capitolo cinque " Il primo cambiamento.. Il primo di tanti"

<<lei deve essere la signorina Isabelle>> dice il preside, sedendosi sulla sua comoda poltrona nera, appoggiando i gomiti sulla scrivania e unire le mani in un pugna che porta alla bocca.

<<maria>> contraddico piano

<<Isabelle >> fa una piccola pausa guardandomi in modo severo " mi sa che qui non posso dire la mia" <<il suo nome per noi americani, come si può dire, non è facile.. ma tanto cosa sto qui a spiegare a lei ragazzina.. suo padre ha già fatto tutto il necessario perciò... ecco a lei>> mi porge una busta<<la apra quando è fuori da questa stanza. Allora, signorina Evans Isabelle, benvenuta in America e soprattutto alla Red High School>>

<<va bene, grazie>> continuo a tenere lo sguardo fisso perché anche se il preside ha lo sguardo gelido si può dire che è un figo della madonna. Così mi alzo ed esco dall'ufficio del preside.

I corridoi sono vuoti. Penso che tutti sia a lezione. Cosi mi siedo su una panchina che c'è nel corridoio per vedere cosa c'è nella busta.

Dalla busta tiro fuori una carta di identità, un attestato di tutte le mie scuole recenti con tutte le pagelle, un passaporto, un permesso di soggiorno e la carta della mia validità da cittadina.

"perciò congratulazioni M.. Isabelle ora sei una cittadina"

Rimetto tutto dentro alla busta e poi tutto nello zaino.

Perché Carlo e mia Madre mi hanno cambiato il nome. Si certo, Isabelle è un bel nome.. forse alla mamma non piaceva più il nome Maria e lo ha voluta cambiarlo oppure Carlo ha rotto tanto le palle a mia madre perché non gli piaceva più il mio nome. So che a Carlo non piaceva il mio nome perché era lo stesso di sua madre che è morta ma non è colpa mia se mi chiamo così..

<<Sei Isabelle?>> alzo lo sguardo è di fronte a me, c'è una ragazza con i tacchi (alti almeno 5 cm), le parigine con il pizzo che gli arrivano subito dopo il ginocchio, una gonna anche quella con il pizzo e una camicetta dentro alla gonna. Tutto questo in una splendida ragazze con i capelli neri lunghi acconciati con un cerchietto bianco, occhi neri e labbra piccole rosee.

<<si, sono io>> tossico

<<piacere, mi chiamo Sarah Collins. Il preside mi chiesto di darti il tuo orario e di farti fare il giro della scuola>> è carina e affettuosa nel modo in cui lo dice. Mi alzo e lei inizia a parlare: mi mostra le palestre, attrezzate di tutto il possibile immaginabile, la mensa "Eh, si purtroppo qui gli alunni mangiano qui e ci restano fino alle 16.15 del pomeriggio" e un po' come sono i corridoi

<<Questo è il tuo armadietto>> mi indica il numero 345 << e questa è la chiave e questo l'orario. La campanella suona ogni 60 minuti e perciò fra nemmeno 5 minuti suona e io devo andare in classe..>> mi saluta gentilmente accarezzandomi una spalla e poi dandomi un abbraccio affettuoso <<Se vuoi ti do il mo numero..>>

<<A dire il vero i miei mi hanno tolto il cellulare>> abbasso la testa per l'imbarazzo... Ecco a voi signori e signori l'unica adolescente umana che non ha un telefono a 17 anni

<<hai il computer?>> mi chiede

<<si certo>>

<<ecco la mia email, stasera video chat. Penso che saremo grandi amiche noi>> dice salterellando via verso un aula

Apro l'armadietto e sistemo tutto ciò che ho nello zaino. L'unica cosa bella della scuola americana? Gli armadietti! Gli armadietti ti salvano la vita. Puoi metterci tutto dentro per pararti il culo durante la giornata. Io ci metto i libri scolastici, e il cambio che m porto sempre dietro per gli incidenti.

La campanella suona e io ho esattamente 10 secondi per arrivare nella mia nuova classe. Chiudo l'armadietto e mi faccio spazio in mezzo al gregge di pecore che mi guarda male mentre guardo l'orario..

