Capitolo 25

"Devo parlarti. Vediamoci alla panchina."

Il messaggio di Yuki arriva quando io e Ran stiamo per entrare nell'area del campus. È stato un pomeriggio piacevole, che mi ha anche offerto alcuni spunti di riflessione in merito alla mia amicizia con Yuki. Certo, non ho sentito le farfalle nello stomaco, non mi sono emozionata per i suoi gesti galanti o cose di questo tipo, ma già lo avevo messo in conto.

Ran procede verso il dormitorio, ma io lo fermo.

《Ran, aspetta.》

Lui si gira e mi permette di spiegare.

《Devo incontrare Yuki, dice di dovermi parlare.》

Sorride in un modo un po' enigmatico e annuisce, per nulla infastidito che io lo lasci per andare da un altro.

《Non ti trattengo, allora.》

《Grazie mille per oggi pomeriggio. Mi sono divertita.》

《Chiamami quando vuoi.》mi saluta facendomi l'occhiolino e si incammina da solo verso il dormitorio.

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Sono agitata. Non posso rifiutarmi di vedere Yuki, e sono curiosa di sapere cosa mi vorrà dire; allo stesso tempo però, ricordando quello che è accaduto in camera sua solo ieri sera, sono preoccupata. Non so come potrei reagire avendolo di nuovo vicino e ho paura che il nostro rapporto non torni più come prima. Se lui fosse arrabbiato per la mia intromissione nella sua vita sentimentale?

Sto pensando a tutto questo mentre cammino verso il giardino dell'università. È sera ormai, e gran parte degli studenti è in camera oppure fuori a divertirsi, perciò solo poche persone percorrono i sentieri di terra battuta e ghiaia che attraversano il prato come un ricamo.

Quando arrivo alla nostra panchina trovo il mio amico ad attendermi. Mi squadra dalla testa ai piedi con uno sguardo strano.

《Non ti ho mai visto questo vestito addosso. Ti sta bene.》

La sua voce è profonda e, mio malgrado, mi scalda l'anima. Sento il calore affiorare fino alle guance e spero che la penombra lo celi.

《Grazie. Volevi vedermi?》

Annuisce, ma impiega un po' a spiegarmi il motivo.

《Ema, devo dirti una cosa. Non è facile, soprattutto perché tu sei appena tornata.》

Sono tutta orecchie, voglio capire cosa c'è di così importante da farlo esitare.

《L'ho saputo solo da poco e non riuscivo a trovare un modo per dirtelo. Ma ci siamo promessi di non avere più segreti, quindi...》prosegue abbassando lo sguardo.

L'agitazione aumenta, temo che ci sia qualche cattiva notizia in agguato.

《Yuki, cosa c'è? Non farmi preoccupare.》

Sento la tensione crescere, sono pronta a scattare al minimo segnale negativo. Mi avvicino a lui di qualche passo, fino a ritrovarmelo di fronte.

《Non devi preoccuparti, non è una cosa negativa. Almeno, non nel senso classico.》

Ancora non capisco cosa voglia dirmi e questa lunga attesa sta mettendo a dura prova i miei nervi.

Yuki mi fissa negli occhi, esita ancora, poi prende un respiro profondo e spara:

《Mi hanno offerto di giocare in Italia.》

Non aggiunge altro, si limita a osservare la mia reazione.

Apro e chiudo la bocca un paio di volte, ma non esce alcun suono. Mi sembra di essere un pesce che annaspa fuori dall'acqua.

Pensieri diversi si affacciano alla mia mente: il talento di Yuki è stato notato e la sua carriera pallavolistica potrebbe decollare nel mondo del professionismo; gli hanno offerto di giocare all'estero, e non in un luogo qualunque, bensì in Italia; l'Italia è il Paese che mi attende una volta finito questo semestre.

Tuttavia l'ultimo pensiero che invade la mia testa è un altro: adesso che sono tornata in Giappone, è lui ad andarsene?

Mi tornano in mente le parole di Ran: 《Cosa avresti fatto se fosse stato lui ad andarsene?》

Ran lo sapeva, sapeva dell'offerta dall'Italia.

《Quando?》riesco a chiedere, mettendo un attimo da parte tutti i pensieri che vorticano dentro di me.

《Tra un mese.》

Un mese. Questo vuol dire che per i restanti quattro rimarrò qui da sola.

《Dì qualcosa.》mi prega lui quando il mio silenzio si protrae.

Osservo il suo viso, così familiare che mi sembra sia inciso nel mio cervello e nel mio cuore. Capisco che questa notizia lo tormenta da giorni. L'espressione sul suo volto ne è la prova.

Ripenso a come mi sono sentita io quando ho scoperto di dovermene andare, a come avessi pensato mille volte al modo migliore per dirglielo. La verità è che certe cose vanno dette e basta, non esiste un modo migliore per farlo.

Deglutisco e mi sforzo di nascondere il tremolio nella mia voce.

《Sono felice per te!》

E lo sono davvero; ho sempre saputo che questo momento sarebbe giunto, e l'ho sempre incoraggiato a seguire il suo sogno. Non intendo smettere oggi.

《Non ho ancora accettato l'offerta.》confessa lui.

《Perché no?》

Sono basita. Diventare un giocatore professionista è il suo sogno fin da bambino, pensavo che avrebbe fatto i salti di gioia. Invece sta esitando.

《Dovevo prima parlarne con te.》

La sua sincerità è disarmante.

《Ma sei pazzo?》mi infervoro. Non gli lascerò sprecare l'occasione che potrebbe cambiargli la vita, a costo di dovermi strappare il cuore dal petto. 《Devi accettare! O giuro che non ti rivolgerò più la parola.》

La mia minaccia, più che spaventarlo, lo diverte. Il sorriso che compare sul suo volto è una boccata d'ossigeno per i miei nervi tesi.

Tuttavia, veloce come era comparso, quel sorriso sparisce di nuovo.

《Sai cosa succederà se accetto?》

《Certo che lo so: diventerai un giocatore professionista in Italia e tutte le squadre del mondo si accorgeranno di quanto sei bravo.》cerco di sviare il discorso per evitare l'argomento che mi farà più soffrire.

《Ema...》

Scuoto la testa, non voglio pensarci.

《Non parliamone.》sono io a supplicarlo, adesso.

《Dobbiamo parlarne, invece!》tuona Yuki facendo un passo verso di me ed estraendo le mani dalle tasche. 《Se accetto, tra un mese me ne andrò. Invece tu resterai qui.》

Trovo la forza di ribattere, anche se dentro di me ogni cosa si sta sgretolando.

《Sarebbe accaduto in ogni caso, Yuki. Quando finirà questo semestre, io me ne dovrò andare, di nuovo. Ci saremmo comunque dovuti separare.》

《Ma non tra un mese. Avremmo avuto ancora del tempo...》lascia la frase in sospeso, stringe i pugni e mi tiene legata a lui con gli occhi.

Mi sovviene la storia di Hachiko, sono sicura che anche lui la conosce. Decido di spiegarmi prendendo ispirazione dalla vita di quel cane.

《Accetta, Yuki. È il tuo destino. E non rinuncerai per colpa mia. Io sono felice per te, davvero. Sarò la tua prima tifosa. E il nostro legame non svanirà, perché siamo amici da tutta la vita e troveremo il modo di esserlo anche quando saremo lontani.》

Riflette per alcuni istanti, ha un'espressione combattuta che non capisco fino in fondo. Quando apre la bocca, le parole che pronuncia mi distruggono.

《Forse essere amici non è più una buona idea.》


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