31. La cosa giusta da fare

Richard Ferguson picchiettò con le dita contro il finestrino della carrozza, scrutando il passaggio. Il sole bruciava i campi in lontananza, riscaldando anche il vetro, procurandogli fastidio agli occhi. Davanti a lui, Edward BlackWood si lasciò sfuggire un sospiro. Era un uomo strano, aveva pensato il conte Ferguson la prima volta che l'aveva visto. Troppo alto, troppo robusto, troppo sorridente. Quando aveva stipulato l'accordo con la famiglia BlackWood gli era stato fatto intendere che sua figlia avrebbe sposato il vecchio BlackWood. In realtà, aveva scoperto poi, il vecchio BlackWood era morto ed era stato suo figlio, l'appena trentenne Edward, che gli si era presentato davanti. Il giovane marchese aveva tutte le carte in regola per essere desiderato dalle donne: alto, muscoloso, affascinante. Gli occhi scuri incutevano un certo rispetto, l'atteggiamento superbo e altezzoso dava all'incirca la stessa idea. Sarebbe stato un padrone ottimo. Ma c'era qualcosa che non andava bene: Edward era troppo incline alle passioni carnali. Nel caso in cui fosse stato colto dal desiderio verso Lily, non sarebbe riuscito a metterla in riga e a sua figlia, Richard lo sapeva, serviva un uomo capace di piegarla alla sua volontà. Perfino lui non poteva negare la bellezza di quella ragazzina ribelle; una bellezza che aveva ereditato dal ramo materno della famiglia, a cui qualunque uomo si sarebbe sottomesso. Tuttavia, nonostante Edward BlackWood non fosse tanto impostato quanto lo era stato suo padre, Richard pensò che a quel punto, per dare una lezione a Lily, sarebbe andato bene lo stesso.

—Siete pensieroso, milord.—
Il tono tranquillo di Edward BlackWood gli fece distogliere lo sguardo dal finestrino per rivolgerlo a lui.
—Inquieto— precisò passandosi le dita sopra la barba ispida. —Non vedo mia figlia da troppo tempo. Spero per lei che la vita da ribelle l'abbia almeno fatta maturare. Sapete, abbastanza da convincersi che questo matrimonio è la cosa migliore per il suo futuro.
—Sono ansioso di conoscerla— replicò Edward con un sorriso cinico. —Per confermare con i miei occhi se è davvero una creatura di bellezza fuori dal comune, come dicono tutti.
Richard esibì un sorriso gelido. —Altroché, signor BlackWood. Ha preso da sua madre.
L'uomo seduto davanti a lui trasalì quando le ruote della carrozza affrontarono una brusca buca. Sistemandosi il colletto della camicia, Edward accavallò le gambe toniche.
—Ripetetemi per quale motivo vostra figlia si ostina a rifiutare questa unione con la mia famiglia.
—Voleva trovare il vero amore, quell'amore fasullo che non esiste se non nei suoi stupidi romanzetti.
Edward inarcò un sopracciglio, cinico.
—Quindi ne è ancora convinta?
—Non rifiuterà la vostra unione. — Richard parlò con imminente sicurezza, mentre un'espressione fredda e un ghigno gli si disegnavano sul viso usurato dagli anni. —Ho pianificato tutto nei minimi dettagli, signor BlackWood.
—Cosa intendete dire?
Edward si fece immediatamente più attento. Abbandonò la mano dalle dita affusolate contro la coscia. —Parlate, vi prego. I dettagli mi interessano in tutte le loro forme.
—A tempo debito, caro signor BlackWood— controbatté Richard con assoluta tranquillità.
—A voi deve bastare sapere che mia figlia vi sposerà. In un modo— tornò a guardare il paesaggio fuori dalla finestra con occhi scintillanti, — o nell'altro.
—Come potete esserne tanto sicuro?
Il conte sorrise, senza guardare il marchese BlackWood. —Perché nelle sue vene scorre il mio stesso sangue.

***

Senza stivali, Jack si distese sul suo letto. Guardò il soffitto senza realmente vederlo, mentre il costante pensiero di cosa avrebbe dovuto fare con Lily gli martellava nella testa. Si era deciso a chiederla in sposa ma, dal momento che lei lo aveva evitato tutto il giorno, aveva intuito, com'era comprensibile, che non volesse più avere niente a che fare con lui. Tre giorni prima l'aveva ferita nel modo più meschino che esistesse. Nei suoi ventisette anni di vita, Jack non si era mai sentito tanto colpevole, non aveva mai provato tanto ripugno verso se stesso. E adesso quella colpevolezza stava ricadendo su di lui come una cortina mortale. Doveva fare qualcosa, doveva impedire l'arrivo del conte Ferguson e del promesso sposo di Lily, doveva...

