15. Una vita perduta

Juliet aveva paura. Banditi, aveva detto Lincoln. Quella semplice parola le riecheggiava nelle orecchie, tamburellando afona come un martello su un pezzo di stoffa. Non era raro che, nel bel mezzo della campagna londinese, si aggirassero i banditi, ma fino ad allora Juliet era stata convinta di essere immune al loro potere, come se, per grazia divina, lei e la sua famiglia dovessero esserne categoricamente lasciati fuori. Invece erano lì, c'erano davvero e, a giudicare dal tono di voce del cocchiere – basso e tremulo- erano più di due e incutevano un vero e proprio terrore.

Cercò di domare il battito accelerato del cuore, che sembrava volerle spaccare le costole, ma senza risultato. L'angoscia le mozzava il fiato. Si accorse degli occhi spaventati di sua madre, del pallore sul volto di lord Palmer, e si rese conto che non c'era mai stata occasione in cui suo padre fosse stato tanto terrorizzato.

-Che cosa facciamo?- sussurrò cercando a destra e manca una qualsi asiarma che avrebbe potuto difenderli. I cavalli cominciarono a sbuffare più forte. Lincoln aveva ripreso a tacere. -Padre...?

-Non so cosa vogliano da noi- si limitò a risponderle. Juliet  comprese la gravità di quella situazione: suo padre non era anziano, quindi possedeva ancora forza sufficiente e autocontrollo, ma non aveva mai usato violenza su qualcuno e benché meno si era battuto, né con un'arma né senza. Ecco il motivo dello spavento che glivedeva sul volto. Sua madre cercava un sostegno su di lui, ma nonriusciva a trovarlo. -John?

-Non so come affrontarli.

Juliet strinse gli occhi. -Lo faremo insieme, padre. Se sono i gioielli,quello che vogliono, glieli daremo senza opporci.

-E se volessero altro?- disse lady Amanda, portandosi una mano alla gola. La figlia la scrutò, confusa. -Altro?

-Juliet, tu sei giovane e bella e...

-Neanche per idea- replicò lord Palmer, rabbioso. Prese una mano di Juliet e la strinse forte. -Rimani dentro la carrozza e non uscire nemmeno se senti urlare. Mi hai capito, figlia?

-John!-sussurrò la moglie terrorizzata. -Che cosa stai dicendo?

Juliet scosse la testa, improvvisamente consapevole delle parole della madre. Non era bella, forse lei si sarebbe salvata dagli istinti animaleschi degli uomini, ma era pur sempre una donna. E se avessero usato violenza a lei o alla madre? E se li avessero uccisi?Non era mai stata credente, si era sempre ribellata alla religione e alla Chiesa, ma in quel momento cominciò a pregare e farlo seriamente.

-Non andatevene da qui- mormorò. Sapeva che se suo padre li avesse affrontati, i banditi lo avrebbero sopraffatto e lei e sua madre lo avrebbero perso. O peggio, sarebbero morti tutti e tre. Considerò che, comunque, morire insieme sarebbe stato di gran lunga migliore del perdere uno dei suoi genitori. Determinata, lo guardò intensamente negli occhi. -Non permetterò che vi uccidano.

John Palmer le rivolse un flebile sorriso di sconfitta. -Io non permetterò che vi facciano del male, Juliet.

Lei scosse nuovamente la testa, ma suo padre fu irremovibile, sordo alle silenziose proteste di sua figlia e di sua moglie. Prima che se ne rendesse conto, John era già aveva aperto lo sportello ed era sceso dalla carrozza. Con un grido soffocato, lady Amanda abbracciò Juliet e poi lo seguì all'esterno. Juliet comprese che non poteva restarsene lì dentro mentre i suoi genitori affrontavano insieme la morte. Quando si precipitò fuori, lo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi era terrificante. Lincoln giaceva al suolo in una pozza di sangue, gli occhi sgranati e senza più luce, un taglio profondo che gli apriva una ferita in corrispondenza dello stomaco. Juliet si portò una mano alla bocca per soffocare un urlo. Niente di quello che aveva letto in tutti i suoi romanzi l'aveva preparata auno sgomento simile. Sua madre stava per svenire, si rese conto quando la guardò afferrare un braccio del marito. John, inerme, osservava il corpo del cocchiere macchiato di sangue, mentre il suo volto diventava sempre più bianco.

-Torna dentro, Juliet- sussurrò. -Ti prego.

Lei si accostò ai suoi genitori. -Io resto qui.

Poi, li vide. Erano in tre, e li avevano accerchiati senza che se ne rendessero conto. Uno era alto, il più alto, e indossava un lungo mantello nero che gli arrivava alle caviglie. Portava corti capelli biondi scuro e una maschera gli copriva la parte superiore del viso, profilando l'arcata delle labbra sottili serrate in una linea dritta. Gli altri due, provvisti degli stessi mantelli e le stesse maschere, avevano creato un un semicerchio attorno ai signori Palmer e li fissavano come se volessero scoppiare a ridere da un momento all'altro. Ma il biondo, quello davanti a Juliet, non aveva occhi che per lei. Cominciò a tremare, ma in qualche modo si rifiutò di piangere. Non doveva mostrare la sua fragilità in quell'occasione, doveva solo reagire. Anche se non sapeva come fare.                            

