Capitolo 21 - Gita (parte terza)
Entro nella stanza del ryokan che ci ospiterà per questa notte: pavimento in tatami, le coperte già pronte ripiegate in un angolo, un tavolino basso per la colazione e una bella finestra su un giardino verde e silenzioso.
Condivido la camera con altre due ragazze, per fortuna sono tra quelle che mi stanno più simpatiche.
Ci affrettiamo a disfare gli zaini estraendo le poche cose che ci siamo portate dietro e prendiamo gli yukata messi a disposizione dal ryokan. Non vediamo l'ora di rilassarci nell'onsen della struttura per avere un po' di sollievo dopo la scarpinata di oggi. Tutti i nostri muscoli sono doloranti.
Dopo esserci spogliate e lavate ci immergiamo nella grande vasca femminile, lasciando che l'acqua calda e sulfurea accarezzi i nostri corpi stanchi. Chiacchieriamo con tranquillità, senza imbarazzo per la nostra nudità. Si tratta di una tradizione che amiamo, e poi tutti i maschi sono in un'altra vasca e non possono vederci.
Successivamente, indossati gli yukata, ci ritroviamo coi nostri compagni nella sala comune, dove ci viene servita una cena tradizionale.
Ho abbandonato le mie compagne e mi sono seduta di fronte a Yuki. Anche lui ha indossato lo yukata, che secondo me lo fa sembrare più grande.
《Come vanno i muscoli?》chiede mentre addenta le sue verdure.
Butto la testa all'indietro, i capelli ancora umidi, e sospiro.
《Non so se domani riuscirò a camminare.》
Lui ride.
《Esagerata.》
Mastico il boccone che ho in bocca, poi rispondo con un finto broncio.
《Io non mi alleno tutti i giorni!》
《Forse dovresti.》si intromette Ran, dal tavolo accanto.
Gli faccio la linguaccia.
《Molto matura.》mi rimprovera Yuki, ma in fondo sta ridendo.
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Terminiamo la cena, poi rientriamo nelle nostre stanze. Siamo stanchi e domani ci aspetta un'altra giornata intensa.
Scrivo un messaggio ai miei genitori, riassumendo ciò che abbiamo fatto, poi mi distendo sul futon e mi copro con la coperta. L'aria invernale di sera è ancora più fredda.
Guardo fuori dalla finestra: la porzione di giardino visibile è illuminata da alcune lanterne che la rendono quasi fiabesca; sembra uscita da un film dello studio Ghibli.
Le mie compagne si addormentano quasi subito, mentre io resto a fissare a tratti il soffitto e a tratti il giardino. Forse sono troppo stanca anche per dormire.
Prendo il cellulare e scrivo al mio migliore amico, avrei proprio bisogno di fare due chiacchiere mentre aspetto che arrivi il sonno.
"Sei sveglio?"
La notifica silenziosa appare nel giro di pochi secondi.
"No."
Sorrido e continuo.
"Allora sei sonnambulo?"
"Può essere."
"Da sonnambulo sei autorizzato a uscire dalla stanza, giusto?"
"Che vuoi fare?"
"Troviamoci nel giardino, accanto all'albero vicino all'ingresso."
"Ok."
Adoro il fatto che Yuki sia sempre disponibile senza porsi troppe domande. Infilo il giaccone sopra lo yukata cercando di non disturbare le ragazze che stanno dormendo ed esco di soppiatto dalla camera. Se i professori mi scoprono una bella ramanzina non me la leva nessuno.
Cammino il più silenziosamente possibile fino alla portafinestra scorrevole posta nei pressi dell'ingresso e la apro delicatamente, pregando che il leggero cigolio non svegli i professori.
Esco quindi in giardino e raggiungo il grande ciliegio: è ancora presto per la fioritura, ma la pianta conserva il suo fascino alla luce delle lanterne.
Mi scappa un piccolo urlo quando due mani mi coprono gli occhi. Mi riprendo subito, deve essere Yuki, ma ormai la figuraccia è fatta.
《Sei proprio una femminuccia.》mi prende in giro lui, sedendosi accanto a me su un muretto.
Gli colpisco il braccio mettendoci più forza che posso, ma non fa una piega.
《Se i professori si svegliano sono guai.》
《Io ho la scusante, sono sonnambulo.》
《Vedremo se ci crederanno.》
Guardiamo il cielo notturno, si intravedono alcune stelle tra le luci della città.
《Come mai non riesci a dormire?》domanda il mio amico continuando a fissare il cielo.
Mi stringo nella giacca ascoltando il silenzio della notte.
《Non lo so, forse sono semplicemente troppo stanca. E tu?》
《Pensieri.》
Mi faccio attenta e lo guardo.
《Che tipo di pensieri?》
Passa qualche istante prima che risponda.
《Pensi mai al futuro? Voglio dire, a come saremo e a cosa faremo una volta finito il liceo.》la sua voce bassa è quasi un calmante per la mia mente irrequieta.
《Ogni tanto. Perché?》
《Non lo so nemmeno io, ma stasera continuo a domandarmi dove saremo tra due anni. L'università, il lavoro, la pallavolo.》si interrompe e si gira verso di me, poi riprende. 《Se dovessimo prendere strade diverse? Saremmo ancora amici?》
I suoi occhi mi inchiodano; non l'ho mai visto così pensieroso.
《Yuki, a un certo punto le nostre strade si dovranno dividere per forza.》gli dico con dolcezza. 《Tu girerai il mondo giocando a pallavolo.》
《Non puoi saperlo.》mi interrompe scuotendo il capo.
《Sì, invece.》continuo con fermezza. 《Solo un cieco non se ne renderebbe conto. Sei nato per questo.》
Lo credo davvero: non ho mai visto un talento come il suo.
《E tu cosa farai?》
Torna a guardarmi, negli occhi una strana ombra, che mi agita un poco.
《Yuki, non importa cosa farò, o dove vivrò. Non ti libererai così facilmente di me.》gli faccio l'occhiolino e finalmente lo vedo sorridere.
Poi allungo il mio pugno verso di lui, sollevando il mignolo, come quando da bambini suggellavamo una promessa. Lui mi guarda divertito.
《Non siamo troppo cresciuti per questo?》
Nego con la testa, aspettando che mi imiti.
Alla fine si convince e incrocia il suo mignolo col mio.
《Amici per sempre.》dichiaro con tono solenne.
《Amici per sempre.》mi fa eco lui.
E mi sembra che l'ombra nei suoi occhi sia scomparsa.
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