CAPITOLO XXIII

«Tu non me la racconti giusta», sputò Monica non appena Amanda la raggiunse fuori dall'Hostal, un sopracciglio inarcato e le braccia conserte.

«A che ti riferisci?» replicò l'altra con finta nonchalance, gli occhi di Alessandro e il suo bacio innocente bruciavano ancora.

«Dai, non fare la finta tonta. Vi ho visti.»

Amanda le regalò uno sguardo assassino. «Potresti essere più esplicita, per favore?» le chiese, pur sapendo a cosa stesse alludendo.

«Tu e Alessandro», replicò Monica, assottigliando gli occhi. «Tra voi due c'è stato qualcosa, vero? Avanti, sputa il rospo!»

«E se io non volessi?»

«È successo qualcosa», sentenziò Monica, un sorriso soddisfatto a sostituire l'espressione intrisa di sospetto di qualche attimo prima.

Amanda si arrese, quindi sospirò profondamente. «Io e lui abbiamo fatto l'amore», le confessò, tutto d'un fiato. «Contenta?»

«Uuuuh! Be', vi assicuro che dai vostri sguardi non si capiva!» la motteggiò l'amica, gli occhi che le brillavano.

«Ma la vuoi smettere?!»

«Solo se mi racconti tutti i dettagli. E dico tutti

Amanda spalancò la bocca. «Te lo puoi scordare!»

«Ma è così che si fa tra migliori amiche!» ribatté l'altra, cominciando a ridere di gusto.

Amanda, nel frattempo, era diventata rossa come un peperone.

«Senti, se continui a tartassarmi così me ne torno dritta dritta da Alessandro.»

Monica le sorrise con velata malizia. «Per continuare da dove avete lasciato?»

«Ma tu da che parte stai, si può sapere?»

«Ma dalla tua! Anzi, che dico... dalla vostra!» Monica arricciò il naso. «Se proprio lo vuoi sapere, vi ho shippato fin dalla prima volta che vi ho visti insieme in fotografia. Ho sempre pensato che sareste stati una bellissima coppia, pur non conoscendo bene lui. Finalmente ti sei svegliata, amica mia.»

Amanda spalancò gli occhi. «Tu cosa

«Lo sapevo da un po', che il tuo caro agente aveva una cotta per te. Me ne sono accorta alla presentazione di qualche mese fa. Praticamente non ti ha staccato gli occhi di dosso. Però non ho voluto dirti niente perché speravo che, prima o poi, te ne saresti accorta anche tu.»

Amanda scosse la testa, sempre più incredula. «Io non... io non so esattamente quando ho cominciato a vederlo in modo diverso. Alessandro, per me, è sempre stato solo un amico.»

Gli occhi di Monica si riempirono di euforia. «Ma adesso state insieme, no? A quando le nozze? Capisco che non vogliate dare troppo nell'occhio perché tu sei diventata famosa, però—»

«No. Io e lui non stiamo insieme.»

Monica si fermò di colpo lungo il marciapiede che lei e Amanda stavano costeggiando da qualche minuto, al fine di raggiungere il suo dormitorio.

«Ma come non state insieme?»

Amanda si torse le mani. «Be', io... io gli ho detto che non sarebbe più dovuto succedere. Ci siamo concessi l'uno all'altra nel momento più sbagliato. Mio padr... Francesco mi aveva appena confessato che la mamma l'aveva tradito anni prima, anche se non mi ha detto con chi. A dirla tutta, non so nemmeno se sapesse che quella persona era Federico. Ma presumo che adesso lo sappia.»

Ripresero a camminare svicolando tra i passanti, le luci soffuse dei lampioni a illuminare il percorso, mentre Monica assumeva un cipiglio sempre più pensieroso. Per qualche minuto, regnò un silenzio carico di domande senza risposta.

«Amanda, senti... mi dispiace tanto per prima. Non volevo sembrarti superficiale, tantomeno invadente. Speravo soltanto di... sì, speravo soltanto di alleggerirti un pochino. Mi distrugge vederti così dimagrita, così... spenta. Ma con Alessandro mi sei sembrata un'altra, oggi. La sua compagnia ti fa molto bene. Non devi respingerlo.»

«Non devi scusarti. Capisco cosa intendi, però... però non mi sento pronta, capisci? Sì, io sono attratta da lui, mi piace e mi fa stare bene, ma... ma ho tanti dubbi. E ho paura di tutto. La nostra amicizia è stata solida fino a questo momento, e... e dirsi addio è stato davvero orribile. Dopo che siamo stati insieme, e dopo che io gli ho detto che non sarebbe dovuto più capitare, lui mi ha risposto che si sarebbe attivato per cercarmi un altro agente letterario. Ma che ci sarebbe comunque stato, se avessi avuto bisogno di lui.»