-Io lo so chi sei- disse l'uomo, avvicinandola. Juliet gli arrivava a malapena alla spalla. Sollevò lo sguardo e incontrò i suoi occhi, un paio di occhi di un grigio chiaro che la maschera non riusciva a nascondere. Erano burrascosi, come una notte che promette tempesta, e la fissavano con bramosia, nel tentativo di spaventarla. Juliet cercò di non mostrargli la propria paura, ma il respiro affrettato dovette tradirla.

-Lasciate stare mia figlia- implorò John Palmer in tono disperato. -E' solo una bambina.

Juliet avrebbe dato qualunque cosa pur di non sentire quella nota disperata nella sua voce. Si rese conto che suo padre le voleva bene. Le voleva bene veramente. Le lacrime minacciarono di sopraffarla, e non riuscìa trattenerle. Iniziò a piangere ma non singhiozzò, lasciò che il pianto le scorresse lungo le guance in silenzio, senza parlare. Sapeva che, se lo avesse fatto, gli uomini si sarebbero accorti della sua debolezza. Se avesse risposto a suo padre, lo avrebbero ucciso, e avrebbero ucciso anche sua madre, consapevoli dell'affetto che li legava alla figlia. Rimase immobile, sotto l'esame attento dell'uomo dai capelli biondi, che la scrutava e taceva come se stesse esaminando un bottino prezioso che non sapeva come accaparrarsi.

-Palmer, dico bene?- riprese poi. Allungò un braccio e le sollevò il mento con due dita. -Juliet Palmer.-

Lei avrebbe desiderato urlare. Il tocco dell'uomo era gelido, come una lama sulla sua pelle, ma non si ritrasse. Non gli avrebbe dato quella soddisfazione. Sua madre soffocò un grido. -Juliet...

John Palmer le corse davanti, spazzando via la mano dell'uomo con un colpo. Ardeva di collera e impotenza. -Ho detto che dovete lasciarla stare. Sono i gioielli che volete? Prendeteli. Non possediamo molto, ma prendete tutto quello che volete. Ma lasciate stare la mia bambina.

L'uomo dai capelli biondi lo guardò a lungo. John resse quello sguardo Infido fino alla fine, senza vacillare mai. Juliet sapeva che suo padre era coraggioso, ma era anche consapevole che non avrebbe potuto nulla contro tre uomini armati che avevano appena assassinato a sangue freddo il loro cocchiere e non avrebbero esitato a farlo di nuovo.

-Non sono i gioielli, quello che voglio- disse l'uomo. Fece un cenno degli occhi agli altri due e poi annuì. Si sentì un urlo strozzato. Juliet colse il movimento di sua madre che pian piano crollava al suolo, la bocca semi spalancata, gli occhi tremanti, il sangue che scendeva scarlatto da uno squarcio nel collo inzuppando la collana di sua nonna Genevieve.

Allora, Juliet gridò. Gridò forte, come se sperasse che non fosse vero, che qualcuno potesse aiutarli, cheAmanda non fosse appena stata assassinata davanti ai suoi occhi, come se potesse prendere i suoi genitori ancora vivi e fuggire via per portarli al sicuro, lontano da lì.

JohnPalmer si precipitò a terra, prese la testa della moglie e la cullò teneramente. Cominciò a piangere, affondando il viso nei suoi capelli, inspirando il suo profumo, amandola come in fondo aveva fatto per tutta la sua vita. Anche se nessuno l'aveva mai capito.

Juliet fece per raggiungerli, ma la mano dell'uomo biondo si chiuse intorno al suo braccio e l'attirò contro di sé. Il colpo violento le tolse il fiato. Le lacrime avevano ormai riempito il suo viso, ma stavolta non trattenne quei maledetti singhiozzi.

-Madre... - gemette disperata. -Madre mia...

E quella disperazione la fece arrendere contro il corpo dell'uomo, si lasciò cadere. Le braccia di lui la sostennero forte,una mano le accarezzò piano i capelli e le labbra sottili la baciarono delicatamente sulla sommità della testa.
-Andiamo via, Juliet- mormorò. -Ti porto al sicuro.

L'uomo fece un altro cenno nella direzione dei suoi seguaci, che si dileguarono, lasciando John Palmer nella propria disperazione con sua moglie. Continuò ad accarezzare Juliet, ormai inerme, e poi la trascinò via, sul suo cavallo.

-Starai bene- disse, ma sapeva che la ragazza non poteva sentirlo. Probabilmente, era già svenuta.

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