Capitolo 30
Oggi la nostra agenda è stata talmente piena che non siamo riusciti a vederci se non di sfuggita nei corridoi. Pochi attimi in cui ci siamo guardati e abbiamo sorriso, e in cui ho faticato per tenere a bada la mia voglia di toccarlo.
Sto aspettando come sempre all'esterno della palestra, non voglio modificare le vecchie abitudini, anche se il nostro rapporto sta cambiando. I primi giocatori iniziano a uscire e io sento crescere il nervosismo.
So che non dovrei, ma sono agitata al pensiero di restare da sola con Yuki. Temo di non riuscire a controllarmi, ma temo anche il non sapere come comportarmi ora che non siamo più solamente migliori amici.
Mi passo le mani tra i capelli scuri e sospiro: abbiamo bisogno di parlare e mettere in chiaro alcune cose.
《Adesso sospiri quando mi vedi?》
La voce scherzosa di Ran mi riporta alla realtà.
Un sorriso mi nasce spontaneo mentre gli rispondo.
《Certo, perché sei irresistibile.》
《Modestamente.》ride anche lui. 《Senti, Ema, Yuki mi ha detto che ti ha parlato dell'Italia. Grazie per averlo incoraggiato ad accettare.》
Mi stringo nelle spalle e mi guardo intorno, prima di ritornare a fissare Ran.
《È giusto così. Sai anche tu quanto ci tiene. Ed è un'occasione che potrebbe non ripresentarsi. Inoltre, si tratta solo di qualche mese di lontananza, poi saremo nello stesso continente. Anzi, nello stesso Paese. Considerando la situazione passata, mi sembra quasi un miracolo.》
Lui annuisce, poi mi da la buona notte e se ne va.
Finalmente vedo Yuki comparire all'orizzonte, bello e spettinato come sempre dopo la doccia. Mi regala subito un sorriso e, dopo avere salutato gli ultimi compagni, iniziamo a camminare.
《Ti va un caffè?》
La proposta è allettante, così accetto.
《Non preoccuparti, non è un appuntamento.》specifica sottovoce. 《Farò le cose per bene. Adesso ti offro solo un caffè.》
Arrossisco e non riesco a guardarlo, chissà se se ne è accorto.
Attraversiamo la strada e ci sediamo all'esterno di uno dei tanti bar che circondano l'università. Ordiniamo i nostri caffè lunghi e, mentre attendiamo, Yuki mi racconta la sua giornata. Io faccio lo stesso, dicendogli che ho anche sentito i miei genitori prima.
《Non mi hai mai raccontato come hanno reagito i tuoi quando hai detto loro che saresti tornata qui.》
Gli occhi di Yuki osservano ogni mio movimento, così mi sforzo di rispondere con calma.
《Non ne erano felici, hanno cercato di convincermi che la mia vita era a Milano, ormai. Ma non ho lasciato loro scelta, li ho messi davanti al fatto compiuto. Io dovevo tornare.》
La mia voce e il mio sguardo si abbassano contemporaneamente; mi imbarazzo ad ammettere che sono tornata principalmente per lui.
《Perché?》
Mi ostino a non guardarlo, se incrociassi i suoi occhi penso che gli rivelerei tutto: quanto sono stata male senza di lui, quanto tempo è trascorso dal momento in cui ho capito di essermi innamorata di lui, quanto ho sperato di poterlo rivedere.
Solo che non so come rispondere alla sua domanda. Penso velocemente a qualcosa, senza molti risultati.
Il silenzio si protrae, lui aspetta ancora la mia risposta. Non mi mette fretta, però so che vorrebbe la verità. E se la merita. Soltanto che è dannatamente difficile eliminare la corazza che avevo avvolto attorno al mio cuore.
Respiro a fondo e bevo un sorso di caffè, sperando mi dia il coraggio necessario a rispondere.
《Per rivedere una persona.》
La voce esce più sicura di quello che mi sarei mai aspettata, nonostante le mie dita stiano torturando il tovagliolo.
《E ne è valsa la pena?》
Stavolta lo guardo, sul suo viso leggo un po' di timore, una lieve insicurezza che mi fa tenerezza.
《Non ho mai avuto dubbi che ne sarebbe valsa la pena.》
I nostri sguardi sono incollati, ora, mentre i caffè si raffreddano nelle tazze davanti a noi.
Decido di cambiare discorso, voglio sincerarmi di una cosa molto importante.
《Hai accettato l'offerta dall'Italia, vero?》
Yuki sorride.
《Stai già cercando di liberarti di me?》
《Certo, così potrò organizzare ogni sera un'uscita con un ragazzo diverso.》sto al gioco e sorseggio il mio caffè, ormai tiepido.
Lui ritorna subito serio.
《Forse non è una buona idea, dovrei restare qui ancora qualche mese.》
Alla mia faccia scioccata lui reagisce ridendo.
《Non temere, sto scherzando. A ogni modo, ho ancora qualche giorno per accettare. Anche perché c'è una cosa che non ti ho ancora detto.》
Fa una pausa per accertarsi di avere tutta la mia attenzione. Come se potessi distrarmi con lui davanti.
《Le offerte sono due.》
《Due?》
Annuisce e prosegue nella spiegazione.
《Una è arrivata da Modena. Sai, è una delle squadre più forti del campionato. La chiamano "il tempio del volley". Potrei allenarmi con alcuni tra i migliori giocatori al mondo.》
Io penso che Modena e Milano distano poco più di un paio d'ore e già questo mi basta per essere felice.
《E la seconda offerta?》
《È una squadra più giovane, con giocatori meno esperti. Però è in una città che mi fa battere il cuore.》mentre lo dice pianta gli occhi nei miei.
《Quale città?》domando in un soffio.
《Milano.》
Fatico a stare ferma sulla sedia. Yuki potrebbe vivere nella mia stessa città! Sembra un sogno, però...
《Però hai detto che la squadra è meno forte, meno esperta.》
《Sulla carta, sì.》
Devo controllarmi. La cosa più importante ora non sono i miei sentimenti ma il futuro di Yuki. Ingoio ancora un sorso di caffè.
《Devi scegliere quello che pensi sia meglio per te.》dico con convinzione, anche se un pochino il mio cuore ne soffre. Ma non voglio scambiare il suo futuro con due ore di strada.
《Lo so, e ho già un'idea. A Modena probabilmente finirei in panchina, giocherei pochi minuti ogni tanto. Certo, allenarmi lì sarebbe bellissimo, ma io voglio provare a guadagnarmi un posto in squadra, voglio misurarmi con i giocatori più forti, e questa possibilità l'avrei solo a Milano. E poi...》
Si interrompe e cerca il mio viso, mentre le sue dita continuano a tamburellare sulla tazza.
《A Milano ci sarebbe una persona che voglio vedere.》
Non riesco a impedirmi di sorridere, anche se so che ho le guance in fiamme, e che forse dovrei mascherare un minimo il mio entusiasmo.
《Da quando arrossisci così tanto?》chiede Yuki prendendomi in giro.
Appallottolo il tovagliolo che ho ancora tra le dita e glielo lancio contro.
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