«Be', non lo puoi biasimare», rispose l'altra. «Ma per quale motivo hai paura? Alessandro mi sembra davvero un bravo ragazzo. Sì, d'accordo, lui ha quasi quarant'anni e tu non ne hai nemmeno trenta, però siete due adulti e, a quanto mi hai detto, avete anche parecchie cose in comune.»

«Non è per questo, che ho paura. Lo sai che non mi spaventa la differenza d'età. Non la sento nemmeno. Il fatto è che... io tengo molto al nostro rapporto. Un'amicizia può durare per sempre. Ma un'eventuale storia d'amore...» Sospirò, sconfitta. Non si era mai sentita così confusa in vita sua.

«Non puoi dire sul serio! Tu ci hai sempre creduto, nell'amore! Sono io, quella che non ci crede più da un pezzo!»

Amanda fece spallucce. «Alessandro è speciale. E già l'ho fatto soffrire una volta. Lui si merita una ragazza che sia disposta a tutto, per stare con lui. Che abbia quel coraggio che adesso a me manca.»

«Ma tu lo ami?»

Amanda non rispose nell'immediato. «So soltanto che non voglio perderlo.»

Monica le sorrise. «Questo dovrebbe dirti già tante cose. Sono sicura che non lo perderai. Tiene molto a te. Però, almeno una cosa me la devi dire... com'è stato?»

La giovane comprese subito a cosa si stesse riferendo l'amica. D'altronde, il suo sorrisetto non le mandava certo a dire.

Amanda avvampò. «Lui è... è stato davvero dolcissimo. A un certo punto, avrebbe persino voluto fermarsi, perché pensava che non fosse il momento più giusto per andare oltre. Io, però, non ho voluto sentire ragioni. In quel momento, volevo solo lui. Volevo soltanto che mi stringesse tra le sue braccia e che ci abbandonassimo al momento. E quel momento... è stato dolce e intenso allo stesso tempo. Lui si è preso cura di me. Mi ha tenuto stretta per ore. Con Daniele, tutto questo non c'è mai stato. Con Ale, invece... ho provato delle sensazioni talmente forti, che ancora adesso mi è difficile descriverle.»

«E allora perché ci vuoi rinunciare? Cioè, lo so che per te è un momento particolarmente difficile, ma Alessandro potrebbe aiutarti a superarlo.»

«Non lo so. Non sono più sicura di niente, arrivata a questo punto.»

«E allora prenditi il tuo tempo, ma non allontanarti da lui. Vedrai che, standoci insieme, riuscirai a capirci qualcosa.»

Amanda accennò un sorriso. «Ti ringrazio di cuore per l'ospitalità.»

«Non dirlo nemmeno. Anzi, dovresti ringraziare Alessandro.»
Monica le fece l'occhiolino e l'altra alzò gli occhi al cielo.

«Forza, andiamo a dormire», le disse Amanda, quindi estrasse il cellulare dalla tasca.

Il display registrava quattro chiamate perse, ed erano tutte quante di Francesco.


§


«E quando pensi di parlargli? Prima o poi dovrai farlo, no? Lo so, hai tutte le ragioni del mondo per non richiamarlo, però—»

«Sì, lo so. Lui è preoccupato per me. Peccato che non si sia occupato della sottoscritta per anni. Ho aspettato così tante volte di ricevere una sua chiamata di tanto in tanto, e puntualmente mi ha sempre deluso. Forse, avrebbe fatto meglio a dirmi subito la verità. In questo modo, mi ha ferità ancora di più.»

Monica sospirò. «Sì, lui ha di sicuro sbagliato.» Si infilò i pantaloni e controllò distrattamente se all'interno del suo zaino vi fosse tutto l'occorrente per assistere alle consuete lezioni mattutine. «Ma... non credi che prima o poi dovrete cercare di chiarirvi di persona?»

«Non adesso», tagliò corto Amanda. «Poco fa, ho contattato una vicina di casa e le ho detto che soggiornerò qui a Madrid per tutta la settimana. Ci penserà lei ad avvertirlo.»

«E tu credi che in questo modo la smetterà di chiamarti?»

Amanda prese a spazzolarsi i capelli, mentre guardava di sfuggita il proprio riflesso nello specchio della camera. Quasi non si riconosceva più. Le guance scavate, gli occhi spenti, le labbra secche. Come diavolo aveva fatto Alessandro a non scappare a gambe levate non appena l'aveva rivista? «Be', è quello che spero», mormorò, mentre sentì che il suo cuore spezzato era come trafitto da migliaia di spine.

