Capitolo 36
Come previsto sono riuscita a riposare solo un paio d'ore. Al mio risveglio, insieme al mal di testa, trovo un messaggio di mia mamma. È insolito che mi scriva a quest'ora, considerando il fuso orario. Mi affretto a leggerlo, non vorrei che fosse successo qualcosa a lei o a papà.
Le mie paure vengono spazzate via quando leggo il contenuto del messaggio:
"Come è andato l'appuntamento con Yuki?"
Mi viene da ridere. I miei genitori non si sono mai interessati alla mia vita sentimentale - per fortuna, oserei dire - ma improvvisamente ecco che diventano curiosi. Spero sia perché si augurano che le cose tra me e Yuki vadano bene, ma non ne posso essere certa. Immagino che, una volta rientrata a Milano, dovremo affrontare con calma la questione.
Rispondo velocemente con un messaggio breve e neutro, perché non mi va di parlare di argomenti del genere in questo modo.
Faccio una rapida colazione e ingoio una pastiglia per il mal di testa; stamattina devo studiare per l'esame di domani, e nel pomeriggio voglio assolutamente assistere al match di Yuki. Mi dispiace non poterlo vedere prima, ma starà sicuramente riposando.
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La partita è durata poco più di un'ora e mezza: Yuki e Ran insieme sono ingiocabili per la maggior parte delle squadre. Hanno una costanza di rendimento e un livello di gioco tale da rendere inutili tutti i tentativi di arginarli. Riescono sempre a trovare il modo di superare il muro, o di fare un ace dal servizio, oppure di ammortizzare palloni pesanti in ricezione e difesa.
Alla fine del match, dopo i soliti festeggiamenti in campo, uno dei giocatori propone una "serata solo maschi". Sono a pochi metri di distanza e non posso fare a meno di ascoltare. Ran e Yuki sono accanto a me, così non posso reagire come vorrei. Mi costringo a non guardarli, facendo finta di niente, anche se il mio cuore si disintegrerebbe se Yuki accettasse di uscire con gli altri. Non sono gelosa dei suoi compagni, ed è giusto che festeggi con loro la vittoria, ma in serate come questa accadono cose che rovinano rapporti ben più consolidati del nostro.
Ran è entusiasta della proposta e cerca subito l'appoggio del suo amico, che però scuote il capo.
《Io non vengo.》chiarisce subito.
Tiro un sospiro di sollievo senza farmi vedere.
《Perché no?》chiede Ran, sorpreso. 《Non sei mica fidanzato!》
Non resisto e mi volto verso i due, giusto in tempo per vedere Yuki arrossire. È così tenero che lo abbraccerei... se non ci fossero decine di persone intorno a noi, ovviamente.
Ran lo osserva, capisco subito che qualcosa non gli torna. Poi mi lancia un'occhiata a cui cerco di restare indifferente, tuttavia non so se ci sono riuscita.
《Ok. Allora, a domani.》
Così dicendo si allontana insieme agli altri, verso lo spogliatoio.
La sua resa è stata più veloce del previsto e questo mi preoccupa. Potrebbe avere intuito qualcosa. Guardo Yuki, che mi si avvicina e abbassa la voce per rassicurarmi.
《Non preoccuparti, ti raggiungo in camera appena sono pronto.》
Gli sorrido, sollevata, e me ne torno in stanza, dove lo aspetto ripassando le ultime pagine per l'esame di domani.
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Due colpi alla porta e capisco che Yuki è arrivato. Apre il battente e infila dentro la testa, assicurandosi di poter entrare. Gli faccio un cenno con la mano e aspetto che mi raggiunga alla scrivania.
《Complimenti per la vittoria. Sei stato bravissimo, come sempre.》mi congratulo con lui ancora una volta, mentre mi metto in piedi.
《Grazie. Penso di avere diritto a un premio, no?》
Ha uno sguardo furbo, capisco che ha in mente qualcosa, anche se non saprei dire che cosa. Gli reggo il gioco, voglio vedere dove va a parare.
《E cosa vorresti?》
Il sorriso improvviso che gli illumina il volto sarebbe sufficiente a concedergli tutto, ma mi faccio forza e aspetto la sua risposta.
