Le lettere scomparse della regina Carolina (parte 3/6)
Una notte, durante una forte grandinata, il ragazzo si svegliò dal profondo sonno per cercare di ripararsi dall'acqua che penetrava da un buco nel tetto, giusto sulla sua testa. Si alzò dal letto, prese il solito secchio dal bagno, trascinò il letto più avanti, pose il secchio sotto il buco e si ridistese chiudendo gli occhi. Ma il ticchettio assordante e aritmico dell'acqua non riusciva a farlo riaddormentare. Agitandosi tra le lenzuola, l'occhio gli cadde sulla scatola che conteneva le famose lettere scomparse di cui tanto si discuteva in paese. La forte curiosità lo spinse ad accendere il lumino sulla sua scrivania, aprire la scatola e iniziare cautamente ad aprire le lettere ad una ad una. Ne aveva circa 90, e sapeva che non poteva leggerle tutte in una notte. Sapeva anche che era sbagliato, che non si leggono le cose degli altri senza permesso, ma che in quel momento per lui era la cosa migliore da fare. Qualcuno doveva pure leggere le parole e le frasi che altri esseri umani si erano sforzati di mettere assieme ed inviare. Ci avevano speso tempo e denaro, e meritavano una lettura e persino una risposta.
Iniziò dalla famosa lettera della signora Felicina, e si stupì della cattiva fede della stessa nei confronti del sangue del suo sangue: quest'ultima infatti voleva informarla che aveva vinto 35,000 euro al lotto, e che visto e considerato che i numeri giocati erano proprio la data di nascita della sorella, lei pure aveva diritto a una parte della vincita. Per avere la metà di quei soldi doveva solo andare a trovarla, o mandare qualcuno di fidato a prenderli per lei. Mattia mise da parte quella lettera e decise di dover pensare bene a come rispondere. Non voleva che la signora Felicina e la sorella si odiassero ancora di più.
Prese un'altra lettera dal plico, e un'altra e un'altra ancora e a queste invece preparò un risposta breve e coincisa: sì al battesimo di Luca, no al matrimonio di Sandra e Graziella, due litri di vino per Don Paolo, tre capre alla riserva dei cugini Pizzone, Gisella come nome per la futura figlia di Rossella Campi e Marcello come futuro sposo di Benedetta Santi.
Senza rendersene conto si erano fatte le 5 del mattino, e potendo ritenersi soddisfatto del lavoro fin qui compiuto, decise di spedire le lettere non appena le avrebbe lette tutte. Si vestì, si sciacquò velocemente il viso e si avviò verso la posta.
Pazzo totale il nostro Mattia, oppure semplicemente annoiato??
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