«Mi devi soltanto promettere che non ti lascerai più abbattere. Non sopporto vederti soffrire. Ti meriti soltanto il meglio.»

«Anche tu, amica mia. Anche tu.»

Monica si gettò su di lei. Un lungo abbraccio sancì quel momento, come il fiotto di lacrime silenziose che sgorgarono dalle pallide guance di Amanda, che, nonostante tutto, non riuscì a non dichiararsi grata al destino per averle permesso di incontrare lei e Alessandro.


§


«Sono tutto tuo. Dimmi pure cosa ti piacerebbe fare oggi.»

Lo sguardo di Alessandro, come sempre, sottintendeva un fascino e una sensualità innati.

Come sempre?

Scosse la testa, mentre Alessandro le chiese a cosa stesse pensando.

«A niente di così importante», ribatté, nella sua testa la confusione più assoluta.

È davvero possibile accorgersi di qualcuno dopo anni? Provare un improvviso interesse per un ragazzo  anzi, un uomo!  che per anni hai trattato alla stregua di un semplice amico?

Ma è pur vero che, prima che tu diventassi famosa, vi conoscevate a stento. Negli ultimi mesi, invece... Siete stati quasi sempre in contatto.

Persino una cosa sola.

«Be', io credo che... e se ti chiedessi di andare a fare un po' di shopping?» Amanda mise su un sorrisetto implorante.

Alessandro finse di pensarci un po' su. «Mmm... lo sai che fare shopping non è esattamente la mia occupazione preferita.»

«Dai, ti prometto che non farò l'esagerata, questa volta.»

«D'accordo, mi hai convinto. A patto che dopo, però, facciamo un salto al negozietto di musica qua vicino. Ci stai?»

«Ci sto.»

Alessandro allungò il braccio per suggellare quel "patto" e, quando lei gli strinse la mano, un brivido di pura elettricità le attraversò tutto il corpo. L'altro indugiò in quel contatto per qualche secondo, sfiorandole appena il dorso con il pollice. Il suo bel sorriso, dalle calde, dolci e rassicuranti sfumature, la ipnotizzò.

Ma è mai possibile che io lo trovi sempre più attraente?

Jeans scuri, scarpe da ginnastica, un maglioncino in cashmere di colore blu. Pur nella sua semplicità, lo trovava di una bellezza disarmante.

«Hai già fatto colazione?» le chiese lui, indurendo di colpo i tratti del viso.

Amanda annuì. «Sì, non preoccuparti. Eccoti la busta vuota come prova.» Estrasse una bustina di plastica dalla borsa e l'altro scoppiò a ridere.

«Davvero mi pensi così malfidato?»

«Giusto un pochino.»

Alessandro si apprestò a richiudere a chiave la sua stanza. «Sai, sono molto felice che tu mi abbia chiamato. Non ti avrei biasimato se avessi deciso di stare un po' da sola.»

«Non ti nascondo che è davvero dura. Scoprire dopo quasi trent'anni di essere la figlia di un altro... di quel Federico, per giunta... Io non lo so, ma non credo che riuscirò mai ad accettarlo sul serio. Federico è sempre stato tanto gentile con me. Ma avrei dovuto capire che mi stava nascondendo qualcosa. Tutti quei continui rimandi al suo passato con mia madre, le sue reticenze, i suoi sguardi indecifrabili. Insieme, incredibile a dirsi, abbiamo fatto moltissime cose che, perlomeno in linea di massima, avrebbe fatto un qualsiasi padre con la propria figlia. Abbiamo guardato Il Canto di Natale insieme, ho cucinato i pop-corn senza che lui si perdesse un singolo passaggio. Mi ha fatto salire in groppa alla sua moto, siamo andati a un concerto di musica classica insieme; mi ha regalato tutta la saga di Marcel Proust... E ha letto anche tutti i miei libri. Insomma, chiunque – me compresa – avrebbe potuto pensare che lui si stesse comportando come un uomo d'altri tempi, ma col senno di poi... la verità era un'altra.»

«Io ti ammiro moltissimo, Amanda», le rivelò Alessandro, del tutto serio in volto. «Ammiro il tuo coraggio, la tua forza... il come stai affrontando questa difficile situazione. E voglio che tu sappia che, qualsiasi decisione tu possa prendere, io sarò sempre dalla tua parte.»

