22. Conoscere il nemico

Lily fissò i capelli di Violet, di un biondo più dorato dei suoi, che si raccoglievano sulla sommità del capo in una composizione elegante, poi scese al naso, leggermente all'insù, e infine incontrò le labbra carnose, rosse come lamponi. Tentò di elaborare le poche parole che aveva appena pronunciato nella maniera più tranquilla possibile, ma il nodo che le si formò in gola smentì ogni suo tentativo.

La fidanzata di Jack.

Colse una violenta scintilla negli occhi violetti di Violet, mentre con voce fredda proseguiva: -La buona educazione recita che si dovrebbe rispondere a una presentazione con tanto di nome e titolo, lady Lily.-
-Violet- replicò seccamente Jack, alzando una mano. -Lady Lily è mia ospite. Pertanto ti ordino di trattarla come tale.-
-Non c'è bisogno che mi difendiate, signor Sanders- controbatté Lily con tutta la dolcezza che riuscì a mettere insieme. Fece un largo sorriso alla donna e attaccò: -È sufficiente che sia Jack a conoscermi bene, lady Violet.-

Con un bagliore ardente negli occhi, ignara dell'occhiata fiera di Jack, Violet sorrise a sua volta.

-Avete ragione, non siete tenuta a presentarvi ad una sconosciuta, anche se questo vostro comportamento vi rende estremamente maleducata nei miei confronti. Jack- disse, afferrandogli il braccio con dolcezza.
-Due parole in privato, se non ti dispiace.-
-Veloce, Violet. Devo sistemare i bagagli, mostrare la casa a lady Lily... -
-Sono sicura che Sarah sarà più che felice di fare da chaperon alla signorina Ferguson- replicò Violet con velata gentilezza.
-Anzi, vado a chiamarla, e poi parleremo. Aspettami in salotto, se preferisci.-
Gli scoccò un'occhiata maliziosa, per poi dirigersi elegantemente lungo un ampio corridoio.

-Dunque è la vostra promessa sposa- commentò Lily, non riuscendo a evitare una smorfia. -Avreste potuto avvisarmi quando vi ho chiesto di baciarmi, signor conte.-

Jack inclinò il capo verso di lei con aria affranta.
-Avrei dovuto dirvelo se fosse davvero la mia promessa sposa. Ma dal momento che non è così, non è stato necessario.-
-Quindi non la sposerete?-
-Dio mio, no!- si affrettò a rispondere lui.
-E non so per quale motivo sia convinta del contrario.-
-Forse perché voi gliene avete dato uno.-

Prima che Jack potesse ribattere, Violet tornò con al seguito una donnina minuscola dai capelli mori raccolti in una crocchia alla base del collo, che sollevò i suoi occhi azzurri come due zaffiri verso Lily e abbozzò un sorriso. Doveva avere all'incirca una quarantina d'anni.

-Voi dovete essere lady Lily- disse con estrema gentilezza, nulla a che vedere con il tono di voce usato da Violet poco prima.
-Sono Sarah Wilson, la nuova cuoca del castello.-
-Ti ha assunto mia madre, Sarah?- intervenne Jack con un sorriso.
-No, signore, sono stata assunta da lady Violet lo scorso inverno- rispose la piccola donna, chinando il capo.
-Da quando Meggie se n'era andata le cucine erano rimaste vuote. Io e tua madre ci siamo arrangiate da sole finché è stato possibile, poi abbiamo dovuto assumere una cuoca vera che sostituisse Meggie. Sarah è perfetta- spiegò Violet con espressione amabile.
-Sarah, mostra la casa alla signorina Ferguson, per favore. Jack, vieni con me.-
Jack sfiorò inavvertitamente la mano di Lily mentre seguiva la donna lungo il corridoio, e, prima di andarsene, le lanciò uno sguardo di sfuggita. Era la promessa che sarebbe tornato in tempo per fare lui stesso gli onori di casa, immaginò lei. Resistette all'impulso di sorridergli, essendo in presenza di altre persone.

-Gli altri si sono già sistemati nelle loro stanze, signorina.-
La voce calda di Sarah riportò Lily alla realtà.
-Vi mostro la vostra, nel frattempo, e poi il resto del castello, se non siete troppo stanca. Altrimenti possiamo visitarlo domani, di tempo ne abbiamo.-

-Grazie, Sarah- rispose lei con un sorriso. Dovette abbassare lo sguardo a causa della ridotta altezza della donna. -Sei molto gentile.-

***

Tutto, in quella stanza, parlava di ricchezza. Lily si chiese come avrebbe fatto a rendere propria una camera tanto imponente: l'arredamento era composto di pezzi che sembravano antichi, il pavimento era in pietra, e, per qualche strana ragione, si sentì a suo agio come, o di più, che a casa sua.
Con un'espressione strabiliata, si guardò intorno, sfilandosi l'anello che le aveva donato sua madre tanti anni prima. Lo esaminò alla luce della candela che Sarah aveva acceso e poi lo appoggiò sul tavolo da toletta. Quel piccolo esserino sarebbe bastato a rendere più personale la sua nuova stanza.

