Angela (parte 5/6)

Tutti erano felici, contenti durante quella fantastica domenica di sole, e si recarono in processione verso l'agriturismo che avrebbe ospitato il pranzo. Finalmente un po' di gioia e serenità aveva colpito quella famiglia. Gioia che Angela non voleva sconvolgere. Li osservava da lontano, nascosta dietro un albero, e voleva essere lì con loro, ma doveva aspettare ancora un giorno, un giorno solo e poteva tornare a casa. Non sapeva cosa avrebbe trovato una volta arrivata davanti la porta della villetta di famiglia. Ma dopo anni di sotterfugi e nascondigli improbabili, voleva solo riabbracciare le persone più importanti della sua vita. Una lacrima rigò il suo volto al solo pensiero di dover spiegare il perché era scappata quella notte. Ma doveva farlo, per il bene di tutti. Lei non era perfetta, usava gli altri a suo piacimento, diceva a tutti come era giusto comportarsi, ma per anni aveva illuso i ragazzi che la corteggiavano, o le amiche che volevano starle intorno. Lei sapeva di essere impeccabilmente bella, ma sapeva anche di essere molto egoista e che non poteva legarsi veramente a nessuno di loro. E quando vide quello sguardo tra Federica e Simone, aveva capito che con lei in mezzo non avrebbero mai combinato nulla. Lei non amava Simone, e Federica era troppo pura per restare sul sentiero sbagliato che aveva imboccato per ripicca. Inoltre in ufficio la sua copertura stava saltando, quindi doveva sparire dalla circolazione. Non poteva rischiare di farsi scoprire, molte persone si sarebbero fatte male. E lei, per una volta, scelse di prendere la decisione giusta. Sapeva che non sarebbe stato facile, che le sarebbero mancati gli agi che il padre le garantiva al primo schiocco di dita, e le cure amorevoli della madre. Le sarebbe mancata persino quella peste di Keera, ma soprattutto, avrebbe sentito ogni giorno lo sguardo di ammirazione della sorella, ed anche il suo odio. La lacrima sul suo volto si trasformò in un fiume, indossò gli occhiali da sole, diede un altro sguardo alla vignetta felice, e con il cuore in mano, alzò il cappuccio, si girò di spalle e andò via da quel luogo, sperando di riuscire davvero a riabbracciare tutti. Prese in mano il cercapersone che iniziò a vibrare e vi lesse sopra: "Angel 452: rientra. Devi partire per Bali. Ti hanno vista." Ecco, nemmeno domani posso salutarti Fede. Un giorno tornerò a casa. Quando smetteranno di cercarmi, tornerò da te, da tutti voi. Digitò un "Ricevuto, tra 4 ore sono lì" e sparì di nuovo da Roma. 

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