20."Situazioni disperate richiedono flessibilità" (*)


La porta del bagno in cui Giacomo sta ancora baciando Sandra si apre di botto, facendo molto rumore, anche se i due non se ne accorgono nemmeno. Sono troppo presi dal loro strano e affettuoso modo di consolarsi a vicenda.
Gli occhi dei due ragazzi si sgranano, non riuscendo a credere a quello che stanno osservando, la loro sorellina che bacia per la prima volta qualcuno.
E quel qualcuno è quello strano ragazzo che si è presentato da loro la sera di Natale per riportarle un libro - lo stesso giorno in cui tutto è cambiato.
Dopo essersi ripresi un pochino dallo sgomento, Alessio dà una forte gomitata al fratello per fargli prestare attenzione alla camicia aperta e sgualcita del ragazzo con gli occhiali e, nello stesso momento, il più grande si mette in ascolto, sentendo dei singhiozzi che lui conosce molto bene.
Senza dire altro, prende la spalla di Sandra e la tira via da quel ragazzo, mostrando anche all'altro fratello le lacrime che scorrono lente e inesorabili sul volto della più piccola.
Gli occhi di entrambi cambiano, quelli dell'agente immobiliare diventano azzurro ghiaccio - occhi che Sandra saluta come vecchi amici con un piccolo e timido sorriso, per poi spostarsi sul volto del maggiore.
La bocca si spalanca alla visione di quelli occhi completamente neri, non si vede più neanche la sclera, ormai totalmente nera come l'iride e la pupilla.
Che cosa è successo, Alberto?

Sandra continua a osservare il fratello più grande con sgomento, prendendo tra i pugni la camicia nera del ragazzo e avvicinandosi a lui. Le lacrime hanno smesso di colarle dagli occhi, lasciando solo delle tracce salate sulle guance della ragazza.
«Al? Che cosa ti è successo?»
Ma lui non ascolta la sorella, troppo preso dalla rabbia che quel ragazzo gli suscita, dall'ira di tutte le situazioni passate dal quale non è riuscito a proteggere la più giovane.
«Vattene. E stai lontano da nostra sorella; tu non le farai mai del male.»
Le parole risuonano potenti all'interno del cubicolo, risuonando anche nei cuori dei presenti; quasi come se si trattasse di un ordine ricevuto da chi governa l'universo o di un incantesimo.
Senza rispondere, Giacomo si alza e, non guardando altro che dove mette i piedi, cerca di risistemarsi la camicia mentre esce dal bagno - anche se, decide di rimanere appostato per sentire che cosa succede all'interno di quella stramba famiglia.

Nello stesso momento in cui il fratello pronuncia l'ordine e anche Sandra sente quell'ordine rimbombare dentro di sé, inizia a collegare i puntini e tutto quello che ha provato fino al secondo precedente viene cancellato e sostituito da una collera cieca.
Quando sente la porta chiudersi e si convince che il ragazzo che stava baciando se n'è andato, lascia - come se si fosse scottata - la camicia del fratello e lascia che la furia che le scorre nel corpo la trasformi: occhi viola e rossi, canini oltre il labbro inferiore e, per risultare ancora più minacciosa, lascia che anche le ali si dispieghino all'interno di quel piccolo spazio fin troppo abitato.

«Tu hai osato!»
Le parole sembrano uscirle a fatica dalla bocca, colpa anche dei canini che le danno ancora difficoltà nei movimenti delle labbra, ma non per questo risultano meno minacciose.
Alessio fa un passo indietro, schierandosi dalla parte della sorella, anche se, nella sua mente, sta pensando a quale specie ha deciso di unirsi il fratello e a come sarebbe bello correre con lui nei boschi in forma di lupi.
«Tu ci hai giocato! Hai frugato nella mia stanza! Hai invaso la mia privacy!»
Alberto rimane fisso a osservare la sorella: così splendida nella sua completa trasformazione e, allo stesso, troppo terrificante.
Come nel proprio peggiore incubo, non importa quanta paura tu abbia: non riuscirai comunque a distogliere lo sguardo.
«E, come se tutto questo non bastasse, hai lasciato sola la tua fidanzata! Ubriaca e in mezzo a una marea di ragazzi altrettanto ubriachi che non si faranno scrupoli a fare di lei quel che vogliono!»
Solo in quel momento, il più grande dei tre riesce ad abbassare il capo, in segno di profonda consapevolezza dello sbaglio e, quando torna a fissare i fratelli dice solo di essere diventato uno stregone.

Sentite quelle parole - delle quali Giacomo non riesce proprio il vero significato - egli esce dalla porta, seguito dopo poco secondi dai tre fratelli inconsapevoli.
Raggiungono Giulia, tranquillamente seduta su una sedia quasi addormentata e, dopo aver salutato tutti, escono dal locale per tornare a casa.
I quattro entrano nella macchina, Alberto al volante, Alessio al posto del guidatore e Sandra seduta dietro con Giulia sdraiata sulle sue ginocchia che si gode le carezze della più piccola sui suoi capelli.
L'auto parte e, in un sussurro che sarebbe coperto dal motore in funzione se non fosse per l'udito vampiresco di Sandra, l'infermiere tirocinante parla alla sorella.
«Scusami, non solo per quello che ho combinato stasera, ma anche per averti detto una bugia sulla tua malattia.»

*Frase tratta dal videogioco Final Fantasy XIII

Lo so, lo so!
Questo è un capitolo un po' più corto del solito, ma non potevo neanche integrare una parte del prossimo perché... bè, lo vedrete 😈

Oggi vi lascio tranquilli, senza tante domande o quant'altro: se avete voglia, ditemi voi che cosa ne pensate.
Noi ci vediamo al prossimo capitolo 👋🏻

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