-È bellissima- commentò, non riuscendo a trattenere un sorriso.
-Sì, davvero bella. Tutte le stanze sono così belle. E poi voi avete quella adiacente al conte, vi sentirete ancora più a vostro agio. Laggiù c'è la porta comunicante.-

Quell'asserzione fece avvampare Lily.
La stanza era attaccata a quella di Jack...
Come avrebbe dormito con il pensiero di averlo così vicino?

-Questa era la camera di sua nonna- spiegò Sarah con amabile lentezza. -Lady Kate. Venne a mancare sette anni fa e da allora il signor conte la riserva esclusivamente agli ospiti speciali. Sapete, aveva un legame profondo con sua nonna, o così mi hanno raccontato.-

Lily non stentava a crederci. Aveva avuto svariati assaggi della dolcezza di Jack, non dubitava che avesse mostrato quel lato di sé anche con la defunta nonna. Senza accorgersene, sorrise immaginandolo abbracciare l'anziana donna e a sfiorarle una guancia con un bacio gentile.

-Voi che rapporto avete con il signor conte?-
La domanda inattesa di Sarah la riscosse brutalmente dalle sue divagazioni mentali.

-Ehm, io... -
-Siete la sua nuova amante? Oh no, perdonatemi per la mia maleducazione... Non intendevo essere scortese, è solo che siete così bella e... -

Lily si riprese dallo shock imminente nel giro di un minuto.

-Non agitatarti, Sarah- le disse pacatamente.
-Non mi hai mancato di rispetto. E comunque no, sono solo un'ospite del signor Sanders.-

Sul volto dell'altra donna comparve un'espressione di sollievo.
-Oh, grazie al cielo! Non avrei potuto sentire notizia migliore... Se lady Violet scoprisse che siete l'amante del signor conte potrebbe arrivare a commettere qualunque pazzia. E voi siete così dolce, lady Lily, non sopporterei di vedervi soffrire... -

Lily le appoggiò una mano sul braccio, dolcemente.
Per qualche motivo, il fatto che qualcuno di appena conosciuto tenesse tanto alla sua incolumità le fece stringere il cuore. Sua madre avrebbe avuto più o meno l'età di Sarah, se fosse stata ancora in vita. Sarah gliela ricordava vagamente, nei modi di esprimersi e di fare, nel blu zaffiro degli occhi, nella profonda dolcezza che permeava il suo sguardo...

Trattenendo il turbine di ricordi ed emozioni, si costrinse ad inspirare a fondo e poi sfoggiò un piccolo sorriso.

-Lady Violet non si avvicinerà nemmeno un po' a me, stai tranquilla. Il signor Sanders e io non abbiamo nulla a che vedere l'una con l'altro.-
-Oh, signorina... Si vede che non conoscete lady Violet... -
Nel tono di Sarah c'era qualcosa di estremamente protettivo, una traccia di amarezza talmente intensa da indurre Lily a chiedersi se quella Violet non fosse davvero così pericolosa come la donna stava lasciando intendere.

-Sarah... Puoi parlarmi un po' di lei?- suggerì, facendo cenno alla donnina minuta di chiudere la porta e sedersi sull'ampio letto.

Sarah obbedì, appoggiò la candela sul tavolo da toletta, accanto all'anello che la fanciulla vi aveva posato poco prima, e si sistemò sopra la coperta. Era piuttosto tesa. Lily immaginò che non dovesse essere proprio una bella situazione, quella di gettare brutte parole sulla propria padrona.

-Lady Violet ha solo un anno in meno del signor conte, ma si conoscono fin da quando non erano altro che due bambini. Quando era piccolo, il signor conte faceva spesso visita alla casa della signorina Violet, per ordine di sua madre, la contessa Madylin. Presto, vista la profonda amicizia che legava i due, fu convenuto che quel legame sarebbe sfociato in un matrimonio quando entrambi avessero avuto capacità sufficienti per riconoscere di essere innamorati. Lady Violet era molto innamorata, sapete... Quando sono arrivata al suo servizio mi ha raccontato di aver donato la sua verginità al signor conte e che non si era mai pentita della scelta. Era convinta che anche il signor conte fosse follemente innamorato di lei, ma poi lui lasciò il castello e intraprese un'altra vita e, poco prima di partire, lei lo scoprì a letto con la guaritrice.-

Lily trasalì. Le labbra erano diventate secche, quindi se le umettò leggermente mentre si preparava ad ascoltare il resto.

