono nata, ho bisogno di continue trasfusioni e di periodiche visite dal medico.-
-Motivo in più per parlarne con qualcuno! Perché non l'ha detto a Mark?-
-Io... Ecco...-
Evitava di guardarmi negli occhi, al che alzai di nuovo il tono della voce:
-Mi risponda!-
-Non potevo deludere la squadra una seconda volta!-
Ora che era stata lei a gridare, rimasi sbigottito.
-Gary Donovan ha addirittura usato i fondi supplementari per sponsorizzarci e la fama della scuola sta di nuovo salendo a picco. Proprio ora che siamo in una situazione di splendore, è il compito principale di un allenatore di stare con i propri giocatori e guidarli, altrimenti che razza di allenatrice sarei...-
-La smetta.-
Sobbalzò quando la bloccai.
-La sua salute è molto più importante della fama della scuola e del torneo! Cosa voleva ottenere tenendocelo nascosto?-
-Io... Volevo che non vi preoccupaste per me.-
-E a che fine? Ora, siccome non ce l'ha detto, è finita in ospedale d'urgenza. Se l'avessimo saputo prima, ci saremmo sì preoccupati, ma almeno l'ultima parte poteva essere evitata.-
Lei fissò il bordo del letto, accusando il colpo.
-Hai ragione, Blaze... Mi dispiace. Ma tu non sai cosa significhi essere così! È tutta la vita che sono così... Debole. Nessuno mi prendeva mai sul serio... E dovevo sedermi invece di giocare come gli altri bambini. Dimmi... Tu sai cosa significa sentirsi così esclusi?-
Disse, con uno sguardo determinato e disperato. In un attimo, pensai al sorriso di mia sorella, ai racconti delle sue giornate e alla delusione che provava quando non poteva giocare con i suoi amici per via della sua condizione... E capii perché ero così arrabbiato in quel momento.
-Sì, invece. Ed è proprio perché lo capisco che penso che lei non si debba alzare da questo letto finché le sue condizioni non torneranno stabili!-
Non seppi bene che espressione mi era venuta fuori, ma doveva essere abbastanza per convincere l'allenatrice. Deglutì e disse:
-D'accordo, Blaze... Cioè, volevo dire, Axel. Ti ringrazio per tutto e mi dispiace.-
Io feci un piccolo inchino prima di uscire dalla stanza, e mentre chiudevo la porta alla mia uscita, una voce mi chiamò:
-Sei Axel, vero?-
Alzai gli occhi per incontrare quelli ormai familiari e non benvenuti di James Knight, che mi sembrava molto più serio del solito, il che mi stranì.
-Uh? Signor Knight?-
-Posso parlarti un secondo?-
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Shawn's POV
Arrivai alla mensa e mi sdraiai sul tavolo.
-Che faticaccia...-
-Shawn!-
Alzai gli occhi.
-Milton. Ciao! Non sapevo che gli alunni delle medie potessero mangiare con quelli del liceo...-
-Infatti non potremmo... Ma siccome sono l'unico a restare questo pomeriggio...-
E si sedette accanto a me.
-Hanno fatto un'eccezione!-
-Resti per studiare?-
-No, i miei tornano a casa tardi e non posso tornare da solo per la valanga di ieri che ha bloccato la strada dell'autobus...-
-Ho sentito.-
Dissi, con un filo di voce.
-I tuoi compagni di squadra?-
Chiese, prima di addentare un panino.
-Pensavo vi allenaste anche di pomeriggio.-
-Ah... Di solito sì, ma oggi, siccome mancano solo due giorni alla partita, ho pensato fosse saggio lasciare che si riposassero.-
Milton annuì, deglutendo e tirando su col naso.
-Anche noi continuiamo ad allenarci nonostante siamo stati eliminati dal Football Frontier...-
-Sono contento.-
Passò un attimo di silenzio e poi chiesi:
-Ascolta... In squadra, andate tutti d'accordo?-
-Ma certo! Alcuni dei primini sono un po' inesperti, ma gli altri della squadra li conosciamo da sempre.-
-Immaginavo...-
-Qualcosa non va?-
-Il fatto è che... In squadra ho due fratellastri che non ne vogliono proprio sapere di andare d'accordo e... Io sono una persona calma che cerca di evitare certi conflitti. Farli lavorare insieme è praticamente impossibile.-
-Sciocchezze, Shawn, tu sei un capitano fantastico! Sei il primo che ha creduto nella Alpine ed anche se sei del primo anno, sei già capitano della Frostbite!-
-Ma questo vuol dire poco... Manco di fermezza quando si tratta dei miei compagni. Dovrei cercare di essere più deciso. Invece...-
Lui poggiò il suo panino nel piatto.