Amanda ricambiò il suo sguardo con sincero affetto. «Anch'io ti ammiro tanto, lo sai. E ti sono grata per non esserti girato dall'altra parte.»

«Non avrei mai potuto. Conosco la persona che sei, e non posso che augurarti tutta la felicità del mondo.»

In quel preciso istante, mentre stavano incamminandosi verso la metropolitana, le mani di entrambi si sfiorarono. Amanda, istintivamente, intrappolò quella di lui nella sua. Si guardarono appena, mentre un timido sorriso – a tratti incerto – gli contornava le labbra.

Le loro mani, però, rimasero saldamente intrecciate.


§


«Ma dove cavolo è finita? Doveva essere già qui! Non mi risponde nemmeno al telefono.»

Dopo qualche secondo, lo smartphone di Amanda trillò. Con aria perplessa, la ragazza lesse il contenuto del messaggio appena ricevuto.

Dieci minuti e arrivo. Intanto prendete posto.

«Dice che arriva tra dieci minuti. Possiamo entrare dentro, intanto.»

Alessandro smise all'istante di battere il piede sull'asfalto. «Perfetto. Stavo cominciando a perdere le speranze», ironizzò. «Si vede proprio che siete migliori amiche.»

«Che cosa vorresti insinuare?» domandò l'altra, sull'attenti.

«Che sono già super abituato ai tuoi, di ritardi. Quindi, quello di Monica non mi stupisce minimamente», rispose Alessandro, tra l'impertinente e il divertito.

«Negli ultimi anni sono migliorata, però. Questo non puoi negarlo.»

«Sì, però... però potresti fare di più», replicò l'altro, aprendole con garbo la porta del ristorante.

Amanda fece una smorfia, ma dentro di sé stava ridendo di gusto. «Te lo devo proprio dire... sei la persona più esigente che abbia mai incontrato!»

«E tu la più testarda. Ma, forse, è proprio per questo che andiamo così d'accordo. Non credi?»

«Forse», rispose lei, fingendosi indispettita. Quando giunsero al cospetto del ristoratore, Amanda gli chiese, con un perfetto accento spagnolo, se potessero accomodarsi. Il locale in questione era molto accogliente, e il suo stile, dai tratti rustici e moderni insieme, suscitò in entrambi infinita meraviglia. 

«Monica ha veramente buon gusto», osservò Amanda.

Il ristoratore, nel frattempo, li condusse verso un'area del ristorante piuttosto appartata. Il tavolino, con tanto di candelina profumata al centro, poteva però ospitare solo due persone.

«Ci dev'essere un errore», sussurrò Amanda. «Stiamo aspettando la mia migliore amica, quindi stasera saremo in tre.»

L'altro uomo negò con forza, affermando che una certa signorina Rossi avesse prenotato solo a nome di lei e di Alessandro.

Amanda rimase senza parole. E non appena il distinto proprietario si congedò da entrambi, i due si guardarono con aria smarrita.

«Ti assicuro che non ne sapevo nulla», dichiarò Alessandro, con una punta di imbarazzo nella voce.

Amanda si accorse che, proprio al di sotto della candelina, prendeva posto una piccola letterina. La estrasse in un lampo e cominciò a leggerla, le labbra serrate.

Sono sicura che domani mi ringrazierete. Godetevi la serata, mi raccomando!

Un bacione,

la vostra Monica.

«Ma guarda un po' questa!» esclamò Amanda, rilassando i muscoli del volto. Non avrebbe mai pensato che la sua più cara amica si sarebbe spinta a tanto.

«Che cosa c'è scritto?» domandò un Alessandro sempre più confuso. «Senti, se per caso vuoi che ce ne andiamo, posso anche riportart—»

«Niente di importante», scattò Amanda, sorridendogli di colpo. «E no, noi due non andiamo proprio da nessuna parte. Vogliamo accomodarci?» gli domandò, il cuore a mille. Non sapeva che cosa le avrebbe riservato quella serata nello specifico, ma, tutto d'un tratto, dentro di sé si sentì più coraggiosa che mai. E quando Alessandro, per tutta risposta, le sorrise lasciando che ogni traccia di imbarazzo scomparisse dal suo volto, Amanda comprese di aver fatto la scelta giusta.

Anche per quella sera, il suo posto sarebbe stato accanto a lui.


fxyredarling

Vittoria1975

DanRuben

Nat0519


Come sempre, vi ho taggati perché Wattpad mi fa gli scherzi!!! E come sempre, vi ringrazio di cuore per il sostegno, spero tanto che il capitolo possa piacervi! ❤😄

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