Tra le 11 e le 12 ho.. geografia.

<<ehi pivella!>> dietro di me urla

Mi volta e vedo<<Gabriel>>

<<M..>> prima che pronuncia il mio VERO nome lo blocco mettendo un dito sulle sue labbra.

<<no!>> dico gelida ma dispiaciuta

<<cosa? Perché no?>> chiede mentre sono di fretta e cerco l'aula di geografia

Mi fermo e mi volta verso di lui non so nemmeno io in che modo<< Apparentemente non mi chiamo più come mi chiamavo..>> e mi rimetto a farmi posto nel gregge in cerca dell'aula premessa mentre Gabriel mi segue

<<in che senso?>> mi chiede

<<il mio patrigno, mi ha cambiato nome! E me lo fa dire dal figo di quel preside così che io non mi possa mettere ad urlare...>>

Lui mi guarda negli occhi capendo che dentro di me c'è un odio profondo verso il mio patrigno e poi mi guarda le mani<< che aula stai cercando?>> mi chiede infine notando il mio foglio degli orari

<<l'aula di geografia>> dico guardandomi intorno

<<ma anche io ho geografia ora, sbrigati il prof entra fra esattamente 5 secondi>> e mi trascina correndo verso l'aula di geografia

Appena entriamo il professore non è ancora arrivato e prendiamo subito posto negli ultimi due banchi disponibili davanti.

<<mi passi un attimo i tuoi orari?>> mi chiede interessato

<<perché?>> chiedo acida

<<perché così vedo se abbiamo altre lezioni insieme>> dice euforico

Gli passo il foglietto e sembra che si sta segnando tutto il orario. Intanto che lui copia il mio orario mi volto un po' per vedere chi ho in classe oltre al stalker Gabriel.

Non c'è Sarah.

Accidenti! Lui no! È davvero nelle mia classe di geografia?

<<accidenti>> sussurro

<<che c'è?>> mi chiede curioso Gabriele

Mi sta ancora guardando in quel modo animalesco non ci posso credere. NO!

<<Buon giorno ragazzi!>>

<<professore>> tutti si alzano per salutarlo cordialmente con il rito dell'alzata in classe

<<niente>> sussurro a Gabriel mentre ci sediamo

<<scusate il ritardo ragazzi ma il preside ci ha chiamati in presidenza per avvisarci della nuova arrivata.. è in questa classe ora non è vero?>>

Ecco, di nuovo tutti gli sguardi su di me!

<<si professore>> alzo la mano per farmi notare e porto i documenti con su scritto "Geografia" al professore mentre volgo ancora uno sguardo a Lui! C'è anche Tyler, il figaccione! Accidenti!

<<la signorina Evans ... Isabelle>> dice mentre sfoglia i documenti che gli ho dato e sento dello stupore da parte di alcuni dietro di me al pronunciare del mio nuovo nome.. mi volto e sono loro ad essere stupiti! I fratelli betler!

<<ottimi voti signorina! Spero che li manterrà anche qui>>

<< certo professore..>> dico cordialmente

<<ha imparato in fretta la lingua>> dice mentre si sente un risolino sotto

<< si professore ho imparato in fretta a parlare la lingua del posto perché è una lingua che mi affascina>>

<<molto bene, spero che anche la geografia le faccia questo effetto..>> e inizia a ridere da solo

Mi sento il suo sguardo addosso. So che mi sta guardando. So che se mi volto lui mi sta guardando.

<<oh si signor Wilson Tyler, prego dica>> dice il professore come se fosse stupito che un Betler alzasse la mano..

Mi volto ed è il fratello ad alzare la mano.

<<posso fare una domanda alla nuova arrivata?>> dice tyler al professore che gli da il consenso e poi si rivolge direttamente a me: la postura e lo sguardo rivolti verso di me. << perché sei venuta qua?>> dice questa frase con così tanto rammarico e acidità che mi viene da vomitare dal nervoso. Il suo sguardo rivela la sua mente: sta pensando che io non risponderò, pensa che io mi senta offesa dal suo tono, ma si sbaglia, io sono forte, sono diventata forte..

<<..>>

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