Doveva parlare con lei.
Doveva esporle i suoi sentimenti, chiederle di perdonarlo in ginocchio se fosse stato necessario, ma Lily doveva sapere tutta la verità.
Con uno scatto repentino, saltò in piedi, diretto alla porta comunicante con la sua stanza. Ma, prima che potesse abbassare la maniglia, quella si aprì lentamente. Lily, in camicia da notte e l'espressione più triste che lui le avesse mai visto indosso, sollevò piano la candela che stringeva tra le dita. Lo guardò dritto negli occhi, tacendo, per quelle che sembrarono ore. Jack sentì inevitabilmente il cuore accelerare i battiti. Avrebbe dato qualunque cosa per riascoltare ancora quello di lei contro il proprio...

—Devo parlarti, Jack.
Lui irrigidì le spalle, poi si spostò di lato per permetterle di entrare. —Anche io.
—Lascia parlare me, prima.— Il tono di lei era vagamente nervoso. Jack si accigliò, ma annuì e si richiuse la porta alle spalle.
Lily appoggiò la candela sopra al comodino e intrecciò le mani in grembo, sollevando di nuovo lo sguardo verso di lui. Jack colse una profonda inquietudine nei suoi occhi, e subito si sentì prendere dallo sconforto.

—Lily, ascolta...
—Ho intenzione di sposarmi, Jack— disse lei tutta d'un fiato.
Lui indietreggiò per lo shock imminente. —Che cosa?— fu tutto quello che riuscì a dire.
Lily deglutì a fondo, prima di continuare. —So che mio padre e il mio futuro sposo stanno arrivando. Ripartirò con loro, Jack.

Jack sentì all'improvviso un macigno sul petto, mentre tentava di stemperare la mente dall'oscurità che quella notizia aveva appena rigettato su di lui. Nonostante tutti i tentivi, però, non riuscì a razionalizzare una decisione simile. Perché lo stava facendo? Perché, a dispetto dell'evidente passione che c'era tra di loro, Lily aveva scelto di sposare un altro?

Serrò i pugni lungo i fianchi.
—Perché?
—Perché è la cosa giusta.
—Giusta, Lily? Maledizione!
Senza volerlo realmente, Jack ringhiò. S'impose di mantenere il controllo, ma la vicinanza di Lily e le parole che aveva appena pronunciato stavano rischiando di farlo scoppiare.
—Come puoi dire una cosa simile dopo quello che abbiamo passato?

Una smorfia amara comparve sulle labbra di lei.

—Ho detto che è la cosa giusta, non che la faccio con piacere.

Jack le preso il volto fra le mani, costringendola a guardarlo dritto negli occhi. Il suo sguardo era deciso, ardente, e incendiò il sangue nelle vene di Lily come la prima volta che si erano baciati. Ma lei era altrettanto decisa a non cedere all'intensità dei suoi sentimenti.

—Qual è la vera ragione per cui vuoi farlo, Lily? L'altra notte mi era sembrato che fossi piuttosto coinvolta...
—Sì, e la mattina dopo tu hai fatto intendere chiaramente che ero stata solo un mero strumento nelle tue mani— sibilò lei, freddamente. Lui si accorse che gli occhi scintillavano di collera, che le labbra tremavano. Avrebbe dato qualunque cosa per poter cancellare tutto e ricominciare da capo, ma la ragazza che gli stava di fronte sembrava più ferita di quanto l'avesse vista qualche giorno prima.
Gli si strinse il cuore. Se lei avesse saputo tutto, se avesse potuto comprendere la ragione che lo aveva spinto a farle del male, se fosse venuta a conoscenza della realtà dei suoi sentimenti forse non l'avrebbe perduta.

—Sai bene che non avevo intenzione di ferirti— riprese, scandendo con determinazione ogni singola parola. Anche quando lei scosse la testa, cercando di sottrarsi al suo tocco, Jack continuò imperterrito: —Io ti amo, Lily, non ti farei mai del male.
Quella rivelazione, tanto inattesa quanto profonda, suscitò in lei un'ondata di calore che avvolse interamente il suo corpo, riempiendole il cuore di un'emozione che ricordava la felicità.
—Tu... cosa?— balbettò, quasi timidamente.
Jack le accarezzò un angolo della bocca. —Devo davvero ripeterlo?
—Sì.
—Sono innamorato di te, Lily.
Cercando di domare il battito impazzito del proprio cuore, lei serrò le labbra. Non doveva lasciare che le sue parole la illudessero. —Non ti credo, Jack.
Colse l'incredula fitta di dolore negli occhi di lui, mentre il respiro di entrambi diventava affannoso. Lentamente, Jack la sospinse contro la parete dietro di lei, e Lily non seppe riconoscere il motivo per cui lo lasciò fare. Forse perché, guardandolo intensamente in quegli occhi che amava tanto, riconobbe non solo il riflesso del proprio amore, ma anche quello di lui.
Ma se Jack l'amava davvero, perché l'aveva fatta sentire come un oggetto?

