Capitolo 2

Non è mai semplice adattarsi alle novità e lo è ancora meno quando la novità non l'hai cercata tu. Questo cambiamento radicale io l'ho subìto, e mi ha allontanato da una persona importantissima.

Sono quasi due mesi che provo ad abituarmi a questa mia nuova vita, alla nuova casa, alla nuova università. Nuove conoscenze, nuovo cibo, nuova lingua. Nonostante mio padre mi abbia insegnato l'italiano, doverlo usare per tutto il tempo sta richiedendo uno sforzo non indifferente. Non appena la mia concentrazione cala, ecco che il mio cervello ritorna in automatico a esprimersi in giapponese. Mi dico che è solo una fase, che la situazione migliorerà, ma forse non ci credo fino in fondo.

Continuo anche a ripetermi che mi ambienterò, prima o poi, e che il nodo alla gola che mi accompagna da quando ho lasciato il Giappone sparirà come per magia. Però allo stesso tempo ho paura che succeda davvero: vorrebbe dire lasciare definitivamente indietro lui.

Yuki.

Non c'è giorno in cui io non lo pensi e non senta la sua mancanza. Vorrei condividere con lui tutto quello che sto vivendo, raccontargli le mie scoperte e i miei successi, e vorrei che mi consolasse quando credo di non farcela. Ma non è possibile. Almeno non come prima.

All'inizio abbiamo fatto i salti mortali per poterci sentire tramite videochiamata; quei pochi minuti erano un raggio di sole che illuminava le mie giornate faticose. Tuttavia, a causa del fuso orario e dei diversi impegni di entrambi, le videochiamate sono diminuite e piano piano sono state sostituite da dei semplici messaggi.

Mi manca così tanto sentire la sua voce...

Sospiro e mi siedo sul letto della mia camera.

L'armadio è aperto. Dovrei scegliere i vestiti per uscire questa sera insieme a un gruppo di ragazzi che frequenta con me il corso di inglese all'università. Non ho voglia di andare in giro per la città, tutto quello che vorrei fare è seppellirmi sotto le coperte e dormire. Ma i miei genitori hanno insistito affinché facessi nuove amicizie, forse nella speranza che io dimentichi Yuki.

Immagino che sappiano che non accadrà, non posso dimenticarlo. Abbiamo condiviso ogni giorno dal primo anno di asilo fino al primo anno di università. Abitavamo vicino, eravamo nelle stesse classi. Solo all'università abbiamo scelto facoltà differenti: mentre io ho sempre voluto studiare lingue straniere, lui ha scelto scienze motorie, un indirizzo di studio che ben si abbina alla sua carriera sportiva. Ma nonostante i diversi orari e i suoi mille allenamenti, riuscivamo sempre a trovare del tempo per confrontarci e stare insieme.

Un leggero colpo sulla porta interrompe i miei pensieri.

《Tesoro, non sei ancora pronta? Pensavo uscissi.》

Mia madre entra e si ferma davanti all'anta dell'armadio. Nonostante mio padre abbia tentato di insegnarle la sua lingua madre, lei non ha mai imparato nulla, se non poche parole. Adesso che siamo qui a Milano sta cercando di recuperare il tempo perduto, ma fa molta fatica.

《Ora mi preparo, mamma.》rispondo a mezza voce.

Lei mi squadra, preoccupata.

《Non devi uscire per forza, se non vuoi.》

Scuoto la testa. Rimanere in casa vorrebbe dire sottoporsi a occhiate piene di compassione da parte sua e di papà, e sinceramente non so se resisterei senza scoppiare. Dopotutto, sono qui perché ho dovuto seguire loro, e anche se so che non mi hanno fatto un dispetto volontariamente, forse un po' li incolpo per tutto questo. I loro sguardi preoccupati e tristi mi infastidiscono. Mi ripeto che anche questo passerà, sospiro e mi alzo afferrando il primo vestito che trovo. Lascio mia madre in camera e mi rinchiudo in bagno per prepararmi.

-----

《Ema, non ci hai ancora raccontato come mai sei in Italia.》

Siamo seduti da un paio d'ore in uno dei locali più alla moda di Milano e il gruppetto di ragazzi intorno a me ha iniziato a farmi qualche domanda. Non sono molto a mio agio al centro dell'attenzione, ma faccio del mio meglio per rispondere con educazione.

《Sapete che mio padre è italiano. Lavora per una multinazionale. Dopo venticinque anni in Giappone ha deciso di rientrare a Milano.》

《Come mai?》domanda Carlotta, mentre gioca con una ciocca dei suoi capelli rossi.

Sospiro e abbasso lo sguardo.

《Una promozione.》

《Non deve essere facile un cambiamento del genere.》Stefano sembra dar voce ai miei pensieri.

《Però pensa che bello, poter conoscere due Paesi e due culture così diversi tra loro!》Anna è sempre entusiasta, credo che sia nata per viaggiare. 《Non è vero, Ema? Non sei contenta?》

In realtà anche io sono sempre stata affascinata dalle diversità, dalle lingue, dalle tradizioni delle diverse zone del mondo; è il motivo per cui ho scelto questo tipo di studi. Però mi sono resa conto che non c'è nulla di eccitante se non hai nessuno con cui condividerlo. È come se mi mancasse un pezzo.

《Ema, tutto bene?》è ancora Anna a parlare.

Annuisco, non voglio che si preoccupino per me.

《Ho solo bisogno di un po' d'aria.》

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top