Parte 52

Matt

É passata una settimana da quando Amelia è uscita dall'ospedale ma, qualcuno o qualcosa le impedisce di contattarmi. Di sicuro si tratta di quello stronzo di Elliot.

Ho chiamato mio padre sperando che lui potesse darmi qualche notizia ma mi ha risposto che non si sentiva con Philip Clayton da diverse settimane.

Mi sono anche appostato davanti alla sua villa, sperando di vederla uscire ma niente. Sembra che la tengano segregata in casa.

Amelia che ti è successo? Sono esasperato, ho bisogno di vederla e di sentirla. Mi manca come l'ossigeno. Stiamo insieme da una settimana ma in realtà è come se non ci conoscessimo perché non la vedo esattamente da quel maledetto giorno.

Getto un libro nello scatolone che sto sistemando con le cose della scuola e gli tiro un calcio facendolo andare a sbattere contro il letto. Poi vado verso la porta e sferro un pugno contro il muro. Gemo, subito, per il dolore acuto alle nocche della mano.

Stai calmo Matt. Mi ripeto come un mantra, ormai da giorni. Eppure deve esserci un modo.

«Matt!» mi sento chiamare da mia madre.

Sobbalzo e mi affretto a scendere al piano di sotto per capire cosa voglia da me.

Quando la raggiungo è davanti alla porta d'ingresso aperta, oltre la quale intravedo Mrs Amelia Clayton, la nonna della mia ragazza.

Resto sorpreso a metà strada nel corridoio mentre osservo sia lei che mia madre.

«Mrs Clayton, perché non si accomoda dentro, Sandra ha preparato un'ottima limonata fresca» la invita mia madre.

«Oh. Mrs De Luca. Lei è davvero molto gentile ma sono parecchio di fretta. Devo solo lasciare un messaggio a suo figlio Mattew» risponde e noto nelle sue parole una certa apprensione.

Subito mi fiondo alla porta scavalcando mia madre.

«Ok mamma. Puoi andare penso io a Mrs Clayton. Credo che Clara abbai bisogno di una mano con le sue cose» la congedo.

Non appena la vedo uscire dal mio campo visivo esco nel porticato, chiudendomi la porta di casa alle spalle.

«Venga Mrs Clayton. Andiamo in giardino. Li saremo più tranquilli» la invito a seguirmi cercando maldestramente di celare la mia impazienza nel ricevere quelle notizie che da troppo tempo attendo di ricevere.

«Matt. Mi dispiace, caro. Ma ciò che sto per dirti non ti piacerà affatto» esordisce lasciandomi senza parole mentre vedo calare sul suo viso un velo di tristezza che mi fa mancare un battito.

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