Capitolo 1

《Ema! Ema!》

Il mio cuore perde un battito. Rimango immobile, in ascolto, ma non sento più nulla. Scuoto la testa, nemmeno sono partita e già immagino la sua voce.

Allungo il passaporto alla hostess che mi sorride cortese, ma eccola di nuovo, la sua voce, stavolta più vicina.

《Ema! Aspetta!》

Mi volto di scatto, il passaporto ancora tra le mie dita. Cerco con gli occhi tra la folla e finalmente lo vedo. Sta percorrendo di corsa gli ultimi metri che lo separano dal banco del check-in. Mi sposto di lato, cedendo il posto al passeggero dietro di me, mentre i miei genitori mi aspettano a un paio di metri di distanza.

Yuki si ferma davanti a me, è leggermente affaticato e i capelli castani gli ricadono ribelli sulla fronte.

Sono così felice di vederlo che non so cosa dire, il cuore mi batte in gola togliendomi la forza di parlare.

《Ce l'hai fatta.》mormoro alla fine.

Lui annuisce e sorride.

《Non potevo lasciarti andare senza salutarti.》

In realtà ci siamo già salutati ieri sera e io ho faticato a trattenere le lacrime. Non credevo che sarebbe riuscito a correre qui dopo il suo esame universitario, solo per vedermi partire.

Con la coda dell'occhio noto i miei genitori scambiarsi sguardi tristi, ma Yuki attira di nuovo la mia attenzione.

《Promettimi che ci sentiremo tutti i giorni. Mi dovrai raccontare tutto dell'Italia.》

Annuisco, il groppo in gola non mi permette di fare altro. Vorrei davvero che fosse così, lo spero con tutto il cuore. Tuttavia ho paura che la distanza raffreddi la nostra amicizia, che ci allontani lentamente ma in modo inesorabile.

Yuki mi appoggia le mani sulle spalle e si abbassa per potermi guardare meglio negli occhi. Ha lo sguardo serio, probabilmente anche lui sta mascherando la tristezza. Le sue parole superano a mala pena il brusio di sottofondo dell'aeroporto.

《Sarai sempre la mia migliore amica. Mi mancherai.》

Mi attira a sé in un abbraccio inaspettato. Sono così sorpresa che non lo ricambio subito, ma poi gli cingo la vita con le braccia e nascondo il viso contro la sua spalla. Inalo il suo profumo, così familiare, pregando di non dimenticarlo mai.

《Mi mancherai anche tu.》

Non so se mi ha sentito, ho parlato talmente a bassa voce che le mie parole possono essersi disperse nell'aria condizionata. Invece Yuki mi stringe di più, solo per un secondo, e mormora al mio orecchio la promessa di rivederci, un giorno.

Quando sciogliamo l'abbraccio e i nostri sguardi si incontrano per l'ultima volta mi faccio forza e lo saluto.

《Grazie per essere venuto. Ti scrivo quando arrivo.》

Lo fisso ancora per un paio di secondi, vorrei sorridergli, ma non ci riesco. Mi volto per tornare al banco del check-in, ma mi sento trattenere per un braccio. Torno a guardare Yuki, i suoi occhi a mandorla mi scavano dentro.

《Ci rivedremo.》ripete con convinzione, e io non posso fare altro che sperare che abbia ragione.

Alla fine mi lascia il braccio, e io mi avvicino al banco, porgo il passaporto alla hostess e ritiro il mio biglietto. Raggiungo poi i miei genitori in silenzio, ogni passo è un macigno sul mio cuore. Prima di sparire definitivamente dietro le porte di vetro satinato, mi giro un'ultima volta e lo vedo ancora lì, immobile tra la folla che gli scorre intorno. Alza una mano per salutarmi, e io ricambio il gesto, augurandomi solo di riuscire a non crollare davanti a lui.

Sono io che interrompo il contatto visivo: non ha senso prorogare quest'agonia. Supero le porte di vetro insieme ai miei genitori, quasi di corsa, e aspetto che si richiudano alle mie spalle. Ora che Yuki non può vedermi lascio cadere le mie difese e lacrime silenziose iniziano a scorrermi lungo le guance. Mia madre mi tocca delicatamente una spalla, ma io mi sottraggo al suo tocco; cammino lentamente verso il gate dove mi aspetta l'aereo che mi porterà lontano da casa. E lontano da Yuki.


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