Capitolo 26 - Natale e passione.
Natale era arrivato prima che gli abitanti di Londra avessero il tempo di accorgersene. Quella mattina, a Gallows Hill, pioveva a dirotto. La pioggia si riversava intensamente sul paesaggio, diffondendo una bruma consistente sopra le abitazioni, una nebbia che pareva estendersi all'infinito.
Quando Megan aprì gli occhi, scorse le gocce di pioggia scivolare lungo i vetri della finestra a poca distanza dal letto. Le piaceva, la pioggia. Immaginava la libertà che quelle gocce dovevano provare scivolando leggiadre contro il vetro, inconsapevoli di alterare la realtà di ciò che si trovava al di là di esso. La libertà era la cosa più preziosa che Megan desiderasse, e in quel momento sentiva di averla trovata. Insieme a lui.
Sentiva il respiro caldo di Andrew accanto a lei, sul collo. Sorrise. Nei precedenti cinque giorni non avevano fatto altro che stare uno accanto all'altra, lui che l'abbracciava da dietro, lei che si stringeva il più possibile contro quel petto ampio e muscoloso, godendosi quella sensazione di pace e beatitudine che la malattia le aveva permesso di raggiungere. La gamba era leggera, in via definitiva di guarigione e lei non poteva far altro che ringraziare Andrew per averle salvato la vita. Lui, l'uomo che amava, l'aveva concretamente sottratta alla morte. Non voleva perderlo, non adesso che finalmente lo aveva trovato. Non era disposta ad abbandonare quella sensazione meravigliosa che scaturiva solo dal contatto delicato tra i loro corpi.
All'improvviso sentì la mano di Andrew accarezzarle dolcemente un fianco.
—Buongiorno— mormorò stuzzicandole l'orecchio con il respiro.
—Buongiorno, amore mio.—
Megan si morse la lingua. Lo aveva detto davvero. Lo aveva detto senza preoccuparsi della sua reazione, senza timore. Era uscito così, senza che lei potesse controllarlo.
Alzandosi, Andrew la guardò e lei ripensò al giorno in cui lo aveva incontrato. In quel momento i suoi occhi di ghiaccio mostravano una tenerezza che allora non c'era.
—Ti amo, Megan— le disse con assoluta determinazione. Allungò una mano e sfiorò con un dito un angolo della sua bocca.
—Amo ogni cosa di te. Lo sai, vero?—
Megan gli passò una mano sul mento, tirandolo gentilmente verso di lei. —Anch'io— mormorò prima di baciarlo.
Fu un bacio dapprima lieve, come se lui volesse chiederle il permesso. Quando Megan gli sorrise sulle labbra, Andrew gliele solleticò con la punta della lingua per indurla a schiuderle. Cominciò a esplorare la sua bocca come si esplorava qualcosa di nuovo nella vita. Con costanza, dedizione.
Lei gli passò le braccia attorno al collo e lo attirò piano verso di sé, mentre la mano di lui le accarezzava la guancia incendiando prima quel punto e poi tutti gli altri del suo corpo. Una certa fiacchezza la invase, poi avvertì un'ondata di calore, un'ondata che le si riversò tra le cosce. Andrew approfondì il bacio, e in Megan si risvegliarono sensazioni sconosciute. Per troppo tempo si era sentita morta. Lui la stava riportando in vita. Megan si chiese se, prima di Andrew, fosse mai stata realmente baciata. Non aveva mai provato nulla di simile con… Victor. L'amarezza di quel ricordo le invase il cuore, ma bastò un tocco della mano di Andrew lungo il collo a mandarla via. Quel bacio le stava facendo desiderare di fondersi con lui, anima e corpo. Il conte continuò a tessere il suo incantesimo con la bocca.
Lui fece scivolare la mano tra i seni, slacciando prima i lacci della nuova camicia da notte che era stata, un tempo, di sua madre e che aveva voluto donare alla donna che amava.
Quando le sue dita passarono sopra al capezzolo turgido, Megan gemette. Lei gli baciò la mascella, il collo e… Desiderava toccarlo ovunque. Imprimersi nella memoria quel corpo tanto magnifico da sembrare cesellato dal miglior scultore.
Andrew le prese il volto tra le mani, costringendolo a guardarlo negli occhi lucenti e infuocati.
—Non riuscirò a fermarmi, se continuiamo così.—
Lo sguardo di lei si bloccò nel suo. Gli sorrise. Fu capace solo di supplicarlo.
—Allora non farlo.—
Andrew aveva sempre immaginato che Megan sarebbe stata deliziosa, che gli avrebbe fatto provare emozioni intense. Ma non avrebbe mai creduto di trovarsi a che fare con la sua audacia, con la reazione che si era accorto di averle suscitato. Era preparato al suo sapore, ma quella mattina gli sembrò che tutti i sensi di Megan si fossero amplificati. Sentiva il desiderio crescere dentro di lui e si stupì di quanto forte e impetuoso fosse. La voleva come non aveva mai voluto nient'altro e nessun altro al mondo.