-Ascolta attentamente, Shawn. Non tutto deve per forza essere risolto con la fermezza e con la serietà. Mi hai affidato il comando della Alpine nonostante fossi privo di entrambe le cose. Ogni capitano può trovare il modo di esprimersi come preferisce!-
Io lo guardai e sorrisi.
-Ti ringrazio, Milton. Fa sempre bene parlare ad un vecchio amico.-
Lui riprese il suo panino e ricambiò il mio sorriso.
-Sempre pronto a dare una mano, Shawn!-
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James' POV
Ritirai la birra dalla macchinetta e mi sedetti accanto ad Axel, che invece si era preso una limonata gassata. Che fosse perché era in compagnia di un adulto o perché fosse astemio mi sfuggiva in quel momento... Magari era troppo presto per bere, aveva ancora sedici anni.
-Sua sorella è un'incosciente.-
-Dimmi qualcosa che non so.-
-Come faceva a sapere che ero lì?-
Bevvi un sorso.
-Un tale di nome Blaze mi ha telefonato dall'ospedale vicino alla stazione e mi ricordavo di aver già sentito quel cognome da qualche parte.-
-Ho capito.-
Io rimasi con gli occhi fissi dritto davanti a me e sentivo lo sguardo di Axel fisso su di me.
-Mia sorella è sempre stata una persona calma, ma da quando ha cominciato a interessarsi di calcio, tutto è cambiato per lei. Questo sport le ha dato una ragione di vita... E a volte mi chiedo se non sia stata colpa mia.-
-Risponderò io: no.-
Io sorrisi amaramente.
-Vorrei fosse vero, Axel... Ma se non avesse dovuto aiutarmi, a questo punto non saremmo qui.-
-Che intende dire?-
-Nei quattro anni in cui ho allenato la Oaks, abbiamo avuto un solo successo ed era tutto merito di mia sorella. Meredith e Sandra non ve l'hanno detto, ma era lei a sistemare i miei schemi mentre dormivo e a dare ordini a Jacob e agli altri mentre non guardavo.-
-Myrna e Sabrina.-
Io feci un gesto secco con la mano per mostrare che aveva poca importanza.
-È stato l'anno successivo il disastro. Purtroppo, quell'anno Jeanne è stata male quasi costantemente. Aveva la febbre e sbalzi di temperatura continui. Ed è per questo che abbiamo perso il titolo. E credo che sia stato allora che ho cominciato a pensare di non essere bravo quanto credessi...-
Axel fece due più due:
-E quindi era per questo che la Oaks, sebbene sembrasse debole, è una squadra che ha fatto scalpore.-
-Temo, però, che il lavoro a tempo pieno di allenatrice della squadra stia stressando troppo il corpo di mia sorella... È abituata ad una vita pacifica, priva di tutto questo stress che causano le partite. Quando lavorava dietro le quinte, aveva meno responsabilità e ne risentiva meno.-
Axel finì la limonata, con una faccia ponderante.
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Axel's POV
-È per questo che ero contrario alla sua scelta di fare da allenatrice! Ha accettato il lavoro a mia insaputa e mi ci sono volute due partite per rendermi conto dove andava tutto i giorni.-
-Che detective...-
James mi lanciò un'occhiataccia.
-Sono stato troppo duro con l'allenatrice Knight. È solo che... Saputa la storia dell'anemia, mi è sembrato di rivedere mia sorella Julia. Lei ha avuto un altro problema e per un anno ha dovuto cercare di non stancarsi troppo e evitare troppe emozioni.-
-Ma pensa... Dopotutto, noi due non siamo poi così diversi, Axel.-
Io sbuffai e lo guardai di traverso.
-Se lo dice lei...-
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Erik's POV
Il giorno successivo, Axel era in ritardo.
-Sapete com'è fatto... Sono certo che arriverà da un momento all'altro.-
Ci aveva rassicurato il capitano. Mentre ci stavamo riscaldando avevo ormai perso ogni speranza di vederlo agli allenamenti, quando Sabrina ci interruppe:
-Ragazzi! Axel dice che dobbiamo trovarci tutti alla sede. Ha qualcosa da dirci...-
Sia Mark che Jude insistettero perché obbedissimo.
-Se aveva qualcosa da dirci, bastava farlo sul campo.-
Commentò Max con le mani incrociate dietro la nuca.
-Avrà di sicuro le sue buone ragioni.-
Appena entrati, lo trovammo da solo in mezzo alla stanza e ognuno prese posto.
-Ho un annuncio da fare a tutti i presenti... Conosco Mark e non credo che vi abbia accennato nulla.-
Lui ridacchiò nervosamente.
