3."Combatti! Perché qui inizia la tua storia!" (*)


La schermata è semplice, nera con delle scritte in Times New Roman, bianche. E le prime cose da inserire sono le proprie generalità, cosa che lascia incredula l'assidua giocatrice, ma non si tira indietro, colta dalla frenesia di una nuova sfida.
Un fascio di luce azzurra esce dallo schermo del computer, allargandosi sulla figura della ragazza e, pochi secondi dopo, una nuova scritta bianca su sfondo nero fa la sua comparsa.
«Fa' la tua scelta.»
Una voce, che pare provenire dall'oltretomba, legge ad alta voce quelle quattro parole e le scelte possibili; Sandra ha i brividi, ma l'eccitazione che le scorre nelle vene ha la meglio e cerca di concentrarsi solo sulla scelta migliore da fare.
Come se si trattasse di una scelta che le cambierà la vita.
«Vampiro, licantropo o strega.»
La scelta è difficile, lei lo sa bene: ha già fatto il ruolo di licantropo e di strega milioni di volte, tra la possibilità di trasformarsi e lanciare incantesimi, sono sempre le sue scelte preferite.

La punta della freccia, però, questa volta finisce su vampiro; un ruolo che lei non ha mai provato e che, questa volta, sembra chiamarla a gran voce.
«Se solo fosse possibile diventare davvero un vampiro; avere la possibilità di essere immortale e bere il sangue dei tuoi nemici e liberare il mondo dal male!»
Per un solo secondo, Sandra sogna a occhi aperti un mondo in cui lei è davvero un vampiro e combatte il crimine, poi ridacchia da sola e clicca la sua scelta.
Finalmente diventerà un vampiro.
Lo schermo diventa tutto nero e anche il mondo oltre la stanza di Sandra pare diventarlo, poi altre scritte bianche escono sullo sfondo oscuro, chiedendo a Sandra di lasciar perdere il computer e posizionarsi al centro della stanza che l'avventura sta per cominciare.
La voce già sentita precedentemente, comincia a fare un conto alla rovescia, partendo da cinque e Sandra comincia a sentire che i brividi di prima non erano degli avvertimenti privi di fondamento.

«Tre.»
La voce scandisce il numero con lentezza e una freddezza che la ragazza non riesce ad associare neanche ai killer più spietati e muove un passo per spegnere tutto.
Quel gioco è solo una truffa e non ha più senso giocarci.
«Due.»
Si ferma, avvertendo, all'improvviso, una presenza al suo fianco, così muove la testa in maniera frenetica per cercare l'intruso, muove anche le mani, per toccare prima chi è entrato nella sua stanza senza permesso, ma niente.
Pare che lei sia davvero sola in quella stanza.
«Uno.»
Tutto si ferma, Sandra compresa.

Qualcosa sembra averla colpita al collo, il suo urlo si disperde nel vuoto e nell'incapacità che le è sopraggiunta di emettere dei suoni; porta una mano nel punto colpito e lo sente bagnato, viscido, caldo.

Sangue. È l'unica cosa che riesce a pensare.
Muove un passo incerto, poi un altro e corre, come impazzita, verso la porta della sua stanza, aprendola e trovandosi di fronte suo fratello Alberto.
Cerca di chiedergli aiuto, ma lo riesce solo a mimare con le labbra, mentre toglie la mano dal collo e il sangue comincia a uscire furioso per il momentaneo blocco.
Il volto di suo fratello si tramuta in una maschera di dolore, ma si butta su di lei mentre chiede al resto della famiglia di chiamare i soccorsi.
Sandra sente solo che suo fratello comincia a fare i primi lavori per curarla, come gli hanno insegnato a medicina, poi sviene, lasciandosi cullare dall'oblio che le promette l'assenza del dolore.

Le luci sono accese, mentre diverse mani si muovono freneticamente in un disperato tentativo di richiudere quella ferita alla giugulare troppo strana per sembrare vera.
Eppure, è pericolosa come ogni altra.
«Ogni tentativo di intervento su questa lesione traumatica risulta inefficace!»
Il chirurgo sbotta, dopo aver visto i punti di sutura sfasciarsi per aiutare la ferita ad allargarsi e far perdere ancora più sangue alla paziente.
«Di questo passo, lei morirà.»

La famiglia Acampora aspetta, con ansia sempre crescente, il ritorno di un medico nella sala d'attesa per sapere le condizioni della più piccola; anche Giulia li ha raggiunti e ora sta abbracciando il suo fidanzato che si sente impotente perché non può essere con la sorella dentro la sala operatoria ad aiutarla.
«Sandra è forte, vedrai che se la caverà.»
Queste parole sono nel cuore di tutta la famiglia, anche se la paura cerca di cancellarle a ogni secondo che trascorre senza notizie sulla ragazza; la stessa paura che ha avvelenato gli animi dei medici che osservano, con dispiacere, i monitori che mostrano che il cuore della ragazza ha smesso di battere.
«Che cosa state aspettando a rianimarla e a farle una trasfusione? La manifestazione di Dio in persona?»
Il primario entra nella stanza con decisione, richiamando ogni altro medico lì presente e ridando vita e speranza a tutti, Sandra compresa.