《Vorrei un abbraccio.》
La sua è una richiesta semplice, in molte zone del mondo sarebbe un gesto naturale anche tra amici; però qui le cose funzionano in modo differente, e un abbraccio è qualcosa di molto intimo, persino all'interno di una coppia. Ci siamo già abbracciati un paio di volte, è vero, ma è successo sull'onda dell'entusiasmo. Adesso invece sarebbe completamente diverso.
La mia esitazione deve essere evidente, perché lui torna serio e si avvicina di un passo, cercando i miei occhi.
《Se non vuoi, non devi...》
Nego velocemente con la testa. Nessuno sa quanto vorrei abbracciarlo, è solo che dopo tanti anni di amicizia questi cambiamenti mi fanno uno strano effetto.
《Io voglio farlo, voglio abbracciarti, però...》inizio a spiegare, ma mi mancano le parole per esprimere i miei timori.
Per fortuna Yuki mi capisce sempre anche se io non riesco a spiegarmi.
《Però è strano, vero?》
Annuisco, ed entrambi sorridiamo, più rilassati.
Faccio un respiro profondo e annullo la distanza tra noi; lui è immobile, mi osserva senza fare nulla, lasciando che sia io a scegliere modi e tempi. Questa sua premura mi gonfia il cuore e all'improvviso vorrei fare ben più che abbracciarlo.
Mi alzo sulle punte e gli cingo il collo con le braccia, nascondendo il viso contro la sua spalla. Respiro il suo bagnoschiuma, un profumo che conosco bene, e chiudo gli occhi, godendomi la sensazione di averlo tra le mie braccia.
Sono già felice così, ma quando lui ricambia l'abbraccio, stringedomi a sé, scopro che cosa voglia dire davvero sentirsi a casa. Perché ormai mi è chiaro, io mi sento a casa solo qui, accanto a Yuki, con i nostri corpi attaccati l'uno all'altro. Potrebbe succedere qualunque cosa intorno a me e io starei bene lo stesso, perché sarei con lui.
I nostri fisici vicini generano un calore che non so come affrontare: da un lato vorrei non finisse mai, dall'altro mi sembra di esserne travolta.
《Ema...》la sua voce è un sussurro contro la mia spalla.
Il suo fiato sul collo mi procura un brivido sulla pelle. Lo stringo di più.
《Ema, se dipendesse da me non me ne andrei più da questa stanza, credimi. Ma domani hai un esame. Devi riposare.》
Ha ragione lui, lo so. Non posso passare un'altra notte senza dormire. Ma non voglio lasciarlo andare, non ancora.
《Rimani finché non mi addormento?》
Mi vergogno un po' a chiederlo, però ho davvero bisogno di lui.
Yuki sospira e poi accetta. Sciogliamo l'abbraccio, senza guardarlo mi precipito ad afferrare il pigiama e mi chiudo in bagno per cambiarmi.
Quando esco, lo trovo seduto sul letto, mi sta aspettando. Sorride e batte la mano sul materasso, invitandomi a raggiungerlo e a distendermi accanto a lui. Spengo la luce e seguo il suo invito.
La stanza è illuminata solamente dai raggi della luna che entrano dalla finestra semiaperta. Una volta distesa, mi giro sul fianco in modo da poterlo vedere meglio.
Yuki lascia vagare il suo sguardo sul mio corpo, appena coperto dai pantaloncini e dalla maglietta a maniche corte che uso come pigiama. Mentre io prendo fuoco sotto i suoi occhi, allunga una mano e mi copre col lenzuolo.
《Ma fa caldo!》protesto, e mi accingo a scoprirmi di nuovo.
Ma lui mi blocca la mano a mezz'aria, afferrandomi il polso con dita gentili.
《Potrai scoprirti una volta che me ne sarò andato.》
La sua voce è diversa dal solito, ha una nota che non riconosco, qualcosa che mi vibra dentro e mi spinge a non contraddirlo.
《Ok.》
Yuki intreccia le sue dita alle mie, un gesto a cui mi sto abituando velocemente, e restiamo così, in silenzio, a guardarci nella penombra.
Il suo volto è l'ultima cosa che vedo prima di scivolare nel sonno.
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