33. Speranza |prima parte|
Christopher e Juliet avevano ceduto di nuovo, dopo il loro risveglio, ed erano finiti per fare l'amore una seconda volta in quel letto di una locanda dispersa nei boschi, lontano dalle convenzioni, dalla società e dalle ingiustizie del mondo. C'erano stati solo un duca e una ragazza, in una stanza in cui nessuno poteva disturbare eccetto i ricordi. Ricordi che all’improvviso, in Juliet, riaffiorarono con impeto rischiando di mandare in frantumi il dolce sentimento che la legava a Christopher.
-Devo trovare mio padre.
Lo disse da sola, rompendo il silenzio, perché a parte quelle quattro pareti nessuno poteva sentirla. Lui era sceso al piano terra con l'intenzione di parlare con l’oste riguardo qualcosa che avrebbe agevolato il loro viaggio verso casa, ma Juliet sapeva di non poter tornare finché non avesse rivisto Lord Palmer. Si sentiva strana, eppure felice. Forse, meditò, perfino completa. Al punto che non le interessava di dover diventare l'amante del duca, al punto che avrebbe potuto accettare qualunque cosa pur di stare con lui. Ma c'era il pensiero di suo padre che era chissà dove in balia degli aguzzini che avevano ucciso sua madre, e in quel momento, quando il ricordo tornò, vivido e letale, seppe di dover agire. Di dover fare qualcosa.
-Devo ritrovarvi, padre- ripeté sottovoce. Guardò oltre il vetro della finestra. Il sole era alto, ma supponeva che fuori infuriasse ancora il freddo pungente di dicembre. Doveva essere appena mezzogiorno, c'era ancora un intero pomeriggio per armarsi di forza e parlarne con Christopher.
Quando lui rientrò nella stanza, aveva uno sguardo soddisfatto.
-Ho parlato con l’oste- le annunciò dopo che ebbe richiuso la porta dietro di sé. -Abbiamo un cavallo.
Juliet gli andò incontro. -Bene- disse. -Ci servirà quando torneremo indietro.
-Tornare indietro?- Christopher aggrottò la fronte perplesso. -Perché vuoi tornare indietro?
-Perché devo trovare mio padre.
Sapeva che lui avrebbe capito, tuttavia quella prospettiva non sembrò convincerlo.
-Non abbiamo i mezzi sufficienti, Juliet- replicò di slancio. -Non abbiamo niente per affrontare Darcy e i suoi scagnozzi e non abbiamo una mappa per trovare il posto.
-Non importa- fu la risposta di lei. -Lo troverò comunque. Che tu ci sia o no.
-Juliet.- La voce di Christopher sembrava così determinata e autoritaria che lei si irritò. -Qualunque cosa dirai, Christopher, non mi farà cambiare opinione. È mio padre.
Il duca rimase in silenzio per molto tempo dopo quelle ultime parole. Probabilmente, rifletté Juliet, il fatto che lei avesse pronunciato la parola padre gli aveva ricordato il suo. Sperò che fosse sufficiente a convincerlo ad accompagnarla perché, nonostante avesse detto il contrario, non sapeva se da sola sarebbe riuscita a salvarlo.
-Christopher, è mio padre.
-Lo troveremo.- La voce fu appena udibile, ma lei comprese che il ricordo del defunto duca di Morgan si era rifatto vivido nell'animo di Christopher. -Non ti lascerei mai affrontare Darcy da sola, Juliet. Verrò con te.
Juliet gli prese le mani e intrecciò le dita con le sue. -Non devi farlo se non vuoi- sussurrò. -Ma io ho bisogno di rivederlo. Lo capisci, vero?
Christopher le strinse più forte le mani. -Se si trattasse di mio padre farei lo stesso. Io non ho potuto salvarlo, piccolo cerbiatto, ma tu puoi. Forse sei ancora in tempo. So che non è troppo tardi.
Animata da una nuova speranza, Juliet annuì resistendo all’impulso di scoppiare in lacrime. Suo padre era là fuori da qualche parte, e forse Darcy l'aveva ferito, ma era sicura che fosse ancora vivo. E che lottasse ogni giorno per continuare a vivere, come faceva lei. Era un combattente, un uomo che non si arrendeva al primo ostacolo, eppure sua figlia temeva che la morte di Amanda e la sua scomparsa potessero averlo reso più succube della sofferenza. E che il dolore, a quel punto, poteva distruggerlo. Cos’avrebbe fatto, lei, se John Palmer fosse morto? Sarebbe riuscita ad andare avanti? Non era sicura di volerlo scoprire perché, a dispetto di ciò che voleva far credere, si sentiva tutt'altro che forte.
-Partiremo dopo pranzo, se sei d'accordo- disse Christopher mostrandole un sorriso colmo di fiducia.
Lei annuì di nuovo. -Grazie.
Avrebbe riabbracciato suo padre, cercò di convincersi di quello, che lo avrebbe rivisto di nuovo e gli avrebbe confessato quanto affetto la legasse a lui come forse non aveva mai fatto in tutta la sua vita. John Palmer doveva saperlo, e Juliet doveva sbrigarsi prima che fosse troppo tardi. Era l'unica cosa che rimanesse della sua famiglia. Anne era lontana e con una famiglia tutta sua; a Juliet non rimaneva che lui.
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