«Dottor Sterminio! Come sta nostra figlia?»
Il dottore si avvicina alla famiglia Acampora, togliendosi la cuffietta dalla testa, poi poggia una mano molto calda sulla spalla del capofamiglia.
«Vostra figlia starà bene, e chiamatemi pure Natale; quel cognome non mi fa sembrare un bravo medico.»
Una piccola risata spezza la tensione della famiglia e ogni suo componente tira un sospiro di sollievo, tempestando poi il dottore con la domanda per poter vedere Sandra.
«Ora Alessandra ha un assoluto bisogno di riposare, è stata molto forte durante l'intervento.»
Il dottore non ha menzionato il fatto che la ragazza è morta per qualche secondo, non è nei suoi interessi farlo sapere alla sua famiglia, visto che lui è soddisfatto del suo piano e quello del suo socio, e amante, che è, ormai, in atto.
Il mondo si sarebbe liberato della sterpaglia degli umani e loro avrebbero avuto tutto il controllo.

Le pareti fin troppo chiare e spente suggeriscono a Sandra di non trovarsi nella sua stanza, ma è quando cerca di alzarsi che si ricorda di quel che è successo prima di svenire. Porta subito una mano al collo, trovando una medicazione al posto della ferita e tira un sospiro di sollievo, anche se questo si spegne subito quando si accorge di essere completamente sola e di non poter chiedere aiuto a nessuno per la gamba che sembra andare a fuoco. Letteralmente.
In un impeto dettato solo dall'istinto, lei tira le gambe verso di sé, mettendosi a sedere in un unico e veloce movimento del corpo; una volta che la gamba torna al riparo dalla luce solare, il fuoco che le scorreva dentro si placa.
I pensieri di Sandra si rincorrono nella mente, cercando una soluzione logica a tutto quello che le è avvenuto quel giorno, ma si dimentica di tutto quando la porta della stanza si apre e sbuca la figura di suo fratello Alberto, il quale è riuscito a entrare grazie al suo titolo di tirocinante.
«Ehi, sei sveglia.»
La sorella gli sorride e si sposta per fargli un po' di spazio nel letto, stando bene attenta a non andare nella parte illuminata; non è ora il tempo di fare esperimenti che potrebbero far preoccupare i membri della sua famiglia.
«Come ti senti?»
La ragazza si porta, istintivamente, la mano dove ora si trova una garza a coprirle gran parte del collo, poi cerca di parlare, ma la voce non sembra riuscire a uscire forte come dovrebbe.
«Non sforzarti di parlare, hai subito un grosso trauma alla giugulare e devi ancora riprenderti.»
Lei annuisce e si allunga verso di lui, lasciandosi avvolgere in un abbraccio fraterno che rispondeva a ogni domanda che il maggiore aveva nei confronti della sorella ed entrambi rimasero in silenzio a lungo, finché il dottor Sterminio non entra in stanza per vedere le condizioni della paziente.
E assicurarsi che l'incantesimo e l'operazione abbiano avuto effetto.

*Frase tratta da Final Fantasy X

Buongiorno a tutti!

L'idea è nata da uno stato di Whatsapp di una mia cara amica di Wattpad -sì, ci sei sempre tu in mezzo alle mie storie- Lou_Marie_Allie, ora spero che il motivo per cui la storia è dedicata a te ti sia più chiaro. Ammetto, però, di non ricordare più lo stato che lessi tempo fa (questa storia è nelle bozze da così tanto tempo...), però ricordo bene che l'idea è nata nello stesso momento in cui leggevo le righe del tuo stato e ricordo benissimo come buttai giù la trama in un nanosecondo.
Poi, però, mi sono concentrata su altre storie e non la portai avanti.
Ora è il suo turno!

Eccoci qui con il terzo capitolo della storia - ammetto che ho riscritto tutti questi tre capitoli dall'inizio perché non ero per niente convinta di quel che avevo scritto e mi sembravano troppo infantili. Così mi sta piacendo molto di più scriverla (per questo l'avevo abbandonata tempo fa), anche se sto ancora cercando di prendere la mano con la narrazione in terza persona, per questo vi chiedo di segnalarmi errori in cui c'è un cambio di narrazione quando li troverete (perché so già che sicuramente ne farò qualcuno).

Ammetto che in questo capitolo, nella prima stesura, doveva succedere molto di più e, al contempo, molto di meno: il dottor Sterminio (OVVIAMENTE il nome non è stato dato a caso e l'ho trovato in una lista dei cognomi italiani più strani, quindi esiste) non doveva comparire, non bisognava capire già quasi tutto su come fosse avvenuta la... vabbè, questo non lo dico e aspetto ancora un po' a mettere la parola nero su bianco (anche se lo avrete già capito tutti), non ci sarebbe stata la bruciatura da sole e non ci sarebbe dovuto neanche essere il momento tra fratello e sorella.
Ci sarebbe dovuto essere però, una scena che leggeremo nel prossimo capitolo e che, forse, farà capire qualcosa in più a Sandra.

Che cosa vi aspettate voi?
Io ho così tante idee e indizi datemi dai personaggi che non vedo l'ora di scrivere e di farvi leggere! 😍

Al prossimo capitolo!

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