Capitolo 28

Tre secondi dopo la mia risposta, Yuki espira mettendosi le mani dietro la testa e facendo un giro su se stesso, segni di quanto fosse teso e nervoso all'idea che potessi rifiutare. Se sapesse quante volte ho sognato - letteralmente sognato - che lui ricambiasse i miei sentimenti! Ma non lo ritenevo possibile.

Ci fissiamo, sorridenti.

Se qualcuno ci vedesse penserebbe che siamo stupidi: in piedi vicino a una panchina, zitti e immobili, con due sorrisi ebeti sulla faccia.

Sento caldo, eppure la temperatura è piacevole. Il mio corpo sembra attraversato da scariche di energia e mi accorgo di avere le mani sudate. Non ho mai sperimentato queste sensazioni, nemmeno da adolescente; nessuna delle mie cotte - non che ne abbia avute molte - mi ha mai provocato qualcosa di lontanamente simile.

Non ho voglia di rientrare, vorrei solo godermi questa serata con lui.

Sembra leggermi nel pensiero, perché si siede, sorridente, e aspetta che io faccia lo stesso.

Mi accomodo accanto a lui, siamo vicini ma non ci tocchiamo. Alziamo la testa verso il cielo e immaginiamo le stelle nello spicchio di spazio che ci sovrasta.

《Scusa per prima.》

La sua voce rompe il silenzio in cui eravamo avvolti, ma col suo tono calmo e delicato mi sembra una carezza sulla pelle nuda delle braccia.

《Cosa intendi?》domando, provando a capire a cosa si riferisca.

Dal mio punto di vista non ha fatto nulla di male, tranne forse usare delle frasi sibilline che mi hanno fatto perdere dieci anni di vita.

《Lo sai... Il bacio.》puntualizza senza guardarmi.

Ah. Il bacio.

Quello che non pensavo sarebbe mai avvenuto, ma che invece ha fatto cadere le maschere che entrambi ci ostinavamo a indossare. Ha rivelato i nostri veri sentimenti e trasformato il nostro rapporto, ancorché siamo solo all'inizio.

È stata un'invasione del mio spazio personale molto netta; capisco perché pensi che siano necessarie delle scuse. Anche se in realtà agognavo un suo bacio da molti mesi, ma lui questo non può saperlo.

Visto che abbiamo fatto cadere ogni muro, ogni maschera, mi domando se sia il caso di confessargli esplicitamente che per me è stato il primo bacio. Ho avuto qualche cotta, ma sono stata a un solo appuntamento ed è stato un disastro. Figuriamoci se sono mai andata oltre...

Yuki è stato testimone di ogni fase della mia vita, mi sono sempre confidata con lui, quindi dovrebbe saperlo; tuttavia temo che, preso dalla situazione e dal nervosismo, non se ne sia reso veramente conto.

Una parte di me vorrebbe mettere le cose in chiaro per evitare futuri fraintendimenti; l'altra parte di me però non vuole farlo sentire in colpa. Perché temo che finirebbe così.

Yuki si volta e incrocia i miei occhi, ancora in attesa di una mia reazione. Lo fisso e i pensieri svaniscono mentre il mio corpo risponde alla sua vicinanza: il battito accelera, il respiro trema, le mani vorrebbero allungarsi verso di lui.

《Non guardarmi così, altrimenti dovrò scusarmi un'altra volta.》mi avverte con un mezzo sorriso, ma i suoi muscoli sono tesi.

Arrossisco subito, però non riesco a distogliere lo sguardo. Mi vergogno ad ammetterlo anche a me stessa, ma sono completamente persa. Mi stupisco di come io abbia potuto fare finta di niente per un anno, in questo momento tutto di lui mi attira inevitabilmente: io sono l'ape e lui è il nettare.

In lontananza un campanile batte l'ora. Mi riscuoto e controllo l'orologio, è mezzanotte.

《È tardi, sarà meglio rientrare.》dico più a me stessa che a Yuki, perché se fosse per me non mi alzerei mai più da questa panchina.

《Vieni, ti accompagno.》

Si mette in piedi per primo e aspetta che lo imiti, poi ci avviamo senza fretta verso il dormitorio. Scambiamo poche parole, il discorso di stasera riecheggia ancora nelle nostre menti. Dobbiamo entrambi metabolizzare quello che ci siamo detti e ciò che è successo tra noi. Per quanto io ne sia felice, si tratta di un cambiamento abissale nel nostro rapporto e ci vorrà del tempo per abituarci. Soprattutto, devo fare in modo di non rovinare tutto, perché non potrei sopportare di perderlo.

Questo è quello che mi fa più paura.

《Sei pensierosa.》

Yuki intuisce il mio stato d'animo.

Siamo ormai arrivati davanti alla mia porta. Mi fermo e la apro, poi mi giro verso di lui.

Gli sorrido nel modo più naturale e rassicurante possibile prima di parlare.

《È stata una serata... inaspettata. Ho solo bisogno di un po' di tempo.》

Yuki annuisce.

《Ti capisco. Ci vediamo domani. Buona notte.》mi saluta, accarezzando lievemente con la mano la mia guancia.

Prima che possa dire qualunque cosa, si volta e si allontana.

Non mi resta che osservarlo fino a quando non sparisce dietro l'angolo del corridoio, mormorando una buona notte che lui non può sentire.


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