Sono su un dirupo. Non vedo quasi nulla intorno a me, solo alberi e buio. I miei occhi ancora non si abituano a riconoscere le varie tonalità della notte. Per questo non posso muovermi. Ogni singolo movimento affrettato potrebbe farmi precipitare nel vuoto invece che aiutarmi a trovare la strada di casa.
Sento in lontananza dei versi di animali che non riconosco. Forse un lupo o un cinghiale. Un gufo? Non lo so. Non importa. Devo ritrovare il sentiero. È necessario per ritornare alla base, dagli altri. Loro possono aiutarmi. Sono stanca, affamata, ho freddo e sono sola.
Intorno a me qualche luce inizia ad accendersi. No. Non sono luci. Sono lucciole della notte. Nelle fiabe che leggevo da piccola le lucciole sono di buon auspicio: aiutano gli eroi a trovare il coraggio per affrontare il pericolo.
Quindi... mi manca il coraggio. Ma per fare cosa?
No, non ha senso. Devo riesaminare bene il tutto.

Sono su un dirupo. Ma come ci sono finita su questo dirupo?
Stavo camminando con gli altri. Forse sono andati avanti e non si sono accorti che non ci fossi più. Sì, deve essere andata così. Loro erano più veloci di me, sono sempre stati più veloci di me, e quindi è sensato che siano andati avanti. Loro sono alla base. E io devo raggiungerli lì. È importante che li raggiunga. Ma perché è importante? Pensa Elisa. Pensa.
No. Non me lo ricordo. Devo essere caduta durante il viaggio. Sì ecco. Stavo camminando con loro, sono rimasta indietro, troppo indietro, sono caduta e ho perso conoscenza. E ora sono su un dirupo. Come torno alla base? Non conosco la strada. Provo a muovermi.
Ahia. No. Non posso muovermi. Sento dolore. Dolore al petto. E alla testa. Ma perché? Non posso essermi fatta male al petto cadendo. Non così tanto. Dovrei essere morta per... Oddio. Forse sono morta. Ecco perché non vedo nulla.
Sono morta.

...Curiosi di sapere cosa succede ad Elisa? Bene vi aspetto stasera per una nuova parte... Nel frattempo meditate insieme a lei...