Capitolo 4

La libreria è gremita di gente. Si tratta per lo più di teenager o casalinghe che cercano di trovare una via di fuga dalla monotonia della quotidianità con i miei new adult. È impressionante la quantità di gente che mi segue in quest’avventura e vederne parte in quel luogo mi genera una certa euforia.

Personalmente, non ho mai amato particolarmente leggere qualcosa che non fosse scritto su carta. Adoro il profumo dei libri, ma pare che una buona fetta del mio pubblico prediliga la versione ebook delle mie opere, poiché ritenuta più adatta ad una lettura più veloce. Sbocconcellare pagine online in qualsiasi momento e in qualunque posto è più facile del portarsi dietro un tomo pesante e ingombrante.

Io, però, rimango fedele al mie tradizioni e, per questo motivo, ho un'intera camera adibita a biblioteca.

Mi avvicino titubante alle casse sperando di trovare qualche addetto ben disposto a indicarmi il punto preciso nella libreria dove si terrà la mia presentazione. Attraverso lunghi corridoi con scaffali gremito di libri di ogni genere e finalmente raggiungo il mio obiettivo.

«Miss Araldi! Prego, venga da questa parte,» mi sento chiamare alle spalle e mi volto verso un uomo che sembra affannato come se avesse appena corso una maratona, «miss Araldi, la stanno aspettando i suoi lettori nell'area conferenze», aggiunge l'uomo con un filo di voce strozzato in gola per lo sforzo. Nessuno mi chiamava miss Araldi dai tempi dell'Università. Sospiro ripensando che quello in realtà era il modo in cui mi chiamava Brian con il suo accento inglese ancora marcato.

«Oh, le domando scusa. È la prima volta che entro in questa libreria e non sapevo orientarmi», tento di giustificarmi sfoderanno uno dei miei sorrisi più attraenti che pare sortire l'effetto di una bomba atomica su quel povero uomo già in evidente difficoltà.

Il poveretto diventa livido, si porta una mano al petto e si appoggia a uno scaffale annaspando.

«Oh, Gesù! Si sente bene?» Mi avvicino a quel tizio cercando di offrirgli il mio aiuto.

«Non si preoccupi per me. Sto correndo su e giù per questo posto da due ore. Servisse almeno a farmi perdere qualche chilo…» sospira frustrato l'uomo riprendendosi.

«Credo che questi eventi richiedano parecchio lavoro extra per voi, vero?!» proferisco.

«Non più del solito, mi creda. Infin dei conti il lavoro maggiore lo fate voi scrittori. Bene, temo sia giunto il momento che l'accompagno verso la sua postazione senza farle perdere altro tempo prezioso.» L'uomo mi sorride e mi indica la direzione.

Lancio un'ultima occhiata ai libri e ripromettendomi di dare uno sguardo agli scaffali di questa libreria non appena sarà terminata la presentazione del libro.

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