Schiudendo le labbra, si costrinse a mantenere un tono distaccato. —Io non provo lo stesso, Jack. E per quanto le tue parole mi facciano credere che i tuoi sentimenti sono sinceri, il ricordo del male che mi hai fatto trattandomi come una sgualdrina non riesce ad abbandonare la mia mente.
—L'ho fatto per te, Lily!— sussurrò lui, disperato, stringendole le spalle. Il suo tocco la riscaldò dalla testa ai piedi, e si sentì cedere le gambe.
—Per proteggerti, salvaguardarti. Tu non hai idea di cosa sarebbe successo se mia madre avesse scoperto che tra di noi c'era qualcosa.
—Tua madre?— lo rimbeccò lei, ostinata. —Tu mi hai trattata in quel modo ignobile a causa di tua madre?
—Ha portato mio fratello all'esasperazione, Lily— spiegò Jack, senza interrompere il loro contatto visivo nemmeno per un attimo. —Ha fatto rapire la donna che amava facendola sparire dalla vita di Robert, in modo che rinsavisse. Era una ragazza dei bassi borghi. E non andava bene per un conte.— Si interruppe un istante, e Lily colse la profonda tristezza che animava il tono dell'uomo che amava. Avvertì un vuoto al centro del petto, maldicendo il proprio cuore che non accennava a calmare il ritmo sfrenato contro lo sterno.

Prendendo un respiro profondo, Jack allontanò le mani da lei e le fece strada verso il letto. Lily lo seguì riluttante, sedendosi a una certa distanza.
—Robert si tolse la vita, troppo debole per opporsi alla decisione di Madylin, e quando mia madre lo venne a sapere non ebbe neanche la decenza di organizzare il suo funerale. È per questo che sono partito, Lily, per non inseguire il destino di mio fratello. Ero così ingenuo e debole che per mia madre sarebbe stato facile spezzarmi. Ma la vita da soldato mi ha cambiato, e sono diventato ciò che non avrei mai pensato, qualcuno ben lungi dal ragazzino che ero un tempo.

Lily taceva.
Le sue mani si erano inconsapevolmente avvicinate alle sue, e le dita sfioravano quelle di Jack in una dolce carezza.
—Non ne avevo idea, Jack— mormorò, abbassando lo sguardo. —Mi dispiace tanto.
—Robert non meritava una fine simile— disse lui con profonda tristezza. —Per quanto possa essere cattivo da parte mia dire una cosa simile, è mia madre che la meriterebbe.

Lily gli strinse la mano, strisciando lentamente verso di lui. Quando cercò il suo sguardo, facendosi strada nella tristezza e nel dolore che il ricordo di Robert aveva suscitato in Jack, lui la ricambiò con dolcezza.
—Prima ho mentito— disse lei, ma l'amarezza non abbandonò il suo viso neanche per un istante. —I miei sentimenti verso di te sono cresciuti a dismisura negli ultimi tempi, Jack. Ma devo sposare Edward BlackWood. Mio padre ha rischiato di porre fine alla tua vita, una volta, a causa della mia fuga e io non posso sfidare ulteriormente la sua volontà.—
Respirò profondamente, cercando di calmare le emozioni dolorose che le sue stesse parole stavano provocando dentro di lei, mentre gli occhi di Jack si riempivano di rimpianto e ferite.
Chiudendo gli occhi, con coraggio e dolore, Lily confermò la sua condanna a morte.

—Io ti amo, Jack. Ed è proprio perché ti amo che non posso permettergli di farti del male. E l'unico modo per farlo è...
—Sposare quell'uomo — concluse Jack con tagliente consapevolezza.
Poi, come se avesse avuto un'illuminazione, sbatté le palpebre e scosse la testa.
—Mi dispiace, Lily, ma non te lo lascerò fare.—
E, dopo aver pronunciato queste parole, si sporse verso di lei e catturò le sue labbra in un bacio. Ardente, profondo, indelebile. Un bacio che ebbe il potere di annullare tutto il resto. Il mondo intorno a loro, la tristezza, il dolore, Richard Ferguson ed Edward BlackWood.

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