-Non mi sembrava il caso di preoccuparli per nulla...-
-Ma non è "nulla". La signorina Jeanne è attualmente ospedalizzata d'urgenza.-
L'umore della stanza cambiò radicalmente.
-Che cosa?-
-E perché?-
Axel scosse la testa.
-Serie di... Roba... Anemia... Sono inesperto in queste cose.-
-Ma è grave?-
Chiese Archer, estremamente preoccupato. Chissà perché era a tal punto toccato dalla cosa...
-Ha solo bisogno di riposo. Il che può voler dire solo una cosa...-
Senza spiegare nulla, batté un colpo sulla porta. Entrò la persona che speravo di non rivedere mai più.
-Lui che ci fa qui?-
Chiesi marcando ogni singola parola. Anche i miei compagni espressero il loro malcontento, chi con un grugnito e chi con una faccia irritata.
-Per favore! So cosa pensate, ma ascoltate...-
James fissò dritto verso di me.
-Calmatevi... So cosa pensate di me e avete tutti i motivi del mondo per odiarmi, ma ho imparato la mia lezione dopo che il biondino, che tra l'altro non vedo, mi ha fatto la ramanzina.-
Nessuno osò intervenire. I tre compagni che ci avevano lasciato rappresentavano ancora un tasto abbastanza dolente, soprattutto per quelli che li avevano in classe.
-Una squadra non può partecipare ad una partita del TOM senza un allenatore e quindi io agirò in funzione di sostituto, ma saranno il supereroe e il capitano ad occuparsi di tutto. Siederò in panchina senza intervenire, è una promessa.-
Jude intervenne:
-A parte il soprannome discutibile...-
Sventolò il mantello quasi si fosse offeso lui al suo posto.
-È per questo che è stato lei a guidare la nostra squadra nella partita contro la Lovestruck?-
Liz commentò:
-In effetti, avrebbe senso... L'allenatrice era malata e lui ha garantito per lei.-
-Per tutto questo tempo, lei ha solo cercato di proteggere sua sorella, non è così?-
James sembrò esitare alla domanda di Jude.
-In pratica sì, ma in teoria mi sono comunque comportato in modo orribile e merito il vostro odio.-
Io e Bobby ci scambiammo un'occhiata incerta: quel tizio era un mistero e lo era anche il modo in cui prenderlo...
-Quindi ce lo dovremo sorbire di nuovo?-
Chiese Myrna, irritata più di me.
-Temo di sì, Mi... Myrna.-
Sentendosi chiamare per nome, la manager non fece più un fiato.
-Ok, ma chi se ne importa! Torniamo ad allenarci! Devo ancora riuscire a segnarti un goal, Mark!-
Esclamò Max sorridendo. Axel lo seguì a ruota:
-Vediamo quanto sei migliorato nel frattempo...-
Alla fine tornammo tutti ad allenarci, consapevoli che il giorno dopo ci attendeva una partita senza pari.
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Jeanne's POV
Fissavo il soffitto.
"Che ci faccio qui? Dovrei essere con i miei ragazzi per preparare l'incontro di domani..."
La porta si aprì e pensai fosse il signor Blaze, ma davanti a me si stagliava un altro Blaze.
-Axel, sei tu.-
Arrivò in silenzio al mio tavolino e mise dentro il vaso vuoto un tulipano.
-Mi deve perdonare, allenatrice. Sono stato ingiusto e scortese nei suoi confronti. Ho reagito in maniera eccessiva. Per... Beh, per motivi miei.-
-Immagino che sarà mio fratello a sostituirmi... Dopotutto, dei giocatori del vostro calibro non hanno bisogno di aiuto per la partita...-
Fissai la farfallina quasi in trance: può darsi che mio fratello avesse ragione... Dovevo ritirarmi per il bene della squadra.
-Non lo dica neanche per scherzo!-
Io alzai lo sguardo.
-La squadra ha ancora bisogno di lei! Ma mi deve promettere che se si sente male, ce lo comunicherà. Va bene?-
Mi commossi nel sentire quegli elogi.
-Axel...-
Scossi la testa e poi sorrisi.
-Lo farò! Vincete anche per me.-
-Ci guardi in televisione e sono certo che basterà per darci la forza necessaria per vincere.-
Ed uscì dalla stanza. All'improvviso, guardando quel soffitto e quei muri biancastri, non mi sembrarono più così spogli.
Nel prossimo episodio
Nonostante la guida dell'impeccabile Shawn, la Frostbite sembra non reggere il confronto con le tattiche della Oaks, ma non è ancora detta l'ultima parola.
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