-Lady Violet era molto arrabbiata. Continuava a ripetere che l'avrebbe fatta pagare a Lena, perché il signor conte non meritava di essere punito. Così, la sera prima della loro partenza, incendiò il cuscino della signorina Lena. Lei non si svegliò in tempo per salvarsi, e i suoi capelli... Sì, ecco, perse i suoi capelli. Era una strega, diceva la signorina Violet, e i suoi capelli rossi ne erano una prova evidente. Bruciandoli, avrebbe liberato il signor conte dal presunto incantesimo che la povera guaritrice gli aveva fatto. Lady Lily, sapete... Quando me lo ha raccontato non volevo crederci. Soprattutto perché non vedevo alcuna traccia di rimpianto negli occhi della signorina Violet. Si era divertita, disse, e non se ne pentiva.-

Lily colse un brivido evidente scuotere la schiena di Sarah, e rabbrividì a sua volta.
Nemmeno lei riusciva a credere a un tale scempio. Una parte di lei cominciò a provare pena verso Lena, che doveva aver sofferto a dismisura nel periodo seguente al brutale incidente. Non avrebbe mai immaginato che sarebbe riuscita a compatirla. Eppure, lentamente, comprese che Lena era solo un agnello in confronto a lady Violet.

-E Jack... il signor Sanders, che cosa fece?-
Sarah si sistemò sul letto, intrecciando le mani in grembo.

-La signorina Violet non me lo ha mai detto. Però diceva che il signor conte sarebbe stato d'accordo con qualunque cosa lei avesse fatto.-

-No- disse Lily di slancio. -Mi rifiuto di crederci.-
Scosse la testa, e così fece Sarah.

-Non ci credo nemmeno io, signorina. Basta guardare il signor conte per capire che tipo d'uomo sia.-

Le sorrise, incoraggiante.

-Per quanto sia affezionata a lady Violet, comunque, è una donna che non esiterebbe a mettere in atto una qualsivoglia vendetta nei confronti di chiunque si frapponga tra lei e il signor conte- riprese, fissandola con serietà. -E riconoscerlo mi provoca una profonda sofferenza. State alla larga dal signor conte, signorina, vi prego. Non sopporterei proprio di vedervi stare male per causa della signorina Violet.-

Lily deglutì, cercando di scacciare la tensione.
Stare lontana da Jack non sarebbe stato affatto facile, probabilmente era impossibile. Per quanto ciò che le aveva raccontato Sarah l'avesse inevitabilmente e negativamente colpita, era il suo corpo a decidere per lei. Le sue azioni, le sue emozioni.

-Ci proverò, Sarah- la rassicurò.
-Ho visto il modo in cui il signor conte vi guarda- proseguì lei con una punta di infinita dolcezza.
-È il tipo di sguardo che non credo abbia mai rivolto alla signorina Violet. Chi potrebbe mai rivolgere uno sguardo simile a una donna tanto perfida?-

Lily si sentì leggermente accalorare le guance. Le strinse una mano minuta. Si rese conto di quanto quella mano fosse terribilmente usurata dal troppo lavoro, attraversata da decine di piccole cicatrici e scottature, con le unghie sporche e spezzate.

-Per caso hai bisogno di aiuto in cucina?- azzardò gentilmente.
Sarah le sorrise, vagamente rammaricata.
-C'è molto lavoro da fare, ma riesco a cavarmela abbastanza bene.-
-Io invece credo che ti serva una mano. Anzi, due- replicò Lily con un sorriso largo. -La mia vecchia cuoca mi ha insegnato a cucinare, dopo la morte di mia madre.- Si bloccò un istante, deglutendo il groppo amaro nella gola al pensiero della morte di Suzanne. -Anche io me la cavo, in cucina. Considerami ufficialmente la tua aiuto cuoca.-

Sarah le strinse la mano, scuotendo vigorosamente il capo.

-Oh no, signorina! Non dovete. Cosa dirà il signor conte se vi vedrà girare per la cucina e per di più con un vecchio grembiule e... -
-Non preoccuparti del signor conte, Sarah- la interruppe lei bonariamente. -Penserò ad avvisarlo prima che mi scopra lui.-

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