Capitolo 13

È tardi, non ho cenato e sono ancora distesa sul letto a fissare il soffitto. Le lacrime hanno smesso di scendere, ma il cuore è pesante come piombo.

Mi sforzo di andare in bagno a sciacquarmi la faccia, gli occhi sono così gonfi che nemmeno un chilo di crema potrebbe rimediare.

Torno a sedermi sul letto e controllo l'orario: le undici di sera sono passate da un pezzo. Vedo alcune chiamate perse. So che sono di Yuki, non ho bisogno di controllare. Avevo tolto la suoneria perché non volevo parlare con nessuno, soprattutto con lui.

Ci sono anche dei messaggi, sempre suoi. Sospiro e mi costringo ad aprirli. Se è ancora sveglio vedrà che li ho letti.

"Ema, devo parlarti."

"Ema, lasciami spiegare."

Me ne deve spiegare di cose... ma non so se adesso sarei in grado di ascoltarlo.

Sto per posare il telefono quando mi arriva un altro messaggio.

"Possiamo vederci?"

Allora è ancora sveglio.

Ragiono sulla sua richiesta: non credo che riuscirò a chiudere occhio stanotte, tanto vale parlargli subito. Anche se mi farà soffrire, anche se il mio cuore sanguinerà.

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Ci siamo dati appuntamento alla panchina del parco del campus dove eravamo soliti incontrarci tra una lezione e l'altra. Cammino lentamente, cercando di rilassarmi il più possibile. Quando arrivo, lui è già lì che mi aspetta. Il vento caldo gli scompiglia i capelli, è in piedi accanto alla panca e sta calciando alcuni sassolini.

Mi vede arrivare e si raddrizza, togliendo le mani dalle tasche dei pantaloncini.

Mi fermo davanti a lui, in silenzio.

《Grazie per essere venuta.》esordisce piano, scrutandomi. 《Hai pianto?》chiede, scioccato.

Allunga una mano come per toccarmi la guancia, ma poi si ferma e la rimette in tasca.

Io non rispondo, inutile negare l'evidenza.

《Ema, mi dispiace tanto. Avrei voluto parlartene, ma non mi sembrava mai il momento giusto. Allora ho deciso che te lo avrei detto più avanti, se le cose fossero diventate serie.》

Inspiro e mi siedo, processando queste informazioni nel mio cervello.

《Cosa vuoi dire? Non siete fidanzati?》

Yuki si inginocchia davanti a me, e i nostri visi sono alla stessa altezza ora.

《No! Siamo usciti insieme qualche volta, ci stiamo frequentando. Sai, i miei hanno voluto così...》

I suo occhi non lasciano mai i miei; da questa posizione posso vedere tutte le sue espressioni, il suo sguardo, il piccolo neo che ha vicino al naso.

《Cosa c'entrano i tuoi?》

Sospira e prosegue nel racconto.

《Hanno deciso di rivolgersi a uno di quei tizi che organizza incontri combinati, hai presente? È stato lui a suggerire che io uscissi con Saori. Quando ci ha messo in contatto, abbiamo scoperto di frequentare la stessa università.》

Un incontro combinato... ma perché?

《Come mai i tuoi genitori hanno preso una decisione del genere? Sei ancora giovane, non c'è fretta.》

Davvero non riesco a capire.

Lui si stringe nelle spalle e io rimango con la curiosità.

Adesso tante cose mi sono chiare, ma ho bisogno di sapere altro.

《E lei ti piace? Sì, insomma, sta diventando una storia seria?》

Lo chiedo con un filo di voce, nonostante abbia cercato di rimanere tranquilla; e devo abbassare gli occhi, non riesco a guardarlo in faccia.

《Non ancora.》

Alzo la testa. "Non ancora" nel senso che si sta rendendo conto che non gli piace davvero, o "non ancora" nel senso che gli piace ma vuole prima esserne sicuro?

Mi mordo la lingua, non posso chiedere oltre. Ricordo a me stessa che adesso il problema non è questo.

《C'è altro che dovrei sapere e che non mi hai detto?》

Credo che il mio sguardo si sia indurito, perché vedo la sorpresa dipinta sul volto di Yuki.

《Solo due cose: Saori non è la prima ragazza con cui sono uscito in questi mesi. Avevo già avuto alcuni appuntamenti combinati con un'altra ragazza, Hama, ma non la sopportavo.》gli scappa un piccolo sorriso.

《E la seconda?》

《Mi sei mancata ogni singolo giorno.》

Eccole, le parole che aspettavo di sentire e che avrei voluto dirgli stamattina. Alla fine, è stato lui il primo a pronunciarle. Trattengo il fiato, ma il mio cuore traditore saltella nel petto, quasi fino a farmi dimenticare la sofferenza appena provata.

Yuki è ancora in ginocchio davanti a me, serio, e aspetta una mia reazione.

Ho capito la sua posizione, so che non ha voluto escludermi dalla sua vita, so che mi considera ancora la sua migliore amica.

Ma il senso di tradimento che ho provato è ancora lì, seppur affievolito, in fondo allo stomaco e a quel cuore che sta ancora facendo le capriole per le sue parole.

Mi alzo lentamente e lui fa lo stesso, tornando a guardarmi dall'alto in basso.

《È meglio che andiamo a dormire.》dico, anche se dubito che riuscirò a riposare.

《Ema, ti prego, dì qualcosa.》

Scelgo le parole con cura, non voglio ferirlo inutilmente.

《Ti credo, Yuki, ho capito come sono andate le cose. Tuttavia mi sono sentita tradita, anche se le tue intenzioni non erano cattive, e ci sono stata male. Ho bisogno di un po' di tempo per eliminare questo dolore.》

Yuki annuisce lentamente, poi infila le mani nelle tasche e mi da la buonanotte. E a me non resta che guardarlo allontanarsi sotto la luce gialla dei lampioni.


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