La potenza dei suoi impulsi gli faceva desiderare di possederla con bramosia, ma voleva che, per Megan, fosse tutto perfetto. Dolce, delicato. Lei doveva essere ancora vergine, non poteva strappare la sua purezza con violenza.
Sentì le mani della ragazza posarsi sul suo petto nudo, le dita tracciare il contorno di ogni muscolo in rilievo e un fuoco ardente gli invase il basso ventre. Doveva averla. Subito.
Le catturò ancora la bocca, ma stavolta il bacio fu più dolce, seppur mantenendo la stessa passione del precedente.
—Sei così bella— disse con voce roca quando si chinò a baciarle il collo. Scese lungo i capezzoli, lasciati scoperti dalla camicia da notte aperta. Erano di un rosa pallido. Un colore e un sapore che non vedeva l'ora di assaporare. Le abbassò ancora di più la camicia, poi, ad un suo sguardo d'intesa, gliela tolse definitivamente. Megan aveva il ventre piatto, i fianchi stretti. Lui si abbassò per sfiorarle la pelle candida sopra l'ombelico, la sentì gemere. La ragazza gli passò lentamente le dita tra i capelli, accarezzando le spalle, le braccia muscolose.
Audacemente, le mani di lei trovarono i lacci che gli chiudevano i pantaloni, l'unico ostacolo che ci fosse ancora tra loro. Glieli fece scivolare lungo le cosce, sode e muscolose, poi lasciò a lui il compito di liberarsene completamente. Si guardarono. Megan gli sorrise, incoraggiante. Andrew capì che lo voleva davvero, come lui voleva lei. La bocca di lui scese sotto l'ombelico, baciando dolcemente ogni lembo del suo corpo. Quasi senza accorgersene si ritrovò disteso tra le sue cosce. Andrew si rialzò prendendole un capezzole tra le labbra. Sentì Megan gemere.
—Baciami ancora… — ansimò, bramando le sue labbra più di qualunque altra cosa. Lo sguardo di Andrew fece si fece ancora più languido. Malizioso.
—Lo farò.—
Quando il suo respiro caldo le arrivò tra le cosce, tutte le parole che Megan avrebbe voluto dire si dissolsero. Strinse le lenzuola, cercando un appiglio per evitare di essere strappata via da quell'uragano di sensazioni intense.
—Lasciati andare, Megan— sussurrò lui sul centro della sua femminilità. —Apriti senza timore.—
Quando la lingua di lui tornò a torturarla, lei lo fece, abbandonandosi al vertice di sensazioni, al piacere. Urlò. Quando riaprì gli occhi, Andrew la stava guardando con dolcezza. La baciò ancora, poi lo sentì spingere gentilmente tra le cosce. Allora sollevò il bacino per riceverlo. —Guardami, amore mio— mormorò lui con dolcezza. —Farà male solo all'inizio, te lo prometto.—
Megan schiuse le labbra. Vergine. Pensava che fosse vergine. Non era a conoscenza del suo passato, di quello che Victor le aveva fatto fino a quando... Doveva dirglielo.
—Andrew… aspetta, io... —
—Stai tranquilla— la zittì lui dolcemente, sfiorandole le labbra con le proprie. Quando si aprì la strada tra le pieghe della sua femminilità, lei provò solo gioia. La gioia di averlo, di sentirlo, dentro di sé. Sul volto di Andrew passò dapprima solo un'ombra di confusione, ma poi, quando le passò una mano sotto le natiche per penetrarla più a fondo, quell'ombra scomparve. Megan si sentì sollevata.
Chiuse gli occhi, assaporando secondo dopo secondo quella piacevole intimità. Andrew cominciò a spingersi in lei e il turbinio di sensazioni celestiali tornò, più potente di prima. Coraggiosamente, Megan gli strinse le natiche, avvertendo sotto le dita il tendersi dei muscoli mentre lui spingeva, ancora e ancora. La bocca del conte divenne famelica contro la sua. Prese ad ansimare, insieme a lei. Il suo corpo si tese, il ritmo divenne più incalzante, i gemiti più rumorosi. Megan capì che stava arrivando, che si stava perdendo insieme a lei. La piccola tempesta che si era creata all'inizio esplose definitivamente, facendoli giungere al culmine. Megan gridò, un suono gutturale scaturì dalla gola di lui. Con un'ultima, profonda spinta, anche Andrew urlò, abbandonando poi la testa sul suo seno. In quel momento chiuse definitivamente a chiave Elizabeth nel cassetto dei ricordi, e la gettò nell'oceano del passato.
Megan aprì gli occhi, fissando la parete sopra di loro come se non ricordasse dove si trovava. Sentì le lacrime pungerle gli occhi. Ma, per la prima volta nella sua vita, non si trattava di lacrime di dolore.
—Buon Natale, Megan— mormorò lui alzando lo sguardo su di lei e guardandola con dolcezza.
Lei si lasciò andare al pianto, abbracciandolo.
—Buon Natale, Andrew.—
Lo strinse forte a sé, temendo di perderlo se lo avesse lasciato, e desiderò che quel momento non avesse mai fine.
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