36. Nomi dal passato

Christopher temeva in qualche modo la sua risposta.
Lei doveva dire di sì. Un rosa delicato si era diffuso sulle gote di Juliet, a riprova di quanto la sua proposta l’avesse resa imbarazzata ma anche lieta. Christoper sapeva che lei aveva aspettato tanto di sentire quelle parole; lui, invece, aveva atteso troppo prima di pronunciarle. Avrebbe dovuto farlo fin dal momento in cui aveva compreso di amarla, senza curarsi degli ipotetici giudizi altrui, né di quello che le convenzioni volevano. Perché la sola e unica cosa che realmente contasse erano i suoi sentimenti verso Juliet.
E se lei lo avesse voluto, Christopher era pronto a diventare suo marito e il padre dei suoi figli.

Juliet aveva negli occhi un’espressione indecifrabile. Lui continuava a ripetersi che, per quanto la situazione fosse irreale, avrebbe accettato la sua proposta. Ma quello che lei disse assomigliava a tutto tranne che a un assenso.
— Credo che sia ora di rimetterci in cammino.
Accigliato, Christopher la fissò.
—Questa non è una risposta.
—Non hai bisogno di una risposta, Christopher— replicò lei. —Almeno, non adesso. Non con mio padre disperso e con me, qui presente, che ho perso la facoltà di ragionare.
Lui cercava di comprenderla, ma non ci riusciva completamente. Tutto, in Juliet, parlava di amore nei suoi confronti: lo sguardo, la sua espressione, le sue parole, i movimenti del suo corpo. Era sicuro che lei lo amasse, e voleva dimostrarle che i suoi sentimenti erano corrisposti, perciò non aveva trovato un altro modo se non quello di chiederla in moglie. Forse il problema era un altro. Forse lei voleva sentirsi una donna, una donna come tutte le altre.

Fu come se avesse avuto un’illuminazione improvvisa. Gli occhi gli si illuminarono di una luce nuova, una luce dolce.
—Naturalmente ti corteggerei— sussurrò quasi imbarazzato per non aver pensato prima che fosse meglio metterlo in chiaro. —Questo non sarebbe un tentativo di riparare al danno che ho fatto, ma un modo per dimostrarti che ti amo, Juliet.—
Si sentì quasi lacerare il cuore quando pronunciò quelle parole, e poi i pezzi si rimisero insieme. Comprendere finalmente l’intensità di quell’amore lo sconvolse, ma non aveva più alcun dubbio.
—Perché la realtà è questa, Juliet. Io ti amo. Non lo so quando e come è successo, so solo che la mia vita sarebbe incompleta senza te al mio fianco. Se non accetti, se te ne vai, io perdo un pezzo di me.— Prese un respiro profondo e continuò: —Non allontanarmi adesso, ti supplico. Ho… ho bisogno di te.

Lui, Christopher Morgan, che non aveva mai avuto bisogno di una donna in tutta la sua vita, si era reso conto che Juliet era la sola persona in grado di salvarlo. Dopo la morte di suo padre aveva temuto di sprofondare, di non riuscire ad adempiere ai suoi doveri, ma ora che aveva lei era certo di poter fare qualunque cosa. Perfino di sfidare tutta la società.
La vide osservarlo da sotto le folte ciglia con gli occhi lucidi. Le labbra fremettero appena.
—Anche io…
Stava per aggiungere qualcos’altro poi però socchiuse gli occhi e scrutò alle spalle del duca. Lui seguì la traiettoria del suo sguardo per capire da che cosa fosse stata turbata. 
I cavalli cominciarono ad agitarsi, scalciando e nitrendo.
—Mio Dio— sussurrò Juliet terrorizzata. Christoper le prese il viso tra le mani e mormorò: —Resta dietro di me e, quando te lo dico, comincia a correre.
Lei annuì a malincuore pur sapendo di mentire. Non lo avrebbe mai lasciato, e questo lo sapeva anche Christopher.

Davanti a loro, contro il vento, le mani di una donna tremavano incontrollabilmente strette dal nodo di una corda che sembrava non permettere che il suo sangue circolasse. Christoper impiegò solo un istante a riconoscerla. Rose. Dietro di lei, Darcy White le premeva una pistola contro la nuca e, ancora dietro, almeno altri dieci uomini circondavano un carro coperto da un grosso telo. Il viso di Rose era rigato dalle lacrime. Christoper si sentì mancare il fiato, ma sapeva di dover mantenere il proprio raziocinio.

—Mi ha costretto — mormorò Rose tra i singhiozzi. Il senso di colpa sembrava scolpito a fuoco nella pelle del suo volto, come se sapesse di avergli fatto un torto imperdonabile.—Ha detto che avrebbe ucciso il mio bambino…
Il cuore di Christopher si strinse in una morsa.
—Sta' tranquilla — tentò di rassicurarla mentre stringeva la mano di Juliet dietro di lui. Anche lei tremava come Rose. Poteva sentire il battito tumultuoso del suo cuore se si concentrava abbastanza. La rabbia gli montò dentro come un uragano; non avrebbe permesso a Darcy di farle del male. Né a lei, né a chiunque altro. Sapeva che avevano un questione in sospeso.
—Ti propongo uno scambio equo, mio caro amico – declamò Darcy in tono piatto. —Tu mi dai la ragazza e io ti concedo lei.

Per poco un ringhio non gli uscì dalle labbra. Juliet non aveva nulla a che vedere con lui. — Voglio sapere perché, Darcy.
L’altro si strinse nelle spalle. Si voltò verso uno dei suoi uomini e gli ordinò di prendere Rose, poi, quando si fu trovato solo, cominciò ad avanzare verso il duca e Juliet. —È una vecchia storia.
Pian piano, Christopher capì. Eccolo, il motivo per cui Darcy aveva rapito Juliet, perché lo aveva tramortito, perché aveva dato inizio a tutto quello. Una storia vecchia di anni, ma che in Darcy, evidentemente, non si era mai sopita.

—Olivia— mormorò a denti stretti. Pronunciare quel nome dopo tanti anni fu una delle imprese più ardue della sua vita. Olivia era stata sepolta nei suoi ricordi per molto tempo, fino a quando Christopher non si era trovato costretto a tirarla fuori per confrontare l'amore verso di lei con quello per Juliet.
—Tu vuoi Juliet perché non hai potuto avere Olivia.
Darcy scoppiò in una risata senza allegria. — Ti sbagli, Christopher.— Il luccichio nei suoi occhi, tagliente come la lama di un pugnale, lo turbò. Io ho avuto Olivia, forse molto più di quanto l’abbia mai avuta tu.

Fu come ricevere una coltellata al centro del petto. Come se la terra gli sprofondasse sotto i piedi, come se all'improvviso tutta la sua vita gli sembrasse una menzogna.
—Che cosa stai dicendo? Di che assurdità parli?
Darcy si avvicinò ancora di più, sollevando il mento. Gli occhi, adesso, mandavano lampi. per quale altra ragione credevi che fosse scomparsa senza lasciare traccia?




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