Parte 73

Vorrei potermi alzare anche perché le cosce iniziano a dolermi per la posizione prolungata alla quale sono costrette. La mia tacita preghiera viene ascoltata dalla mia "carnefice".

«Bene. Per essere la prima volta. Che c'è, vorresti alzarti ora?» mi canzona mentre ansima ancora e sento quel respiro pesante e rotto dietro la mia testa, sulla mia pelle che vibra ancora come le corde di un violino appena pizzicate dall'archetto.

Mi tira forte per i capelli costringendomi a reclinare il capo in modo da vederla mentre mi sovrasta col suo viso.

La guardo come se volessi chiederle il permesso di parlare e questa mia remissività improvvisa mi diventa ogni istante più difficile da mandar giù ma, non posso fare altrimenti, almeno finché non scoprirò tutte le regole del gioco.

Lascia la presa davanti al mio tacito assenso e si para davanti a me fissandomi torva dalla sua altezza.

Sembra la statua di una dea greca, alta, giunonica, eretta sui suoi tacchi a spillo che ne slanciano ancora di più la figura. Stretta in quel bustino come una donna del settecento.

Si abbassa su di me permettendomi di osservare più da vicino l'incavo tra i suoi seni che si gonfiano ad ogni respiro premendo contro l'anima di quella corazza che porta sul busto.

Improvvisamente la mia mente passa in rassegna tutto un ventaglio di possibilità che quella delicata ed accogliente fenditura potrebbe offrire.

Mi afferra con più forza le guance con una mano stringendomele forte al punto da contorcermi il viso in una smorfia.

«Parla!» tuona facendomi sussultare.

«Vorrei alzarmi...» proferisco.

Stringe più forte facendomi scappare un gemito di dolore.

«"Vorrei alzarmi mia signora"!» ripete correggendomi.

«Vorrei alzarmi mia signora» ma il mio suona un tono canzonatorio che mi fa guadagnare un bel ceffone al centro della guancia.

«Smettila di prendermi in giro. Sapevo fin dall'inizio che questo ruolo non ti si addiceva. Ti sei sottomesso solo al fine di scoprire le mie carte. Stavi saggiando la situazione per capire il punto fin dove mi sarei potuta spingere con te ed ora muori dalla voglia di sbattermi su quel letto» ringhia indicando il letto alle sue spalle.

«E tu, cosa vuoi che faccia?» chiedo piccandola.

Sgrana gli occhi ed avvampa mentre il suo respiro ritorna a farsi corto.

«Voglio che ti alzai, che mi leghi al letto e mi possiedi con tutta la tua forza pensando solo a soddisfare il tuo piacere e non anche il mio» risponde secca come se anelasse quel momento di confessione da tutta la serata.

«Così non vuoi che ti faccia venire?» le chiedo salace.

«Vorrei solo ritrovarmi a pregare che tu finisca al più presto perché il dolore del tuo corpo nel mio è troppo devastante da sopportare oltre» ansima come se pregustasse il momento nella sua fantasia contorta.

«E se riuscissi a darti piacere nonostante tutto?» insisto.

«Credo sarebbe un orgasmo sensoriale e tu credi di riuscire a regalarmelo?» diviene, improvvisamente sarcastica.

«Ci posso provare ma devi fare esattamente ciò che ti dirò» ordino e i ruoli si ribaltano velocemente, mentre mi metto in piedi davanti a lei.

Veronique annuisce mansueta come un agnellino, non v'è più traccia della dominatrice ma piuttosto di una sottomessa che anela il piacere procurato dalla parte che interpreta.

Mi mostra i polsi ed io li guardo con un attimo di smarrimento che mi imbarazza, vista la mia inesperienza in tale situazione ma, ho deciso di farmi guidare dall'istinto.

Mi guardo attorno senza trovare nulla che possa ritornarmi utile allo scopo, il cuore prende a battermi all'impazzata, provo una certa ansia nel gestire questa situazione tanto nuova quanto eccitante. La vedo fremere impaziente, temo che possa stancarsi del mio indugiare ma, in un attimo di lucidità dettata dall'istinto primordiale di sopravvivenza, seguo lo sguardo catatonico di Veronique che noto essere fisso all'altezza della mia vita, proprio sulla cintura di pelle nera che mi cinge i fianchi.

Quando si accorge di essere stata "colta in flagrante" subito cade in ginocchio ai miei piedi, gambe aperte in modo da tenere in bella mostra il pizzo nero che ricopre il suo delicato vello.

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